Sarà un tentativo di dimostrare che anche nel Partito Democratico sopravvive un po’ di laicità. Sarà per contrattaccare al duro atto accusatorio lanciato ieri da “La Stampa” con un editoriale a firma Rusconi dal titolo “Democratico non democristiano”. Sarà per le difficoltà che il nuovo soggetto politico si trova ad affrontare stretto tra le maglie dei cattolici ultrà e dei neoriformisti. Sta di fatto che un primo passo verso la direzione laica si va muovendo. E su un testo che ha riacceso tutte le inevitabili polemiche e le invettive politiche dei teodem. Senza voti contrari la commissione Giustizia del Senato su proposta del Piddì Massimo Brutti ha varato il provvedimento che riformula la materia del divorzio. Fissando a un anno e non più a tre il tempo necessario per richiederlo. Dieci articoli che tentano, dopo numerosi tentativi falliti – fu formulata nel 2003 la proposta di sconto che venne subito affossata – di rimettere mano alla materia. E dal Senato è arrivato un primo timido sì ad una nuova normativa sul tempo necessario affinché una coppia decida di separarsi. Il testo base è composto come detto da dieci articoli. Ma è in sostanza il primo quello su cui si è appuntata tutta l’attenzione. Anche perché la norma più discussa è quella che riduce il tempo necessario tra separazione e divorzio. Di fatto di un anno ma anche di sei mesi se la coppia non ha figli e se c’è il consenso di entrambi. Un testo che è stato messo a punto dopo durissime polemiche e che tenta di riunificare otto disegni di legge discussi sulla materia. In commissione, l’approvazione è stata unanime con assenze mirate al momento del voto. Non si è potuta non notare per esempio l’assenza del capogruppo dell’Udc Francesco D’Onofrio che avrebbe sicuramente espresso un parere negativo. «Ora» – assicura Brutti – «se non ci saranno voltafaccia il testo potrebbe essere approvato anche in aula a febbraio». Nella sua prima stesura il provvedimento prevede misure che riguardano anche le questioni patrimoniali quelle più difficili da risolvere.
Il quarto modifica una parte dell’articolo 177 del Codice Civile stabilendo ancora che costituiscono oggetto della comunione dei beni anche «i proventi dell’attività separata di ciascuno dei due coniugi e l’indennità di fine rapporto di lavoro, relativa agli anni in cui il rapporto di lavoro coincide con la convivenza matrimoniale».
Il quinto prevede in caso di separazione dei beni per il coniuge a cui sia stato riconosciuto dalla sentenza, un assegno di mantenimento, anche il godimento di «una percentuale del Tfr riferibile agli anni in cui il rapporto di lavoro dell’altro coniuge è coinciso con la convivenza matrimoniale».
Testo che resta emendabile; il termine per presentare modifiche è stato fissato al 22 gennaio. Ed è sicuro che da parte non solo dei conservatori del centrodestra ma anche degli stessi teodem in agguato nel centrosinistra di modifiche e correzioni al testo ve ne saranno e come. Bastano in questo senso per tutte le dichiarazioni di fuoco dell’onorevole Luca Volontè. «Il “divorzio breve” è un altro grimaldello per sfasciare la famiglia, una follia degli istinti che svuota i doveri tra i coniugi e danneggia gravemente le giovani generazioni. La maggioranza – tuona il capogruppo dell’Udc – è ormai in pieno stato di follia e non solo non aiuta le milioni di famiglie che versano in difficoltà economiche, ma anzi ne favorisce lo sfascio. La modernità, per questi signori, non è il progresso, ma un ritorno a Sodoma e Gomorra».
E alla sua voce fanno da eco Gasparri (An) e Bertolini (Fi). «Si vergogni – lancia il suo anatema Gasparri – chi sostiene il matrimonio uso e getta. Una proposta sostenuta da chi non ha a cuore la famiglia e punta a privare il paese di quei valori e quei sentimenti che ne costituiscono le fondamenta». Dello stesso tono il commento di Bertolini: «Il relativismo della sinistra colpisce ancora. I Cus, il divorzio agevolato, il registro delle unioni civili, sono tutti elementi di un piano preordinato dell’Unione per smantellare la famiglia tradizionale pezzo per pezzo. Noi rifiutiamo questo modello sociale proposto dal Prodi, fatto di rapporti liquidi, eterei, destrutturati, da cui sia facile entrare ed uscire a proprio piacimento».
Società che evidentemente è cambiata e proprio nei suoi assetti strutturali ma di cui i pluridivorziati esponenti dell’opposizione sembrano non avvedersi.
«Farebbero bene a tacere» nota Maria Luisa Boccia (Rc). «Non li ho sentiti preoccupati per le decine di famiglie rom sgomberate dai campi che il comune di Roma voleva dividere, mandando un membro della famiglia da una parte, i bambini in case famiglia, le madri da un’altra parte ancora. Questo richiamo alla sacralità del vincolo è ipocrita, in modo nauseante. Dovrei esserci abituata, ma si vede che ho troppi anticorpi all’assuefazione… in nome della stessa sacralità si sono compiuti crimini orrendi e all’interno di quella sacralità – conclude – si consumano il 70% di violenze e contro le donne».
Divorzio breve, primo sì. Il Senato vara il testo base
5 commenti
Commenti chiusi.
Visto che ha divorziato in 3 mesi, Sig.i Gasparri, Bertolini, Volontè, perchè non l’avete detto anche a Sarkozy quando è venuto ultimamente a Roma per incontrare il Papa… ??
Non passerà mai.
Gli integralisti cattolici del partito democratico lo bloccheranno come qualunque altra cosa non in linea con i capricci del vaticano.
E’ solo un’operazione di facciata per far credere, agli ingenui, che loro sono laici, mentre sono spudoratamente filoclericali.
Non votate per il partito democratico.
Fantastico Volonté. Sodoma e Gomorra! ahahahahah (rido per non piangere)
un’aggiunta: non lo approveranno, ma se dovessero approvarlo, preparatevi alle statistiche cattoliche che diranno che i divorzi sono triplicati con la nuova legge (come accaduto in Spagna). Il che sarebbe normale, visto che riduci da 3 a 1 anno il tempo per divorziare… ma vallo a spiegare agli integralisti…
Nei comizi elettorali in vista del referendum sul divorzio (1974) Fanfani lanciava questa colorita invettiva agli uomini italiani: “Non lamentatevi se, grazie al divorzio, vedrete vostra moglie fuggire con la colf!!”.
Sono passati 33 anni ma il livello degli interventi dei vari Volontè, Gasparri e Bertolini mi sembra lo stesso di quelli del nanetto democristiano…Forse perchè, maldestramente camuffati, sono tutti nanetti democristiani?