CITTÀ DEL VATICANO – Papa Benedetto XVI incontrando stamane il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per gli auguri di inizio anno, ha auspicato che la moratoria decisa dall’Onu sulla pena di morte possa “stimolare il dibattito pubblico sul carattere sacro della vita”. “Non posso che deplorare ancora una volta gli attacchi continui, perpetrati in tutti i continenti, contro la vita umana” ha detto Ratzinger.
Nel tradizionale discorso agli ambasciatori dei 176 Paesi accreditati presso il Vaticano, il Papa non avalla esplicitamente la proposta di moratoria sull’aborto che ha dominato in questi giorni il dibattito politico italiano ma denuncia gli ”’attacchi preoccupanti all’integrità della famiglia, fondata sul matrimonio tra uomo e donna”. La Santa Sede, afferma Benedetto XVI, “non si stancherà di riaffermare questi principi e questi diritti fondati su ciò che è permanente e essenziale alla persona umana”.
Nel suo discorso, il pontefice traccia un’ampia panoramica dei principali temi dello scenario internazionale, dal Kenya al Pakistan, dalla Birmania al terrorismo internazionale: alle molte situazioni che sono motivo di tensione e di preoccupazione, papa Ratzinger contrappone appunto il principio della speranza, che dovrebbe guidare le scelte della politica internazionale.
Benedetto XVI ha ricordato la serie di attacchi che ha preso di mira la comunità cristiana in Iraq, eventi che sottolineano la “urgenza” della riconciliazione nel paese. “Attualmente – ha osservato – gli attentati, le minacce e le violenze continuano, in particolare contro la comunità cristiana, e il nodo di certe questioni politiche resta da essere sciolto”. Secondo il Papa, “in questo quadro, una riforma costituzionale appropriata dovrà salvaguardare i diritti delle minoranze” ed è comunque necessario “un maggiore sostegno per la popolazione”, in particolare per gli sfollati all’interno e per i rifugiati all’esterno del paese.
La nuova fase dell’Unione Europea avviata dalla firma del Trattato di Lisbona, “rilancia il processo di costruzione della casa Europa che sarà per tutti luogo gradevolmente abitabile solo se verrà costruita su un solido fondamento culturale e morale di valori comuni che traiamo dalla nostra storia e dalle nostre tradizioni e se non negherà le sue radici cristiane” ha detto ancora Benedetto XVI nel discorso rivolto oggi agli ambasciatori. Il Papa ha assicurato attenzione nel seguire tale processo. “Nello scorso mese di settembre – ha poi ricordato – ho compiuto una visita in Austria, che ha voluto anche sottolineare il contributo essenziale che la Chiesa Cattolica può e vuole dare all’unificazione dell’Europa”.
Il Papa ha voluto quindi “esortare la comunità internazionale a un approccio globale in favore della sicurezza”. E ha esortato a “uno sforzo congiunto degli Stati per applicare tutte gli impegni sottoscritti e per impedire l’accesso dei terroristi alle armi della distruzione di massa”. Tutto questo, ha concluso, “sarebbe favorito indubbiamente da un regime di non-proliferazione nucleare”.
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Non mi riferisco propriamente al contenuto del discoso del papa (niente di nuovo nella sostanza), ma all’uso che in esso si fa dell’espressione ‘moratoria sull’aborto’, che, se non vado errato, è stata usata per primo da Ferrara in parallelo con la moratoria sulla pena di morte. E non voglio nemmeno entrare nel merito di questo immondo accostamento tra l’aborto e la pena di morte, ma fare una breve considerazione su queste personaggio, Ferrara, che suggerisce persino al papa le espressioni da usare.
Come prima le suggeriva agli integralisti comunisti, poi a quelli craxiani, poi a quelli berlusconiani, e adesso a quelli cattolici… e da tutti indistintamente considerato, COMUNQUE, una persona intelligente, tanto è vero che dall’estrema sinistra all’estrema destra – compresi ovviamente quelli di centro – si mettono infila per ‘dialogare’ con lui e con la sua velina. Ora io mi chiedo, se una nazione intera, nelle persone di quelli che dovrebbero orientare l’opinione pubblica, considerano ‘intelligente’ un individuo del genere, perché ci si lamenta poi di quanto succede nel paese, nelle sue istituzioni, nella classe politica, nella scuola, ecc?
E, scusate la digressione, proprio in riferimento alla scuola, cosa significa essere intelligenti?