USA: babbo Natale in croce contro il consumismo

Con un gigantesco Babbo Natale inchiodato su una croce alta quasi cinque metri nel suo giardino, Art Conrad, di Bremerton nello stato di Washington, ha denunciato il consumismo che a suo giudizio snatura la festività.
Il Santa Claus crocefisso, che è dotato di una testa che canta nenie natalizie, ha spiegato Conrad, lancia un messaggio preciso: Natale viene strumentalizzato a fine di profitto, «il suo ruolo è stato invertito, carità e amore sono in secondo piano». Conrad, che ha spento la tv e ha rifiutato di fare shopping, ha stampato una cartolina di auguri con il Babbo Natale sulla croce e la scritta: «E’ morto per voi, carte di credito» e la ha inviata a familiari e amici. […]
Il giornale di Bremerton, il Kitsap sun, ha interpellato la cittadinanza sulla strana protesta di Conrad, e la ha trovata divisa o restia a pronunciarsi. Ha detto Conrad: «La gente ha paura di esporsi, è vittima del conformismo politico. Ma so che molti la pensano come me, bisogna smettere di commercializzare il Natale».

Fonte: Corriere 

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17 commenti

BX

Ma dobbiamo proprio sempre ‘scoprire l’America’? E’ da una vita (e la mia è ormai piuttosto lunga) che ascolto queste denunce del consumismo, e in nome, come al solito, del Natale Autentico. Ormai credo che faccia parte del folklore natalizio.

Massimo

Dopo “il vero Dio” ci mancava solo “il vero Babbo Natale”.

Chris

Strano il signore americano è convinto di avere ragione….
Ed ovviamente è assolutamente certo che tutti la pensano come lui, certo se è la verità…, e che non si esprimono solo per paura di esporsi… mah…
Mai che gli venga in mente che forse ha torto ? e che forse la gente non commenta per paura di ferire lui, il loro vicino di casa, tanto convinto di ciò che dice….
Non ho mai visto in tutta la vita una persona che protesti non essendo assolutamente certa di avere ragione e di essere portatrice di grandissimi valori e verità…. che rivoluzione sarebbe…

Archeologo

Negli USA il CocaCola-Natale esiste principalmente per motivi di consumismo… inoltre, gli USA sono la terra dei santoni predicatori (c’è ne di ogni tipo, per ogni gusto), che certamente sono sempre pronti a dire qualsiasi cosa pur di finire in una qualche news.

Vabbé, poi si sà che gli USA sono uno stato laico fino a un certo punto (piuttosto basso e mixato con politica, ideologie varie etc…, ma comunque il peggio è tutto nostro con Vaticalia…)…

In God We Trust = On Xmas We Trust God = Our God Is Money!

Giuva

Vabbe’ il consumismo e una valvagita’ necessaria , pero’ non tutto il 25 dicembre.

paolo di palma

Anch’io come BX ho un passato discretamente lungo. Ricordo il natale, e le feste di dicembre in generale, come dei giorni in cui ci si concedeva, dal punto di vista dell’alimentazione, del tempo libero e dei giocattoli per i più piccoli, qualcosa di più che negli altri giorni dell’anno. E che cos’era questo se non consumismo forse a livelli più ridotti.
Ora abbiamo solo la fortuna di poterci concedere qualcosa di più.
Credo inoltre che se natale ogni bambino , perchè è il ricordo dell’infazia che crea anche nell’adulto magiche atmosfere, l’avesse passato come ogni altro giorno, senza tortellini, panettone, alberi illuminati, presepi, etc., nessuno sentirebbe per il natale quello che s’illude di sentire.
Per me il signore americano è solo un nostalgico che il tempo non ha reso maturo.
Il natale non èmai stato nulla di diverso che un’orgia più o meno moderata di consumi almeno fin da quando, certo francesco d’Assisi non si è inventato il presepe, che è stata la prima scintilla consumista della ricorrenza.

Leo55

Ma questo signore anticonsumista che lavoro svolge??
La sua posizione anticonsumistica è riservata solo all’ambito delle festività religiose oppure, uscendo da tale ambito, il nostro, torna a predicare, in piena coerenza con la destra ultraconfessionale americana e non, la competizione economica, il culto del lavoro , dell’efficienza, della produttività, dell’anticomunismo??

Aldo

Non è tanto il consumismo (che comunque è deprecabile “d’ufficio” quando è fine a se stesso) da deprecare, quanto piuttosto il consumismo coatto, quello cioè che emargina chi non partecipa ai riti consumistici. In altre parole, quello per cui diviene oggetto di svilimento e implicita derisione chi non ostenta l’ultimo acquisto e magari, folle!, si ostina a usare cose vecchie e, fosse anche solo un poco, “non conformi” o usurate. Quello che vuole “inadeguato” colui che, per restare in tema col Natale, non accetta di ricambiare i regali ricevuti o che li vive come un’implicita forma di coercizione all’acquisto. Il fenomeno non è certo dell’ultim’ora: semplicemente ha assunto toni sempre più marcati negli ultimi decenni.

zorn

Hehehe… la festa è così consumistica che non mi sento per nulla ipocrita a passare questi giorni mangiando giocando e passeggiando x le strade addobbate… (studio pure però eh…)

zorn

P.S. chissà se la tradizionale filmografia natalizia fa parte di cotale consumismo…

Alien

C’è un detto inglese che suona “chi vive in case di vetro non dovrebbe tirare pietre”.

Questo signore (come tantissimi altri), prima di lanciare pietre contro la commercializzazione del Natale, dovrebbe ripassare un pochino la storia e rivedere la commercializzazione del Cristianesimo, che tra decime, indulgenze e esenzioni dalle tasse, dura da 2000 anni.

Ma quello che mi intristisce è che non riesco a comprendere bene il fenomeno.

Una pallida spiegazione l’ho trovata nell’analogia con certi ultras del calcio. Io ho ragione e tu torto. Penso che sia dovuto al bisogno ancestrale dell’uomo di associarsi in tribù: una volta che ne fai parte, ognuno deve difendere la propria tribù, e non importa se gli argomenti sono illogici e soggettivi. Essenziale, anzi, è mandare il cervello in vacanza. La tribù ti protegge se tu smetti di ragionare e ti comporti come vuole lei.

strangerinworld

facciano pure: togliere di mezzo babba natala è il modo più veloce per disfarsi del cristianesimo

Gianni Politi

Non ho capito bene … mettere in croce Babbo Natale per dire che è stato ucciso dal consumismo !
Ma Babbo Natale è nato come testimonial della Coca-Cola (almeno nella sua forma classica di vecchietto con la barba vestito di rosso e bianco) e quindi, implicitamente, come un simbolo del consumismo !
Mi sa che il signor Art Conrad non abbia le idee molto chiare.

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