Se ne avessi il potere, proibirei per legge – quale offesa alla pietas di una tradizione che per generazioni ha fatto sentire all’infanzia quanto vicini e interscambiabili siano il sacro, il favoloso e il familiare – l’immagine e il termine stesso di Babbo Natale. C’è un limite di decenza pure per la secolarizzazione. Trasformare il mistero dell’incarnazione- l’eterno che si fa storia, tempo fugace, carne fragile e peritura – o anche solo l’infantile poesia di Gesù Bambino o dell’angelo che porta i doni nella figura di un vecchio panciuto e svampito, dal viso rubizzo e giulivamente ebete, è un po’ troppo.
Se proprio ci si vuole sbarazzare del Cristianesimo – del linguaggio e delle figure che esso ha dato per secoli alla rappresentazione della vita -meglio tornare allo Yule, alla nordica festa pagana del solstizio d’inverno col suo culto delle demoniche forze elementari, che Lovecraft, nei suoi racconti dell’orrore assai poco natalizi, sentiva ancor vive e minacciosamente in agguato sotto la crosta della civiltà. Non a caso, al tempo della mia infanzia, catechisti e sacerdoti della parrocchia scoraggiavano e deprecavano, sia pur blandamente, l’albero di Natale, l’abete di remota ascendenza boreale e pagana, contrapponendogli il cristiano, cattolico e italico Presepe; palme e cammelli d’Oriente e dolce terra umbro-francescana contro la neve del Settentrione. Mi sarei dunque atteso una più energica riprovazione ecclesiastica – almeno pari a quella delle zucche di Halloween – del paonazzo fantoccio da supermarket, con le sue renne fatte per tirare la slitta a Cortina e non in Lapponia.
Se Babbo Natale, con rispetto parlando, deriva da Santa Claus ovvero San Nicolò, come triestino mi sento corresponsabile del suo trionfo, visto che a Trieste San Nicolò, col suo manto rosso, porta i doni nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, ma quel rosso del santo di Bari ha almeno una sua regalità, da re pastore e non da insegna luminosa di supermarket. Quest’ultimo, ovviamente, può essere altrettanto sacro, con buona pace dei fustigatori del consumismo nostalgici della miseria dei tempi andati. Nessun oggetto, nessuna istituzione, nessun rito sono di per sé sacri; sacro è solo il senso di amore e soprattutto di rispetto per gli uomini. Comperare un panettone a un supermarket, pensando alla tavolata con persone amate, non èmeno poetico che preparare un pasto in una capanna di pastori o in una casa contadina. Sono i simboli della vita a dire il significato che le attribuiamo.
Sotto questo profilo, il ridanciano e scampanellante Babbo Natale è un segno della crescente scristianizzazione; della perdita della memoria, del linguaggio, del senso che il Cristianesimo dà al mondo. Non è solo il vituperato consumismo, simboleggiato da Babbo Natale, che disturba. Pure in passato il pranzo e i regali natalizi obbedivano alla logica del consumo, di per sé nient’affatto disdicevole, e non è un merito se la penuria, subìta e non certo scelta, costringeva a consumi più modesti. E’ quel sorriso giocondo e soddisfatto nel roseo faccione che nega il Natale. Le feste di un tempo univano il piacere – per un bambino, anche l’incanto misterioso dei doni sotto l’albero o davanti al Presepe – e la malinconia della ripetizione, che scandisce il fluire e lo svanire del tempo quanto più cerca di catturarlo e fermarlo nel rito sempre uguale. La festa-e il Natale è quella più grande-fa (soprattutto faceva) sentire che la festa della vita finisce, che l’esistenza è il precipitare della gioia e degli affetti nel buio del tempo e del nulla, così come nel grande abete, che un magico zio travestito da angelo mi allestiva nella mia infanzia, una cascata di caramelle bianche come la neve cadeva e spariva nella folta ombra dei rami e le gocce di cera delle candele accese cadevano una sull’altra e si consumavano.
Ogni anno tante gocce d’oblio, mentre la tavolata famigliare si arricchiva di nuovi venuti e ancor più si spopolava di altri che se ne andavano lasciando seggiole vuote. La festa diceva la tenerezza e anche gli acri, amari malintesi della vita di famiglia; era occasione in cui emergevano e poi si sopivano rancori antichi, acerbamente conviventi con gli affetti, che il bambino captava sgomento e poi rasserenato, imparando a capire il nesso inestricabile di amore e avversione che lega gli uomini. Protagonista e vezzeggiata, l’infanzia era anche vagamente oppressa da quella ripetizione e da quella mistura di gioia e malinconia, immortalata in tragiche e debolmente sorridenti foto di famiglia. Anche in quei Natali tradizionali si violava e negava, senza saperlo, il significato del Natale, che è preludio di Buona Novella e di liberazione e non malinconia; tempo annunciato e vissuto come pienezza, come compimento di attese e valori, e non quale stillicidio di minuti e di anni nel nulla. Ma tutto ciò era almeno riscattato dalla malinconia; l’angelo-anche quello che porta i regali-è sempre malinconico, figura del mondo caduto e imperfetto. Babbo Natale invece è sinistramente allegro; è persuaso e vuole persuadere gli altri che tutto va bene e andrà sempre meglio; che il nostro mondo, la nostra società, il nostro benessere, il nostro denaro, la nostra democrazia, il nostro teatro quotidiano siano i migliori e gli unici possibili, una crescita destinata ad accrescersi trionfalmente sempre più, una scorpacciata senza limiti garantita da pillole digestive sempre più efficaci, un progresso inarrestabile, uno stadio definitivo e un ordine immutabile, un oggi scambiato per l’eterno. Incubi di pranzi in cui l’obbligato ingozzarsi insinua nell’animo una pesantezza di morte, quintali di biglietti augurali e cassette di vini e di dolciumi che ingombrano la casa dei fortunati destinatari di omaggi con la violenza dell’invasione.
Il Natale è la nascita di un bambino, di un salvatore che sarà crocifisso e conoscerà l’estremo abbattimento del Getsemani; la gioia che esso annuncia non è una truffa, perché non nasconde il dolore, il crollo del mondo. Uno dei più grandi racconti di Natale di ogni letteratura, «Cristallo di rocca» di Stifter, dice – come ha scritto Maria Fancelli in un memorabile saggio – «che l’attraversamento del nulla è necessario ». Babbo Natale vuole invece farci dimenticare che siamo sull’orlo di un vulcano, il quale potrebbe eruttare fuoco distruttore da un momento all’altro; che le tensioni del mondo si vanno facendo insopportabili e incontrollabili; che davanti al Presepe premono, per entrare in quella capanna che è il cuore del mondo, più persone di quante essa possa accogliere. Babbo Erode non si turba per le stragi di innocenti. Il fasullo scampanellìo della sua slitta cerca di sopraffare il coro degli angeli che annunciano gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Cerca di coprirlo perché, se lo si sente, si rimane sbigottiti dalla smentita che quell’annuncio riceve sulla Terra, dove la pace è quasi sempre negata agli uomini di buona volontà e semmai concessa ai farabutti. Quel canto da sempre smentito va invece sempre ascoltato e seguito, per continuare a credervi contro ogni evidenza, a sperare contro ogni vittoriosa negazione, con quell’autentica speranza che passa sotto le forche caudine della disperazione e rifiuta le stampelle del tronfio e menzognero ottimismo.
Ci mancava solo l’ennesimo nostalgico del “si stava meglio quando si stava peggio”… Interessante il modo in cui viene tranquillamente presa per buona, anche da intellettuali di spessore, una storia che ha ben poco fondamento storico e si basa su fonti chiaramente faziose, e come da essa si prenda tranquillamente il volo per elucubrazioni spericolate, per dire di tutto, a ruota libera. E già questo la dice lunga sulla situazione della cultura italiana. Poi la difesa della tradizione, il senso del sacro, la secolarizzazione che rende tutto consumo, tante storie già sentite, dalle quali traspare una vera e propria mancanza di fantasia, di progettualità, un incatenamento generale a circoli viziosi del pensiero, oltre i quali non ci sarebbe nulla e oltre i quali nulla conta. Se non c’è cristianesimo, non c’è valore, non c’è festa, non c’è sentimento, sembrerebbero dire i moralisti. Come se tutte queste cose le avesse inventate il cristianesimo. Le stesse tesi di Ratzinger, la stessa favoletta di Natale. Ma sarà che noi siamo degli ateacci schifosi, e certe vette di sublimità intellettuale non le capiamo, causa il nostro gretto materialismo scientista e l’allontanamento dalla vera fede… Nell’attesa dell’illuminazione, vado a spendere tutti i miei risparmi tra shopping e cocaina e ad abboffarmi come un porco, affogando in litri di vino. Firmato, Babbo Natale.
Lovecraft four ever
Concordo: Lovacraft è fantastico. Cmq lo scrittore di Providence preferiva, come sue notti “magiche”, la notte tra il 31 ottobre e il primo novembre e quella, sei mesi prima, tra aprile e maggio. Erano quelle le notti in cui il culto degli Altri Dei era più sentito (specialmente quello di Cthulhu).
Il solstizio d’inverno (più che il 25) era comunque una notte speciale (come non avrebbe potuto esserlo, essendo la notte più lunga?), ma meno delle 2 precedenti.
Cmq il resto dell’articolo di questo tipo (chi è poi costui?) sembra un flusso di pensieri senza logica e ragione. Perchè Babbo natale dovrebbe essere “giulivamente ebete”? Solo perchè è felice ed è in contrasto col clima di rigidezza morale dell’avvento cristiano? Poi: la logica del consumo non è di per se disdicevole ma babbo natale, preso come suo simbolo, si?
bha…
Questo è solamente lo sfogo di un frustrato….
Comunque, è arcinoto che il cristianesimo è la dottrina della ricerca della sofferenza invece che della felicità.
tendono a far rimanere il discorso sempre sul filo del irrazionale evitando di confutare delle verità scientifiche come ad esempio Froid , la psicologia (così come tutte le altre scienze) è stato sepre un terreno ostico per la chiesa e quindi ne parla tra le righe,
(Avvertenza: il seguente è un argomento ad hominem bello e buono!)
Da quando facevo il liceo non riesco a scindere l’immagine di Claudio Magris da quella di un vuoto intellettualoide che parla di nulla e si compiace della propria, superflua, retorica. A convincermene fu, ad esempio, una sua Introduzione a Il processo di Kafka, in cui comparivano sciccherie (IMHO) del genere:
Qui: “la gioia che esso annuncia non è una truffa, perché non nasconde il dolore”.
E che c’entra? È una truffa perché annuncia l’esistenza di un mitologico essere intelligente, onnipotente e buono, creatore dell’Universo, che ama ciascuno di noi e ci garantisce la vita eterna e beata dopo la morte…
questo è un articolo demente, non mi viene in menet altro appellativo.
Chi é costui? c’é gente che non conosce Claudio Magris, il grande romanziere, germanista e letterato triestino? l’autore di Danubio e Microcosmi? va bene, continuiamo a farci del male …
Da agnostico razionalista quale sono, “perdono” volentieri le opinioni di Magris.
Del resto laicità vuol dire anche questo: rispetto delle opinioni altrui, anche quando non condivise.
Una curiosità. Ma quanti libri leggete l’anno? ma roba da pazzi …
Premesso che tutte le opinioni vanno rispettate, fino a quando rimangono opinioni e non diventano imposizioni:
Detto ciò posso fare una domanda?
Ma simili affermazioni meritano un commento serio o semplicemente una bella pernacchia alla Toto’?
Buone vacanze a tutti.
Le forze elementali demoniache pagane che Lovcraf sentiva ancora vive e minacciose? 😆
L’amico non ha mai letto bene ne i racconti e isaggi di Lovecraf, ne un’analisi critica decente degli stesi! 😆
Ad ogni modo, oltre a yule, si festeggiano in questi giorni il compleanno di Mitra (25\12), i saturnalia (dal 21 al 31), ecc, ecc….
Vediamo secondo l’amico è più salubre per un bambino pensando alle sofferenze di un morto in croce cha ha avvelenato 1.700 anni di storia, piuttosto che pensare a un simaptico vecchietto barbuto dal cuore generoso? Mito per mito….. non mi pare che una storia piena di morti ammazzati, disprezzo dei diversi e simili sia così positiva.
Ma perchè durante le feste di fine anno, non mandano in onda I Simpson?
Magris sarà pure un buon romanziere e studioso di letteratura tedesca, ma i suoi pistolotti moralistici nel Corriere sono piuttosto indigesti. Mio malgrado li leggo e ogni volta mi dico: basta, questo è l’ultimo. Invece ho letto anche questa scempiaggine su Babbo Natale. Ma adesso davvero basta. Eccellente il commento della redazione in calce all’articolo: non se ne può più di questi intellettuali come Magris e Cacciari, non credenti (sembra, si dice), ma aperti al trascendente e pronti sempre a reggere lo strascico a sua santità.
Chi usa il termine “laicista” – quest’orribile neologismo – per distinguere i laici buoni (alla Magris per intenderci) dai laici fanatici, i laicisti appunto, è a parer mio un mascalzone. E purtroppo anche Magris fa uso di questo neologismo. Ergo.
Un altro “chierico traditore”, sicuramente apprezzato in Vaticano.
Non conosco il personaggio; ma visto il contenuto dell’articolo…… . Comunque viva la festa del Sole invicto, e viva pure Babbo Natale, e pure il consumismo nataliziio. Il problema è che il cristianesimo e non solo ha paura del benessere, perchè non sono i “poveri” ad avere bisogno del prete; ma il prete del “povero”; un persona a basso reddito ha bisogno di uno Stato Sociale efficente; ma il prete senza i “poveri” non trova più spazio.
gia’ viva Lovecraft, e abbasso i neurodeliri di questo Magris, il natale la nascita di un bambino?
oppure la nascita della piu’ grande religione truffa di tutti i tempi, usurpatrice di miti precedenti,
che ci ha dato solo rogne fin dall’avvento.
Mille volte meglio leggere “l’orrore di Dunwich” che la bibbia e i vangeli.
Ph’nglui mglw’nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn!
Chissà che violenze ha subito da piccolo questo giornalista….
Natale infuocato sul forum Ubuntu, nella sezione Bar Sport, se qualcuno vuole sfogarsi, mi raccomando solo in maniera civile, sarei contento di un po’ di rinforzi.
Titolo:
come sarebbe l’Italia senza la chiesa!!!!
http://forum.ubuntu-it.org/index.php/topic,132658.0.html
spero non sia considerato spam, almeno a natale (trucco ateo per il buonismo indotto, spero funzioni)
… ma babbo natale non era morto rimanendo incastrato nel camino?
“Se ne avessi il potere, proibirei per legge…” dice gia’ tutto su chi lo scrive. Sfortunatamente questo tipo di gente fin troppo spesso riesce ad averne il potere.
Buon Natale, Yule, Solstizio di Inverno o come altro vi piaccia chiamarlo.
W Babbo Natale!
Magris è un imbecille (dal latino “senza sostegno”: incapace… di ragionare!)
meglio tornare allo Yule, alla nordica festa pagana del solstizio d’inverno col suo culto delle demoniche forze elementari, che Lovecraft, nei suoi racconti dell’orrore assai poco natalizi, sentiva ancor vive e minacciosamente in agguato sotto la crosta della civiltà.
ma chi è questo che scrive? Ho come l’impressione che costu consideri Lovecraft una specie di cattosaggista… e magari crede anche che il necronomicon sia stato scritto veramente!!! 😛
e comunque viva babbo natale, che tutto sommato ci sta facendo un bel favore…. parola di Azathoth!
👿
Bellissimo il commento in corsivo…
Magris sarà anche un fine intellettuale, ma in questo articolo ha messo insieme una tale sfilza di scemenze da farmelo dubitare alquanto….
Magris chi? Claudio? Non è da lui scrivere una cosa simile, di solito scrive cose più intelligenti e fondate. Sarà il Corriere che ha modificato il senso delle sue parole, come è uso fare.
Solo un piccolo appunto: natale non può essere scristianizzato, al limite lo si de-cristianizza, in quanto la festa del 25 dicembre (Sol Invictus) esiste da molto più tempo ed è una data (la più) comune per le credenze religiose
Magris e un masochista frustrato dovrebbe soffrire di più così la smette di chiedere dolore agli altri
ma i miti di lovercraft non rappresentano appunto divinità assolutamente incuranti degli umani, ovvero sono una manifestazione delle leggi cosmiche?
In fondo al centro dell’universo c’è Yog-Sototh il dio cieco ed idiota attorno cui danzano i flautisti demoniaci… cosa sono le forze atomiche primeve o cosa?
1) L’albero di Natale E’ UN SIMBOLO CRISTIANO, l’abete di forma triangolare infatti rappresenta la trinità, la stella rappresenta Dio Padre, ogni candela (luce) ed ogni palla ha un significato religioso, è esposto in ogni chiesa luterana… che poi in Italia non lo si sappia non mi sorprende visto il bassissimo livello di cultura interreligiosa presente…
2) Babbo Natale esiste molto più delle figure mitologiche della religione cristiana, io l’ho incontrato a Rovaniemi (Finlandia) parla anche un po’ di italiano, lavora tutto l’anno (d’estate fa foto con i bambini di tutto il mondo nel suo Santa Park) ed è un lavoratore DIPENDENTE di una signora mezza lappone e mezza finnica che gestisce il negozio di souvenirs del parco. La signora è davvero in gambissima, e per chi vuole andare a fare una foto con Babbo Natale suggerisco di fermarsi a fare 2 chiacchiere con la signora che è di una intelligenza straordinaria.
3) Anche mia nonna raccontava sempre di quanto si stava bene durante il fascismo… Certo dicevo io, lei allora era giovane !!! in forze, con un futuro davanti, un marito, una famiglia che la appoggiava !!!
Non mi risulta che Magris sia un ateo, ragione per cui non colgo alcuna contraddizione con la sua personale opinione. Non sono d’accordo con quanto ha scritto sul Corsera, ma non vedo il motivo per cui “vomitare” sentenze volgari su una delle menti migliori della nostra Europa. Di certo non sono un ateo devoto” alla Ferrara o chi per lui. Sono un agnostico razionalista. Constato tuttavia un livello di interlocuzione medio decisamente basso qui.
Voglio che si torni alla festa del solstizio! C’è un limite alla clericalizzazione! 😉
Io non mi considero ‘agnostico razionalista’, bensì ateo-anarchico-nonviolento (anche se per la verità la X di BX sta proprio ad indicare che non so più di tanto chi sono veramente), ma concordo pienamente con Claudio De Luca.
Cris ha scritto: “1) L’albero di Natale E’ UN SIMBOLO CRISTIANO (…) ”
L’albero “di natale”, ossia l’abete decorato, NON E’ di origine cristiana, checchè lo si voglia spacciare per tale, in modo da sopire un po’ le coscenze e la solita (in)coerenza di massa. Basta informarsi per davvero…
Questo articolo contro Santa Claus è sicuramente esagerato, mi dispiace vedere però che la gente è sempre brava ad insultare. E basta. Attaccare civilmente l’articolo no?
L’albero di Natale è un simbolo di rinnovamento della vita che deriva dal paganesimo.
Almeno secondo Wikipedia
@ flavio: spero tu stia scherzando 🙂
Quoto Magar. La storia della letteratura italiana è costellata di queste magris figurae.
Claudio, sembrerà un’excusatio non petita, ma non penso di aver “vomitato” nulla, anzi (se ce l’avevi con l’autore del commento in calce al pezzo). Era ironia, ben motivata dal pezzo abbastanza discutibile per argomenti, forma e tono, che non fa che ripetere luoghi comuni triti e ritriti (gli stessi della “catto-cultura” di bassa lega che gira sui media, e questo dovrebbe far pensare). Secondo me bisognerebbe distinguere tra il Magris scrittore-studioso e il Magris intellettuale-commentatore: il primo può essere ottimo, ma sul secondo avrei alcune cose da ridire.
Io invece concordo con Claudio De Luca
Scusate questa sovrapposizione di commenti, ma per quanto mi riguarda – e per quel che può valere – non ho interpretatp i commenti di De Luca come riferiti a quanto scritto in calce al pezzo, ma a certi interventi del post. Il pezzo non è piaciuto nemmeno a me.
Claudio De luca ha scritto:
>Del resto laicità vuol dire anche questo: rispetto delle >opinioni altrui, anche quando non condivise.
Mi sembra un grave fraintendimento metodologico, non tutte le opinioni sono rispettabili per uno stesso osservatore.
Non lo sono per i clerici stile Ratzinger che giudicano aberranti molte posizioni dei laici ma anche dei laici che considerano le posizioni dei papi e dei loro adepti per lo più spinte da istinti simoniaci, bramosie di potere e che si abbeverano ad un comune denominatore paternal-fascista.
Presumo che si faccia confusione tra il rispetto dell’oggetto di un’opinione che può essere invece rifiutata istintivamente oppure critica e smontata su un piano squisitamente razionale e dialettico ed il rispetto della possibilità di ESPRIMERE LIBERAMENTE un’opinione che è cosa molto diversa.
D’altronde il nostro stesso forum come questo blog nascono con lo scopo istituzionale di non “rispettare” e di contrastare su un piano razionale ed anche fattualmente certe correnti di opinioni che influenzano in maniera fin troppo significativa le nostre vite reali.
Certamente si deve essere liberi di criticare, anche duramente, ma bisogna pur argomentare. Magris prima o poi verrà candidato al nobel per la letteratura. Come uomo di cultura é davvero in gamba. Come uomo, può dire sciocchezze come qualsiasi altra persona.
da quanto ho capito, de luca idolatra magris e chi ne parla male è un ignorante, che non legge libri, intollerante e che conduce discussioni di livello basso.
“L’Alchimista delle storie”– E il nostro secolo, ma e’ la nuova Inghiterra quel New England in cui L’America ha celebrato la sua caccia alle streghe, i suoi roghi, le sue magie, le sue case stregate, l’incontro con il mistero.
In un anfratto di questo territorio inacidito dal propio passato, abitato da contadini chiusi
, da famiglie che conoscono ormai la degenerazion dell’incesto e della “supertizione”….un buon mito nordico….
H:P:LOVECRAFT, . Magris,;Babbo natale, falso Natale
Magris sì-Magris no, De Luca sì- De Luca no. Essendo tra l’altro pubblicato sempre fuori tempo, mi dissocio dalla rissa.
Ho faticato molto a finire l’articolo. Sembra scritto da un vecchio nonno brontolone e non da quello che è considerato uno dei più fini intellettuali italiani (così leggo, confesso di non aver mai letto nulla di suo, spero che in altre occasioni scriva cose meno banali).
>da quanto ho capito, de luca idolatra magris e chi ne parla >male è un ignorante, che non legge libri, intollerante e che >conduce discussioni di livello basso.
A me è sembrato dicesse che Magris è un’intellettuale in gamba ed anche lucido ma anche se troviamo un suo editoriale discutibile cerchiamo di non essere cosi rozzi da appioppargli delle etichette di bassa lega che squalificano intellettualmente solo chi le da…
Se ho capito bene of course….
Io non adoro alcun dio ed alcun essere umano.
Tu cosa adori guardacani?
“Uno dei più grandi racconti di Natale di ogni letteratura, «Cristallo di rocca» di Stifter, dice – come ha scritto Maria Fancelli in un memorabile saggio – «che l’attraversamento del nulla è necessario ». Babbo Natale vuole invece farci dimenticare che siamo sull’orlo di un vulcano, il quale potrebbe eruttare fuoco distruttore da un momento all’altro; che le tensioni del mondo si vanno facendo insopportabili e incontrollabili;”
Basterebbe questa semplice frase per non sproloquiare giudizi sul significato e sulla profondità dell’articolo di uno dei più grandi letterati dell’italia del momento..
Grazie per la speciale attenzione riservata. Buone feste e buona notte.
@Claudio De Luca
Carcano ha già evidenziato in neretto dei passaggi ad alto tasso di “sciocchezzagine”. Se vuoi, posso indicarne altri anch’io.
Magris prima o poi verrà candidato al nobel per la letteratura. (C. de Luca)
Infatti, questo non fa altro che confermare la sua statura intellettuale, visto che i nobel letterari si assegnano in genere per motivi politici. Quanto al dire sciocchezze, farebbe bene a dirle in privato, e non alla stampa.
Magris, un altro cervello costretto sin dall’infanzia a credere alle fiabe.
Quest’uomo crede che ci sia stato un gesu’ bambino, un uomo morto e risorto e un dio padre onnipotente.
Sciocchezze che non hanno nemmeno bisogno di essere smentite, al pari di cose come le rocce canterine o gli elefanti sulla luna.
Stiamo commentanto le parole di un uomo plagiato dalla religione e indotto a difendere idee non sue.
Integralismo regressivo o cosa? ciascuno ha diritto ad esprimere in libertà le proprie opinioni, giuste o sbagliate che siano. Anche questo é laicità. Chi insulta gente come Magris non riesce a guardare al di là del proprio naso. E’ uno delle poche voci libere del nostro Paese. Uomo di alta cultura e grande scrittore. Magris non é al soldo di alcuno, esprime solo il suo legittimo punto di vista. Non condivido affatto ciò che ha scritto, ma credo profondamente nella libertà di espressione. Se vivessimo in un regime reazionario, noi atei non avremmo probabilmente neppure questo piccolo spazio per scrivere e confrontarci.
Credo che Magris si sia solo lasciato andare. Anche solo questo non gli fà onore e traccia i suoi limiti. Questi possono essere la tendenza acritica del momento verso le prepotenze vaticane, comune a troppi intellettuali odierni che si considerano senza ragione laici non credenti, oppure una caduta di razionalità sull’onda dei ricordi d’ifanzia in un momento di stanchezza. Per meritarsi un riconoscimento come il Nobel questi errori non si possono fare.
io adoro scrivere quello che penso, caro claudio de luca. in alcuni tuoi post ci ho visto uno spocchioso senso di superiorità e sprezzo per chi non la pensa come te. Qualche esempio?
“Una curiosità. Ma quanti libri leggete l’anno? ma roba da pazzi …” se
“Constato tuttavia un livello di interlocuzione medio decisamente basso qui.”
oh sono solo alcuni esempi eh… un bagno di umiltà non ti farebbe male. Leggo che anche tu non concordi con quanto scritto da Magris, ok, quindi se qualcuno ha espresso giudizi rozzi è sufficiente non rispondere.
pensa come siamo messi se una delle poche voci libere (in effetti su tante lo è) scrive cose come quelle evidenziate in neretto. Non è stata una delle uscite più felici del grande scrittore triestino.
L’esordio del pezzo (“Se ne avessi il potere, proibirei per legge l’immagine e il termine stesso di Babbo Natale”), se non lo intendiamo come un artificio retorico (come spero voglia essere), non mi mostra Magris come grande difensore delle libertà altrui.
Da un ex-senatore del centro-sinistra mi aspetterei maggiore tolleranza.
Ribadisco. In questo paese c’è una ignoranza sulla storia delle religioni che è abissale. Anche grazie a siffatta ignoranza la chiesa ha potuto trionfare nei secoli. Il natale sarà tutto tranne che una festa cristiana. La chiesa sta cercando da duemila anni di sovrapporsi mettendoci sopra il suo Gesù, Giuseppe, Maria, il bue e l’asino. Nonostante questo non ci riesce perché sempre e ovunque riaffiora il “vero senso” del Natale, come festa delle luci (della luce) e della gioia per la vittoria del sole sulle tenebre. Tra l’altro, se può avere un senso la narrazione mitologica della nascita di gesù fatta da Luca, facendo dunque i rapidi calcoli che vanno dalla “classe di Abia” (,aggio-giugno dell’anno solare) in cui esercitava il sacerdozio tale Zaccaria padre del Giovanni Battista e si continua a fare il conto dei mesi delle gravidanze, chiunque può verificare che la nascita del gesù è ben lontana dal mese di dicembre, anche se il pretume ha poi pasticciato e falsificato (come usa fare da secoli) anche lì, per fare coincidere i calcoli con la festa più grande della Roma pagana.
Ricordo che il natale è sempre stato il NATALIS SOLIS INVICTI, cioè la celebrazione stagionale della nascita del Sole.
Se qualcuno la vuole identificare con la nascita di una persona che dal suo punto di vista è realmente esisitita, allora dovrebbe avere il buon gusto di dire che non si sa realmente quando è nata, e che quindi viene festeggiata in quel giorno solo perchè in quella data veniva festeggiata un’altra “nascita”(festività oltretutto soppiantata con la forza).
Il Solstizio d’inverno, come quello d’estate e le altre ricorrenze dell’anno, hanno una valenza ciclica stagionale che è quella della vita stessa dell’essere umano (nascita, fasi della vita e morte), nulla di fantasioso.
Niente a che vedere con un tizio che forse è esistito, e forse è nato in un sperduto villaggio di quattro pastori da una donna fecondata da una colomba che è rimasta vergine anche prima, dopo e durante il parto per mettere al mondo un dio (l’unico??) che ha mandato se stessa a soffrire su una croce per salvare le persone da se stessa e dal peccato che lui stesso ha inflitto.
Piccolo sfogo. Scusate.
N2RT
PS: se proprio vuole scambiare i doni e non gli piace Babbo Natale, potrebbe farlo nella festività della Dea Strenua (da cui la parola Strenna)….
Il fatto che Magris sia un grande intellettuale, o che sia papabile per il nobel, non lo salva dalle critiche (non capisco il nesso effettivo tra le due cose). Se scrivi certe cose rivolte al pubblico e le scrivi in quel modo, con quel tono, con quelle “argomentazioni”, che vengono giudicate discutibili, devi mettere in conto anche i fischi: e se ti fischiano, non puoi ostentare i tuoi galloni di intellettuale, o fare ricorso al vittimismo.
In particolare, nel mio commento in calce, ho esposto questi concetti chiari:
– intellettuali di spessore come lui ancora prendono per buona una storia chiaramente mitologica.
– Le “argomentazioni” esposte risultano chiaramente zeppe di stereotipi cattolicheggianti (a tratti sono riconducibili a veri e propri sofismi, o dipendono da essi), tali da esporre in nuce una versione modificata del Ratzinger-pensiero. Vedi la difesa delle tradizioni, la critica alla secolarizzazione, al consumismo, ecc.
– Chiosa finale dal sapore sarcastico e paradossale, che voleva spingere alle estreme conseguenze le “argomentazioni” espresse da Magris.
Sull’indipendenza di Magris, anche qui avrei qualcosa da ridire: dobbiamo distinguere, come sopra, tra il suo lavoro di scrittore (dove non dipende da nessuno, a quanto sembra), e il suo status di intellettuale e pensatore (che mi sembra ricicli cose stantie e tutt’altro che originali, che chiaramente ha il diritto di esprimere, ma anch’io ho il diritto di criticare se sono rivolte in modo così discutibile- come appariva palese – a me e a quelli che la pensano tendenzialmente come me).
Non mi sembra di essere stato volgare (l’ironia è altro, e dato il tono serioso e tragico dell’articolo, non poteva non ispirarne), nè di negare la libertà di espressione. Inoltre, gli spazi limitati obbligano a sintetizzare, a concentrare, e quindi può essere che sia sembrato duro.
Mi sembra che anche in questo caso si confonda la tolleranza con il dover accettare per forza ciò che viene detto, col sottile argomento dell’autorità (è un famoso intellettale “quindi” bisogna starlo a sentire – stessa cosa che accade per Vattimo, che non a caso ho criticato).
il natale se, come vorrebbe magris, fosse privato di tutti i festeggiamenti pagani e terreni sparirebbe alla svelta…me lo immagino i ‘cristiani’, come nel medioevo messa di mezzanotte e poi tutti a casa, niente babbo natale, niente cena, niente albero né presepe, niente luminarie né addobbi e soprattutto niente vacanze: il modo migliore e più veloce perché la favolta di cristo passi definitivamente alla storia
L’articolo era un attacco sottile alla società consumistica, così sottile che neanche chi ha pubblicato l’articolo qui si è accorto della genialità e della diplomazia con cui Magris è riuscito a evocare la contraddizione dei nostri tempi e della nostra società.
Claudio Magris è un laico, un professore di livello, una persona che si fa conoscere per quello che vale, ma che al di fuori di Trieste non cerca e non trova spazio sotto i riflettori.
La società che venera solo i “figuranti” (i v.i.p. che appaiono sui rotocalchi o sulla tv) è ben rispecchiata da certe opinioni che leggo qui, tanto veementi quanto basate su una nulla conoscenza dell’autore dell’articolo.
come se l’origine di tutto fosse il natale. magris non può fare finta di stupirsi per la mancanza di critica della chiesa al consumismo natalizio, perché gli uomini di chiesa sanno che se uccidi il natale consumistico, uccidi il natale religioso, che ormai è passato in secondo piano. il discorso è diverso per halloween, che come festa consumistica in italia sta ancora cercando di affermarsi rispetto ad ognissanti il giorno dopo, ed è per questo che dalla Chiesa giungono ancora parole di critica
non sono d’accordo con la necessità della cristainizzazione del natale, e penso che nell’articolo ci sia molta retorica, ma la critica alla figura di babbo natale mi sembra sacrosanta. da ateo non sento più il bisogno del natle e questo tipo che mi ricorda che devo comprare, spendere, isomma uniformarmi alla società dei consumi mi dà un pò fastidio… sapete che a lanciarlo nel mondo è stata la coca cola negli anni ’30? non credo proprio che l’avanzata del vecchietto sia dovuta alla secolarizzazione, è questo me lo rende ancora più antipatico. x fare poi un esempio x halloween, in sardegna da me si festeggia in quell periodo “is animeddas”, una festa dove i bambini vanno in giro x le case con delle zucche a chiedere dolcetti. la festa americana rischia di distruggere questa festa, pagana, inglobandola nella società dei consumi. insomma io non sono d’accordo con le critiche che la chiesa cattolica muove alla festa americana (è demoniaca e non so che altro), ma ciò non toglie che possa portare avanti una mia critica personale
E’ chiaro che al sig. magris babbo natale ha sempre portato maglioncini e ‘libri edificanti’ invece del trenino maerklin e del fucile a tappi che desiderava tanto,
Kull.
Siamo tutti d’accordo sulla critica al consumismo – così “sottile” da sparire – e al “babbonatalismo”, ed è quasi inutile ribardirlo, ma il messaggio di fondo che emerge dall’articolo di Magris (definito “laico”, ma ormai mi rendo conto che questa parola è una sorta di jolly, va bene per tutti) è che il natale deve tornare austero e ratzingeriano, con annessa sparata alla secolarizzazione nel suo complesso, e non solo al consumismo – come viene rilevato, in questo caso sì, superficialmente (non si comprenderebbero altrimenti i riferimenti insistenti e sospetti, da “laico”, al presepe, al tradizionalismo, alla speranza cristiana, alla divinità di Gesù e a simili sofisticherie teologiche).
Ancora una volta vedo l’ostentazione dei “galloni” da intellettuale, a difesa di ciò che Magris ha scritto, e ancora una volta mancano argomentazioni calzanti e precise in merito ai miei commenti – a parte il consueto e “sottile” attacco ad hominem sulla mia presunta superficialità…
Non penso che si debba conoscere l’opera omnia di Magris per parlare di questo articolo, palese com’è.
Finalmente un intervento sensato e razionale: quello di Sole.
Brava.
La società che venera solo i “figuranti” (i v.i.p. che appaiono sui rotocalchi o sulla tv) è ben rispecchiata da certe opinioni che leggo qui, tanto veementi quanto basate su una nulla conoscenza dell’autore dell’articolo.
Non mi pare che in questo forum ci scriva gente che venera i figuranti. Basso o alto che sia il livello, c’è poca gente convenzionale. Al di là del Magris uomo, qui si parlava dello scrittore, e se a te piace il suo modo di fare letteratura, a qualcun altro può non piacere. Il suo articolo, al di là di usare la figura di babbo natale come simbolo, non ha nulla di originale.
Il suo articolo può ben darsi che non sia originale, e del resto non ne condivido affatto i contenuti. Ma come uomo di cultura su Magris c’é ben poco da dire: é certamente una delle figure più interessanti della letteratura contemporanea. Chiaro, é una questione di gusti entro certi limiti. Ad esempio, io non amo Fellini ed apprezzo Bergman, Antonioni e Kurosawa. Ma una cosa é non apprezzare soggettivamente un artista o un pensatore, altra cosa é ammetterne la grandezza a prescindere dai gusti individuali.
La mia critica non é dunque rivolta nei confronti di chi giustamente e legittimamente dissente dal parere soggettivo di Magris, bensì dal tono di volgare disprezzo che sembra caratterizzare alcuni interventi che ho letti in questo sito.
Il riconoscimento della altrui dignità é il cardine del laicismo.
Personalmente, mi intristisce poi il fatto che molti qui sembrano ignorare il personaggio.
Indirettamente, mi sembra un segno di incultura, o meglio di scarsa cultura umanistica.
Mi dispiace, ma malgrado legga svariati libri l’anno (tutti quelli che il tempo libero mi permette) non conoscevo questo sig. Magris. Vedrò di rimediare.
Comunque la mia critica non era diretta a lui direttamente (non conoscendolo non potrei criticarlo) ma all’unico suo articolo che ho letto: questo. Che, sinceramente, mi sembra solo una serie di cretinate.
Ps: il fatto che possa venir candidato al nobel non significa (quasi) nulla, almeno per me. Tanto per fare un esempio Crick (che non è stato soltanto “candidato” al nobel, ma quel premio l’ha preso) è un sostenitore della panspermia guidata. Che dal mio punto di vista non serve a nulla, non risolve il problema dell’origine della vita ma lo sposta soltanto.
Poi il nobel non è per tutte le categorie… per esempio per quanto sia geniale un matematico non potrà ambire al nobel (a meno di non prenderlo in altri campi, come John Nash che l’ha preso quello in economia)
Il messaggio di fondo dell’articolo era che il Natale che dovrebbe avvicinare le gente a temi riflessivi, come era una volta, invece oggi è una festa consumistica autocompiacentesi della grassa e opulenta società in cui viviamo, frenetica e priva di orizzonti.
Dato che il Natale è una festa CRISTIANA non è fuori luogo che il “il sig. Magris” abbbia parlato di valori che DOVREBBERO essere propri del cristianesimo.
Visto che certi valori sembrano solo ecceggiare nel chiasso dei Natali dell’Italia ricca del nuovo secolo, così diversi da quelli che molti abbastanza avanti con gli anni ricorderanno, tanto varrebbe ritornare a un festeggiamento arcaico e addirittura pagano, più genuino di ciò che il Natale è diventato oggi.
Babbo Natale ha sostituito la figura di San Nicolò dopo una campagna pubblicitaria della CocaCola, dopo la quale il sig. Nicolaus ha preso le sembianze di uomo rubicondo col cappello a ponpon che conosciamo.
Il termine laico non è usato come jolly, bensì con cognizione di causa essendo Magris, guarda caso, uno strenuo difensore della laucità dello Stato – visto che secondo qualcuno non serve neanche conoscere l’opera omnia del professore, ma accontentarsi di leggere un testo sottolineandone solo alcuni punti.
Evidentemente questo qualcuno non ha neanche la seppur minima idea del tenore e del contesto delle conferenze e dei seminari tenuti dal professore. Peccato.
Sono convinta che Margherita Hack apprezza il collega molto più di certa gente qui.
Questa frase, che non è stata evidenziata, è di una ricchezza disarmante: “Nessun oggetto, nessuna istituzione, nessun rito sono di per sé sacri; sacro è solo il senso di amore e soprattutto di rispetto per gli uomini. Comperare un panettone a un supermarket, pensando alla tavolata con persone amate, non èmeno poetico che preparare un pasto in una capanna di pastori o in una casa contadina. Sono i simboli della vita a dire il significato che le attribuiamo.”
Ancora una volta la polemica si allarga: stiamo parlando di QUESTO articolo, e non è il caso di tirare fuori questi argomenti (come gli altri suoi scritti PRECEDENTI o la sua statura di intellettuale, che qui nessuno nega, ma che sono cose che ora c’entrano poco – rappresentano le classiche “distrazioni dall’argomento principale” con buona pace dei fans di Magris). ADESSO ha detto alcune cose che non vengono condivise: è possibile la critica o si passa da intolleranti? E non mi sembra, dato che non ho mai usato termini offensivi…
Inoltre, devo ripetere che sulla critica al consumismo siamo tutti d’accordo, ma che le questioni che emergono dall’articolo sono ben altre: la critica al consumismo è fusa indissolubilmente con altre argomentazioni che secondo la mia modesta opinione sono le stesse del Ratzinger-pensiero (critica alla scristianizzazione, a babbo natale, ad halloween; un esordio stile “proibirei per legge” che o è ironico oppure denota ben poco laicismo – visto che forse mi si rinfaccia di non essere abbastanza laico; professioni di fede su Gesù, la speranza, ecc.) e che vengono ignorate nelle risposte che mi si danno. Si consideri che io non ignoro le critiche al consumismo (anzi, sono d’accordo), ma non ignoro nemmeno il resto, ben più corposo.
Non vorrei che questo articolo sia uno dei tanti piccoli segni di un tendenziale e impercettibile spostamento della cultura italiana verso certe posizioni più tradizionaliste, visto il periodo di crisi che stiamo vivendo.
Quello che dico è che si potrebbe essere tranquillamente anti-consumistici e costruttivi senza fare il verso a Ratzinger, tutto qui.
Magris non fa il verso proprio a nessuno, né mi risulta abbia bisogno di particolari “appoggi” in Vaticano; semplicemente esprime una sua opinione personale.
Come Sole giustamente osserva, l’articolo di Magris comprende anche considerazioni condivisibili da noi atei/agnostici, che sinora sembrano essere state del tutto “scotomizzate” od ignorate.
Non posso esprimermi sul valore letterario di Magris ignorando completamente i suoi scritti , nonostante, io legga molti libri, ma quasi niente di attinente alla letteratura ed ai romanzi. Se, però, dovessi giudicare sulla base dell’articolo che ci viene proposto, faticherei non poco a credere che un intellettuale che si esprima in tal modo, attraverso simili concetti, possa essere titolato degli immensi meriti artistici-letterari-culturali con cui alcuni me lo stanno descrivendo……….pazienza, mi adopererò a leggere qualcosa anche di questo Magris.
Non ho detto che avesse appoggi in Vaticano, nè fatto illazioni simili: ho detto che ha espresso LI’ certe idee molto vicine a ciò che propaganda la Chiesa in questo periodo. Opinioni personali che ha tutto il diritto di esprimere e che ho tutto il diritto di criticare.
Ho già ribadito che sono d’accordo sulla critica al consumismo, ecc., ma certe considerazioni sono inserite profondamente in un discorso generale di difesa discutibile del tradizionalismo e risultano indissolubili da questo (anzi, dipendono da questo).
Poi possiamo anche astrarre dal contesto qualche frase poetica e ignorare tutto il resto, ma ciò che fa rumore e conta, in questo caso, non è la critica al consumismo, ma la difesa di un tradizionalismo dal vago sapore un po’ cattolicheggiante e anti-secolarista (a me è parso così, e così ha scritto).
Ho notato forse un cambiamento delle posizioni consuete di Magris in questo articolo, tutto qui. E di questo bisognerà pur prendere atto. Vedremo in futuro cosa scriverà.
Ma mi rendo conto che potremmo star qui a parlarne per anni senza venirne a capo…
Perchè adoperare il termine “scotomizzare” anzichè termini più comprensibili?
Non siamo ad un convegno di psicologi.
“Proibierei per legge” è ironico! Cavolo! Non capirlo significa non avere alba di chi o di cosa si sta leggendo! O forse è l’abitudine a leggere perle come articoli di Giuliano Ferrara o di Vittorio Feltri che queste frasi le dicono senza pudore e senza ironia? Mi sa di sì.
Non c’era una critica alla scristianizzazione: che la scristianizzazione ci sia stata è una dato di fatto: solo che c’è un limite, in quanto persino le tradizioni sono state fagocitate dal falso ottimismo del Babbo Natale consumistico.
E’ ovvio che si parli di come viene festeggiato, veniva festeggiato, si dovrebbe festeggiare il Natale per i cristiani: è una festa cristiana! O vogliamo negare anche questo?
Non c’è nessuna crititca ad Halloween: l’autore si aspetterebbe, date le veementi critiche ad Halloween dela chiesa, un parallelo per il Natale, che non c’è stato: la conclusione a cui si arriva è, quindi (e mi sembra che qualcuno ci sia arrivato) che oggi il papa non si sforza neanche più di criticare l’albero di Natale, poiché evidentemente il papa vedrà di buon occhio la consumizzazione di una festa cristiana (Natale), non di una pagana (Halloween). Altra conclusione a cui sono arrivata è che evidentemente non è vero, come qualcuno ha detto per difendere la chiesa, che essa criticava Halloween come festa consumistica (“come sono buoni i vescovi che pensano ai nostri bambini bersagliati dalla pubblicità”: questo ci vorrebbero far credere), bensì, con un oscurantismo ben peggiore, in quanto festa pagana.
Visto che, come è stato con evidenza ammesso, si vuole leggere l’articolo con la mancanza più totale di una seppur minima contestualizzazione, nonché con la triste mancanza di un background culturale evidentemente non condiviso da tutti gli utenti, smetterò di citare i meriti del professore (che ho citato non già per fornire un salvacondotto, quanto perché qui c’era gente che neanche lo conosceva! Il deserto del Gobi!), mi sono adesso limitata a spiegare meglio ciò che io ho letto nell’articolo. La comprensione del testo me l’hanno insegnata alla scuola media inferiore.
Benissimo, allora le considerazioni che fa Sole vanno , senza dubbio, estese anche alla redazione del blog, che ha pubblicato quest’articolo senza corredarlo delle doverose avvertenze, anzi fornendolo a margine di un commento nient’affatto tenero, oltre che di sottolineature in grassetto sui passi più eclatanti.
Noi poveri ignoranti ed inculturati ci siamo semplicemente adeguati.
A non risentirci cara Sole.
A me sembra che dalla lettura dell’articolo appaia tutto il contrario.
Basta leggerlo: c’è critica alla scristianizzazione e in generale alla secolarizzazione (a me non sembra affatto ironico), con annesse esposizioni di teologia. La cosa mi sembra abbastanza palese, ed è parsa palese anche ad altri. Non mi pare il caso di riportare nei commenti i passi o di farne una sinossi. Invito la gente a rileggerlo. Ho solo segnalato i concetti chiave.
Mai pensato al fatto che la gente possa cambiare opinione, da laici che si era? Proprio perchè ne vedo tanti, che mi preoccupo un po’ pure per Magris.
Beh, se davvero sostiene quello che ha scritto, Magris starebbe bene in Russia.
Lì hanno denunciato e condannato una pubblicità che negava l’esistenza di Babbo Natale. Pare che “nuoccia all’armonia familiare”.
“Babbo Natale vuole invece farci dimenticare che siamo sull’orlo di un vulcano, il quale potrebbe eruttare fuoco distruttore da un momento all’altro; che le tensioni del mondo si vanno facendo insopportabili e incontrollabili.”
Sì, ha dimenticato di dire che CHI alimenta il serbatoio magmatico è – ieri come oggi – l’ideologia religiosa.
Sono sempre più convinto che costoro stiano costruendo pezzo per pezzo l’Armagheddon, visto che si sono stufati di “aspettarlo”.
Ma tu pensa!
Allora, Sole, visto che ti viene bene comprendere i testi, vediamo se comprendi questo:
Céline ha scritto uno dei capolavori del ‘900 “Viaggio al termine della notte”. ( sin qui ci siamo?)
Ha scritto anche un infame pamphlet antisemita. (anche sin qui vero?)
Quindi distingui i due piani, vero?
Quanto al concetto di laicità di Magris vorrei ricordarti questo articolo che scrisse in occasione del referendum sulla legge 40:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/20/magris.shtml
così, una a caso eh.
Riponi tranquilla la penna rossa e vai a prendere una boccata d’aria eh. 🙂