Informiamo le Aziende che il Comune di Gorizia, recependo il provvedimento n. 510/2007, emanato dall’arcivescovo di Gorizia Mons. Dino De Antoni in data 14/09/2007, ha disposto lo spostamento della Festività del Patrono di Gorizia, per il solo anno 2008, da domenica 16 marzo 2008 a venerdì 14 marzo 2008.
Il Comune di Gorizia recepisce
16 commenti
Commenti chiusi.
Per i lavoratori che hanno il riposo di sabato e domenica è perfetto perchè si fanno 3 giorni di vacanza. Per il resto si può notare che il Vescovo per far pesare la presenza del giorno del santo patrono ha potuto governare sull’economia di Gorizia!
mah, sono senza parole, non riesco a capire.
Non dovreste essere inc…ti soprattutto per il fatto che esista una festa civile il giorno del santo Patrono?
La chiesa è davvero comica e infernale come riesce ad infilare bigliettini sotto tutte le porte. Questa storia del santo patrono (considerato come festività) entrato in tutti i contratti sindacali è un altro modo per imporre a tutti la sua presenza massiccia e invasiva nella società. E’ poi affatto inutile dimostrare che la maggior parte di questi “santi patroni” sono personaggi fittizi o legati a leggende.
“…recependo il provvedimento n. 510/2007, emanato dall’arcivescovo di Gorizia…”
ditemi che sto sognando!!
Napoletanando napoletanando …
eccoci…siamo quasi arrivati al potere temporali dei preti, con contorno di ateilaici devoti.
Altro che schifo! Si tratta di invasione/occupazione straniera, sostenuta da ruffiani traditori e complici.
Bleaeehhhhhh!!!!!
forse stanno cercando di infiltrarsi in slovenia…
@ enrico, infatti se fosse per me sostituirei queste feste con dei riposi (di venerdì o di lunedì) ripartiti durante l’anno. e voi se volete festeggiare le vostre feste, vi prendete un permesso. ma questa è utopia per cui, rebus sic stantibus, ci si indigna che un vescovo possa spostare la festa civile
A dir poco allucinante!
comunicazione di servizio
@ dms, saresti così cortese da precisarci il senso di “Napoletanando” e soprattutto di illuminarci sull’attinenza con il tema?
Non ho parole.
Allora tanto vale chiedere l’annessione al Vaticano, almeno non dovremo più pagare stipendi a sindaci, governatori e parlamentari affinchè “recepiscano” 🙁
dms forse si riferiva a giorgio napolitano
beh?..che c’è da meravigliarsi? siamo o non siamo in Vaticanopoli?.. e poi a Gorizia..i commercianti i ga bisogno de schei! …e i preti i ghe da ‘na man…e allora? no torna tutto dopo nelle casse de dio? benedeti lori!.. De Antoni ama Gorizia (un pò meno Nova Gorica) mica come quel Bellavite…. che già co’ iera zovin el se ciapava cu Lotta Continua…
Con tutta la simpatia che ho sempre nutrito per i friulani li credevo più intelligenti. Pazienza buon patrono ai Goriziani!
D’altronde è giusto così, non si poteva ignorare il provvedimento n° 510/2007 dell’Arcivescovo, anche Gorizia e parte della Repubblica Cattolica Italiana, Federata al Sacro Stato Vaticano.
@marcolfo @dms “napoletanando” “napolitanando”… l’attinenza alla demenzialità riportate nella notizia di Gorizia non mi è stata dimostrata.
Comunque basta andare a leggere la pagina linkata in articolo per constatare quanto non c’entri minimamente il dettaglio geografico (Napolitano è napoletano) per gustarsi questa bellissima confusione tra poteri laici e religiosi, scritta da persone che il problema non se lo pongono affatto per persone che hanno la medesima sensibilità.
Temete quindi l’assuefazione a questi luoghi comuni e non perdetevi in giochi di parole bizzarri che vi farebbero incappare i quelle banalità che una società laica dovrebbe aborrire.
Saluti a tutti.
La festa del santo patrono e’ un assurdo.
Pensate alle aziende che lavorano su vari comuni: centro elaborazione dati chiuso un giorno, filiali chiuse un altro, centri assistenza chiusi nei giorni in cui ci sono clienti e clienti (e viceversa)
Pensate a chi ha figli che frequentano scuole che chiudono per il patrono del comune e lavora in ditte che osservano il patrono del capoluogo.
A me capitano entrambe le cose di cui sopra…
Roberto Grendene
penso che la festa sia spostata per non interferire con la celebrazione della domenica delle palme, ma fa ridere (o adirare) lo stesso, a me fa ridere