SBLOCCATI i concorsi per i professori universitari. E’ una delle ultime novità del governo per il 2007 in tema di università. Una notizia attesa da migliaia di ricercatori che aspirano al salto di qualità. La decisione è stata presa durante il Consiglio dei ministri di venerdì mattina che nel cosiddetto decreto milleproroghe ha inserito la disposizione che riapre, per il solo 2008, le selezioni per accedere ai ruoli dei professori associati e ordinari bloccate da due anni.
Ma per il sistema universitario nazionale è in arrivo un’altra importante novità. Nasce l’Anvur: l’Agenzia che darà le pagelle agli atenei italiani. In base a una serie di indicatori, le università più produttive si meriteranno fette più grosse dei finanziamenti statali mentre per quelle meno efficenti arriveranno rimbrotti e ispezioni ministeriali ma soprattutto dovranno accontentarsi di “quel che passa il ministero”. Una novità che per il nostro Paese suona come una vera e propria rivoluzione copernicana. […]
Lo schema di decreto del presidente della Repubblica prevede che, d’ora in poi, ci saranno più fondi per gli atenei che offriranno maggiore qualità e per gli enti di ricerca che produrranno di più. La valutazione, ha garantito il ministro, consentirà di prendere decisioni su trasferimenti di risorse e quindi di fermare i “finanziamenti a pioggia”. L’agenzia entrerà a regime in primavera con la nomina dei sette membri del Consiglio direttivo, cui poi spetterà l’elezione del presidente.
Sarà la stessa Agenzia “a proporre i criteri per la ripartizione di una quota del fondo annuale ordinario delle Università e degli Enti di ricerca”. E per avere un termine di paragone determinerà per ogni ateneo “il costo standard degli studenti universitari”. L’organismo, inoltre, in base ai dati raccolti e analizzati e sulla scorta delle ispezioni effettuate compilerà analisi e valutazioni che renderà pubbliche ogni due anni in un apposito Rapporto. Per gli atenei e gli enti di ricerca più brillanti sarà la stessa agenzia che segnalerà al ministero dell’Università “le situazioni che motivano, per l’elevata qualità raggiunta o per un rapido accrescimento di qualità nella didattica e nella ricerca, l’assegnazione di quote aggiuntive premiali del fondo di finanziamento ordinario”. Ma saranno segnalate anche “le situazioni di maggiore scostamento dagli standard qualitativi prefissati che richiedano l’attuazione di appositi programmi di rientro, nonché eventuali gravi inadempienze o situazioni di impossibilità ad adempiere alle finalità istituzionali”. Una promozione a pieni voti o una sonora bocciatura utile agli studenti e alle famiglie al momento della scelta dell’università.
Università, arriva l’agenzia di valutazione
7 commenti
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qualcosa sembra muoversi, speriamo bene.
Era ora che si cercasse di sanare, con un meccanismo di responsabilizzazione, le scelte fatte dagli organi universitari che hanno ricadute su chi colpe non ne ha: gli studenti e la società!
Non era tollerabile, e finalmente ci se ne rende conto, che esistessero corsi di laurea senza un numero adeguato di docenti (di tutte le materie e non solo di quelle degli amici degli amici), o scuole di specializzazione senza docenti della materia e strutture idonee reali ……
Che sia la fine dell'”Università al servizio degli universitari”? o è l’ennesimo tentativo che verrà infossato dalla casta degli universitari tanto potente anche in Parlamento?
In altri paesi europei la valutazione è fatta da organi extrauniversitari che non considerano solo la quantità (quanti studenti laureati) ma anche la qualità (san fare il loro mestiere?)
Sto con le dita incrociate (da buona atea geneticamente superstiziosa ……) ma le delusioni ormai sono state troppe ..
Nessuna rivoluzione, ma solo una moltiplicazione degli inciuci. Queste “agenzie di valutazione” in cui finiranno inevitabilmente i “superbaroni” costano l’ira di dio al contribuente e si tramutano poi in elites di controllo burocratico e politico. Non servono a niente se non a gestire favori. Poi mi si spiega in che cosa consiste la “produttività” dell’università. C’era un solo modo per rendere l’università produttiva, ossia togliere il baronato “a vita”, ossia quel ceto di cardinali laici che occupano cattedre e poi fanno i cavoli loro preoccupandosi solo che nessun altro entri a rovinare i loro affari.
Quoto in parte Silesio, ma questo credo sia un buon inizio… Fra Pallino naturalmente dobbiamo ringraziare voi per le vostre preghiere…
X Silesio
per produttività si intende, in senso lato, la capacità di produrre laureati: la presenza di fuori corso e di studenti che non superano gli esami abbassa la produttività.
Ma non la si può certo aumentare, per avere più fondi dal ministero, forzando psicologicamente i docenti a promuovere cani e porci …….: la casta universitaria ci guadagna (soldi per stipendi e nuovi prof) ma non certo la società (un medico che non sa fare il medico ……)
Sarò un utopista, ma spero sempre che prima o poi a vincere sia il merito…
amentare la produzzione di laureati…? sicuramente in fretta e furia per ricevere fondi?