Incontrando i giornalisti in vescovado per lo scambio degli auguri, Giuseppe Zenti ha annunciato la buona novella (per lui). La madre di tutte le speculazioni edilizie va in porto. La giunta regionale ha trasformato in area fabbricabile la campagna del seminario a San Massimo, che la Curia potrà vendere moltiplicando i valori immobiliari cattolici, valori negoziabili per molte decine di milioni di euro. Nella sua opera di evangelizzazione il vescovo Carraro aveva tentato molte strade per valorizzare quella campagna. Aveva chiesto all’allora presidente del consiglio Berlusconi di impedire la ristrutturazione dell’ospedale di Borgo Trento per trasferirlo a San Massimo, si era parlato di facoltà di ingegneria, di officina, deposito, uffici AMT-APT, di un nuovo stadio ed altro ancora. Noi denunciammo a lungo quel tentativo di stravolgere l’assetto urbanistico della città in funzione del “bene comune” della chiesa cattolica. Distribuimmo volantini, facemmo interventi in varie sedi politiche e culturali, organizzammo un apposito convegno (20/1/05) con relazioni di Giorgio Massignan, presidente dell’ordine degli architetti e di Italia Nostra, e del nostro coordinatore Silvio Manzati. Il resoconto del convegno ebbe largo spazio sull’Arena. Nell’ultimo anno la parte destinata alla speculazione edilizia appare aumentata. In una relazione di mons. Luigi Verzè al Consiglio presbiteriale diocesano del 25/2/06 si diceva che dei 381.722 mq del terreno di San Massimo 218.709 sarebbero stati venduti. Il vescovo dice oggi che saranno venduti 260.000 dei 380.000 metri quadrati dell’area. La speculazione edilizia sarà facilitata dalla “strada di gronda” che la giunta Tosi ha deciso di costruire e che passerà nei pressi dell’evangelica campagna.
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L’intercessione degli assessori regionali rende alla chiesa cattolica molto di più (in soldi) dell’intercessione dei santi. L’Arena (27/12) ci rovina la digestione natalizia raccontando che “grazie all’intervento dell’assessore regionale ai servizi sociali Stefano Valdegamberi, di concerto con il collega ai lavori pubblici e allo sport Massimo Giorgetti, entrambi veronesi, la giunta regionale ha assegnato un finanziamento di 552 mila euro a 10 parrocchie della città e della provincia di Verona. Valdegamberi e Giorgetti sono in giunta regionale per curare gli interessi economici della chiesa cattolica e per provocare le bestemmie di coloro che cattolici non sono e che vedono la aspersione clientelare dei soldi che pagano con l’addizionale all’Irpef ed altri tributi regionali. Le parrocchie intercedute dagli assessori clericali sono: San Domenico Savio (Borgo Milano), con 100 mila euro; Santi Pietro e Paolo, con 20 mila euro; Sant’Anna a Lugagnano con 58.550 euro; Settimo di Pescantina con 20 mila euro; San Giovanni Battista di Velo Veronese con 8.500 euro; San Giuseppe di Bovolone con 97.500 euro; San Martino Vescovo, di Legnago, con 30.900 euro; Sant’Osvaldo, di Cerro Veronese, con 20 mila euro; San Pellegrino Vescovo, di Isola della Scala, con 97.100 euro; Sant’Antonio da Padova. di Legnago, con 100 mila euro.
Dalla Newsletter del circolo UAAR di Verona (verona@uaar.it)
Visto che la gente capisce solo quando gli si parla di soldi, sarà ora che prima o poi qualcuno capisca che questi finanziamenti sono CONCORRENTI con la diminuzione e la cancellazione delle tasse locali?
Chiedete ai veronesi e agli italiani: volete l’abolizione dell’addizionale regionale IRPEF o i finanziamenti alle parrocchie?
Oppure si potrebbe chiedere: volete nuove attrezzature/nuovo personale ospedaliero oppure nuovi cappellani (pagati profumatamente dallo stato!!)?