Quando lo scienza confessa: ho sbagliato

«Quando pensare modifica la tua opinione è filosofia, quando Dio ti fa cambiare idea è fede. Quando i fatti ti fanno vedere le cose in modo diverso è scienza». Questa l’introduzione al quesito per l’anno posto da un’associazione culturale cui aderiscono i principali pensatori del momento, da Richard Dawkins, lo zoologo britannico autore del libro culto Il gene egoista e più recentemente L’illusione di Dio, allo psicologo Steven Pinker passando per il musicista produttore Brian Eno.

Se nel 2006 aveva domandato ai suoi iscritti quale fosse l’idea più pericolosa e nel 2007 su che cosa si sentissero ottimisti, per il 2008 Edge (il sito è www.edge.org) ha lanciato una provocazione: su cosa avete cambiato idea? E perché? L’obiettivo era spingere gli scienziati, gli scrittori e i ricercatori che utilizzano regolarmente il sito ad ammettere, in un certo senso, i propri errori.

Centinaia di loro hanno raccolto l’invito (a tanta solerzia ha forse contribuito il fatto che le ultime edizioni delle risposte sono state pubblicate sotto forma di libro), rivelando una gamma di dietro front tra il clamoroso e il simpatico.

Mark Pagel, biologo evoluzionista dell’università di Reading, sostiene ad esempio che parlare di differenze tra razze non debba essere tabù. «Gli ultimi studi sul genoma rilevano che c’è tra gli uomini grande diversità genetica. Ci accomuna il 99.5 per cento del patrimonio genetico, non il 99.9 per cento come invece si credeva in passato. Questa è una revisione notevole se pensiamo che con lo scimpanzé la somiglianza è del 98.5 per cento. Che ci piaccia o no, ci sono tra gli esseri umani differenze che possono corrispondere alle vecchie categorie di “razza”. Questo non vuol dire assolutamente che un gruppo sia superiore all’altro, ma solo che sia lecito discutere di differenze genetiche tra la popolazione».

Per Pinker, invece, che oggi insegna a Harvard, è arrivato il momento di ricredersi sull’evoluzione umana: sino a poco tempo fa sosteneva che l’uomo si fosse isolato dal processo di selezione naturale e che la sua evoluzione si fosse arrestata. Non ne è più sicuro. «Nuove ricerche indicano che migliaia di geni, forse addirittura il 10 per cento del genoma umano, è stato recentemente soggetto a cambiamenti, una forte selezione che potrebbe aver accelerato le mutazioni nelle ultime migliaia di anni ».

Per Helena Cronin, filosofa della London School of Economics e direttrice del centro sul darwinismo, se oggi il mondo sembra essere dominato dagli uomini, la colpa non è solo di una certa discriminazione e di differenze di gusti, temperamento e talento, ma anche di una superiore omologazione femminile: «Mentre le donne tendono ad essere a grandi linee dello stesso livello, gli uomini hanno come gruppo maggiore varietà. Il che vuol dire che ci sono tra i maschi più elementi meno intelligenti, ma anche più premi Nobel».

Che lo scienziato possa cambiare idea e sia in grado di ammetterlo, secondo Dawkins, è un bene. Anzi, gli fa onore, ha scritto lo studioso sul sito dell’organizzazione creata e diretta da John Brockman, impresario culturale definito «il grande enzima intellettuale del presente »: «Come saremmo inflessibili, rigidi e dogmatici altrimenti ».

Articolo di Paola De Carolis pubblicato sul Corriere della Sera

Archiviato in: Generale

28 commenti

Bruna Tadolini

Vorrei sottolineare che “ammettere un errore” e “cambiare idea” non sono la stessa cosa.

Se, ad esempio, traggo delle conclusioni da certi dati a mia disposizione e questa conclusione risulta errata …… allora posso ammettere di avere sbagliato!
Ma se la conclusione a cui si arrivava con i dati a disposizione era giusta e pur tuttavia, in base a nuove scoperte, non è più valida …. allora posso/devo cambiare idea.

Su questa falsa identità si basa molto del pensiero che sostiene che la scienza non è affidabile perchè ha dimostrato di avere sbagliato: Newton sconfessato da Einstein, ad esempio!!!

marco sanna

mi chiedo chi scriva il TITOLO dell’articolo.
Tra contenuto dell’articolo e titolo c’è una profonda sconnessione che rishia di indurre a un fraintendimento.

marco sanna

nel mio precedente post mi riferivo al titolo del Corriere:
“Dalle teorie sull’evoluzione alle differenze tra razze, in rete i mea culpa degli studiosi”

Vash

In effetti leggendo il titolo mi immaginavo lo sproloquio di qualche fondamentalista e non un articolo scientifico.

Felix

Il tutto sembra confezionato apposta per confondere le idee del lettore.

Alessandro Bruzzone

Corriere della Sera: un giornale, una garanzia.

BX

Ho letto l’articolo e, titolo a parte, queste alcune considerazioni che ne ho ricavato.
C’è un’ovvietà sconcertante che lo sottende tutto: lo scienziato può sbagliare, ma deve ammettere l’errore! Grazie tante, ma non credo che questa debba valere solo per lo scienziato. Quindi non vedo cosa ci sia di clamoroso. Il ‘clamore’ – e questa è l’altra mia considerazione – sorge quando si era ‘assolutizzato’ un qualche esito della ricerca per cui, quando i fatti lo smentiscono, è come se… ‘dio fosse morto’ o, magari, ‘fosse risorto’.
Quindi ancora (e qui riprendo la questione sollevata da Bruna Tadolini) i rilievi critici che eventualmente si possono rivolgere alla scienza – meglio ad un modo particolare di rapportarsi alla scienza – non sono certo quelli dovuti al fatto che commette errori, che si può sempre dimostrare che ha sbagliato (rilievi risibili), ma quando va contro il proprio statuto epistemologico e deontologico ritenendo, ogni volta che corregge un errore, di avere finalmente scoperto qual è la ‘verità vera’ su una qualche questione.
Detto tutto questo, va da sè che quando si tocca il tema del’evoluzione e della razza, ogni ‘correzione’ assume un rilievo particolarmente importante. Basta non considerare mai il discorso concluso una volta per tutte.

Daniela

infatti il titolo è fuorviante e articolo un pò banale (è logico che nuovi dati e studi più approfonditi possano portare a nuove scoperte e a completare teorie già di per se molto consolidate, ma forse di questi tempi è meglio dire anche le cose più banali).

p.s. la fisica di newton è ancora valida, gli ingegneri la utiizzano ancora per mandare shuttle nello spazzio così come per costruire macchine da utilizzare sul suolo terrestre, essa è valida per determinate condizioni, la fisica di einstein descrive e governa fenomeni che avvengono in altre condizioni, ma la seconda non esclude l’altra e non ne inficia la validità ma ne delimita solo il campo di applicazione.

claudio r.

La fisica di Newton, si puo’ dire approssimativamente che e’ un caso particolare della fisica di Einstein, come il quadrato e’ un caso particolare di rombo e il rombo e’ un caso particolare di quadrilatero.
Da noi, si sa, hanno imperato le concezioni di croce e gentile, modesti filosofi del panorama novecentesco, che relegavano la scienza ad un livello subordinato, non si puo’ pretendere
molto, quindi, da chi si e’ formato secondo questa filosofia.

Giuseppe Murante

…tanta gente, in altri ambiti, sbaglia e continua a non ammettere l’errore, magari anche di fronte all’evidenza.
Il metodo scientifico questo non lo consente: gli errori possono essere *dimostrati* come tali (naturalmente, all’interno del suddetto metodo), e tutti coloro che lo accettano sono tenuti a riconoscerlo, o a rinunciare alla scientificita’.
Questo NON accade in alcuna altra branca del pensiero umano. Per esempio, non accade di sicuro con le religioni, e NEANCHE con la filosofia.

Quanto allo statuto “epistemologico e deontologico”… mai saputo che ne avesse uno, eppure lavoro in astrofisica da 18 anni.
La scienza non si occupa di “verita’ vere”, almeno che io sappia. Si occupa di fenomeni naturali e delle loro spiegazioni, sapendo SEMPRE che dei primi si possono scoprire nuovi aspetti e che le seconde possono essere migliorate o addirittura superate.

Se poi qualcuno, con Heidegger, ha voglia di ritenere che non ci siano fatti ma solo interpretazioni, questo e’ un suo problema… ai fenomeni non interessa molto 🙂

Marco

Il fatto che la scienza stessa faccia “mea culpa” e che corregga i suoi stessi errori è una prova inconfutabile di quanto sia vera!! W la scienza!

anteo

in sintesi
–Mark Pagel rispolvera il concetto di razza
–Pinker pensa che l’uomo sia ancora in evoluzione
–Helena Cronin sostiene che le donne sono più sceme degli uomini perchè prendono meno Nobel

delle 3 tesi la 2 mi sembra l’unica con scientificamente sensata, le altre 2 molto inficiate dall’ideologia, nel senso più retrivo del termine.

Daniela

per raffaele,
ho appena letto le sue opinioni, bè che acume, che intelletto (scherzo ovviamente), cert che ce ne vule di coraggio per scrivere delle scemenze del genere, bah.

Bruna Tadolini

Ciò che spinge gli uomini verso la scienza è la curiosità, il volere trovare risposte a quel “perchè” che ci assilla fin da piccoli! Se bari, se nascondi i dati che non “fittano”, se sbagli vai contro te stesso, contro il tuo fine di scienziato cioè il soddisfare la tua curiosità!!

Poichè questo è l'”egoistico” sentire della maggior parte degli scienziati …. le regole dell’etica scientifica sono chiare e condivise.

L’altra etica è uno strumento genetico-sociale per fare stare insieme una società basata su gerarchie … e lì l’interesse egoistico personale del prevalere sugli altri (anche barando e negando le evidenze) da vantaggi ….

Pensieri in libertà …….. siate clementi!

BX

X Gianni Murante.
Ci risiamo. A rischio di ripetere sempre le stesse cose, di scontrarci sempre sulle stesse cose, vediamo almeno di capirci su alcuni termini usati.
‘Statuto epistemologico e deontologico’ sta semplicemente ad indicare proprio ciò che caratterizza il metodo scientifico come metodo scientifico. Ciò che anche tu applichi se vuoi essere coerente col metodo sperimentale.
In quanto alla ‘verità vera’, non a caso virgolettata, si riferisce ovviamente alla ‘verità’ di un fenomeno naturale in quanto tale, al modo con cui si ritiene che si manifesti e alle cause naturali di questa manifestazione, non alla sua verità metafisica.
E infine, e spero per l’ultima volta: i rilievi che io faccio, non li faccio tanto alla scienza e agli scienziati coerenti, quanto al credito fuorviante (questo sì, ‘metafisico’) che spesso viene dato alla’scoperta’, alle conseguenze ‘fideistiche’ che ciò comporta. Se tu questo non lo riscontri, io invece lo riscontro, altrimenti non interverrei neanche in questo post.

(In quanto alla filosofia lascio a te la responsabilità della tua affermazione circa la sua impossibilità a ‘dimostrare gli errori’. Siccome io considero la filosofia semplicemente l’esercizio da parte dell’uomo della facoltà di pensare il più possibile liberamente, di cazzate ne ha ‘dimostrate’ tante. Se poi ritieni che i problemi sollevati dalla filosofia non servano a niente, potrei dire anch’io che questi sono problemi tuoi… a meno che, come al solito, si metta lo scienziato da una parte, in sorta di extreterritorialità esistenziale, e l’uomo da un’altra.)

Daniela

ovviamente quando ho scritto “le sue opinioni” mi riferivo a quelle di gennari, non a quelle di carcano, ovvero al post di gennari, per essere precisi, certo che ho scritto in modo errato. Mi scuso.

Daniela

per bx,
ma cosa vuol dire “quanto al credito fuorviante (questo sì, ‘metafisico’) che spesso viene dato alla’scoperta’, alle conseguenze ‘fideistiche’ che ciò comporta.”, che c’è di fideistico nel spiegare e dimostrare, nel descrivere come avvengono i feomeni naturali, che c’è di fideistico nel dire che una cellula nel riprodursi si comporta in una certa maniera o nel descrivere i fenomeni di una eruzione vulcanica.
Dove li hai riscontrati questi atteggiamenti fideistici?

BX

X Giuseppe Murante.
Ci siamo già confrontati su questi temi, se ricordo bene, discutendo di scienza e metafisica. Confrontati, ma più che altro scontrati… quindi per non ripetere sempre le stesse cose che non ci troveranno sicuramente d’accordo, vediamo almeno di intenderci su certe espressioni e su certi termini.
‘Statuto epistemologico e deontologico’ sta semplicemente a indicare ciò che è proprio del metodo sperimentale in quanto tale, il tipo di conoscenza che se ne ricava applicando una certa metodologia con coerenza… in altre parole i criteri che anche tu senz’altro nel tuo lavoro di scienziato seguirai.
‘Verità vera’, non a caso virgolettato, è usato per indicare la ‘verità’ di un fenomeno naturale, il suo modo di manifestarsi e le cause naturali che determinano questo modo di manifestarsi, non certo la sua verità ‘metafisica’.
E infine, la critica che io muovo, non tanto alla scienza e agli scienziati coerenti, ma ad un certo modo di rapportarsi alla scienza, è in relazione all’aspetto spesso trionfalistico che la ‘scoperta’ viene ad assumere, con sforamenti ‘fideistici” (questi sì metafisici) tutt’altro che trascurabili per le conseguenze che possono avere, e che hanno avuto. Questo tu non lo riscntri? Io sì, altrimenti, non essendo scienziato, non interverrei nemmeno in questi post.

(In quanto alla filosofia lascio a te la responsabilità di quanto affermi. Per quanto mi riguarda dico solo che i problemi che essa pone dovrebbero riguardare anche lo scienziato – stavo per dire soprattutto, visto il potere che acquisisce sulla natura nella conoscenza sperimentale della stessa – e non, come spesso accade, considerarlo, in quanto scienziato, collocato in una sorta di exterritorialità esistenziale)

Daniela

guarda che la scienza è proprio quella branca del sapere che grazie proprio al metodo scientifico ci permettere di studiare e conoscere i fenomeni naturali.

BX

X Bruna Tadolini.
Mi sono piaciuti molto i tuoi ‘pensieri in libertà’, anche se io non riuscirò mai a separare un’etica scientifica da un’etica tout court. Comunque credo di aver capito cosa intendi, spezzando così di fatto una lancia notevole a favore della scienza.
In ogni caso, mia obiezione: credi davvero che l’ ‘egoistico’ dello scienziato faccia sì che le regole dell’etica scientifica siano così automaticamente rispettate? Che non sia portato anche lui a barare proprio come scienziato, come ogni egoismo induce a fare?

Daniela

l’aspetto trionfalistico è dovuto da come i giornali e le riviste non specializzate danno le notizie a volte in modo impreciso e volutamente fuorviante, nelle riviste specialistiche tutte le notizie sono date in modo sobrio e nei minimi dettagli. Inoltre a volte è normale, quando si fanno scoperte molto importanti che ci permettono di scoprire e studiare la natura dei fenomeni , mostrare entusiasmo, penso alla scoperta della doppia elica fondamentale per la biologia e la medicina, una delle scoperte più importanti di tuti i tempi, scoprire di cosa siamo fatti, scoprire l’elemento basilare della vita.

Giuseppe Murante

@bx:
“E infine, la critica che io muovo, non tanto alla scienza e agli scienziati coerenti, ma ad un certo modo di rapportarsi alla scienza, è in relazione all’aspetto spesso trionfalistico che la ’scoperta’ viene ad assumere, con sforamenti ‘fideistici” (questi sì metafisici) tutt’altro che trascurabili per le conseguenze che possono avere, e che hanno avuto. Questo tu non lo riscntri?”
Qui sono d’accordo con te. Lo riscontro eccome, anche se molto meno negli addetti ai lavori (che piu’ o meno sanno quali sono i limiti del loro mestiere, se non altro pe averci sbattuto su il naso personalmente un po’ di volte, tranne ovviamente alcune presuntuose eccezioni) e molto di piu’ nei media ed in un certo atteggiamento sociale irrazionale che vede nella scienza quello che NON e’, una specie di religione rivelata da alcuni alti sacerdoti (gli scienziati) che pero’ produce le medicine ed i telefonini.

Questo e’ un problema culturale, pero’, concedimelo, non intrinseco alla metodologia scientifica.

/OT: avevo una mezza idea di aprire un forum sul mio sito su “le responsabilita’ della scienza”, tema sul quale gia’ abbiamo incrociato un paio di volte le spade.. e gradirei la tua partecipazione. Essere sempre d’accordo e’ noioso e poco istruttivo. Questo forse non e’ il luogo per discutere di scienza & filosofia, a meno di non aprire invece un forum qui sul sito uaar.
Ca va sans dire, NON sono d’accordo sulla tua nota in merito 🙂
/OT

Senofane

sono l’unico a pensare che le razze non esistano non solo nell’uomo, ma in tutto il regno animale (non vorrei andare oltre, per ora)? secondo me un delfino preso a caso potrebbe valere, probabilmente, più di un uomo preso a caso. per valore intendo il valore “umano”. se prendiamo altre specie, tipo un religioso con un ateo, secondo voi chi è più capace di umanità?
quando cominceremo a considerarci si degli individui, ma parte di un organismo più grande, Gaia, e non in senso religioso, ma scientifico e umano. noi siamo la fauna cellulare del pianeta, pianeta che ha una sua vita, con o senza di noi.
… già comincia a trattarci come virus, se continuiamo a fare gli stupidi, cioè a recitare la parte degli apprendisti stregoni …

Bruna Tadolini

X BX

Certo che anche gli scienziati hanno un istinto a barare e molti barano, ma l’istinto che fa loro compiere queste azioni è legato a quegli aspetti genetico-culturali della organizzazione gerarchica che esiste anche della scienza (almeno in italia): compiacere il capo, avere più fondi, salire nella considerazione altrui insomma l’affermazione di sè ….. spingono a barare.

Ma poichè alla lunga il barare nella scienza non paga (eccetto alcune famose eccezioni in cui chi paga è il mondo politico e non quello scientifico …) in generale l’egoismo della curiosità supera quello della gerarchia!

BX

X Bruna Tadolini,
Certo, ma è proprio la ‘conoscenza come fine’ – e di conseguenza i procedimenti per perseguire questo fine – che, a mio parere, ha le sue radici in una condizione umana (e qui credo, da quel che ho potuto capire, che anche tu sia d’accordo) in grado come tale di condizionare ogni processo conoscitivo. Non credo che la scienza possa godere, da questo punto di vista, di una qualche franchigia tale da collocarla in una dimensione solo sua. E non lo credo nemmeno per quella scienza così apparentemente astratta (‘nata già adulta’ dichiarava entusiasta Comte) che è la matematica, strumento principe, tra l’altro, di ogni procedimento scientifico.

Alberto

@ Anteo

“delle 3 tesi la 2 mi sembra l’unica con scientificamente sensata, le altre 2 molto inficiate dall’ideologia, nel senso più retrivo del termine.”

Con simpatia, ma permettimi…
su che basi affermi che l’unica scientificamente sensata è la seconda? Non è che le altre semplicemente non ti piacciono?
Non potevano essere le teorie di prima ad essere inficiate dalle ideologie (retrive) in un altro senso?
Pagel, Pinker e Cronin, così come altri in passato, vedi Edward O. Wilson, Trivers, Dawkins e Watson, devono tenere conto di quello che “sembra” a noi, prima di fare affermazioni? Dovrebbero correggere il tiro quando qualcosa stona (a volte solo apparentemente) con i nostri ideali?
Uno scienziato premio Nobel è visto talvolta come un prezioso “bollino blu” quando fa affermazioni che ci servono per zittire l’avversario, (magari un bigotto ignorante), consentendoci di fare la bella figura dell’intellettuale colto, buono e progressista. Quando le sue ultime considerazioni non ci vanno a genio… pollice verso: “gli è dato di volta il cervello”, “il Nobel lo dànno anche ai cani”, ecc., si rovesciano le brocche di acqua in testa, e si finisce col proibire ai “fascisti” di tenere lezioni nelle università a suon di slogan.
Saluti

Commenti chiusi.