Il Nobel Carlo Rubbia: Fisica, l’ora della rivoluzione

La ricerca fondamentale sembra oggi un po’ dimenticata di fronte agli straordinari entusiasmi per gli sviluppi tecnologici e ambientali. Ciononostante la ricerca fondamentale, quella esclusivamente guidata dal desiderio umano di conoscere e di sapere, è ora in una fase di straordinario progresso. E in questo gli enti europei Cern, Eso, Esa e italiani Infn e Asi continuano ad avere un ruolo determinante. Il 2008 si annuncia come un anno molto interessante per la fisica delle particelle e per l’astrofisica. La densità e la

La ricostruzione al computer del decadimento del bosone di Higgs, detto anche «particella di Dio» (dal sito www.mppmu.mpg.de)

composizione della materia ed energia nell’Universo sono di importanza fondamentale. Stiamo adesso arrivando ad una svolta, come è stato dimostrato dal premio Nobel per la fisica 2006 a John Mather e George Smoot per i loro studi sul Big Bang con il satellite Cobe, lanciato dalla Nasa nel 1989. Queste misure, che hanno aperto alla cosmologia il ruolo di una scienza esatta, proseguite con il satellite Wmap e il futuro satellite europeo Planck, stabiliranno con ancora più dettaglio il comportamento dell’Universo «bambino», nel primo istante in cui la luce si separò dalla materia, offrendoci oggi, 12 miliardi di anni dopo, questa meravigliosa immagine sferica dell’Universo incandescente.

LA MATERIA OSCURA DELL’UNIVERSO – Con simili misure si è riusciti per la prima volta a «pesare» l’Universo e a confermare con una precisione del 2% il valore predetto dalla cosiddetta teoria inflazionaria, basata sulla meccanica quantistica dei primissimi istanti della creazione dell’Universo. Oggi sappiamo, dunque, che la materia luminosa contribuisce solamente con una piccolissima frazione, lo 0.5% della massa dell’Universo, mentre la materia ordinaria, quella di cui è costituito il mondo a noi visibile, rappresenta solo il 6%. Quantunque le stelle siano straordinariamente interessanti e attraenti alla vista, esse rappresentano in realtà solamente una frazione piccolissima della materia e dell’energia complessive presenti nell’Universo. Come risaputo da parecchi decenni, la maggioranza della materia e dell’energia dell’Universo sono «oscure », invisibili all’astronomo e quindi solo indirettamente osservabili attraverso gli effetti indotti. La fisica delle particelle elementari ha tra i suoi compiti principali anche quello di aiutarci a comprendere quale ne sia l’origine, accomunando la fisica dell’infinitamente piccolo delle particelle elementari e quella dell’infinitamente grande della cosmologia. E’ questo uno dei compiti principali del nuovo Lhc (Large Hadron Collider), che entrerà presto in funzione al Cern. La fisica nucleare associata alla cosmologia ci ha permesso di ricostruire recentemente e con precisione il processo di nucleosintesi degli elementi della materia ordinaria (per intenderci i noti elementi della chimica) che, come descritto nel famoso libro di Steve Weinberg, avvenne nei famosi «tre minuti» dopo il Big Bang. Sappiamo oggi che questa materia ordinaria, quella di cui noi ed ogni oggetto esistente sulla Terra sono costituiti, rappresenta solo una piccola frazione della materia ed energia dell’Universo. Tutta la materia con cui siamo a visibile contatto fa parte di questo 6%. E i rimanenti 94 %? Intuitivamente ci si aspetterebbe che l’Universo sia sinonimo di materia ordinaria. Oggi sappiamo che questa intuizione è grossolanamente falsa, come è dimostrato dal valore globale della materia osservata dell’universo e dalla forte insufficienza della nucleosintesi.

LE PARTICELLE «SUSY» – Sappiamo dunque che vi è molta più materia di quanto sia dato dalla materia ordinaria: quest’ultima non è la forma dominante della materia nell’Universo. Quantunque la quantità di questa materia oscura sia oggi compiutamente confermata da un gran numero di osservazioni, la sua vera natura rimane ancora un completo mistero. La fisica delle particelle elementari propone una soluzione attraente a questo problema ipotizzando che siano particelle elementari residuate dal Big Bang. Particolarmente interessante sono le cosiddette particelle «supersimmetriche», battezzate «Susy», di massa sufficientemente elevata per non essere state finora prodotte artificialmente ad esempio con l’acceleratore Lep del Cern, ma che lo potrebbero essere con la nuova grande macchina Lhc e i relativi esperimenti. Esse sono fortemente sostenute da teorie che hanno come scopo quello di unificare le forze della natura.
La possibilità che le particelle Susy possano anche costituire la materia «oscura» è una straordinaria coincidenza e un’alternativa da studiare con vigore, anche se evidentemente la soluzione del puzzle offre molte altre possibilità. Quantunque Susy sia un candidato convincente, i fisici delle particelle elementari lo devono ancora scoprire. Non va dimenticato che la Natura ha in riserva molte altre alternative tra cui altre particelle stabili, sufficiente pesanti e senza interazioni apprezzabili, genericamente chiamate Wimp, o Weakly Interacting Massive Particles, le quali potrebbero giocare il ruolo della materia «oscura». L’enorme numero di particelle «oscure» generate dal Big Bang nel cosmo, sia Susy o altre, dovrebbe produrre come conseguenza qui sulla Terra un impressionante flusso di milioni di particelle per ogni centimetro quadrato. E’ quindi anche possibile ricercare questi Wimp grazie alle rarissime collisioni in laboratori sotterranei, dove la presenza di altri eventi ordinari è fortemente attenuata. Il ben più piccolo esperimento Warp nel Laboratorio Nazionale del Gran Sasso dell’Infn, oggi in fase di avanzata realizzazione e a cui io partecipo personalmente, costituisce l’esperimento più avanzato mondialmente in questo campo.

L’ITALIA NON DEVE RIMANERE INDIETRO – Evidentemente le due ricerche, quelle della produzione artificiale di tali particelle al Cern con l’Lhc e quelle dell’osservazione del flusso naturale proveniente dal Big Bang con Warp sono esperimenti complementari, ma ciononostante in diretta concorrenza per una possibile scoperta. Più in generale, al fine di dare risposta alle molte questioni fondamentali, nuovi dati sperimentali cosmologici e di laboratorio sono urgentemente necessari, sia in astronomia che nelle particelle elementari, come ad esempio nella ricerca di nuove particelle esotiche e non interagenti, e in fisica nucleare, ad esempio per comprendere a fondo la nucleosintesi. Abbiamo davanti a noi un affascinante e multidisciplinare periodo di scoperte, nelle quali gli esperimenti più precisi e sensibili saranno i migliori. E a tale fine, nuovi strumenti e, permettetemi di dirlo, anche nuovi finanziamenti sono necessari. Ma, ancora più importante, è che oggi ci troviamo di fronte una vera concordanza nei primi istanti dell’Universo e una guida su dove dirigere la ricerca sperimentale. Questa situazione ricorda quella delle particelle elementari negli anni Ottanta quando fu completato il Modello Standard. La scoperta sperimentale nel laboratorio della natura della materia «oscura» e la sua dominanza nella dinamica del cosmo sarebbe una straordinaria rivoluzione di portata confrontabile alla rivoluzione copernicana quando fu compreso che la Terra non era il centro dell’Universo o alla rivoluzione darwiniana quando si capì che l’uomo era solo l’ultimo elemento di una lunga catena di evoluzioni della specie. In questo nuovo ed eccitante periodo di sviluppi rivoluzionari, la scienza europea e in particolare quella italiana non possono restare indietro.

Fonte: Corriere della Sera

27 commenti

paolo malberti

mi sto annoiando di questi articoli pseudo e fanta scientifici
che parlano del: « primo istante in cui la luce si separò dalla materia (?), offrendoci oggi, 12 miliardi di anni dopo, questa meravigliosa immagine ..».
E’ facilmente comprensibile per quale motivo trovano eco sulla stampa. I teisti gongolano: ecco la prova della creazione dell’universo!
Hawking ci ha costruito sopra fama e successo, inventando la teoria del big-bang, dei buchi neri e dell’origine del tempo, che finora non ha avuto n e s s u n a conferma sperimentale.
E’ arrivato addirittura a scrivere in «La teoria del tutto»: “Tutte le nostre teorie scientifiche sono formulate in base all’assunto per il quale lo spazio-tempo è liscio, quasi piatto, ossia con un livello di curvatura prossimo allo zero; esse pertanto perderebbero la propria validità in presenza della singolarità del big bang, dove la curvatura dello spazio tempo assume un valore infinito. Ciò implica anche che qualora ci fossero stati eventi prima del big bang, non sarebbe comunque possibile servirsene per determinare che cosa avrebbe dovuto accadere dopo, visto che in concomitanza con esso verrebbe meno ogni possibilità di fare predizioni scientifiche”.
A questo proposito vale la pena di ricordare che:

1. Innanzitutto, curvatura prossima allo zero, non significa curvatura infinita. Oltretutto l’azzeramento dimensionale comporterebbe anche la violazione del principio quantistico di esclusione, secondo il quale un certo tipo di particelle elementari possono occupare solo stati quantici diversi. In effeti con tutto l’universo concentrato in un solo punto ci sarebbe poco da scegliere per le particelle elementari riguardo allo stato quantico da occupare.

2. Ma ammettiamo pure che si possa ipotizzare nel big-bang la singolarità infinita (dimensione zero dell’universo, ossia concentrazione della massa dell’intero universo in un solo punto). Visto che – secondo Hawking – in concomitanza del big bang verrebbe meno (misteriosamente) ogni possibilità di fare predizioni scientifiche, l’unica cosa da fare è:

abbandonare il modello del big-bang, non la legge di causalità!

Questa legge, sperimentata e verificata da sempre, sulla quale poggia ogni conoscenza scientifica, dice: “Qualsiasi evento reale (effetto) é determinato da un altro evento che lo precede (causa), il quale é sua volta determinato da un altro evento che l’ha preceduto, in una catena causa-effetto che si estende all’infinito senza soluzione di continuità”. In altre parole, essa equivale al principio : “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.

Sergio

Ho letto tutto questo lungo articolo senza capirci molto, anzi quasi niente. Non sono né un fisico, né un astrofisico o chimico o scienziato. Credo di essere in buona compagnia, addirittura credo che la stragrande maggioranza della gente non sarà molto toccata e coinvolta dall’appassionato appello di Rubbia.
Dunque la domanda: a chi è rivolto questo appello?

Rubbia:

“E a tale fine, nuovi strumenti e, permettetemi di dirlo, anche nuovi finanziamenti sono necessari.”

Credo bene. Comunque vai pure avanti, Carlo. Se vogliamo cercare di capirci qualcosa preferiamo rivolgerci a gente come te, non certo ai teologi o agli Zichicchi.
Mi piacerebbe lo stesso sapere in che rapporto è Rubbia con i teologi, se anche lui sente il fascino della fede tra un bosone e l’altro. In questo caso negherei i finanziamenti.

Mi raccomando, non

homo ereticus

l’appello credo sia sopratutto quello a non rimanere indietro con la ricerca e sopratutto con i ricercatori. non ho dati ma non credo siano moltissimi gli iscritti a fisica e matematica all’università..adesso va molto ingegneria biomedica (mah)
bisogna puntare su un’istruzione forte nelle materie scienfiche fin da subito e ovviamente destinare più soldi ai centri di ricerca tipo infn e più soldi a chi si dedica alla ricerca di base. dato che senza quella non si va da nessuna parte. conviene farla a casa invece che comprarla dagli altri.

J.C. Denton

Mi si consenta di fare la voce fuori dal coro. Considero l’astrofisica fascinosissima, attraente, stupenda. Tuttavia, ritengo profondamente anti-etico spendere miliardi di Euro per scoprire il colore degli occhi di Dio (in senso lato). Con tutta l’importanza che le scoperte in questo campo possono avere a livello teorico, si tratta pur sempre di faccende di secondaria importanza nella situazione disastrosa in cui ci troviamo. Un vero spreco insomma.

Nifft

@JC Denton
“[…] si tratta pur sempre di faccende di secondaria importanza nella situazione disastrosa in cui ci troviamo. Un vero spreco insomma.”

Sono sicuramente cose di secondaria importanza, ma la lista delle cose “inutili” e “dispendiose” è lunghissima… Chissà perché alla fine e sempre la scienza a fornire il capro espiatorio… Direi che prima di prendere di mira la ricerca fondamentale (che di finanziamenti ne riceve sempre di meno, in particolare in Italia) con queste argomentazioni è bene preoccuparsi di molti altri “sprechi”…

Frank

Peccato che questi Fisici nel parlare di certe teorie,non si servano di esempi illuminanti .La materia (anche con la M maiuscola) è decisamente interessante,sicuramente difficile da spiegare ai profani;però a chi non interesserebbe ?

Daniela

per paolo malberti,
non è vero che la teoria del big bang non ha avuto nessuna conferma sperimentale, essa è stata capace di prevedere ed interpretare l’esistenza della radiazione cosmica di fondo. Inoltre nel 1992 George Smoot e colleghi dell’università della california a Berkeley e del Lawrence Berkeley Laboratory analizzando le misurazioni della radiazione cosmica di fondo realizzate dal COBE ha rilevato lievi variazioni nella temperatura del fondo cosmico a microonde proprio come si attendevano i teorici del big bang, inoltre per la relatività generale l’universo deve essre iniziato con il big bang, ma la relatività non è valida in prossimità del big bang, perchè entra in gioco la meccanica quantistica, si sta affacciando l’ipotesi che il big bang, l’atto iniziale del cosmo come lo conosciamo, sarebbe si un evento catastrofico avvenuto nella notte dei tempi, ma non la data di nascita dell’universo.
Insoma c’è ancora molto da conoscere e studiare e come dice rubbia l’italia e l’europa stanno dando emormi contributi.

claudio r.

La ricerca di base e’ importantissima anche ai fini pratici, non pensiamo, come mi pare qualcuno adombra, che si tratti soli di masturbazioni mentali, due esempi:
1) L’algebra di Boole su cui sono basati gli algoritmi di programmazione e i circuiti dei calcolatori che fu inventata verso la meta’ dell”800 .
2) La macchina di Turing sul cui principio sono basati i calcolatori.
Sia la prima che la seconda, all’epoca, non avevano nessuna applicazione degna di nota.
E si potrebbero citare altri esempi.
Purtroppo nella mentalita’ comune la ricerca e’ associata alla scoperta di pillole miracolose
e di manufatti tecnologici mirabolanti: non e’ cosi; prima viene la ricerca di base e poi il resto.

Silesio

Forse insieme alle teorie sull’universo e su ciò che ci sta appresso sarebbe anche buona cosa parlare della sorte dei poveri ricercatori semi disoccupati e vittime di tutte le grandi manovre accademiche che gareggiano, per dirompenza ed ineluttabile portata, con le forze quantiche dell’universo. Mi sembra che Rubbia, con l’inizio dell’anno nuov, abbia voluto stappare uno spumante personale, per fare un gran Big Bang con relativa foto luminosa solo per dire che in fin dei conti stiamo ancora cercando di ricercare che cosa dobbiamo ricercare.

Silesio

… dicevo solamente che oltre al fermione, al bosone, al gravitone… dobbiamo annoverare anche il barone come ulteriore forza in grado di decidere le sorti della fisica teorica.

Jeeezuz

@paolo malberti.
Forse è meglio se rileggi alcune cose sul big bang. Hai detto qualche castroneria. Sulla singolarità iniziale la comunità fisica non dice quasi nulla. Forse qualche individuo ha sfornato alcune supposizioni, ma la conoscenza dell’origine dell’universo si ferma a circa 10^-40 secondi dalla singolarità iniziale, per il motivo che non abbiamo ancora formulato una teoria quantistica gravitazionale.
Inoltre:
-“E’ facilmente comprensibile per quale motivo trovano eco sulla stampa. I teisti gongolano: ecco la prova della creazione dell’universo!” Veramente sono i fisici a gongolare. I teisti (e non solo loro) nemmeno sanno cosa sia il big bang. Puoi sempre adottare il modello di universo statico, abbandonato un’ottantina di anni fa, se riesci a sbrogliare alcuni nodi
-la teoria del big bang e dei buchi neri non l’ha inventata certo Hawking
-perché si dovrebbe abbandonare il modello del big bang e non le teorie sulla causalità? uno vale l’altro.
-non pensare in modo antropocentrico: non è detto che tutto esista affinché noi possiamo capirlo e conoscerlo. Magari c’è stata veramente una singolarità iniziale da cui per qualche motivo si è generato il nostro universo. Il fatto che noi non possiamo capire la singolarità iniziale non vuol dire che non debba esistere
-lasciamo stare il principio di esclusione di Pauli in un regime di quantum gravity che non è ancora nota. Magari quel principio non aveva modo di sussistere nell’universo iniziale perché non c’erano fermioni. Ci sono tante teorie in merito
-dici anche: “Qualsiasi evento reale (effetto) é determinato da un altro evento che lo precede (causa), il quale é sua volta determinato da un altro evento che l’ha preceduto, in una catena causa-effetto che si estende all’infinito senza soluzione di continuità”. In altre parole, essa equivale al principio : “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.” Ho i miei personali dubbi su questa equivalenza; magari le leggi di trasformazione valgono anche in un regime di non-causalità. Quindi il discorso in sè diventa un po’ vuoto.

paolo malberti

x Daniela

a) La relatività generale parla di curvatura dello spazio, non di bigbang.

b) La radiazione di fondo è una prova (la seconda, dopo lo spostamento verso il rosso) che l’universo è in espansione (come un gas di galassie che espandendosi si raffredda). Sul fatto che l’universo sia attualmente in espansione (e che come una medusa possa contrarsi ed espandersi nel tempo), conservando pero’ le leggi fisiche, l’energia, la materia, la causalità, ecc. sono tutti (o quasi) d’accordo.

c) Ma la teoria del bigbang non dice semplicemente che l’universo è in espansione. Hawking si è buttato a pesce in quella singolarità ed ha forzato la mano. Senza alcuna giustificazione (tranne quella, incomprensibile, del raggio zero e curvatura infinita) si permette di dire che in quella singolarità le leggi della fisica ed il principio di causalità non valgono piu’, e tira fuori dal cilindro il coniglio dell’origine del tempo (quindi anche della materia, ad essere rigorosi).
In base alla sua teoria bisogna scegliere:
1. O la teoria del bigbang, o la meccanica quantistica
e questo già basta ed avanza.
Ma, ancora piu’ assurdo, anzi demenziale:
2. O la teoria del bigbang, o la legge di causalità.
Questo è il punto.

d) Questa teoria assurda, in quanto tale, è piaciuta molto alla Chiesa, che l’ha ufficialmente dichiarata in accordo con la Bibbia. Questo riconoscimento ha lusingato molto il teista Hawking (ricevuto promozionalmente in Vaticano) e lo ha aiutato a vendere milioni di copie di un serie di libri in cui cambia solo il titolo, mentre il contenuto è sempre lo stesso.

paolo malberti

x Jeeezuz

grazie per i complimenti.
Fai come vuoi (ovviamente).
Io rimango con il principio di causalità,
valido a priori (il nome ‘Kant’ ti dice qualcosa?),
e sul quale poggia ogni conoscenza scientifica.

Elettra

La fisica è scienza ,dunque soltanto gli scienziati e gli studiosi discutono su talune questioni con cognizione di causa.
La divulgazione, di cui ci avvaliamo, è altra cosa e le analisi , le teorie possono essere comprese da molti ove detti studiosi le rendano accessibili ai profani ( ai quali comunque nulla vieta di commentare )usando possibilmente un linguaggio semplice e chiaro.
Forse è bene non rischiare di parlare di niente come il Mercuzio shakespeariano.

f.maria arouet

Non credo che il Corriere sia il luogo deputato per dissertare intorno alle teorie indimostrate (per ora) di Hawking, né che Rubbia abbia scritto il suo articolo con questa intenzione.
Considerata la sede mi pare verosimile supporre che l’intenzione dell’autore fosse piuttosto di tener desta l’attenzione del grande pubblico sul lavoro di ricerca fondamentale, illustrandone in termini divulgativi lo stato e gli orizzonti.
Cosa, mi pare, del tutto lodevole in sé e di cui non vedo come i teisti possano gongolare, a meno di non volerli considerare oltre che teisti anche masochisti.
Ci può stare, invece, che chi nutra dei dubbi circa la questione se la curvatura prossima allo zero significhi o non significhi curvatura infinita possa rimanere alquanto deluso ed annoiato cercando risposte sul Corriere della Sera. Ma non é colpa del Corriere.

Mizar

L’articolo è ben scritto, riesce a spiegare in modo divulgativo concetti che normalmente, nelle riviste scientifiche, sono espressi in termini che una persona di media cultura non capirebbe.
Lo scopo è semplicemente quello di divulgare lo stato dell’arte, non di discuterne, cosa che avviene in altra sede.
Se volete discutere di questioni inerenti le teorie cosmologiche, quindi, non dovreste prendere in considerazione questo scritto, ma gli articoli scientifici che ne trattano in modo un minimo approfondito.

Nifft

@Paolo Malberti
“d) Questa teoria assurda, in quanto tale, è piaciuta molto alla Chiesa, che l’ha ufficialmente dichiarata in accordo con la Bibbia. Questo riconoscimento ha lusingato molto il teista Hawking (ricevuto promozionalmente in Vaticano) e lo ha aiutato a vendere milioni di copie di un serie di libri in cui cambia solo il titolo, mentre il contenuto è sempre lo stesso.”

Gli è piaciuta, perché non l’ha capita… La teoria del BigBang da allora ha continuato a progredire, molte delle sue implicazioni e l’ampliamento dell’orizzonte speculativo che ne è conseguito, oggi probabilmente non piacerebbe molto alla Chiesa… Ma non credo che molti tra le gerarchie ecclesiastiche abbiano la preparazione per comprenderle.

Il BigBang è “solo” una teoria, quella che attualmente meglio si accorda con le osservazioni, ed ha un carattere “temporaneo”, al contrario di come è stato invece inteso dalla Chiesa, che non è per niente una “teoria scientifica”.

Per quanto riguarda l’abolizione del principio di casualità sono un po’ perplesso… Le singolarità (BigBang o buchi neri) sono in linea di principio deducibili matematicamente (e casualmente) dalle equazioni della relatività generale. Il fatto che ci si trovi di fronte ad una divergenza all’infinito lascia perplessi è ovvio e fa dubitare della validità della stessa teoria, ma, in un certo senso, è come essere perplessi di fronte al paradosso di Zenone…

Per quanto riguarda l’esistenza di buchi neri (l’altra faccia della medaglia del BigBang) mi sembra che le prove empiriche siano molte, visto che questi oggetti sono osservati nell’universo “attuale” (e non estrapolati come nel caso del BigBang).

paolo malberti

x Nifft
Riguardo alle prove sperimentali ed alla certezza della propria teoria sui buchi neri, nel succitato libro Hawking dice:

p. 67: «Ci sono altri modelli in grado di spiegare Cygnus X-1 senza ricorrere all’ipotesi di un buco nero, ma sono tutti alquanto forzati (il suo modello no!). Quella del buco nero sembra essere l’unica spiegazione veramente naturale di ciò che viene osservato. Nonostante questo ho scommesso con Kip Thorne, del California Institute of echnology, che Cygnus X-1 non contiene alcun buco nero. Per me come una polizza di assicurazione. Ho lavorato moltissimo sul problema dei buchi neri e se risultasse che in realtà non esistono, sarebbe tutto lavoro perso. Ma in quel caso mi potrei almeno consolare vincendo la mia scommessa e portandomi a casa un abbonamento quadriennale alla rivista Private Eye».

Davvero una bella consolazione!
Infine, un poco di modestia non guasta mai:

p. 98: «Anche se non siamo ancora riusciti a trovare un buco nero primordiale, è ormai opinione diffusa che, nel caso vi riuscissimo, esso dovrebbe emettere una grande quantità di raggi gamma e X. Se ne troveremo uno, io riceverò il Premio Nobel».

L’ultima frase, finalmente, spiega molte cose della teoria del bigbang e dei buchi neri del geniale Hawking.

Daniela

per paolo amlberti,
-innanzitutto hawking non è l’unico scienziato che studia i big bang e i buchi neri, la teoria del big bang è ormai studiata da la maggior parte della comunità scientifica
-la relatività generale presuppone l’esistenza di almeno un big bang
-gli studi condotti fino ad ora hanno portato alla conclusione che l’universo è in evoluzione
-il big bang è l’unica teoria che riesce a spiegare molti dei fenomeni che gli scienziati si sono trovati a studiare osservando l’universo.
-non è vero che c’è o il big bang o la meccanica quantistica, si è accertato che la meccanicca quantistica è l’unica atta studiare ciò che è avvenuto negli istanti iniziali del big bang
-ti consiglio di leggere del big bang e dei buchi neri da autori diversi da quelli hawking

StefanoD

Trovo confortante il fatto che la discussione si basi sulla fisica sottostante e le sue implicazioni e nessuno obietti sul fatto che l’universo è nato in 7 giorni. =)

Riguardo alla singolarità iniziale, oggi non c’è la possibilità di fare discorsi quantitativi, non avendo a disposizione una teoria quantistica di campo della gravitazione…
Consoliamoci, non è cosa da poco il poter studiare e contestualizzare i fenomeni accaduti da 10^-19 secondi dopo la singolarità in poi.

paolo malberti

Riuscire a studiare e contestualizzare i fenomeni accaduti 10^-19 secondi dopo il fatidico istante X (l’inizio del tempo e dell’universo) è un’impresa davvero notevole.
Nonostante Hawking assicuri che: «Qualora ci fossero stati eventi prima del big bang, non sarebbe comunque possibile servirsene per determinare che cosa avrebbe dovuto accadere dopo», già un secondo dopo il fatidico istante X tutto é rientrato nei binari:

Leggiamo infatti, a p. 104: «Nell’istante del big-bang le dimensioni dell’universo erano pari zero, e quindi la sua temperatura doveva essere infinitamente elevata. Ma nell’espandersi dell’universo, la temperatura della radiazione era destinata a diminuire. Un secondo dopo il big-bang essa era scesa a circa dieci miliardi di gradi. In questo momento nell’universo c’erano soprattutto fotoni, elettroni e neutrini (con lel oro relative antiparticelle), assieme ad un numero ridotto di proroni e neutroni».

Si tratta, evidentemente, di chiaroveggenza.
Nonostante abbia appena dichiarato le leggi fisiche ‘inservibili’, nonostante la completa indeterminazione, anzi, la inesistenza di condizioni iniziali all’istante X , un solo secondo dopo quel fatidico istante tutto è chiaro: la temperatura dell’universo e le particelle primordiali sono inequivocabilmente determinate!
Bravo!

StefanoD

No, non è chiaroveggenza, posso assicurartelo =)
Un secondo dopo il big bang le leggi di natura che conosciamo sono nel pieno regime della loro validità.

In quello che chiami “solo un secondo” ne succedono di cose…
Dovresti sforzarti di pensare ai tempi cosmici in scala logaritmica per poter cogliere meglio il succedersi degli eventi.

Putroppo il libro di divulgazione di Hawking che citi deve sintetizzare e omettere per poter vendere al pubblico di massa. Se leggi un testo di cosmologia (come Peebles o Wiemberg) troverai i “perchè” e i “percome”. Ma ovviamente c’è bisogno di basi di matematica e fisica non banali e di risorse temporali per applicarsi.

E detto tra noi ho trovato il libro di Hawking pessima divulgazione..
Quindi se vuoi proprio un parere, non lo utilizzerei come bibbia (ops, qui siamo atei =).

Nifft

p.s. Nel mio post precedente ho scritto “casualità” al posto di “causalità”…

x Paolo Malberti
Il libro di Hawkins (dal Big Bang ai buchi neri) è di circa 20 anni fa… Le evidenze a cui mi riferivo sono più recenti. E la chiesa, da quanto ne so, ha dichiarato la teoria del Big Bang “compatibile” con la teologia cattolica negli anni sessanta (in concomitanza con il concilio secondo)… La teoria si è evoluta da allora. La chiesa no.

Akrasias

Mi complimento per le meravigliose notizie e riflessioni scientifiche che ci avete fornito.Per quanto riguarda la teoria del Big Bang nel rapporto con la chiesa:
“Ma per continuare a proporne si richiederebbe quella specie di intenso dialogo con la scienza contemporanea che, generalmente parlando, è mancato nei teologi impegnati nella ricerca e nell’insegnamento. Ciò comporterebbe che almeno alcuni teologi fossero sufficientemente competenti nelle scienze per poter fare un uso genuino e creativo delle risorse offerte loro dalle teorie meglio affermate. Una tale conoscenza li difenderebbe dalla tentazione di fare, a scopo apologetico, un uso poco critico ed affrettato delle nuove teorie cosmologiche come quella del «Big Bang». Così pure li tratterrebbe dal non prendere affatto in considerazione il contributo che tali teorie possono dare all’approfondimento della conoscenza nei campi tradizionali della ricerca teologica…”http://www.disf.org/Documentazione/05-4-880601-Coyne.asp
Lettera al rev. George Coyne, Direttore della Specola Vaticana, 1 giugno 1988

Akrasias

Vi ringrazio di tutte le interessantissime notizie e riflessioni fornite.

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