La carica dei catto-chic

I catto-chic amano la Chiesa, ma in chiesa non ci vanno spesso. Dichiarano di essere a favore dei valori della tradizione cattolica, ma li lasciano fuori dal posto di lavoro e dalle loro mura domestiche. Se devono farsi vedere in compagnia dei preti, preferiscono ecclesiastici importanti. Per andare a messa, ovviamente quelle «esclusive» a loro riservate, celebrate in latino e cantate al suono di musiche gregoriane, amano sfoggiare cappe crociate ed uniformi settecentesche. La sartoria Barbiconi, noto atelier di abiti ecclesiastici, ha nel suo fornitissmo catalogo anche un’impressionante serie di decorazioni, placche, spadini e speroni.
Il catto-chic non bada a spese pur di coltivare i propri sogni di gloria. E così gli ordini cavallereschi cattolici stanno vivendo una nuova primavera: rinascono da secoli di oblio e dall’estinzione, si moltiplicano, si copiano, si clonano, si fanno concorrenza. E regolarmente fanno partire i severi altolà della gerarchia vaticana. E’ l’«Osservatore Romano» ad avvertire (il 4 luglio del 2002) «come già pubblicato in passato dal nostro giornale» che «la Santa Sede, oltre ai propri Ordini Equestri, riconosce e tutela due soli Ordini Cavallereschi: il Sovrano Militare Ordine di Malta – ovvero Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta – e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme». Il «già pubblicato in passato» del giornale della Santa Sede si riferisce alle puntuali, e cicliche, messe in guardia che costellano l’emergere di questo strano fenomeno, ritenuto dal Vaticano «preoccupante» già negli Anni Settanta, Cinquanta, Trenta del secolo scorso. La voglia di inventarsi la patacca in nome di qualche santo è vecchia, ma in questi anni desacralizzati sta assumendo proporzioni esagerate. […]

L’articolo completo è raggiungibile sulla Stampa 

Archiviato in: Generale

23 commenti

enrico matacena

La moda come la chiesa è solo apparenza e teatro . Essere catto-chic è coerente con l’essere cattolici. Del resto lo sfoggio di ricchezza neglòi abiti, negli arredi e nelle cerimonie è stata sempre una cosa tipica della chiesa cattolica (non di quelle protestanti). Perchè adesso il vaticano si indigna e se ne meraviglia ? Lo trovo abbastanza ipocrita.

MuccaAtea

Perdonate l’ot (anche se qualche catto-chic potrebbe essere la causa del tutto), ma da oggi non riesco più ad accedere a questo sito collegandomi da un piccolo ateneo del centro Italia.
Ovviamente il sito http://www.vatican.va funziona perfettamente, ma http://www.uaar.it è irraggiungibile.

Ritengo improbabile che un sysman catto-chic si sia divertito ad inserire l’uaar in una blacklist, quanto più probabilmente il sito dell’uaar:
– è elencato in qualche blacklist generica
– contiene, nella home page o in qualche via, qualche parola che urta la sensibilità del proxy.

Mi chiedevo se qualcuno ha incontrato circostanze analoghe.

ps: fortuna che c’è tor, con cui posso accedere al sito. A quanto pare non è utile solo nella repubblica popolare cinese,
Carino anche il fatto che per riuscire a farlo funzionare è stato necessario inserire la direttiva
fascist_firewall=1
nel file di configurazione. Grandioso!

Manuel

Il termine catto-chic è geniale! 😀 Complimenti a chi l’ha coniato!

MuccaAtea

@Manuel: bhe, piccola (molto piccola) e centro (proprio centro) italia sono molto più di nome e cognome. Aggiungici una statua di un rozzo papa (di quelli che spaccava i crocifissi dicendogli “come cristo ti adoro, ma come legno ti spacco”) nel mezzo della piazza e non hai nessuna possibilità di sbagliarti.

Dimixio

@ MuccaAtea
– probabilmente uaar.it è elencato in qualche blacklist generica

I prodotti che filtrano l’accesso (es. http://en.wikipedia.org/wiki/Websense) ai siti hanno in genere una categoria generica “Religious” o “Advocacy Groups” che contiene siti come questo di default.

http://www.vatican.va potrebbe esser inserita tra i siti “isitituzionali”e quindi accessibile

MuccaAtea

@Dimixio: infatti questo è l’unico motivo del mio messaggio OT. Capire se uaar.it è finito in qualche blacklist ed eventualmente capire qual’è e come farla rimuovere.

demos

@MuccaAtea
a mia cognata hanno installato un programma per impedire di navigare in siti pericolosi, e tra i siti pericolosi, oltre quelli che trattano il sesso (anche educazione sessuale viene interdetta), ci sono tutti i siti anticlericali.
Impossibile connettersi a UAAR, No God, anticlericali, etc, o siti che trattano di ateismo.
Chi fabbbrica questi programmi qualche problema deve averlo…

Leonardo

Ah ah ah, piccolina la mania di persecuzione! Internet è tempestata di siti totalmente agnostici, le nostre società sono composte in buona parte da persone atee e agnostiche, la stampa è dominata da testate anticlericali, il mondo accademico è in altissima maggioranza ateo, e siccome per qualche ora non funziona l’Url di questo sito, che è uno fra i milioni di siti anticlericali presnti nel web gridate al complotto universale… Dài, a meno che lo scopo di questo sito non sia divertire il prossimo, siate seri…

Don Vito

@demos
I problemi li ha non chi fabbrica i programmi, ma chi li configura poi…

@MuccaAtea
Si tratta per caso dell’università che inizia per “Cam” e finisce per “erino”?

Toptone

Per Leonardo.

A scorrere i giornali italiani, di testate “anticlericali” in Italia ce ne sono pochissime.

All’indomani della sparata di Nazinger contro gli atei, soltanto due giornali riportarono la risposta delle loro organizzazioni. All’estero fior di giornali hanno dato voce anche all’altra campana.

Ti basta? E siccome ti ho beccato mascherina ;-)), ti faccio notare che anche l’Unione Sarda non ha pubblicato un rigo e NON pubblica lettere di risposta a quello o quell’altro prelato che scrive articoli contro chiunque si ribelli ai loro diktat.

L’ultimo è apparso avantieri, contro uno che si era sbattezzato e metteva in dubbio l’esistenza storica di Cristo.

Il giorno che gli italiani potranno saltare a piè pari la censura di giornali e TV, madama la marchesa è fritta.

MuccaAtea

@Leonardo: no, nessuna cospirazione. Sicuramente è una casualità.
Resta da capire il perchè uaar.it sia filtrato mentre un sito che un prelato definì (più o meno) “accostare espressioni da stalla alla vergine” è tranquillamente accessibile.

@Don Vito: vedi che è piccola. Lo dice pure il nome…
(anche se il vino migliore è nelle botti piccole)

Don Vito

@MuccaAtea
Per essere piccola, è piccola… Per quanto riguarda il vino buono avrei delle riserve (in senso che sono un pò scettico, e non che ho la cantina piena di Brunello d’annata)

Flavio

@ demos

Se ci sai dire che programma blocca i siti anticlericali, possiamo cercare di scoprirne il motivo.

PO

@ flavio

Dev’essere qualche forma pervertita di parental control

Vassilissa

Da quando un comico ha fatto un “pezzo” un po’ piccante la mia azienda ha bloccato ogni accesso a OGNI tipo di blog, anche a quelli di cucina o che parlano di vacanze. Frustrante! 🙁

Commenti chiusi.