Il principale guardiano anticancro, la ormai famosa proteina ‘p53′, ha un bodyguard che gli guarda le spalle mentre p53 salvaguardia il nostro corpo dai tumori. E’ la proteina ‘NUMB’ e ricercatori italiani hanno scoperto che tiene a bada il tumore al seno ed è utile per capire la gravità della malattia in ogni paziente ed indirizzarsi verso le cure più adeguate. Lo hanno scoperto, con una serie di esperimenti su cellule di tumore umano della mammella, ricercatori dell’IFOM Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare), dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e dell’Università degli Studi di Milano. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature. La proteina NUMB protegge dalla crescita del cancro facendo da scudo a p53. Senza NUMB, p53 non funziona più e il tumore ha una prognosi meno favorevole ed è anche resistente alla chemioterapia.
“Con NUMB – ha spiegato Pier Paolo Di Fiore, Direttore Scientifico dell’IFOM, Ordinario di Patologia Generale presso l’Università degli Studi di Milano e uno dei due autori principali dello studio – abbiamo a disposizione un nuovo biomarcatore da utilizzare come indicatore prognostico del tumore della mammella. E, con uguale se non superiore rilevanza clinica, abbiamo un nuovo ‘circuito’ molecolare da modulare farmacologicamente per ripristinare le condizioni di normalità”.
L’impiego di NUMB come indicatore prognostico è praticamente attuabile da subito: basta valutare la quantità di NUMB presente nel tessuto prelevato dai pazienti. Questa procedura di valutazione è stata già inserita nella pratica clinica da Giuseppe Viale, Direttore dell’Anatomia Patologica allo IEO e co-autore della ricerca. La proteina p53 è considerata uno dei principali guardiani del corpo contro i tumori, si conosce da molto tempo ed ha un’azione importantissima per mettere un freno alla moltiplicazione cellulare e prevenire l’insorgenza del cancro. Gli italiani hanno scoperto in NUMB una proteina di sicurezza che protegge p53 e le permette di svolgere il proprio lavoro di oncosoppressore. Lavorando su colture cellulari isolate da tumore umano della mammella, gli scienziati hanno individuato e caratterizzato il meccanismo di interazione della proteina NUMB con p53. NUMB lega p53 e la protegge dalla degradazione altrimenti attivata da un’altra proteina, ‘HDM2’.
A conferma di questo meccanismo, uno screening genetico condotto su tessuti prelevati da 443 pazienti che erano state sottoposte a chiemioterapia adiuvante, ha mostrato che in molti di questi tumori la proteina NUMB è assente o presente in quantità scarsissime e che l’assenza di NUMB è legata al peggioramento della prognosi e alla chemioresistenza. “Utilizzare NUMB come marcatore prognostico – ha affermato Salvatore Pece, ricercatore all’IEO e autore dello studio – ci può senz’altro aiutare a definire con maggior precisione la prognosi e a individuare un più adeguato trattamento farmacologico” personalizzato. Oltre che nella diagnostica, NUMB potrebbe aprire nuove prospettive farmacologiche. “Abbiamo individuato – ha spiegato Pece – due possibilità di impiego terapeutico della nostra scoperta, che dovranno ora essere sperimentate in modelli pre-clinici e poi eventualmente passare alla fase di sperimentazione clinica”. “Vorremmo identificare e caratterizzare – ha aggiunto Ivan Colaluca (IFOM, IEO) – il meccanismo responsabile della perdita di NUMB nei tumori” e capire come “ripristinare farmacologicamente il livello della proteina eliminando, per così dire, il problema alla radice”.
… qualcuno poco tempo fa diceva che la scienza non avanzava nel campo della ricerca sul cancro?
Quale migliore e gradita risposta! Bravi.