“La cura pastorale delle persone omosessuali”: cosa dispone la Chiesa di Ratzinger in merito

Pubblichiamo stralci della “Lettera ai Vescovi” del 1986 della Congregazione per la dottrina della fede presieduta all’epoca dall’attuale papa e ancora valida.

Il problema dell’omosessualità e del giudizio etico sugli atti omosessuali è divenuto sempre più oggetto di pubblico dibattito, anche in ambienti cattolici. In questa discussione vengono spesso proposte argomentazioni ed espresse posizioni non conformi con l’insegnamento della Chiesa Cattolica, destando una giusta preoccupazione in tutti coloro che sono impegnati nel ministero pastorale. (…)
Già nella Dichiarazione su alcune questioni di etica sessuale, del 29 dicembre 1975, la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva esplicitamente trattato questo problema. In quella Dichiarazione si sottolineava il dovere di cercare di comprendere la condizione omosessuale, e si osservava come la colpevolezza degli atti omosessuali dovesse essere giudicata con prudenza. Nello stesso tempo la Congregazione teneva conto della distinzione comunemente operata fra condizione e tendenza omosessuale e atti omosessuali. Questi ultimi venivano descritti come atti che vengono privati della loro finalità essenziale e indispensabile, come “intrinsecamente disordinati” e tali che non possono essere approvati in nessun caso (cf n. 8, par, 4).
Tuttavia nella discussione che seguì la pubblicazione della Dichiarazione, furono proposte delle interpretazioni eccessivamente benevole della condizione omosessuale stessa, tanto che qualcuno si spinse fino a definirla indifferente o addirittura buona. Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata.
Pertanto coloro che si trovano in questa condizione dovrebbero essere oggetto di una particolare sollecitudine pastorale perché non siano portati a credere che l’attuazione di tale tendenza nelle relazioni omosessuali sia un’opzione moralmente accettabile. (…)
La Chiesa, obbediente al Signore che l’ha fondata e le ha fatto dono della vita sacramentale, celebra nel sacramento del matrimonio il disegno divino dell’unione amorosa e donatrice di vita dell’uomo e della donna. E’ solo nella relazione coniugale che l’uso della facoltà sessuale può essere moralmente retto. Pertanto una persona che si comporta in modo omosessuale agisce immoralmente. (…)
Oggi un numero sempre più vasto di persone, anche all’interno della Chiesa, esercitano una fortissima Pressione per portarla ad accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata, e a legittimare gli atti omosessuali. Quelli che, all’interno della comunità di fede, spingono in questa direzione, hanno sovente stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa. Ora questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verità sulla persona umana, che ci è stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo. Essi manifestano, anche se non in modo del tutto cosciente, un’ideologia materialistica, che nega la natura trascendente della persona umana, così come la vocazione soprannaturale di ogni individuo.
I ministri della Chiesa devono far in modo che le persone omosessuali affidate alle loro cure non siano fuorviate da queste opinioni, così profondamente opposte all’insegnamento della Chiesa. Tuttavia il rischio è grande e ci sono molti che cercano di creare confusione nei riguardi della posizione della Chiesa e di sfruttare questa confusione per i loro scopi.
Anche all’interno della Chiesa si è formata una tendenza, costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone che o ignorano l’insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l’egida del cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale. Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione.
E’ pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativo di manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conformare questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi di pressione, secondo cui l’omosessualità è almeno una realtà perfettamente innocua, se non totalmente buona. Benché la pratica dell’omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato. (…)
Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni.
Tuttavia, la doverosa reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’affermazione che la condizione omosessuale non sia disordinata. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenza l’attività omosessuale è accettata come buona, oppure quando viene introdotta una legislazione civile per proteggere un comportamento al quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto, né la Chiesa né la società nel suo complesso dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche distorte guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano. (…)
Che cosa deve fare dunque una persona omosessuale, che cerca di seguire il Signore? Sostanzialmente, queste persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, unendo ogni sofferenza e difficoltà che possano sperimentare a motivo della loro condizione, al sacrificio della croce del Signore. Per il credente, la croce è un sacrificio fruttuoso, poiché da quella morte provengono la vita e la redenzione. (…) Tuttavia facilmente questo invito viene male interpretato, se è considerato solo come un inutile sforzo di autorinnegamento. La croce è sì un rinnegamento di sé, ma nell’abbandono alla volontà di quel Dio che dalla morte trae fuori la vita e abilita coloro, che pongono in lui la loro fiducia, a praticare la virtù invece del vizio. (…)
La particolare sollecitudine e la buona volontà dimostrata da molti sacerdoti e religiosi nella cura pastorale per le persone omosessuali è ammirevole, e questa Congregazione spera che essa non diminuirà. Tali ministri zelanti devono nutrire la certezza che stanno seguendo fedelmente la volontà del Signore, allorché incoraggiano la persona omosessuale a condurre una vita casta, e ricordano la dignità incomparabile che Dio ha donato anche ad essa. Considerando quanto sopra, questa Congregazione desidera chiedere ai Vescovi di essere particolarmente vigilanti nei confronti di quei programmi che di fatto tentano di esercitare una pressione sulla Chiesa perché essa cambi la sua dottrina, anche se a parole talvolta si nega che sia così. (…)
Questa Congregazione incoraggia pertanto i Vescovi a promuovere, nella loro diocesi, una pastorale verso le persone omosessuali in pieno accordo con l’insegnamento della Chiesa. Nessun programma pastorale autentico potrà includere organizzazioni, nelle quali persone omosessuali si associno tra loro, senza che sia chiaramente stabilito che l’attività omosessuale è immorale. Un atteggiamento veramente pastorale comprenderà la necessità di evitare alle persone omosessuali le occasioni prossime di peccato. Vanno incoraggiati quei programmi in cui questi pericoli sono evitati. Ma occorre chiarire bene che ogni allontanamento dall’insegnamento della Chiesa, o il silenzio su di esso, nella preoccupazione di offrire una cura pastorale, non è forma né di autentica attenzione né di valida pastorale. Solo ciò che è vero può ultimamente essere anche pastorale. Quando non si tiene presente la posizione della Chiesa si impedisce che uomini e donne omosessuali ricevano quella cura, di cui hanno bisogno e diritto.
Un programma pastorale autentico aiuterà le persone omosessuali a tutti i livelli della loro vita spirituale, mediante i sacramenti e in particolare la frequente e sincera confessione sacramentale, mediante la preghiera, la testimonianza, il consiglio e l’aiuto individuale. In tal modo, l’intera comunità cristiana può giungere a riconoscere la sua vocazione ad assistere questi suoi fratelli e queste sue sorelle, evitando loro sia la delusione sia l’isolamento. (…) Alla luce di quanto ora esposto, gli Ordinari del luogo sono invitati a valutare, nell’ambito della loro competenza, la necessità di particolari interventi. In particolare i Vescovi si premureranno di sostenere con i mezzi a loro disposizione lo sviluppo di forme specializzate di cura pastorale per persone omosessuali. Ciò potrebbe includere la collaborazione delle scienze psicologiche, sociologiche e mediche, sempre mantenendosi in piena fedeltà alla dottrina della Chiesa. (…)
Joseph Card. Ratzinger, 10 ottobre 1986

Fonte: Liberazione 

14 commenti

Antonio

In un libro del 1965 dal titolo ” Teologia morale ” non vi si legge la parola omosessualità bensì ” Omosessualismo “.
Credetemi, non sto scherzando.
Conservo ancora il libro ( appartenuto ad un mio zio prete ) come un reperto archeologico.

sexandwine

in un dizionario del ventennio passato di storica memoria alla voce omosessualita cè la definizione ” l inversione del senso genetico praticata da degenerati” quando poi non è una patologia viene considerato un atto moralmente riprovevole e da condannare. anche un uomo e una donna sono da condannare se si frequentano solo per trarne gratificazione sessuale pur non essendo considerati malati.

alessandro

me le ricordo ‘ste cose qua, di Ratzinger si conosceva la natura anche prima che diventasse papa. Farebbe bene ad applicare la sua cura pastorale cominciando dai suoi ministri, se proprio ci tiene, individuando i molteplici casi di pecorine smarrite 🙂

g.b.

“La Chiesa, obbediente al Signore che l’ha fondata e le ha fatto dono della vita sacramentale, celebra nel sacramento del matrimonio il disegno divino dell’unione amorosa e donatrice di vita dell’uomo e della donna. E’ solo nella relazione coniugale che l’uso della facoltà sessuale può essere moralmente retto.”
Fin qui dalla chiesa non ci si poteva aspettare altro.
“Tuttavia, la doverosa reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’affermazione che la condizione omosessuale non sia disordinata. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenza l’attività omosessuale è accettata come buona, oppure quando viene introdotta una legislazione civile per proteggere un comportamento al quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto, né la Chiesa né la società nel suo complesso dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche distorte guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano.”
Questa invece è un’inaccettabile intromissione in questioni che riguardano l’autorità civile.

franz

Torno a ripetere che Joseph Nicolosi con tutto il suo seguito, in Italia Cantelmi e i suoi scagnlozzi ben manovrati dal Vaticano e tutti gli altri pseudo psichiatri-psicologi nel resto del mondo ANDREBBERO LORO CURATI E RADIATI DAGLI ALBI PROFESSIONALI. Chissa quanti omosessuali sono stati rovinati dalle loro ” CURE CATTOLICHE ” Vigliacchi. Che schifo!

rossotoscano

sempre piu’ spesso rimpiango la breccia di porta pia: nel senso che ce ne vorrebbe un’altra ai giorni nostri…. Per il resto mi chiedo solo come è stato possibile e cosa abbiamo fatto per meritarci l’oscurantismo, il servilismo,il clericalismo, il clientelismo, la teocrazia che oggi investono la nostra classe politica…. Classe politica che un paese come l’Italia assolutamente non merita e nessun’altro paese al mondo merita vista la totale mancanza di professionalità, attendibilità , modernità e promozione dei grandi valori della democrazia, uguaglianza e libertà di espressione… Siamo gli ultimi in europa e scendiamo sempre di piu’ grazie alle cosiddette ” radici cristiane ” … penso che tra non molto andrò a vivere in un paese europeo dove i diritti basilari degli individui sono rispettati ( non certo l’italia) così non dovrò piu’ pagare le tasse per un sistema dittatoriale dove io omosessuale non ho diritti ma solo doveri….

Lecaldaini

Andate a leggervi quello che diceva l’organizzazione mondiale della sanità di qualche anno fa.

pope eye

Concordo pienamente con ROSSOTOSCANO.Anch’io vorrei un’altra Italia.Dobbiamo avere un’altra Italia.Il pastore tedesco in estate verrà nel mio salento.Chi mi salverà?Aiuuuuto!

Silesio

Vedo che il magistero della chiesa non si sposta dalla concentrazione sugli organi genitali (e dintorni). Devono avere problemi in quel punto.

Camomil

La sapete la storia del Dr. Spitzer(non conosco il suo nome) psichiatra americano professore di psichiatria alla Columbia University di New York che nel 1973 contro il parere della maggioranza dei suoi colleghi sosteneva la rimozione dell’omosessualità dalla lista ufficiale dei disordini mentali? Nel 2001 avrebbe dichiarato al Wall Street Journal di aver cambiato la sua opinione di nuovo contro la maggioranza dei suoi colleghi, ora sostiene che l’omosessualità andrebbe d nuovo iscritta tra i disturbi mentali e lo sostiene dopo aver fatto una ricerca su 200 soggetti che affermavano di aver cambiato il loro orientamento sessuale da almeno 5 anni http://www.acquaviva2000.com/OMOSESSUALITA/indagine_spitzer.htm questa è la pagina se volete saperne di più ed eventualmente contestare o confutare ciò che vi viene affermato.

Matteo

Circa l’indagine del Dr Spitzer citata da Camomil e i propositi del Vaticano, propongo alcune riflessioni personalissime. In maniera globale sono effettivamente contrario a etichettare chichessia e penso che in meteria di orientamente sessuale nulla è semplice per un buon numero di persone. Io ho avuto la fortuna di avere un orientamento sessuale chiaro fin dall’infanzia, ma ho molti amici che sono passati da un dubbio all’altro e a vari cambiamenti. Ho un amico sposato che ha accettato la propria omosessualità tardivamente, dopo vari tentativi per negarla. La sua vita affettiva è poco serena, perchè a 60 anni suonati è obbligato a vivere una doppia vita. Ho un’altro amico, cristiano, che ha accettato la propria omosessualità, si è “pacsato” (vivo in Svizzera dove ciò è permesso) e vive col suo uomo una vita di coppia di tutto rispetto e molto serena. L’indagine di Spitzer è valida, ma solo all’interno dei parametri propri al proprio campione. Penso sia normale per alcune persone avere un orientamento sessuale e affettivo poco chiaro e poco sereno. E’ bene per queste persone interrogarsi e trovare una maniera soddisfaccente di vivere la propria sessualità e magari farsi aiutare da terapie d’accompagnamento, che potrebbero sfociare ad un modus vivendi bi-sessuale. Quello che noto, nel campione preso in considerazione dal dott. Spitzer, è che è un campione di persone credenti, con convinzioni religiose ben particolari e che vivono in ambienti ostili al comportamento omosessuali. E 5 anni di “cambiamenti” sono pochi. Il mio amico di cui sopra non si è creduto più omosessuale per ben 20 anni dopo il suo matrimonio…. e la sua educazione cattolica non aiutava di certo… Noto altresì che in ambienti non ostili all’omosessualità, come in Francia o qui in Svizzera i comportamenti affettivi omosessuali sono sempre più vissuti alla luce del giorno e sempre più serenamente con progetti di vita stabili.

Chiara Lalli

Antonio e sexandwine (e chiunque altro),

sto lavorando ad un libro sulle adozioni omosessuali e una parte del volume è dedicata alla demolizione dei luoghi comuni e delle vere e proprie idiozie in merito (una delle premesse più “forti” è rappresentata dalla considerazione dello omosessualità come perversione, devianza, malattia etc. etc.).
Mi mandrereste qualche riferimento in più di quanto avete citato?
Grazie (chiara.lalli@gmail.com).

paolo dianzini

Non andate a cercare i testi di morale di 50 anni fa, ma quello che diceva l’organizzazione mondiale della sanità 10 anni fa.
Cordiali saluti.

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