Odifreddi su “Repubblica”: “Il Pd, la laicità e la vergogna”

Il numero odierno di “Repubblica” pubblica, a partire dalla prima pagina, una bella lettera del nostro presidente onorario Piergiorgio Odifreddi. La riproduciamo integralmente:

Caro direttore, nel suo editoriale Non nominate il nome di Dio invano del 27 dicembre 2007, Eugenio Scalfari ha ampiamente commentato “pensieri e parole” della senatrice Paola Binetti, citando in particolare il dialogo che ella aveva tenuto con me su “La Stampa” del 23 dicembre. Il giornale indicava nei titoli lei e me come, rispettivamente, “l’anima teodem e quella atea del Partito Democratico”, e l’espressione “anima atea” andrebbe forse sottolineata.
Anzitutto, perché costituisce un ossimoro positivo e virtuoso da contrapporre, assieme ad “anima laica”, a quelli negativi e viziosi di “ateo devoto” e “ateo in ginocchio”. E poi, perché il suo singolare suggerisce e richiama, a differenza delle espressioni appena citate, la situazione di isolamento o di minoranza in cui si trovano nella nostra società odierna coloro ai quali essa viene applicata. Nella fattispecie, le anime laiche e atee non sembrano effettivamente essere molte nel Partito Democratico in generale, e nella Commissione dei Valori in particolare. Sembra infatti che la laicità e l’ateismo, che costituiscono una sorta di nudità teologica naturale, siano diventate quasi una vergogna da nascondere sotto i variopinti paramenti delle fedi e dei credi.
Non sono stati molti i commissari che hanno reagito alla prima bozza del Manifesto dei Valori del Partito Democratico, stilata dal filosofo cattolico Mauro Ceruti, che a proposito della laicità partiva dicendo che essa “è un valore essenziale del Pd”, per continuare: “Noi concepiamo la laicità non come un’ideologia antireligiosa e neppure come il luogo di una presunta e illusoria neutralità, ma come rispetto e valorizzazione del pluralismo degli orientamenti culturali e dei convincimenti morali, come riconoscimento della piena cittadinanza – dunque della rilevanza nella sfera pubblica, non solo privata – delle religioni”. Ora, io non mi sento di sottoscrivere nessuna di queste affermazioni. E poiché la Binetti mi aveva già accusato di avere dei pregiudizi nei confronti dei cattolici, ho ribadito alla Commissione di non credere di averne, così come non credo di averne nei confronti degli astrologi o degli spiritisti: semplicemente, mi limito a constatare che essi hanno visioni del mondo antitetiche a quella scientifica, e più in generale alla razionalità, e ne deduco che sarebbe bene che esse rimanessero confinate nel campo individuale. E, così come non propongo l’abolizione degli oroscopi, non propongo neppure di impedire le prediche: mi sembra sensato, però, pretendere che non sia sulla base di queste cose che vengano prese le decisioni politiche dei nostri governanti e del nascente partito.
Apriti cielo! Il deputato Francesco Saverio Garofani, membro del coordinamento nazionale del Pd, ha subito inveito sul sito del partito contro le mie “provocazioni” e la mia “idea caricaturale della laicità”. E Ceruti gli ha subito fatto eco, affermando: “Odifreddi non si può nemmeno definire un laico. Diciamo che non è proprio interessato all’incontro con una cultura spirituale. Laicità per lui è sinonimo di diniego assoluto della religione. Ma il suo è un retaggio del passato”.
Sarebbe troppo facile ribattere che se un diniego è retaggio del passato, a maggior ragione dovrebbe esserlo ciò che viene negato, che per forza di cose deve precedere la propria negazione. Mi sembra più costruttivo cercare invece di espellere una certa confusione di idee a proposito della laicità e dintorni, che sembra albergare nelle menti dei cattolici citati. Compresa la Binetti, che nel nostro dialogo ha ribadito più volte non solo di considerare se stessa laica, ma anche che la laicità è uno dei valori fondamentali predicati dal fondatore dell’Opus Dei: quel Josemarìa Escrivà de Balaguer, alla cui beatificazione in Piazza San Pietro hanno assistito il 31 maggio 2001 sia Veltroni sia D’Alema. A questo proposito la Binetti ha dichiarato, nel nostro colloquio su “La Stampa”: “La circostanza che Veltroni e D’Alema apprezzino Balaguer è il segno che viene compresa la santificazione del lavoro promossa dall’Opus Dei”.
A me, invece, questo atto pubblico da parte del sindaco di Roma e dell’allora presidente dei Ds sembrano un perfetto esempio di come un politico laico non dovrebbe comportarsi, qualunque siano le sue credenze, secondo la mia definizione di laicità: agire come se la religione e la Chiesa non ci fossero, senza naturalmente far nulla affinché non ci siano. Questa posizione è un compromesso tra i due estremi del clericalismo e dell’anticlericalismo.
Il primo va inteso come la pretesa di agire, e far agire, in ossequio alla volontà della religione e della Chiesa, e io non saprei trovarne una formulazione migliore dell’Articolo 7 della Carta delle Finalità del Campus Biomedico di Roma: “L’Università intende operare in piena fedeltà al Magistero della Chiesa Cattolica, che è garante del valido fondamento del sapere umano, poiché l’autentico progresso scientifico non può mai entrare in opposizione con la Fede, giacché la ragione (che ha la capacità di riconoscere la verità) e la fede hanno origine nello stesso Dio, fonte di ogni verità”.
A scanso di equivoci, questa non è un’invenzione di Borges: il Campus esiste veramente, in esso lavora la Binetti. Non c’è bisogno di battersi in Italia contro l’anticlericalismo, che va inteso come la pretesa di agire per far sì che la religione e la Chiesa non ci siano: questi sì che sarebbero i veri retaggi del passato, dalla Rivoluzione Francese alla Guerra Civile di Spagna, ma per fortuna oggi nessuno li propone seriamente. Proprio per questo, però, la posizione intermedia del laicismo rimane scoperta sul fianco sinistro e viene percepita come un estremismo, quando invece essa è già il compromesso razionale tra le due opposte irrazionalità di coloro che vorrebbero imporre agli altri le loro credenze da un lato, e le loro avversioni a queste dall’altro.
Naturalmente, non è affatto anticlericalismo, ma laicismo allo stato puro, rifarsi al motto risorgimentale della “libera Chiesa in libero Stato”. Che la religione e il Vaticano abbiano la massima libertà di parola e di azione, senza che lo Stato interferisca né con l’una, né con l’altra. Ma che le stesse libertà le abbia anche lo Stato, senza dover essere costretto a subire la pressione ufficiale e ufficiosa delle gerarchie ecclesiastiche, a legiferare in ossequio alle loro credenze, e a pagare di tasca propria per la propaganda e gli affari altrui: in particolare, tra le tante revisioni costituzionali mettiamo mano anche all’Articolo 7, per ridare all’Italia la libertà che Mussolini e Togliatti le hanno tolta. Questo dovrebbe fare un partito democratico, e questo mi auguro che faccia il Pd nel nuovo anno.

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38 commenti

Stefano Grassino

Dare Odifreddi in pasto al PD è come dare l’insalata russa ad un maiale. Questo è un vecchio detto toscano per dire (visto che il maiale mangia di tutto e non fa differenza di gusto tra una cosa prelibata ed una ciofega) che il prof. Odifreddi dovrebbe spendere meglio il suo tempo. Come si fà a far capire cos’è l’intelligenza ad un individuo che ha deciso di friggersi il cervello? Io personalmente sono sempre più scettico sul dialogo con i cattolici; secondo me il vero credente, quello che piace a B16 & C. deve essere senza intelligenza, senza cultura e senza coraggio nell’affrontare la vita. Un essere perfettamente plagiato ad uso e consumo del clero secolarizzato.

Stefano Grassino

Aggiungo: andate a pag. 163 di televideo e leggete. Verrebbe voglia di spararsi o di sparare a seconda del carattere.

BX

Questo non sarà certo un contributo (si fa per dire, perché nessuno me lo ha chiesto e quindi posso parlare liberamente) al chiarimento necessario interno al PD sul tema della laicità, ma la lettera, pur doverosa, di Odifreddi mi lascia perplesso sempre sullo stesso punto, per così dire di principio: può un credente essere laico?
Come ho già sostenuto più volte in questo blog, io credo che lo possa essere, nella migliore delle ipotesi (la peggiore è l’ipocrisia), solo rischiando la schizofrenia. Il “date a Cesare quel che è di Cesare ecc.” quando c’è di mezzo dio è accettabile per il credente solo contraddicendosi, perché… TUTTO è di dio!
Naturalmente, essendo la politica il luogo della mediazione queste posizioni di principio vanno affrontate in altro modo… ma perché la mediazione non diventi compromesso al ribasso, forse tenere presente la questione anche in questo modo può evitare pastrocchi indigesti.

Silesio

E’ notizia di oggi che probabilmente anche non 2008 non si potranno ridurre le tasse. Se la chiesa pagasse le tasse probabilmente staremmo tutti meglio. In Italia essere “spirituali” credo che contribusica a riempire le tasche.

Daniela

per bx,
io sono sostanzilmente d’accordo con te, ma credo che lo sia anche odifreddi il suo ultimo libro da questo punto di vista fuga davvero ogni dubbio. Quella di odifreddi voleva essere solo una doverosa spiegazione di cosa è la laicità, perchè con tutte queste manfrine sulla laicità buona, santa e giusta si stava creando una confusione davvero incredibile. E per quello che è la mia opinione ha dato una risposta efficace sia alla binetti sia al cattolico ceruti sia a tutti quelli che vogliono imbambolarci la testa con frasi ad effetto ambigue e contraddittorie.

Asatan

E’ un bene che Odifreddi continui a lottare all’interno del PD. Se non ci fosse lui tutti queste schifezze passerebbero sotto silenzio, invece cosi un minimo di polemica e di informazione c’è…. fossero anche solo 1 o 2 almeno qualcuno così rischia di riflettere.

Andrea C.

Parafrasando Chatwin, una breve domanda al prof. Odifreddi: What are you doing there?Professore, che cosa ci fa Lei nel Partito Democratico?

Daniela

per andrea c.,
odifreddi fa bene, il problema è uno solo, se anche il pd, uno dei due più grandi partiti italiani, diventasse succube delle gerarchie ecclesiastiche questo pase sarebbe totalmente rovinato, almeno si deve tentare co il pd, non si può lasciarlo in mano ai cattolici integralisti, non si può permettere che siano loro a dettare l’agenda.

Magar

@Andrea C.
Non lascia il principale partito di centro-sinistra in mano agli integralisti cattolici.

Andrea C.

Cari amici, Daniela e Magar,

credete davvero che basterà l’intelligenza di Odifreddi per far “pesare” sul piatto le istanze laiche quindi anticlericali nella balena bianca Democratica? Una poco affascinante ma molto affasciante ed “affascista” macchina di potere e di conservazione? Un tritacarne e di idee nato e costruito per liquidare la Sinistra italiana? O sarebbe meglio prestare l’intelligenza del professore per costruire una vera alternativa laica ed anticlericale…mi viene in mente Boselli ad esempio, per pesare nel partito socialista europeo? Spero che Piergiorgio Odifreddi non si faccia strumentalizzare pure lui dai bravi ragazzi del PD.

freakytimes

M’affianco ad Andrea c. e penso; potrà mai Piergiorgio dall’interno d’un grogiuolo simile far zampillar Laicità? Ma.

Gino Pieri

Si, é bene che esista un Odifreddi nel PD, purtroppo servirá appena a denunciare le schifezze teodem radicate nel partito, ma non credo che riesca a fare di questo partito il difensore della laicitá.
Saluti
Gino Pieri

Senofane

la chiesa è una multinazionale dell’odio. offrire denaro alla chiesa per la pace è come fare la guerra per ottenere la pace. la chiesa teme i laici, quelli correttamente intesi, perché senza nemici essa è inutile.

Andrea Pontalti

A me onestamente pare che, se accettiamo la definizione di laicità di Odifreddi, egli stesso pur ritenendosi laico in realtà non lo sia, giacché, ad esempio, proprio nell’ultimo suo libro fa tutt’altro che “agire come se la religione e la Chiesa non ci fossero”. Anzi ha guadagnato proprio contrapponendovisi.

Ha ragione allora Ceruti, che non fa altro che richiamare Voltaire affermando per laicità il diritto all’esistenza e la dignità della pluralità culturale.

In questo senso la presenza consapevole del proprio ruolo nel PD sia di Odifreddi che della Binetti non può far che bene alla discussione.

ric

credo che odifreddi nel PD ci debba stare, perchè è l’unico esponente veramente laico in un grande partito, se ne uscisse il pd diventerebbe immediatamente DC. Detto questo dobbiamo però dire che il Pd non sarà mai laico, e non modificherà mai l’8 per mille, non si batterà per i diritti civili (al massimo per una forma blanda di dico, che sarebbe comunque uno smacco per la chiesa), etc, cmq non siamo disfattisti, sforziamo di crederci, al massimo non lo voteremo…

Il Fauno

Il problema non è cosa ci faccia Odifreddi nel PD, ma è perchè il PD esista in Italia…e perchè chiamino democratico un partito che è l’avanguardia della dittatura clericale nel Paese.

Daniela

per andrea pontalti,
odifreddi è laico e la sua definizione di laicità è inoppugnabile, si deve legiferare tenendo conto dei diritti di tutti e non seguendo le credenze e la morale di una determinata religione. Nel suo libro, poi, ha voluto spiegare in modo razionale quelle che sono le storture, i falsi, gli errori logici e storici della bibbia e della chiesa, questo non vedo che cosa c’entri con il legiferare dello stato, la sua è stata una critica puntuale e precisa della bibbia e delle azioni della chiesa.
Lo stato nel fare le leggi deve agire come se la religione e la chiesa non ci fossero, e un parlamentare e una persona in generale deve fare in modo di non imporre la propria morale agli altri, ma questo certamente non vuol dire che la chiesa e la religione non possano essere criticate e discusse, non c’è proprio alcun nesso logico.
Odifreddi mica vuole imporre alla binetti la propria morale, è la binetti che vuole imporre la propria morale, asserendo che non ci può essere riconoscimento delle coppie gay, che non ci deve essre testamento biologico, etcc. C’è proprio una differenza abissale tra i due personaggi.
Si ritorna sempre alla vecchia questione, i laici vogliono che ci siano leggi che permettano ad una persona di vivere come meglio crede la propria vita, la libertà di scelta è fondamentale, i tipi come la binetti vogliono imporre agli altri ii loro costumi e la loro morale.

Anticlericale

E’ un bene che Odifreddi sia nel partito democratico, almeno abbiamo la certezza che qualcuno tiene sotto controllo le loro porcate clericali.

Purtroppo, per quanto Odifreddi sia una persona eccezionale, difficilmente potrà opporsi a quell’orda di invasati cattolici integralisti che stanno disintegrando l’anima laica dell’ex-ds.

NON VOTATE PER IL PARTITO DEMOCRATICO !!!

Andrea Pontalti

@ Daniela

La definizione di laicità di Odifreddi è contenuta per logica conseguenza dal riconoscere par dignità/libertà di pensiero ed espressione a tutti.

Certo che Odifreddi la può pensare come vuole e può anche scrivere libri avvelenati.

Ma qui si sta discutendo del ruolo politico che può avere, e alla politica laica è necessario il confronto continuo con le idee per la sintesi appunto di contenuti che garantiscano i diritti di tutti.

Confronto e non scontro o contrapposizione. Non si può affrontare un dialogo iniziando così “Scusi lei è un cretino e ha idee cretine. Ora discutiamo…”. Il suo libro, dal punto di vista di uno che come me ha letto Barbaglio, Pesce/Augias ma anche Messori (non ancora Ratzinger), non è equilibrato, non è storicamente corretto e parte da pregiudizi – ma è una mia opinione di lettore -: si legge sin da subito dove vuole andare a parare.

Libri di questo tipo non possono fare bene ad un suo eventuale ruolo politico. Questa era la mia osservazione.

Il Filosofo Bottiglione

il problema è che la chiesa gioca la retorica di avere un rapporto privilegiato con lo Stato, in quanto grande istituzione religiosa improntata a princpi di giustizia di solidarietà e socialità.

laicamente invece questo rapporto non deve essere ne’ privilegiato, ne boicottato, ma valutato nel merito di ogni singola circostanza.
bisogna vedere quanti cattolici in politica sono disposti a riconoscere questo criterio (che per esempio porta a concludere che un’attività commerciale debba pagare le tasse anche se svolta in nome di dio) e quanti, anche riconoscendo questo criterio, non si muovano comunque in una logica di lobby, riconoscendosi in qualche modo legati all’istituzione ecclesiastica.
il problema che in difesa del privilegio della religione (anzi, della istituzione cattolica) oggi si muovono quasi tutti i politici, prova, fra le altre, il fatto che solo Odifreddi abbia tuonato contro l’inserimento in statuto PD di riconoscere “la rilevanza nella sfera pubblica delle religioni e delle varie forme di spiritualità”.

Daniela

La laicità non vuol dire sintesi, ne odifreddi ha parlato di sintesi, mischiare un pò di quello o mischiare un pò di quell’altro, non vuol dire che si mischia la morale cattolica con un pò di morale mussulmana e un pò di ebraica, così i cattolici e i mussulmani pensano che non si devono dare diritti alle coppie omosessuali perchè è aberrante e innaturale, allora si fa la sintesi e si dice va bè giacchè esistono gli diamo dei diritti a metà, assolutamente non è così, laicità vuol dire che si rispettano i diritti di tutti, che lo stato non deve andare dietro alle morali delle varie religioni, ma che deve seguire il principio del rispetto dei diritti di ogni singolo cittadino, deve legiferare in modo da non violare i diritti e le libertà degli individui.
Ma fammi capire una cosa se si garantissero diritti alle coppie gay, quali diritti si violano? O se si fa finalmente il testameto biologico che diritti si volano, alla binetti che cosa succederebbe di così grave? Non prendiamoci in giro persone come la binetti vogliono solo imporre la loro morale, solo prevaricare.
Odifreddi nel suo libro ha scritto che vuole limitare la libertà di pensiero e di espressione? Dove e in che luogo ha espresso un pensiero del genere. Egli ha fatto una critica puntuale, usando strumenti logicie razionali, tutto qui.

Sergio

Dall’articolo di Odifreddi:

“… secondo la mia definizione di laicità: agire come se la religione e la Chiesa non ci fossero, senza naturalmente far nulla affinché non ci siano. Questa posizione è un compromesso tra i due estremi del clericalismo e dell’anticlericalismo.”

Agire come se la Chiesa e la religione non ci fossero mi sembra difficile e anche scorretto. Religione e Chiesa sono forze o fattori in campo di cui si deve in qualche modo tener conto.

Prosegue poi Odifreddi: “… senza naturalmente far nulla affinché non ci siano.”
Penso a un lapsus (non a una eventuale malafede di Odifreddi, di cui penso tutto il bene possibile). E’ notorio che Odifreddi combatte la superstizione religiosa, di cui la religione cattolica è in Italia la massima espressione. Dunque fa qualcosa perché non ci siano o perché il loro influsso decresca.

Non so cosa pensare dell’impegno di Odifreddi nel PD – che qualcuno legge come Partitus Dei o Partito Democristiano. Ci sono argomenti a favore di questo impegno e altri contro. Io direi di lasciarli cuocere nel loro brodo: tanti ormai hanno capito che gli ex comunisti vogliono governare coll’aiuto della Chiesa e ne sono giustamente disgustati.

Io sicuramente non voterò PD. Le dichiarazioni di d’Alema – neocatecumeno – hanno fatto definitiva chiarezza sull’anima di questo partito.
La Chiesa intanto invoca Gramsci e Togliatti, più rispettosi verso la Chiesa di questi ex comunisti. Semplicemente fantastico. Forza d’Alema, un piccolo sforzo ancora per issarti all’altezza di quei due, così la Chiesa sarà contenta.

Daniela

per sergio,
quado dice “… secondo la mia definizione di laicità: agire come se la religione e la Chiesa non ci fossero, senza naturalmente far nulla affinché non ci siano. Questa posizione è un compromesso tra i due estremi del clericalismo e dell’anticlericalismo.”, palra da un punto di vista legislativo , di come si dovrebbero comportare le istituzioni e d’altronde la laicità dello stato è la neutralità delle istituzioni nei confronti delle religioni.
E quando dice “… senza naturalmente far nulla affinché non ci siano.”, e sempre di laicità delle istituzione che parla, d’altronde mica poteva dire che lo stato doveva legiferare per fare in modo che le chiese non ci siano, sarebbe stato incostituzionale, le sue parole sono rivolte alla politica e alle istituzioni.
Un altro conto è invece battersi dal punto di vista culturale nel dimostrare l’irrazionalità delle credenze religiose e la loro dannosità o l’irrazionalità degli oroscopi, per agganciarmi all’esempio molto chiaro cheha fatto all’inizio.

Daniela

odifreddi parlava di come si debba comportare un politico laico a prescindere da quelle che sono le convizioni dei suddetti politici, e di come si dovrebbe comportare il partito democratico in particolare.
Non stava parlando della sua battaglia culturale per sconfiggere superstizioni e credenze.

Daniela

e mi spiego ancora meglio, io posso pensare e soprattutto dimostrare che le religioni sono nocive ed irrazionali o credere a queste credenze e miti, ma se divento politico ho il dovere di legiferare come se dio non ci fosse e questo è il principio di laicità ovvero la neutralità dello stato nei confronti delle religioni, ma devo anche legiferare in modo da non impedire agli altri libertà di culto o di espressione. Questo è il concetto di laicità dello stato espresso da odifreddi.

watchdogs

io quel “fare come se la chiesa e la religione non ci fossero” lo intendo come non dare ascolto esclusivo o privilegiato alle richieste della chiesa nel legiferare. dopodiché la chiesa è ovviamente attrice della vita pubblica, ma come lo possono essere i sindacati, le associazioni (anche atee), i comitati e qualsiasi raggruppamento di cittadini. non credo ci sia qualcuno che pensa che la curia romana, per esempio, debba pagare l’ici per la basilica di san giovanni, per esempio, così come la sede di partito o di associazione.

Massimo

Mi sembra che centrale per il discorso laico debba essere la distinzione fra cultura e politica (distinzione che non può esser fatta invece da nessuna religione: che guarda piuttosto alla politica in termini di una sua successione e corrompimento).
Riservando però un proprio ambito culturale alla politica (cioè uno spazio dove è lecito per la politica di agire).
Perché la politica, in fin dei conti (come la religione) risente della condizione sintetica della realtà imposta dalle sue scelte: pur sempre in ultimo tutto si decide con un si o un no.
Riduzione questa alla quale non puù affatto sottostare la cultura: che invece non può essere che plurale ed espansiva, accrescendosi su se stessa con l’accrescimento delle proprie conoscenze di “un mondo” esteso e plurale, mai riducibile ad “un significato ultimo”.
Come un pò invece è la politica: dove con i suoi si e i suoi no danno luogo ad un’unica scelta, che come “un tutto” prende il posto delle parti.
E come un tutto invece pretende di essere creduta la religione: con la sua pretesa ultima di raccogliere tutto in un unico significato.

Elettra

Sì,concetto chiaro e semplice,che ovviamente non sarà recepito.

Quanto al lavoro,quale sopra richiamato, è “santificato” forse perchè gli adepti dell’Opera sarebbero tenuti ad incrementarne la ricchezza elargendo a questa i frutti , stante il voto di povertà cui sono sottoposti. Voti di povertà, castità ed obbedienza : quali beati robottini!
L’apprezzamento di Veltroni e D’alema è talmente incauto,giusto per usare un eufemismo, che soltanto quello dovrebbe indurre Odifreddi a stare alla larga da quel partito e anche… da tutti gli altri, considerato che non se ne scorgono differenze.

Rick

Ma se per voi anche il Partito Democratico è un partito clericale ciò significa che voi dell’UAAR(associazione che si dichiara apolitica) siete praticamente tutti o quasi tutti o radicali o di Rifondazione Comunista o comunque di estrema sinistra?

Sergio

@ Daniela

Grazie per le precisazioni. Tuttavia un’osservazione. Scrivi:

“… ma se divento politico ho il dovere di legiferare come se dio non ci fosse e questo è il principio di laicità ovvero la neutralità dello stato nei confronti delle religioni, ma devo anche legiferare in modo da non impedire agli altri libertà di culto o di espressione. Questo è il concetto di laicità dello stato espresso da odifreddi.”

Non posso legiferare “come se Dio non ci fosse”, per il semplice motivo che un mucchio di fanatici si rifanno a questa fantasiosa entità e sono pronti a mettere a ferro e fuoco le nostre città (oggi gli islamici, non molto tempo fa i cattolici, questi ultimi decisi a ricominciare al momento opportuno).
Con ciò voglio dire che la pacifica convivenza con fanatici pronti a uccidere (oggi gli islamici, ieri i cattolici) è impossibile.
Un bel dilemma.

I Romani importavano culti e dèi dopo ogni guerra. Nessuno si sentiva offeso per il nuovo culto di Iside o di Mitra. La convivenza era possibile perché questi nuovi culti e dèi non minacciavano minimamente l’ordine costituito. Costituivano così un semplice «arricchimento» del pantheon, non molto più di folklore.

Ma poi sono arrivati i monoteisti con la loro pretesa di verità e di assoluto. Finché non ci libereremo di questi invasati e pazzi non ne usciremo. Come liberarcene senza uccidere, come hanno fatto loro (i cattolici) e fanno tuttora (gli islamici)?

Adesso ci si sono messi anche i teodem, i neocon, i filosofi da quattro soldi (Severino, Cacciari, Pera) e gli ex stalinisti a sostenere l’ «Infâme». Un mistero. Un altro mysterium fidei?
Il Dio di amore, che cancella di colpo 250’000 persone, ha forse un suo piano? (così dice Ratzinger e gli fa il verso quell’orribile personaggio che è Ferrara).

Che fare? Bisognerebbe mettersi d’accordo su un patto minimo, quel comune denominatore che permetteva ai vari culti di diffondersi in Roma. Il fatto è però che gli islamici non ne vogliono sapere, e nemmeno Ratzinger. Come possono accettare un minimo comune denominatore quelli che credono di possedere la verità, di aver un mandato diretto dal padreterno per legiferare loro?

Eravamo sulla buona strada in Europa. Ma «il dio che ha fallito» (il comunismo) ha riaperto anche da noi la strada a questi ridicoli buffoni nelle loro vesti multicolori (provate a immaginarvi il leggendario Gesù e i suoi dodici straccioni addobbati come Ratzinger Ruini o Bertone – è proprio impossibile). Sotto i paramenti dorati non c’è niente, solo la loro volontà di dominio (altro che amore).

Dio c’è ancora – purtroppo. Guai agli atei. Saranno fatti a fettine. Firmato Napolitano Bush e d’Alema.

Daniela

per rick,
non capisco la domanda, a noi dell’uaar interessa la laicità, secondo la tua opinione il pd è un partito laico?
Qui ci sono sia persone di destra sia di sinistra che hanno diverse idee nei vari campi economico, sociale, culturale e politico, ma tutti siamo per la laicità dello stato oltre ad essere atei o agnostici o non religiosi, magari la laicità fosse patrimonio di tutti o quasi i partiti politici, magari potessimo avere ampia scelta nel panorama politico.

tadeuz

Per baco tutti noi siamo per la laicita’ dello stato dentro Europa….., grazie daniela,

paolo di palma

Sono d’accordo, grazie alla fatica di Odifreddi e di Daniela nell’insistere sul corretto concetto di laicità, che va sostenuto anche e sopratutto perchè esistono tra i fideisti quei personaggi di cui parla Sergio.
Sull’utilità di Odifreddi nel PD non ho dubbi, è neccessario qualcuno che sia cosciente di cosa sia necessario al paese per non sprofondare nelle barbarie sotto l’orda dei fondamentalisti di qualsiasi fede siano. Direi di più ci fossero altri Odifreddi anche dentro qualsiasi altro partito. Non credo che la laicità possa definirsi di destra o di sinistra come già fa notare Daniela.

Elettra

per Di Palma

In linea astratta è bene esserci -da laici- nei partiti e farsi sentire ma, a mio modesto e pessimistico avviso, Odifreddi e pochi altri come lui, pur coraggiosi, sono oggi i Don Chisciotte che lottano contro i mulini a vento, essendo grande il conformismo della politica. E francamente mi dispiace che il matematico -occupandosene- debba andare incontro a delusioni:finora così è stato.

Il cambiamento dovrà essere di ordine culturale e richiede tempi lunghi e menti non ottuse.
Si dirà:c’è già Odifreddi e qualche altro a provarci. .Mah,è l’auspicio per l’anno adveniente.

Giovanni Giuranna

Ho letto con interesse l’articolo del prof. Odifreddi. Non condivido tuttavia il suo ragionamento e provo a rispondergli brevemente in forma di tesi:

1. Laicità non è sinonimo di ateismo (ci sono credenti e atei profondamente laici ed altri – credenti e atei – fortemente ideologizzati).

2. La fede religiosa non è assimilabile all’astrologia e allo spiritismo. Per comprendere lo “sguardo religioso” un po’ di ermeneutica è utile.

3. Non bisogna mai confondere scienza e scientismo (un approccio autenticamente scientifico non assolutizza sé stesso).

4. La razionalità scientifica non è l’unica forma di razionalità al di fuori della quale si entra nel mondo dell’irrazionale.

5. Com’è riduttivo pensare che le «visioni del mondo antitetiche a quella scientifica» debbano essere «confinate (sic!) nel campo individuale»…

6. La senatrice Paola Binetti è certamente cattolica, ma non tutti i cattolici si riconoscono nelle sue prese di posizione.

7. Contro la concezione di laicità espressa dal prof. Odifreddi («agire come se la religione e la Chiesa non ci fossero, senza naturalmente far nulla affinché non ci siano») mi pare saggio ripartire dalla sintesi raggiunta nella versione definitiva del manifesto del Partito Democratico («Noi concepiamo la laicità non come un’ideologia antireligiosa e neppure come il luogo di una presunta e illusoria neutralità, ma come rispetto e valorizzazione del pluralismo degli orientamenti culturali e dei convincimenti morali, come riconoscimento della piena cittadinanza – dunque della rilevanza nella sfera pubblica, non solo privata – delle religioni. Le energie morali che scaturiscono dall’esperienza religiosa, quando riconoscono il valore del pluralismo, secondo noi rappresentano infatti un elemento vitale della democrazia»).

8. Il motto risorgimentale «libera Chiesa in libero Stato» può essere considerato il punto di partenza per costruire una società che sia capace di mettere in dialogo le diverse prospettive di senso e di trovare, di volta in volta, soluzioni sufficientemente condivise.

paolo di palma

Elettra non esserci e peggio, in più credo che Odifreddi non si faccia illusioni. Credo ritenga per ora importante non vincere, ma almeno contenere l’orda dei barbari.

MetaLocX

Sono felice che Odifreddi faccia parte del PD. Ho l’impressione che senza di lui le tesi della laicità non avrebbero voce.

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