Le Figaro e Libération sulla visita odierna di Sarkozy in Vaticano

Sarkozy in visita presso il Vaticano

La tradizione vuole che possa entrare a cavallo. Seguendo le orme del generale de Gaulle nel 1967, di Valery Giscard d’Estaign nel 1978 e di Jacques Chirac nel 1996, Nicolas Sarkozy sarà giovedì a Roma per prendere possesso del suo titolo di “unico canonico onorario” della basilica di San Giovanni in Laterano, la cattedrale della capitale del cattolicesimo. Questo titolo è appannaggio di tutti i capi di stato, a partire da Enrico IV, che offrì nel 1604 le entrate dell’abbazia di Clairac (Lot-et-Garonne) al capitolo della basilica. Ma la visita presidenziale a Roma e presso il Vaticano è stata istituita solo nel 1957, tra René Coty e Pio XII. Cinquanta anni più tardi, l’incontro tra Nicolas Sarkozy e Benedetto XVI è molto atteso. La Francia rimane per la Santa Sede un riferimento. Lo spirito di apertura – giudicato originale nella storia della laicità alla francese – e il posto che Nicolas Sarkozy intende donare nella società ai riferimenti religiosi ed in particolare alla Chiesa cattolica, sono apprezzati.
Il papa è rimasto incantato dalla lettera che il presidente gli ha indirizzato nel giugno scorso. Fatto inedito: in risposta al messaggio di felicitazioni che Benedetto XVI gli aveva indirizzato per la sua elezione, Nicolas Sarkozy aveva spedito una lunga lettera “dal contenuto sostanzioso”, aveva fatto sapere l’Eliseo. Il papa era rimasto colpito soprattutto per l’attenzione rivolta dal nuovo capo di stato verso le minoranze cristiane perseguitate. Domani, oltre all’Africa e al Medio Oriente, saranno in discussione, per la repubblica, “figlia primogenita della Chiesa”: il programma della visita del papa a Lourdes, prevista per il prossimo autunno (il Vaticano è carico di inviti di città e diocesi di Francia: Parigi, Strasburgo, Mont-Saint-Michel…); ma anche l’apertura dei negozi la domenica, ciò a cui la Santa Sede si oppone per principio. Nicolas Sarkozy vuole che questa visita non somigli a nessun’altra. Non sarà in abito da cerimonia, papillon bianco e gran cordone della Legion d’onore come Jacques Chiracnel 1996. Dopo il suo incontro con il papa, poi col suo braccio destro, il cardinal Tarcisio Bertone, dovrebbe visitare la basilica di San Pietro e i suoi scavi archeologici intorno alla tomba del principe degli apostoli. Alla fine di questa visita, si raccoglierà in preghiera davanti alla tomba di Giovanni Paolo II.
A Benedetto XVI, che ha pubblicato un’enciclica sulla speranza (Spe Salvi), Sarkozy offrirà il suo libro “La République, les religions et l’espérance”, scritto nel 2004. Per mostrare il grande interesse che porta per la Chiesa cattolica e la sua azione, l’incontro previsto con la comunità di Sant’Egidio – “la piccola ONU di Trastevere”, fiera della sua attività diplomatica parallela a quella della Santa Sede – è stato scartato su consiglio del Vaticano, con grande sconcerto di quest’ultima.
Il presidente si rivolgerà dunque alla comunità e al clero francese di Roma, in particolare ai giovani sacerdoti del seminario francese, spesso presentato come “l’ENA” della Chiesa francese, presso il palazzo del Laterano. [ENA = Ecole nationale d’administration; istituto che si frequenta dopo l’università, dove si formano i futuri alti funzionari, dirigenti statali e uomini politici in Francia, ndt] Seguirà la celebrazione dei vespri (la funzione della sera, cantata da preti e religiosi) nel corso della quale Nicolas Sarkozy sarà ufficialmente fregiato del titolo di canonico onorario della basilica. Non si tratterà di una messa. Un modo per evitare il rischio che il presidente non voglia fare la comunione, quando secondo la dottrina della Chiesa, un divorziato risposato non è può farla.
Il programma romano di Nicolas Sarkozy non sarà solo religioso. Incontrerà il suo omologo italiano, Giorgio Napolitano, e cenerà con il presidente del consiglio italiano, Romano Prodi, e col presidente del governo spagnolo, Jose-Luiz Zapatero, le cui relazioni col Vaticano sono difficili. E’ soprattutto il suo “programma privato” che alimenta le conversazioni. La stampa italiana si domanda in effetti se Carla Bruni, la nuova compagna, ci sarà in questo viaggio… L’Eliseo si rifiuta beninteso a confermare questa ipotesi, “che riguarda la vita privata”. Ieri sera, la lista della delegazione ufficiale non era d’altra parte completata. Il ministro dell’Interno, con l’incarico agli Affari Religiosi, Michèle Alliot-Marie ci sarà, il guardasigilli, Rachida Dati, candidata alle municipali nel VII circoscrizione di Parigi, dovrebbe esserci allo stesso modo.

Fonte: Le Figaro

Nicolas Sarkozy, non così cattolico

Sarkozy in odor di santità presso i cattolici? Il capo di stato, che incontra oggi Benedetto XVI in Vaticano, prima di essere fatto canonico d’onore di Saint-Jean-de-Latran, non perde occasione per sottolineare la sua fede: “Sono di cultura cattolica, di tradizione cattolica, di confessione cattolica. Anche se la mia pratica religiosa è sporadica, mi riconosco come membro della Chiesa cattolica”, scrive nel suo libro, edito nel novembre 2004 [«La République, les religions, l’espérance» (Ed. du Cerf), 2004].
Evidenza. Nel gennaio scorso, Sarkozy ha effettuato il suo primo viaggio come candidato alla presidenza a Mont-Saint-Michel.
Tutto tranne un caso. Se quell'”importante luogo dell’occidente cristiano” lo commuove, evidentemente ci era andato anche a cercare una sorta di grazia divina per la sua battaglia successiva. Ha confidato d’altronde d’aver “pensato a Dio” quando negoziò direttamente con la “bomba umana” che aveva preso degli ostaggi alla scuola materna di Neuilly. L’uomo di Fouquet’s, degli yatch dei miliardari e delle ville di gran lusso ama allo stesso modo intratteners con religiosi di tutte le confessioni. “Come molti iperattivi è affascinato dalla vita monastica” racconta Philippe Verdin, frate domenicano […] “Quando era ministro dell’Interno e aveva un po’ di tempo, adorava fare salto in un’abbazia”.
La sua elezione, il capo di stato sa che la deve soprattutto ai cattolici, che hanno votato di più per lui, rispetto alla media dei francesi. Da quando è capo di stato, ha moltiplicato gli inviti discreti all’episcopato francese, in cui vede un alleato naturale. “All’Eliseo, mi ha detto testualmente: I vescovi possono chiederci quello che vogliono”, riporta padre Philippe Verdin. Segno dell’importanza che Sarkozy accorda ai cattolici, nel suo seguito ce ne sono molti. Da Claude Guéant, segretario generale dell’Eliseo, a François Fillon, passando per Christine Boutin, ministro degli Alloggi, a Xavier Darcos, ministro dell’Istruzione.
Il 13 dicembre, Sarkozy si è recato dall’arcivescovo di Parigi per un ricevimento in onore di André Vingt-Trois, il nuovo presidente della Conferenza episcopale francese, ordinato di recente cardinale da papa Benedetto XVI. In quell’occasione, ha ripetuto che non vedeva alcuna contraddizione tra “quelli che portano la fede” (“quello che crede è quello che spera”, ha detto) e i valori repubblicani. E come aveva già martellato durante la sua campagna per spiegare “l’identità nazionale” francese, ha di nuovo rievocato l’immagine del “lungo mantello di chiese e cattedrali che ricopre il nostro paese”. Una maniera per affermare che “la Francia è in maggioranza cristiana cattolica” ma non solo, dato che “ci sono quelli che non credono o che vivono con altre religioni”.
Pertanto, il capo di stato ha conquistato il cuore dei cattolici? In teoria, il papa ha ben accolto la sua elezione. “Benedetto XVI è stato molto colpito dal fatto che Nicolas Sarkozy gli abbia scritto una settimana dopo essere stato eletto”, racconta Philippe Verdin. “E’ inoltre molto contento che si rechi in Vaticano nei primi sei mesi del suo mandato, quando Jacques Chirac ci aveva messo tre anni per farlo”. Agli occhi del Vaticano, questo ultimo peccato denota un rispetto eccessivo per la laicità. “Contrariamente a Chirac, che aveva mostrato la sua reticenza a proposito delle “radici cristiane dell’Europa” [l’Unione Europea aveva considerato di far figurare questa formula nel preambolo della futura costituzione prima di rinunciarvi, n.d.r.], Sarkozy non ha alcuna reticenza nel rievocarle”, sottolinea Gérard Leclerc, editorialista del settimanale di destra “Francia Cattolica”. “Ritiene che il rapporto tra le autorità religiose e lo stato debba, da questo momento in poi, in modo molto differente dallo stile della laicità alla francese” analizza Christian Terras, direttore della rivista “cattolico-critica” “Golias”. “Si avvicina di più ad una visione americana del rapporto tra Chiesa e stato, più tollerante delle interferenze e con una considerazione molto ampia delle “comunità”, e non della semplice cittadinanza, con i rischi inerenti il favorire un comunitarismo agli antipodi della visione francese dell’integrazione repubblicana”.
Disaccordo. Ai suoi tentativi di seduzione, i vescovi oppongono una riserva prudente. Uno di loro, che dirige una diocesi nelle banlieues di Parigi, manifesta una franca antipatia per il capo di stato. La “populizzazione” della vita politica che incarna, il suo modo di mettersi senza sosta in scena, il suo esserre un nuovo ricco, “il suo modo ignobile di parlare delle banlieues come delle riserve”. L’episcopato teme allo stesso modo di non essere compreso su un certo numero di questioni.
Mentre le questioni bioetiche, e soprattutto la ricerca sull’embrione, sono un casus belli per molti cattolici, le scelte di Sarkozy su tali questioni sono giudicate vaghe. Altro motivo di disaccordo, le leggi successive sull’immigrazione. In ottobre, la conferenza episcopale francese ha vivamente rimproverato al testo di Brice Hortefeux di fare una differenza tra “buoni e cattivi migranti”. La conferenza si è anche pronunciata contro la disposizione che sottopone gli stranieri che vogliono entrare in Francia nel contesto del ricongiugimento famigliare, al test del DNA. Queste critiche hanno imbarazzato il capo di stato, ma non hanno mai impedito di far votare le sue leggi. Sarkozy governa con l’occhio puntato sui sondaggi e sa che i cattolici oggi sono per la maggior parte a destra, e a volte molto di più delle loro gerarchie.

Fonte: Libération

23 commenti

giuseppe

Scusate, non ho altri mezzi per comunicare, andate sul Corriere della sera a p.48 , c’è un articolo di interesse per voi.

San Gennaro

Sarko PRIMA saluta il papa (capo di stato extracomunitario), POI i colleghi UE Prodi e Zapatero. Sicuramente Prodi non si impermalirà. Zapatero 🙄

Silesio

Perché, già che c’è, non si riprende il papa e se lo riporta ad Avignone?

anteo

Sarkozy va a farsi incoronare, non trovo altri verbi, da un papa che lancia anatemi contro l’illuminismo e la Rivoluzione Francese: nostalgia dell’ancien regime? nostalgia della teocrazia dei Capeti?

ci sono notevoli possibilità di peggioramento, come si può vedere, e le stanno esplorando.

MaTTiA

Ma poi si porterà anche Carla Bruni all’incontro?
Ma i divorzi non erano malvisti dal vaticano?

Mah, mistero della fede

Marco.g

I divorzi continuano ad essere mal visti, ma anche in vaticano sono contenti che i capi di stato non gli facciano più uno scisma ogni volta che divorziano. Anche se a denti stretti, devono riconoscere che la modernità ha i suoi vantaggi…

Daniela

ma secondo me è tutta scena, vedi la legge sul divorzio ligth, alla fine fa sempre quel che dicono i sondaggi, alla fine non ppotrebbe mai proporre una legge che restringa le libertà dei cittadin.

Giol

Si spera vivamente che queste manfrine siano folklore e nulla di più…

anteo

folklore una visita di stato?
sarà ma un presidente di una repubblica democratica in visita a un teocrate, che baci o no l’anello, che si genufletta con o senza bacio della babbuccia suona molto molto male.
Suona peggio se è il presidente della repubblica francese, erede di quella rivoluzione così tanto criticata dal teocrate: ma forse
Libertè, Egalitè, Fraternitè sono un fardello pesante per Sarkozy, molto pesante, troppo pesante….

anteo

folklore una visita di stato a un teocrate?
suona male un presidente di una repubblica democratica che si prostra davanti a un papa, ma anche se solo gli fa visita. Suona peggio se è il presidente della repubblica francese, legata a quella rivoluzione così tanto criticata dal teocrate. Forse Egalite, Liberte, Fraternite sono un fardello pesante anche per Sarkozy, troppo pesante….

anteo

può entrare a cavallo?
non sapevo di questa inquietante continuità tra monarchia capetingia e repubblica, ops quale? ormai ho perso il conto, in Francia cambiano spesso, e non sempre in meglio

Chris

Quoto SILESIO !
Il Papa ad Avignone !!! Paghiamo noi tutto !!!
Facciamo una colletta, sono sicuro che 3/4 dell’Italia sarebbe disposta a pagare di tasca propria

ignazio

Silesio consentimi di dissentire, Avignone è troppo vicina.
A Sarkozy consiglierei la Polinesia Francese, direi che Mururoa può andare bene!
Cosa ne pensi?

ciceracchio 2la vendetta

che ghigna il sarkoski deh maremmabucaiola divorziati con ganza nova accanto ma potenti di tutto il mondo che vengono ricevuti con onori da tonaconi che odiano il divorzio…
e poi che dire w la francia della rivoluzione anticlericale e prodiga dei diritti civili…
altro che prona ai faraoni …..

ciceracchio 2la vendetta

SI TENTA ;ANZI LA CCAR TENTA DI RIFARE IL SACRO ROMANO IMPERO……..
VE LO IMMAGINATE L’EUROPA CHE PREBENDA TUTTA INSIEME UNA SPECIE DI 8 X 1000
A FAVORE DEI NULLA FACENTI IN TONACA ???????MAREMMA CIGNALA….HELP HELP ….

forzalube

Sarkozy con Carla Bruni??? Cavolo, lui ha fatto un bel colpo!

Traveller

Sarkozy mi fa venire il voltastomaco. E’ degno dei politici italiani, il che è tutto dire.

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