La foglia di fico e la nudità teologica

…ovvero: pesa più un chilo di ateismo o un chilo di false giustificazioni?Mi ha colpito quel che ha scritto qualche giorno fa su queste pagine Piergiorgio Odifreddi: «La laicità e l´ateismo che costituiscono una sorta di nudità teologica naturale sono diventate quasi una vergogna da nascondere sotto i variopinti paramenti delle fedi e dei credi»…
Quella frase di Odifreddi sovrappone cose da tenere distinte: la laicità e l´ateismo non sono affatto la stessa cosa. La laicità è una condizione che descrive la cultura e le istituzioni liberali che separano la sfera della Chiesa da quella dello Stato, mentre l´ateismo è una posizione filosofica assai onerosa da sostenere, una forma di metafisica asseverativa in base alla quale Dio non esiste, una teoria naturalistica tutta da discutere, della quale molto si può dire, non certo che essa sia sostenuta dalle risultanze della scienza.
La laicità è una attitudine dovuta, anche da parte dei religiosi, come ben si sa, è la disponibilità a condividere un terreno comune di valori condivisi necessari per convivere; se vogliamo dirlo con le parole più sofisticate di un filosofo liberale, John Rawls, è l´area ideale in cui i valori delle varie dottrine, dai seguaci del Dalai Lama fino a quelli del cardinale Bagnasco passando per i testimoni di Geova, i senza Dio e i marxisti dilibertiani si sovrappongono (overlap). Si potrebbe darle un po´ più di sostanza filosofica descrivendola come un neutrale agnosticismo metodologico, ma si finirebbe per renderla un po´ troppo ingombrante e questionabile.
Nessuna posizione può pretendere di rappresentare la «nudità teologica». Se in economia «nessun pasto è gratis» per la collettività, nella filosofia (o tanto più teologia) politica «nessuna teoria è senza peso» per lo stato liberale. Tanto meno è «nudità teologica» l´ateismo, una delle dottrine più ingombranti da argomentare. Vale la pena di ricordare quel che scrive Niles Eldredge, uno dei più tenaci e autorevoli difensori del darwinismo, a proposito di Richard Dawkins e del suo combattivo ateismo: «Quando qualcuno come lui dichiara apertamente, rumorosamente e bellicosamente di essere un ateista, ne ha pieno diritto secondo i principi della libertà di parola», ma sta così promuovendo attivamente una guerra culturale – «e traendone vantaggio» – con la conseguenza di peggiorare di molto le cose negli Stati Uniti perché, alla fine, «i creazionisti, che vogliono che la loro materia sia inserita nel curriculum scolastico o che desiderano che l´evoluzione ne sia completamente rimossa, diranno che è in atto una guerra culturale e chiederanno di avere lo «stesso spazio»..

(tratto da un commento di Giancarlo Bosetti pubblicato su Repubblica di lunedì 7 gennaio 2008 in prima pagina)

Riassumendo:
1) l’ateismo è una dichiarazione di guerra.
2) l’ateismo è difficile da sostenere ed è pesante.
3) l’ateismo provocherebbe nei fondamentalisti il desiderio di avere lo stesso spazio.

Ordunque, se anche le intenzioni di Bosetti non intendono affatto sostenere quanto segue, senza la minima vergogna appoggio pienamente questa tesi e la porto alle sue naturali conseguenze:
1) l’ateismo è una dichiarazione di guerra solo se dall’altra parte del campo c’è il fondamentalismo, non quando vi è una cultura fideistica rispettosa dell’altro da sé, in quanto l’ateismo è per definizione rispettoso dell’altro da sé.
2) se accettare la propria mortalità e non arrogarsi il diritto di scegliere per gli altri cosa sia giusto e cosa sbagliato in modo aprioristico è qualcosa di pesante, diciamo, come un sasso che ti trascina in fondo al mare, quanto peserà il suo contrario, ovvero la scelta fideistica? Accettare l’eternità e un inappellabile giudizio eterno e arrogarsi il diritto di scegliere per gli altri cosa sia giusto e cosa sbagliato in modo aprioristico, mantenendo le proporzioni, dovrebbe pesare tanto quanto la stessa massa d’acqua dello stesso mare nel quale – preoccupandoti del sasso – stai affondando.
3) e infine, ohibò, se noi atei potessimo solo sognare di avere lo stesso spazio dei fondamentalisti di tutte le fedi, avremmo già fatto un passo avanti verso un mondo migliore.

In conclusione, caro Bosetti, non credo che con la sua foglia di fico riesca a ripararsi dal freddo più di quanto possa fare io nella mia nudità teologica.

Fonte: Alteredo

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7 commenti

Aldo Grano

In Italia è difficile essere autentici:autentici atei, autentici cattolici, autentici comunisti, autentici fascisti, anche autentici liberali. Va di moda l’ ibridazione.

Paolo P.

Come avevo già spedito alla lista …
In attesa di una adeguata e migliore risposta di Odifreddi all’ articolo di
Bosetti, che allego, osservo quanto segue:
1) intanto non mi pare che il primo abbia detto che laicità “e” ateismo
siano la stessa cosa ( anche se, secondo me, è più facile che sia laico un
ateo piuttosto che un credente, almeno statisticamente); forse, Bosetti ha
letto male : la “e ” non è accentuata, ma è congiunzione;
2) affermare di seguito che l’ ateismo è una posizione filosofica, una forma
di metafisica, una teoria naturalistica significa essere disorientati nel
tempo, nello spazio e… nel cervello;
3) l’ ateismo una teoria ” ingombrante”? E le religioni allora?
4) atei e materialisti ottocenteschi? E i moti rivoluzionari europei
ottocenteschi che hanno portato poi alla costituzione degli Stati moderni
democratici ? E che dire poi della Chiesa che ha quasi 2000 anni? Non è un
pò anacronistica?
E mi fermo quì!
Saluti,
Paolo Profita,Palermo.

Marco.g

Be’, in Italia gli atei e i laici non sono sicuramente la stessa cosa… dov’è un’altra organizzazione laica che si possa paragonare all’UAAR?

Enrico

“Atheist” si traduce “ateo”, non “ateista”. Almeno tradurre in maniera corretta le citazioni…

Marco.g

Questo articolo sembra più che altro una foglia di fico per nascondere la nudità politica dei laici italiani.

Cati

mi trovo in sintonia con l’editorialista di Repubblica. Odifreddi danneggia il laicismo conle sue tesi superficiali.

Mario Antonio Stoppa

beh Bosetti a quanto pare dovrebbe rileggersi la lettera di Odifreddi, forse non l’ha ancora capita! il testo su repubblica è assurdo:”ma sta così promuovendo attivamente una guerra culturale “; ma si rende conto di quello che scrive?? ora deve essere lui a dire chi promuove guerre?? e per di più confondendo il diritto di opinione e pensiero con una dichiarazione di guerra!!!! dormi Bosetti…..

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