Berlino apre la prima casa di riposo gay

Prima o poi doveva accadere. E ad aprire la strada è Berlino, che conferma, ancora una volta, l’obiettivo di contendere ad Amsterdam il titolo di capitale europea del movimento omosessuale. Sulle rive della Sprea sorgerà una casa di riposo appositamente creata per gay e lesbiche. È, a quanto pare, una prima volta assoluta nel vecchio continente. La struttura, realizzata dall’organizzazione «Village», aprirà i battenti il prossimo 18 gennaio a Pankow, un quartiere nord-orientale della capitale, dove la vecchia Germania Est aveva concentrato le sedi dei principali ministeri, e potrà ospitare fino a un massimo di 28 persone, in 18 camere singole e 5 doppie. La casa di riposo non sarà comunque completamente off-limits agli anziani eterosessuali, che potranno fare domanda per essere accolti.
Oggi, secondo le stime, oltre 1.300 anziani tra gay e lesbiche sono ospitati a Berlino in strutture pubbliche. Una cifra che conferma la forte e tradizionale presenza di omosessuali nella vita della città. Omosessuale è del resto anche il sindaco, Klaus Wowereit, diventato famoso per il suo outing pubblico qualche anno fa («Sono gay e va bene così»), spesso fotografato con il fidanzato e sempre in prima fila nelle manifestazioni omosessuali, nonchè esponente di punta del partito socialdemocratico.
A completare il quadro della città il record fatto segnare a fine 2007, quello dei single: in tutto sono 1,7 milioni le persone che vivono da sole. Un primato a cui la presenza gay ha dato un contributo significativo. […]

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13 commenti

Ryan

Se non altro è un’azione che mostra l’apertura di Berlino verso gli omosessuali…. In Italia sarebbe mai possibile fare una cosa del genere?
Non è da dimenticare che nella ex Germania nazifascista, oltre gli ebrei, anche gli omosessuali venivano perseguitati e sterminati. Appare anche come una forma di ritrovata tolleranza dopo un passato da non ripetere… e in Italia? niente, ancora continuano le discriminazioni di ogni tipo verso i gay, compreso il fatto di non volergli riconoscere molti diritti che in altri stati, più democratici e liberi dell’Italia, hanno già acquisito da tempo.
Con queste notizie, si vede che ci sono stati che percorrono un certo progresso e altri (la nostra Italia) che stanno fermi e cercano di arretrare (es.: attacco alla legge 194).

Nikky

Va bene, abbiamo la strada gay, la spiaggia gay, ora anche la casa di riposo per omosessuali.
Presto mi aspetto anche un quartiere gay (ma mi sa che c’è già) e un autobus per soli gay. 🙄

Nikky

Va bene, abbiamo la strada gay, la spiaggia gay, ora anche la casa di riposo per omosessuali.
Presto mi aspetto anche un quartiere gay (ma mi sa che c’è già) e un autobus per soli gay. 🙄
E lo chiamate progresso?

myself

Sarebbe meglio se si potesse vivere tutti insieme allegramente, però in fin dei conti non è una cattiva notizia… tenete conto che una casa di riposo gay è anche più facile da gestire, vengono molti meno nipotini a trovare i nonni 😛

Flavio

Non è sbagliato offrire un luogo di soggiorno in cui ci siano persone con simili esperienze. E’ lo stesso principio per cui ci sono i bar gay, le crociere gay, ecc. E’ anche strategie di marketing, perché no? Comunque gli anziani gay che non sono d’accordo hanno a disposizione anche tutti gli altri ospizi, immagino.

Asatan

Beh io lo posso capire il nonnetto gay che a 70 e passa anni non ha più voglia di rischiare di ritrovarsi ad avere fra i piedi omofobi vari.

Nifft

E’ solo un’operazione di marketing di bassa lega. La cosa positiva è che esiste un contesto sociale che, tra le altre cose, permette un’operazione di marketing di questo tipo.

Alessandro Bruzzone

E’ una forma di ghettizzazione che non mi trova per niente d’accordo. Non credo nella necessità di una “cultura gay”, piuttosto credo nella necessità della parità dei diritti e dell’uguaglianza morale.

Silesio

Quindi uno per entrare nella casa di riposo deve dichiarare per iscritto di essere gay?

Michael Moore

Ho vissuto in Germania e conosco abbastanza le vicende di Wowereit.
Non è una ghettizzazione, visto che per esempio a Milano vi è una residenza per musicisti anziani. Vi assicuro che per un gay Berlino è un vero paradiso di libertà.

rossotoscano

Ciao ragazzi, ho letto i vostri commenti e ho constatato che tutti peccano di profondo provincialismo tutto italiano, cercate di vedere un pò aldilà del vostro naso: I commenti sui pochi nipoti, sul ghetto e sul fatto di dichiararsi gay sono degni di un’intelligenza bassa… ricordatevi che l’italia ha firmato e sottoscritto alcune leggi europee contro la discriminazione ( in ogni senso e non solo verso omosessuali) , ha sottoscritto e accettato di mettere coppie omosessuali in graduatoria per le case popolari( vero solo sulla carta) sempre l’italia ha accettato di non porre divieti alla registrazione di coppie di fatto sposate( o unite) negli altri paesi della comunità europea( anche questo disatteso)e tante altre cose di cui il nostro governo un giorno dovrà dare conto alla UE… poi quando un paese straniero crea qualcosa anche per gli omosessuali allora tutti pronti a cadere nei luoghi comuni? Io ho 48 anni, sono omosessuale, divorziato da anni dal mio compagno e con l’arcigay mi sono sempre battuto contro questo provincialismo… ognuno ha un locale che gli piace per qualche motivo personale, non vedo perchè scandalizzarsi se esistono bar gay, poi sta alla persona frequentarli o meno, sia etero o gay, è solo un’opportunità, un posto in cui dei gay possono essere liberi da stupide e retrograde inibizioni… non dimentichiamoci che a tutt’oggi il presidente nazionale dell’arcigay subisce delle minacce di morte che passano inascoltate mentre è bastato scrivere ” vergogna” sul duomo di genova per assegnare la scorta ad un prelato… purtroppo la cultura gay esiste, questo non è un punto di contrasto ma è una realtà… dovremmo iniziare a pensare alle esigenze di tutti noi cittadini senza cadere in luoghi comuni e false ideologie, iniziando a capire che siano tutti sullo stesso livello e sulla stessa barca

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