Il velo che copre il capo ma non il viso e rende riconoscibile chi lo indossa non viola nessuna norma di legge, e lo stesso riconoscimento potrebbe andare al burqa, a condizione che lasci il viso scoperto: si tratta, in sostanza, di rispettare la legge Reale del 1975, che sanziona l’uso di qualunque strumento renda irriconoscibile la persona in un luogo pubblico: è attorno a questo principio che la commissione Affari costituzionali del Senato ha lavorato e la senatrice Silvana Amati (Pd), relatrice in commissione, è riuscita a trovare la quadra fra i diversi provvedimenti esaminati. Dopo l’ultima riunione del 4 dicembre, la relatrice ha predisposto un testo unificato in cui sono ricomprese le proposte di Lucio Malan (Fi) e dei parlamentari ulivisti in materia di sicurezza e di ordine pubblico. Dall’esame congiunto dei provvedimenti è rimasto escluso il ddl di An «perchè investiva un profilo particolare – ha spiegato la senatrice – vale a dire il divieto di indossare il velo limitatamente agli spazi scolastici, mentre il provvedimento opera sotto il profilo della sicurezza senza sfiorare questioni legate alla fede o alla sensibilità religiosa del cittadino». Nel testo (firmato anche da Binetti, Negri, Thaler, De Petris, Rubinato e Rame) si ribadisce «l’orientamento al multiculturalismo, costituzionalmente garantito, la libertà di professare la propria religione e di esplicitarla anche con indumenti che palesino il proprio culto, ma nel rispetto della sicurezza di uno Stato laico».
Va avanti il progetto di legge sul velo
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Spero che si voglia garantire anche la libertà di non indossare il velo.
Una volta tanto, comunque, sono favorevole ad una proposta di AN: nelle scuole pubbliche (e tanto più quando si tratta di minorenni) si dovrebbe incentivare il sentimento di appartenenza a una cittadinanza comune piuttosto che la distinzione identitaria su basi religiose.
Qui il discorso e’ complesso e io sono molto dibattuto, credo che la battaglia da fare sia culturale, non penso che si possa imporre una visione positivista della vita a colpi di leggi. Un conto e’ pretendere un attegiamento laico delle istituzioni, ma impedire per legge di indossare un indumento personale e’ altra cosa, rientra nella sfera delle liberta’ individuali (per quanto non mi piaccia il velo). La legge francese che impedisce di portare qualsiasi simbolo religioso o politico nei posti pubblici mi ha sempre lasciato perplesso, per non dire contrariato. Credo che sarebbe una bella discussione di approfondimento anche tra noi
Una legge che impedisca il velo alle donne musulmane potrebbe anche sortire l’ effetto contrario, cioe’ quello di cementare ancor di piu’ il senso di appartenenza alla identita’ religiosa contro il tentativo di uniformazione degli occidentali, cioe’ lo scontro di civilta’ che tanto piace ai conservatori, ai cristiani e ai fascisti d’ ogni piazza
una legge che impedisca il velo servirebbe solo a confinare molte donne mussulmane dentro casa, con relative conseguenze.
@ Jean Meslier
concordo anche io, ma la conclusione logica è anche l’abolizione dell’insegnamento della religione cattolica