Preghiera per le vittime dei preti pedofili: la storia si ripete!

Postiamo queste considerazioni di Francesco Paoletti, coordinatore del Circolo UAAR di Roma.

Alcuni lo hanno già dimenticato, ma nell’ultimo anno giubilare (il 2000), l’allora capo di stato vaticano escogitò un’iniziativa di impatto mediatico unica nel suo genere : la richiesta di perdono per le colpe perpetrate dalla chiesa nei secoli.
Il teocrate si presentò davanti da una piazza osannante inginocchiandosi e chiedendo perdono a dio per tutti i crimini che l’organizzazione di cui egli era rappresentante aveva commesso dal giorno della sua nascita.
Molta dell’opinione pubblica italiota (intrisa di quella giusta dose di superficialità estetica e bigotta che da sempre ci contraddistingue) fu seriamente impressionata da questo gesto.
L’assurdità farsesca si manifestò in tutta la sua ipocrisia quando vennero chiamati in causa gli stessi laici (dimenticando che tra i laici ci sono credenti e non credenti) a testimoniare il gesto del papa, senza considerare che per i non credenti non esiste il concetto di peccato e perdono come lo intendono i cattolici (laici o confessionalisti che siano).
Sembra doveroso a questo punto riesumare, con le dovute estensioni, le osservazioni che allora Eugenio Scalfari riportò su La Repubblica.
Agli occhi di un laico poco importa che si fosse chiesto perdono per salvare la faccia, perché nel bel mezzo dell’ultimo anno giubilare non c’era bisogno di essere Machiavelli per capire che si trattava di un atto politico essenziale nel disperato tentativo di riunificare le chiese di estrazione cristiana. In fondo il papa aveva chiesto perdono ad una divinità nel nome della quale quei crimini sono stati commessi, una divinità inventata e proposta dalla stessa chiesa cattolica e la cui esistenza è opinabile agli occhi di chi non è cattolico (perché, purtroppo per lui, non siamo tutti cattolici) : di fatto la chiesa ha chiesto perdono a se stessa.
Ma non venne chiesto alcun perdono alla comunità internazionale : a chi non la pensava come la chiesa cattolica e a chi dalla chiesa cattolica ha dovuto subire ingiurie e persecuzioni.
Chissà se l’opinione pubblica mondiale sarebbe stata altrettanto indulgente e disposta giustificare un imam o uno sciamano animista delle comunità sub-sahariane, che dopo aver incitato i propri fedeli allo sterminio di chi non condivideva i loro valori, fossero andati a chiedere perdono alle loro personali divinità.
Tra l’altro la richiesta di “perdono giubilare” del 2000 fu per delle colpe che hanno intaccato i principi stessi su cui poggia la fede cattolica, colpe che hanno violato i principi di amore per il prossimo, di diritti degli uomini e di “purezza dello spirito” (da questo punto di vista molto più gravi quindi di quelle commesse dalle altre dottrine) ma quelle colpe furono fondamentali e necessarie per costruire il potere prima temporale, poi politico e finanziario della stessa chiesa.
Un occhio critico a questo punto avrebbe il diritto di chiedersi : “Ma la chiesa sputa nel piatto dove ha mangiato ? … E poi non si autodefinisce santa ? … E la volontà dei papi non viene definita indiscutibile ? … E allora perché chiedere perdono per qualcosa che comunque era già ampiamente giustificato nel passato dall’infallibilità e dalla santità della chiesa e dei suoi stessi capi ?“.
Ciò che il confessionalismo non capirà mai del concetto di laicità è che “quel contesto” (suo contraltare) è costituito dalle libere opinioni e dai liberi pensieri : che possono essere funzionali o non funzionali, che possono essere utili o dannosi per la collettività, che possono essere colpi di genio o pura follia, che possono essere condivisi o rifiutati (a scelta di ciascuna persona) con tutte le possibili conseguenze.
E la chiesa (guarda caso) li rifiuta, anzi : li ha condannati in concili ed encicliche.
Quelle condanne restano tali, Woytila non le mise nell’elenco degli errori e delle colpe, e da un certo punto di vista è stato anche coerente : sarebbe stato alquanto curioso vedere il capo della chiesa cattolica iscriversi al circolo UAAR di Roma ed elogiare le tesi di Giordano Bruno, di Diderot e di Spinoza.
Non sarebbe stato certo un atto come quello recitato dal papa nel marzo del 2000 a cambiare la natura degli uomini e la natura stessa della chiesa cattolica, ma non è questo il punto : il problema nasce dalla modalità con cui tale atto venne proposto alla collettività.
A poco più di sette anni di distanza la storia si ripete : (dopo aver riconosciuto e mondato le proprie colpe dei secoli passati) su iniziativa del Cardinale Claudio Hummes, la chiesa si prostra di nuovo in un patetico e contrito atto di dolore per le vittime di abusi sessuali da parte dei propri esponenti in tutte le parti del mondo.
E’ legittimo chiedersi a questo punto se i numerosi casi di pedofilia (molti dei quali già consumati prima del 2000) erano stati dimenticati durante l’ammissione di colpa dell’ultimo giubileo o se il nuovo millennio ci ha portato una nuova era di “atti di dolore pubblici a ritmo serrato” da parte della CCAR.
Anche questa volta tutto si riduce ad una “preghiera mondiale” per le vittime, ma non ad una pubblica ammissione di responsabilità di fronte alla comunità internazionale e di fronte alle stesse vittime di quegli abusi dopo l’omertà adottata per decenni attraverso la procedura imposta da un pontefice (che, ricordiamolo, come tutti i suoi colleghi era infallibile per dogma) nota con il nome di Crimen Sollicitationis e diventata tristemente famosa nel 2007 con il video SEX CRIMES AND VATICAN.
Il confessionalismo utilizza la religione per indottrinare con veemenza i propri fedeli su quanto debbano fare e pensare, per poi demolire tali certezze quando sono le sue figure rappresentative a sedere sul banco degli imputati sfruttando il meccanismo del senso di colpa unito alla sua auto-definita superiorità etica e morale che sfocia in questo caso nell’arbitrio assoluto.
Quando alla fine l’apparato confessionale ubriaco della sua stessa onnipotenza rilascia una confessione pubblica vera e propria, la “liturgia” si è completata : il potere confessionale riafferma se stesso dichiarando inesistenti le macchie che costellano la sua coscienza sporca ed arrogandosi il diritto implicito a perseverare nella sua azione.
Come avviene per tutti gli apparati autocratici, i crimini che sono stati commessi in suo nome o dai suoi esponenti vengono riassorbiti in un meccanismo fondato sull’ebbrezza da potere e sulla degenerazione morale, che in questo caso si nascondono dietro ad una facciata di “valori sani” imposti da una dottrina che lo stesso apparato ha dichiarato indiscutibile.

Cedric Watts scriveva : “L’imperialismo può si riscattare solo se mosso da un’ideale

Fonte: UAAR Roma

9 commenti

Steve

Questo articolo secondo me va fuori traccia. A noi laici non interessa il perdono e l’ammissione di colpe che sono sentimenti intimi.

A noi interessano, laicamente, i comportamenti.

E i comportamenti sono l’assoluta mncanza di presa di coscienza delle cause della pedofilia ecclesiastica (la repressione affettiva e sessuale nella fpormazione del clero) e, conseguentemente, l’assoluta assenza di inziative per rimuoverle.

ci interessa il fatto che ad oggi non risulta nessun prete pedofilo sia stato mai denunciato dai suoi superiori e colleghi.

Ci interessano i continui ostacoli all’emersione della verità, anche giudiziaria, l’assoluto disprezzo per la sorte delle vittime, i continui tentativi, spesso riusciti di insabbiamenti.

L’articolista scende sullo stesso penoso crinale dei cattolici che credono di risolvere tutto a chiacchiere, preghiere, pentimenti, pubbliche scuse e altre cose inconcludenti.

sexandwine

invece due adulti laici uomo e donna consenzienti e nel loro privato che hanno rapporti sessuali per loro gratificazione sono esseri malvagi moralmente da condannare.

Ema

in questa “preghiera” si ricordava come “solo” l’1% del clero fosse soggetto al problema……

Facendosi un paio di calcoli, considerando che sull’intera popolazione mondiale meno del 1% è pedofilo, si può notare come in pratica dei pedofili esistenti, quelli appartenenti al clero la facciano da padroni….

Steve

Se l’1% degli italiani adulti fossero pedofili in Italia avremmo 500.000 italiani sotto accusa per pedofilia.

E’ evidente che la pedofilia è enormemente più diffusa tra il clero cattolico che tra il resto della popolazione e che le cause della pedofilia ecclesiatiche sono tutte interne all’organizzazione ecclesiastica.

Massimo

Steve coglie bene la questione, il resto è aria fritta.
Tranne che per un aspetto: poiché la Chiesa si riempie continuamente la bocca con i così detti “valori cristiani”, se davvero vuol scusarsi scenda da questo piedistallo e ammetta che si tratta di balle e che non ha nessun diritto di proclamarsi migliore di altri.
Ma qualcuno può davvero credere che lo farà?
E se non lo farà, che sia veramente sincera nelle sue scuse?

Flavio

I pedofili potrebbero anche essere 500mila, resta il fatto che i preti nel caso specifico hanno molte più occasioni per commettere abusi su minori: hanno la fiducia dei genitori e il rispetto timoroso dei bambini. Il reato è intenzione + possibilità materiale di commetterlo.
Senza dimenticare la protezione che la chiesa ha maldestramente offerto ai colpevoli.

BX

Quando la chiesa cattolca chiede perdono per qualche suo errore o misfatto (ovviamente riconosciuto quando proprio non ne può più fare a meno) lo fa – di proposito, machiavellicamente, o anche, magari, autoconvincendosi di essere in buona fede – applicando una delle sue invenzioni più contorte, e alla fine più ipocrite: il sacramento della confessione!
Come sacramento elimina ‘oggettivamente’ il peccato… però bisogna essere veramente pentiti… e cosa ci vuole per autoconvincersi di essersi veramente pentiti?… per questo basta ‘oggettivamente’ il senso di colpa… che c’è senz’altro perchè altro non è che la prova che siamo tutti peccatori… e che quindi solo dio può redimerci… donandoci, attraverso la chiesa, il sacramento della confessione.
E dpo questo bel giro vizioso, posso tranquillamente tornare a peccare!

Ellery

Non sono assolutamente d’accordo con Steve; non mi risulta per niente che l’articolo vada a parlare di laici che si interessano di perdono.
L’articolo dice esattamente l’opposto e cioè che il perdono non è quello che interessa i laici.
In genere gli articoli vanno fuori traccia rispetto ad un tema principale fissato da qualcuno.
In questo caso nessuno aveva fissato un tema e chiunque è libero di fare le proprie osservazioni su un dato argomento.

Alessandro S.

Su http://www.religioustolerance.org/clergy_sex8.htm si legge: “La U.S. Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha pubblicato uno studio su scala nazionale nel febbraio 2004 in cui concludeva che circa il 4% di tutti i preti statunitensi dal 1950 erano stati accusati di aver abusato sessualmente dei bambini.”. Altre stime riportate nello stesso articolo vanno dal 2 al 6 percento. Ovviamente la chiesa, amante della verità, paladina della rettitudine, fulgido esempio di moralità, gioca al ribasso a suo vantaggio. Così come gioca al rialzo (i partecipanti alla dimostrazione spagnola per la famiglia) quando le fa comodo.

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