E’ il sesto paese al mondo ad approvare le unioni civili, pure tra persone dello stesso sesso. Il Congresso uruguagio ha approvato il disegno di legge che introduce nella cattolicissima nazione sudamericana l’istituto delle unioni civili. Un record storico per tutta l’America latina, visto che in Sud e Centro America le unioni tra cittadini dello stesso sesso erano state, finora, solo introdotte a livello locale dai municipi di Città del Messico e Buenos Aires in Argentina. La conquista degli uruguagi arriva dopo che già Olanda, Belgio, Spagna, Canada e Sudafrica avevano concesso pari dignità alle unioni dei propri cittadini, senza discriminazioni di sesso.
la prima unione civile permessa dal municipio di Città del MessicoLa norma, approvata in Senato con 17 voti favorevoli e 7 contrari, è indirizzata espressamente a legalizzare le relazioni tra coppie dello stesso sesso, escludendo però la possibilità di contrarre matrimonio e di adottare. Per i legislatori uruguagi – si attende adesso solo la ratifica del presidente Tabaré Vazquez, che appoggia l’iniziativa – anche coppie di persone dello stesso sesso devono avere il diritto a formalizzare la propria unione con l’iscrizione in un registro, che darà loro gli stessi benefici sociali di cui godono le coppie etero. Viene richiesta una convivenza di almeno cinque anni, per poter disporre testamento verso il convivente, garantirsi assistenza reciproca, creare società commerciali e rendere reversibili eventuali pensioni, di varia natura. La norma, denominata per la ”Union concubinaria”, andrà a beneficio anche delle coppie di fatto eterosessuali: secondo un sondaggio della tv pubblica, a trarne beneficio sarà il 40 percento delle relazioni in Uruguay. “Questa legge arriva dopo 15 anni di lotta per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto – ha detto Clara Fassler, coordinatrice dell’associazione ‘Red, Genero y Familia’ (rete, genere e famiglia) – che finora non avevano nessun diritto. C’è ancora però una lacuna: la possibilità per le coppie omosessuali di sposarsi e adottare”.
Quella uruguagia è la prima legge latinoamericana per le unioni civili”Arcigay Italia saluta questa graditissima novità a beneficio delle unioni civili, come d’altrondesi cerca di promuovere da tempo in altri paesi latinoamericani come Cile o Cuba – ha detto a PeaceReporter il presidente dell’associazione Aurelio Mancuso – E’ la dimostrazione che nel mondo ci si sta aprendo a questi temi grazie a decenni di lavoro degli attivisti. Dobbiamo purtroppo registrare una netta vittoria dell’Uruguay sull’Italia; quello latinoamericano è un paese fortemente cattolico, ma questo non ha impedito ai legislatori di continuare nel solco di nazioni che stanno aprendo ai diritti di tutti i cittadini senza discriminazioni di sesso. Penso anche al Sudafrica, che garantisce i diritti dei gay espressamente nella Costituzione. La cosa triste da notare è che l’Italia rimane fanalino di cosa nella classifica del riconoscimento della parità dei diritti per tutti”.
questo dimostra come in vaticalia la casta dei preti voglia spadroneggiare.
bel colpo di democrazia complimenti al governo dell’ uruguay
l’italia è ferma; gli altri vanno avanti…
ormai questa è la nostra prospettiva per gli anni a venire.
ci manca il messia!!!
😉
coplimenti all’uruguay, vorrei solo aggiungere che anche la gran bretagna permette il matrimonio gay e anche le adozioni.
e anche la francia, si è dimenticata un bel pò di paesi.
è stato bello il comento di Gianni Buoncompagni ieri sera da Ferrara;”L’Italia è il Paraguai vestita con Armani”!??, questa notizia lo conferma :-((
vi faccio l elenco conpleto: matrimonio olanda, belgio ,spagna, canada, sud africa,regno unito.
unioni civili:francia ,andorra,irlanda,portogallo, germania, svizzera, autria,danimarca, norvegia,svezia,islanda,finlandia,repubblica ceca,lichtstein,slovenia,ungheria,croazia,lussenburgo,nuova zelanda,australia,uruguay,messico,stati uniti(alcuni stati)
di prossima approvazione: argentina,cuba, colombia,cile,slovacchia,
e si spera l italia.
giuseppegalizia
anche i paesi del cosidetto 3 mondo sono piu’ avanti di noi nei diritti civili.forse perche’ hanno provato le malefatte della chiesa cattolica sulla loro pelle.
fatemi capire, c’è anche andorra che tra i due co-regnanti (l’altro è il presidente francese) ha il Vescovo di Urgell? Allora qui siamo proprio alla frutta!
Per fino l’Uruguay è più civilizzato dell’Italia. Sarà che non hanno il Vaticano in casa..
Ma cosa aspettiamo a modernizzarci?
@giuseppegalizia
Hai dimenticato il Massachuttes. In tale stato vige il matrimonio gay, non le unioni civili
All’Uruguay adesso ci manga solo un buon Medico che comincia a fare a i Gay un buono trapiando di utero, Cosi uomini Gay, finalmente diveranno mamme;), Che ti sembra a te Forista attento hahaha? vediamo dentro pochi anni!???
Per puro caso, conosco un uruguayano, che viveva a Roma fino a qualche mese fa. Un ragazzo simpatico, che ha sfruttato le ridicolaggini del principio tutto italiano dello “jus sanguinis” per avere la cittadinanza grazie ad un bisnonno italiano (!) e che poi si è trasferito a Londra da cittadino comunitario.
Lui mi ha detto che l’Uruguay è statisticamente il paese meno cattolico dell’America latina, con una presenza di atei pari a oltre un terzo della popolazione. Non ha citato fonti specifiche, ma penso che in un paese piccolo come quello, chi vive nella capitale avrà un po’ il polso della situazione…
Sono comunque disponibile a fare ulteriori ricerche se qualcuno me lo chiedesse.
Sarebbe interessante notare una diretta relazione tra la percentuale di atei e la qualità della vita in un paese.
volevo aggiungere alla lista di Giuseppe, che anche diversi stati dell’Australia, dopo aver cambiato governo il governo federale, si apprestano a legiferare sulle coppie gay.
L’Italia in quella lista entrerà, eventualmente, solo dopo l’Iran e l’Arabia saudita.
@Lorenzo
Frena l’ottimismo, l’Italia entrerà nella lista dopo le unioni civili su Marte e Saturno. Siamo già a buon punto. ihihiihihihihiihihii
Quando l’Italia viene superata da un altro stato sul prodotto in terno lordo tutti i mede (giornali, radio, tv ecc.) ne danno notizia con grandi discussioni di approfondimento. In questo caso che viene superata in civiltà nessuno ha creduto che fosse giusto dare almeno la notizia. Non fosse altro per diritto di cronaca.