La visita guidata inizia con un Cristo gigante alto nove metri, che si erge ogni mezz’ora dal monte Sinai mentre gli altoparlanti diffondono l’Alleluia di Beethoven. Benvenuti a «Tierra Santa», il megaparco tematico dedicato alla vita di Gesù, a dieci minuti dal centro di Buenos Aires. Siamo di fronte al Rio della Plata, a meno di un chilometro dalle piste dell’aeroporto metropolitano, con gli aerei che passano ogni cinque minuti e quasi lambiscono la Gerusalemme ricostruita su un’area di cinquantamila metri quadrati. Stradine e case di pietra, il Muro del Pianto, il mercato delle spezie, grotte e templi romani. Lo speaker ufficiale, abiti d’epoca e megafono in mano, avvisa: «State per entrare nella città che vide nascere, vivere e morire il Nostro Signore. Qui incontrerete le diverse fedi che per molti anni hanno saputo convivere. Potete visitare il parco assieme alle nostre guide o farlo da soli. Il percorso dura tre ore, fate attenzione agli orari degli spettacoli». I cancelli aprono alle cinque del pomeriggio, i gruppi vengono scaglionati di cento in cento. Al botteghino spiegano che nei giorni di massima affluenza, come le feste di Pasqua, entrano più di seimila persone. Dal 1999 sono passati quasi tre milioni di visitatori. Un bel business della fede.
«Abbiamo il nostro guadagno, inutile negarlo – spiega la direttrice, Maria Ferro – ma la nostra è una proposta profondamente culturale e religiosa. […]
Gesù è nato sul Rio della Plata
9 commenti
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.. Il turismo è il grande business in un mondo in cui la gente lavora sempre meno, ha soldi e deve pur riempire il tempo ……
Com’era quella storia della povertà evangelica?
La spettacolarizzazione e la commercializzazione della vita di gesù (per altro già ampiamente praticata dal cinema) non deve far ritenere che si sia di fronte ad una reale decadenza della cultura religiosa (della spiritualità, come si ama dire anche a sinistra), ma, se mai, un riassestamento della religione sulla base del sopraggiungere di nuovi miti, in quanto sempre e solo sul mito hanno prosperato le religioni.
Personalmente, da ateo, quando sento parlare della cosiddetta spiritualità come di un ‘valore’ nutro tutti i dubbi possibili e non mi scandalizzo affatto per queste strumentalizzazioni del cosiddetto ‘sacro’: la sacralitù è un mito, compresa la sacralità della vita… quindi ci vuol poco a tramutare il sacro in profano e viceversa. Basta qualche mito più alienante, come il business, appunto. E, all’occasione, purtroppo, anche laguerra ‘giusta’, o ‘santa’, con tanti saluti alla sacralità della vita.
La pretesa spiritualità dei popoli asiatici, per fare un esempio, si dissolve nel nulla di fronte a certi miti magari importati dall’occidente: pare che in una metropoli indiana (Nuova Delhi o Bombay, adesso non ricordo) ci sia stata una sollevazione popolare perché un divo di una telenovela molto seguita era stato incriminato per non so quale reato… Insomma, un ‘Cristo in croce’.
E poi i preti si scandalizzano se la gente si prende a botte per impadronirsi delle mutandine che l’attrice di successo lancia dal palco sulla folla. Chi di feticcio ferisce (e ingrassa) prima o poi di feticcio perisce.
il cattolicesimo e’ la religione del feticismo piu’ abietto, cioe’ quello per i cadaveri, e infatti tra i preti trovano rifugio le persone piu’ deviate della nostra società.
“un Cristo gigante alto nove metri, che si erge ogni mezz’ora dal monte Sinai mentre gli altoparlanti diffondono l’Alleluia di Beethoven.”
pensavo di costruire un gigantesco orologio a cucù che ogni mezz’ora esce e dice: “sveglia cretini!”
Ma ce l’hanno costruito almeno un MerDonald, all’interno del parco?
si entra gratis ? o con il biglietto di ingresso si compra un indulgenza?
ma il vaticano ha almeno il copyright su questo baraccone disneyano? una % sul biglietto..
non mi dite che non ci guadagna nulla!!
da morir dal ridere:
“..ma la nostra è una proposta profondamente culturale e religiosa.”