Dio domina il dibattito presidenziale americano

La religione raramente è stata così presente nella campagna elettorale degli Stati Uniti, dove le discussioni teologiche hanno preso il sopravvento sugli orientamenti economici.
Al centro del dibattito tra i candidati repubblicani non c’è la ritirata dall’Iraq, ma la discussione tra mormoni ed evangelici sulla reincarnazione di Gesù Cristo. Tutti sono persuasi che avrà luogo, o no? Nel Missouri, che ne pensano i mormoni? O sul Monte degli Ulivi, a Gerusalemme, come assicurano gli evangelici?
I democratici sono meno ferrati sul dogma ma si fanno vedere spesso in chiesa. La democratica Hillary Clinton ha assistito al rito battista, domenica 23 dicembre, a Waterloo, in Iowa. Una settimana prima, il suo rivale Barack Obama aveva portato un gruppo di giornalisti alla Prima Chiesa Congregazionista Unita di Cristo per sottolineare che è cristiano, anche se una parte della sua famiglia paterna, in Kenya, non lo è.
Il cronista del Washington Post Charles Krauthammer, quindi schierato col presidente George Bush, ha dichiarato di soffrire di una “overdose di pietà pubblica”. Nei dibattiti repubblicani, i candidati hanno dovuto rispondere a delle domande che sarebbero state considerate in altre occasioni come riguardanti la sfera privata.
“Dio ha creato il mondo in sei giorni, 6.000 anni fa?” “Non lo so” ha risposto Mike Huckabee, pastore battista in testa nel sud, “Ma lo ha fatto, ecco quello che conta.”

“La libertà ha bisogno di religione”. Il 29 novembre, un abitante del Texas ha chiesto ai candidati se credessero a tutto quello che c’è scritto nella Bibbia. “”La risposta che darete ci farà sapere tutto quello che abbiamo bisogno di sapere sul vostro conto”, ha aggiunto. “Sicuramente,” ha risposto Mitt Romney, il candidato mormone: “E’ il libro di Dio.” Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York, cattolico poco praticante, ha fatto del suo meglio. “E’ stato il più grande libro mai scritto,” ha detto. “Ma non lo prendo tutto alla lettera; per esempio, Giona nel ventre della balena, ecc. mi sembra che ci siano delle allegorie all’interno del testo.” Come sottolinea Charles Krauthammer: “Nessun candidato ha osato rispondere: Questo non vi riguarda.”

Gli Stati Uniti sono ancora più religiosi alla fine del mandato Bush? Bisogna stare attenti a conclusioni frettolose. Il fenomeno del rilancio religioso è tipico delle elezioni “primarie”. In ogni campo, è la base radicale che è quella che viene mobilitata di più e che si sposta per votare. I candidati sono obbligati a sedurre gli estremi se vogliono conquistare l’investitura del partito. Tra i repubblicani, la base religiosa dà un tono.

Quest’anno, la presenza di un pastore – Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas – e di un mormone ha dato un tono ancora più marcato alle questioni religiose. Mitt Romney è stato costretto a spiegarsi sulla sua Chiesa. Egli era favorito, poteva vantarsi di un percorso senza errori di uomo d’affari, di governatore e di responsabile dei Giochi Olimpici di Salt Lake City, ma la campagna l’ha ricondotto alla sua dimensione di mormone. Il 30 novembre, ha fatto un discorso interamente dedicato alla questione religiosa. Ha ricordato che i “Padri Fondatori” avevano inscritto la libertà di religione nella Costituzione. Ma ha continuato con un’aggiunta che non è passata inosservata, soprattutto tra gli atei, un gruppo che comincia a farsi sentire nella società. Proprio come la religione ha bisogno di libertà, ha detto, “la libertà ha bisogno di religione”.

Mike Huckabee ha saputo, da parte sua, sfruttare il sospetto che ispirano i mormoni presso gli evangelici. L’uomo ha l’aria melliflua, ma sa scoccare le sue frecce. In maniera innocente, ha chiesto ad un giornalista: “Non è vero che i mormoni credono che Gesù e il diavolo sono fratelli?” Si è dovuto scusare, ma la questione era stata sollevata. Ad una settimana dall’inizio dello scrutinio in Iowa, Huckabee è in procinto di accaparrarsi il voto evangelico. Nel suo messaggio video di Natale, insiste sul tema preferito dei conservatori in questo periodo dell’anno: la difesa del Natale di fronte ai non cristiani che tentano di togliere il senso religioso dicendo invece “Buone feste!”. Come se si trattasse di un clip da campagna elettorale, appare con un pullover rosso davanti ad una mensola a forma di croce per ricordare che il Natale commemora la nascita di Cristo.

I repubblicani si disputano l’eredità lasciata da George Bush e dal suo consigliere politico Karl Rove: il voto evangelico, questo “apriti sesamo” che si ritiene abbia aperto a Bush la porta della rielezione grazie alla forza di mobilitazione delle reti di cristiani conservatori. Al 78%, gli evangelici bianchi hanno votato per la coppia Bush-Cheney nel 2004.

Il blocco della destra cristiana si è sgretolato. Ma gli evangelici non sono più un blocco monolitico. Le indagini d’opinione mostrano una certa disaffezione per il Partito Repubblicano. Il processo di distacco è cominciato da molti anni, riguardo le questioni dell’ambiente, quando un dibattito è emerso tra gli evangelici, i quali ritengono che la salvaguardia del pianeta sia una priorità, e che vogliono centrare il loro messaggio sulla difesa della “civiltà” e della “vita”, ovvero sui temi del matrimonio, dell’aborto, le staminali…

Questa presa di distanza è particolarmente visibile tra i giovani. Tra gli evangelici che hanno meno di 30 anni, il 55% si considera repubblicano come nel 2004. Oggi, non sono più del 37%. Questi conservatori hanno allargato le loro preoccupazioni alle questioni sociali come la povertà e l’esclusione. Non escludono le coalizioni, come nel caso del pastore Rick Warren, che ha ricevuto dei democratici – tra cui Barack Obama – per una campagna contro l’AIDS, nella sa “mega-chiesa” della California.

Gli evangelici hanno raggiunto l’apogeo della loro influenza politica agli inizi degli anni Ottanta, con l’emergere della “maggioranza morale” del tele-evangelista Jerry Falwell, poi con Geogre Bush, ma il contesto si è evoluto. Come ha spiegato il Time, il “campo di preghiera si è livellato”. Il blocco della destra cristiana si è sgretolato, col rischio di perdere il suo status di “creatore di re”. Quest’anno, gli esponenti di primo piano si sono divisi, perchè non hanno trovato un candidato per i loro gusti. Il fondatore della Coalizione Cristiana, Pat Robertson, ha fatto un appello per votare Rudolph Giuliani, un eretico agli occhi dei fondamentalisti, mentre Mitt Romney ha ricevuto il sostegno di Bob Jones, fondatore dell’università evangelica della Carolina del Sud. Jerry Falwell è morto in primavera. A Colorado Springs, la “Mecca degli Evangelici”, la comunità è stata scossa dalla partenza forzata del pastore Ted Haggard, dopo uno scandalo sessuale e, all’inizio di dicembre da una sparatoria che ha fatto tre morti presso la New Life Church.

Nella società, anche il fenomeno religioso sembra in calo. Secondo un’inchiesta del Pew Research Center pubblicata a marzo, il 45% degli americani afferma che la preghiera è un momento importante della propria vita quotidiana: il 10 % in meno di sette anni fa. Dal 2003 al 2007, il numero di quelli che dicono di non dubitare mai dell’esistenza di Dio è diminuito di 8 punti percentuali (si assesta al 61%). Gli analisti del Pew Center rilevano che la tendenza all’aumento della pratica religiosa, constatata negli anni Novanta, si è invertita. Il peso degli americano agnostici resta minima (12 %) ma è in aumento tra i giovani: quasi il 20% tra loro dichiara di non avere alcuna affiliazione religiosa, o di essere ateo.

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Gli scienziati pretendono un dibattito televisivo sulla scienza.

Un gruppo di scienziati, che raccoglie alcune migliaia di ricercatori e più di una dozzina di premi Nobel, pretende un dibattito televisivo sul tema della scienza, dell’inquinamento, della medicina e della tecnologia. Questo gruppo, chiamato ScienceDebate2008, fa appello al complesso dei candidati alle presidenziali per organizzare almeno una discussione pubblica su questi temi. Lawrence Krauss, professore di fisica all’università di Cleveland e co-responsabile dell’iniziativa, ha dichiarato di essere stato convinto della necessità di un dibattito del genere dopo aver sentito Mike Huckabee, ex governatore repubblicato dell’Arkansas ed ex pastore battista, difendere il creazionismo contro il darwinismo.

Fonte: Le Monde

13 commenti

Daniela

una campagna surreale quella delle primarie americane, ma che razza di domande fanno gli elettori ai propri candidati?
Per fortuna che di contro il fenomeno religioso sta dimunuendo a detta di alcune classifiche

Masque

– Cosa pensa di risolvere i problemi del sistema sanitario e di quelli che non se lo possono permettere?
– In nessun modo. Pregherò per loro.

Io mi immagino che quelle interviste fossero continuate così, per coerenza.

Antonio

Forse mi indigno per futili motivi.

Ad ogni modo su youtube, non e’ possibile pubblicare lo spezzone del celebre frammento dell’isola dei famosi in cui a Massimo Ceccherini scappa una bestemmia.

Il video e’ facilmente prelevabile da e-mule, ma se si prova (ed ho provato personalmente) a pubblicarlo su yuoutube, viene immediatamente cestinato.

Tuttavia su youtube viene pubblicato senza problemi il video *integrale* dell’impiccagione di Saddam Hussein.

BX

Parere non suffragato da alcuna analisi basata su riscontri ‘scientifici’, ma solo sulle sensazioni di chi non può fare altro che guardare da fuori… e magari con un carico di anni sulle spalle che gli permette prospettive non del tutto gratuite:
forse il fenomeno religioso starà anche diminuendo, ma più che altro mi sembra solo che si cerchi di ‘cambiare religione’. La nazione americana, nata sul mito dei pionieri, della corsa all’ovest, del ‘fai da te, ma con l’aiuto di dio’, e poi trasformando questi miti in letteratura e, soprattutto, in industria dello spettacolo, avrà i suoi alti e bassi in fatto di miti, ma ben difficilmente potrà farne a meno. Come tutti noi, del resto, sia ben chiaro, ma là c’è tutta una cultura che per ora è ancora in grado di unificare tutta una nazione. Credo che quello americano sia uno dei popoli più ‘nazionalisti’ del mondo… e proprio su basi ‘religiose’.
Assolutamente da condividere la richiesta di un gruppo di scienziati, ma temo che non sarà sufficiente, anche qualora venisse soddisfatta, per uscire da un dibattito dominato pur sempre da dio.

Vash

Secondo me sta avvenendo una sorte di sindrome della Monaca di Monza, dove a forza di ricevere bombardamenti di natura religiosa, la gente anzichè affezionarsi, si sta invece scocciando e non vuole sentirne più parlare.

Senofane

sarà questo il futuro dell’europa e del mondo?
perché non può essere un futuro simile al presente dell’olanda o di qualche altro stato civilmente avanzato?

Felix

@Senofante.
Aspetta un po’ e poi vedai come sarà divertente l’ Olanda con la Sharia.

Daniela

non ci sarà nessuna olanda con la sharia, lì i mussulmani sono il 5%, quasi la metà della popolazione dichiara di nin avere religione, non a caso l’olanda è uno dei paesi più avanzati per quanto riguarda i diritti civili.

Athea

Non c’é camera d’hotel o motel in tutti gli states che non “offra” la bibbia nel primo cassetto di ogni comodino.
Una delle tante contraddizioni della grande laica Miss Liberty USA

Asatan

Notizie del genere ti fanno venir voglia di emigrare su un altro pianeta.
Anche se viste le stestistiche questa camapgna elettorale dio-centrica potrebbe ottenre l’effetto di allontanare ancora più gente dalla religione.

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