Aggiorniamo loro le lancette

“Repubblica” ha diffuso oggi i risultati di un sondaggio Demos-Eurisko sulle aspettative per il 2008. Veniamo a sapere che, dovendo scegliere tra nove “questioni in agenda”, il campione ha collocato “la difesa dei nostri valori religiosi, della nostra identità” al penultimo posto. Per contro, un 40,8% dei nostri connazionali (evidentemente ottimista) sembrerebbe ritenere “probabile” che, nel corso del 2008, sarà approvata una legge sulle coppie di fatto.
La grande intuizione dei socialisti spagnoli è stata di aver capito che, anche se non è così appassionata ai temi laici da scendere in piazza in massa, la grande maggioranza della popolazione del loro paese non ha alcuna intenzione di far condizionare la propria vita da un’agenzia morale rimasta ancora al primo Settecento.
La grande intuizione di quella stessa agenzia morale, in Italia, è stata di aver capito che, anche se la grande maggioranza della popolazione italiana la pensa come quella spagnola, il nostro paese è invece alla mercé di una classe politica rimasta ai tempi del Gattopardo.

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4 commenti

Daniela

per raffaele,
non credo che sia questione di passione oppure no, credo che sia questione di tempo, a volte non c’è proprio tempo di partecipare alle manifestazioni, anche quando le persone tengono alla laicità e ai diritti civili.
Comunque le percentuali di quelli che ritengono di dover difendere i valori religiosi fanno proprio ridere.

ALESSIO DI MICHELE

Sarebbe ora di finirla con la storiellina del mite popolo, laborioso, rigoroso, alacre, solo un po’ pigro quanto a tutela del rigore esistenziale, rappresentato, che so, da Buttiglione. Gli italiani sono cattolici fin nell’ osso: non perchè credano in maniera rigorosa ai dettami del cristianesimo (anzi, nei secoli, chi ha creduto in maniera rigorosa ha fatto spesso la stessa fine degli atei, magari anche con un paio di fascine in piu’). ma proprio perchè non ci credono, ma si adattano alla comoda zuppa precotta che viene dal 2° piano, sopra il colonnato; quando, ad es., “battezzo mio figlio: non me ne frega niente, ma che mi costa ?”, lì emerge la piu’ profonda italianità. Buttiglione nè è solo la logica conseguenza.

Massimo

Concordo con Michele: per la stragrande maggioranza dei cattolici italiani (compresi gli “atei devoti”) il “credere” è una questione di “identità nazionale”, prima ancora che di precetti religiosi. Una volta questo ordine di idee veniva definito clerico-fascista, oggi questo nome è inappropriato, ma rende ancora sufficientemente bene l’idea del Paese in cui viviamo.

Bruna Tadolini

Come scrivo nel mio libro “Dal big bang a dio. Il lungo viaggio della vita.”

“….Il percorso che abbiamo ipotizzato mette in evidenza come molte religioni si siano evolute come strumenti genetico/culturali della morale della vita. Esse, più o meno consciamente, si prefiggono la sopravvivenza del gruppo che le pratica utilizzando la spiritualità individuale come strumento per raggiungere l’obbiettivo materiale collettivo. La religione e Dio svolgono, quindi, una doppia funzione: sono una bandiera che identifica il gruppo (se Dio prevale il gruppo prevale); sono lo strumento che impone e fa accettare agli individui il sacrificio necessario per raggiungere la meta…”

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