Catto-Connection?

La lettera che segue è stata pubblicata, senza firma, sul numero di gennaio del Mucchio.

Ciao Max, ho seguito la questione del sequestro del Mucchio a Trani, e devo dire che esiste un qualcosa di più di una semplice “Trani Connection”: in Italia c’è un sistema consolidato e informale che tende a favorire anche a livello giuridico la Chiesa cattolica, che ci viene direttamente dal fascismo e che è molto difficile da scalfire.
Recentissimo, ad esempio, è un altro caso: quello di una sentenza del TAR del Veneto riguardante le visite pastorali nelle scuole. Bisogna premettere che, dopo un lungo ping pong giuridico, queste visite non sono più permesse. Il problema è che in Italia le scuole e le amministrazioni locali se ne fregano, continuando ad aprire le porte di fatto a visite pastorali durante gli orari scolastici fino a quando qualcuno non fa notare la cosa. Ma dato che vige una sorta di “omertà” specie nelle zone di provincia, per un singolo esporsi è un rischio a livello sociale.
Succede che l’UAAR è praticamente l’unica organizzazione laica che faccia notare tali abusi, e che si sia esposta in varie parti d’Italia per diffidare le scuole in cui erano previste visite pastorali. Circa un mese fa è intervenuta nella zona di Padova, dato che il vescovo locale aveva preventivato delle visite, diffidando le scuole. Queste avevano fatto sostanzialmente finta di nulla, dato che uno “sgarro” così al vescovo non lo potevano mica fare, per di più in una regione notoriamente “bianca”. L’UAAR ha quindi fatto ricorso al TAR del Veneto, e la sentenza che è seguita la trovo semplicemente paradossale, dato che si basa evidentemente su cavilli e serve per ostacolare la promozione della laicità. Praticamente, la sentenza afferma che l’UAAR non avrebbe facoltà di intervenire nell’area in cui è avvenuto il fatto (un piccolo comune veneto) perché lì non ci sono suoi iscritti e perché sostanzialmente nessuno dei locali ha denunciato la cosa. In pratica, se qualcuno nota una qualche irregolarità e la denuncia, potrebbe non essere legittimato a farlo: o perché la cosa non dovrebbe riguardarlo o perché le usanze locali, anche se violano le norme, vanno rispettate comunque (che grande messaggio di legalità che si dà al cittadino!). La sentenza mi fa venire in mente che, allora, le associazioni antiracket non dovrebbero intervenire nel caso in cui un mafioso chiedesse il pizzo ad un negozio il cui proprietario non è iscritto alla detta associazione, o che un caso di violenza domestica non dovrebbe essere denunciato da un’associazione di difesa delle donne perché nella comunità sussistono ancora tacite regole patriarcali.
C’è da dire però che l’UAAR è una APS, ovvero un’associazione di promozione sociale: significa che di fatto può rappresentare una certa parte della società, o particolari istanze, e per questo ha determinate prerogative giuridiche e organizzative. La legge sulle APS dice che queste possono promuovere azioni legali e intervenire in giudizi promossi da terzi, per tutelare gli interessi collettivi che riguardano le finalità dell’associazione (e l’UAAR, tra le finalità, ha proprio la difesa della laicità, violata nelle scuole in questo caso). E’ possibile rivolgersi all’UAAR per avere assistenza nei casi in cui – soprattutto in ambito scolastico – si vogliano far valere i principi di laicità contro le invadenze clericali.
http://www.uaar.it/laicita/visite_pastorali/

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6 commenti

Toptone

Allora l’unica cosa da fare è rivolgersi al Consiglio di Stato e presentare le obiezioni di cui sopra.

Inutile sperare che le cose cambino se non le si fanno cambiare.

La Chiesa non molla sulle sue pretese e istanze, quindi non dobbiamo mollare neanche noi. Un nostro passo indietro significa un passo avanti per loro.

E di “passi avanti” ne hanno fatto fin troppi!

seasong

Già, a tale proposito volevo sapere se ci stiamo muovendo giuridicamente riguardo questa sentenza, insomma a che punto è la situazione ?

mariano

GIUstissimo! fate ricorso al Consiglio di Stato!!! esiste il doppio grado di giudizio non a caso! AVANTI TUTTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Vash

Io penso che quella sentenza sia nulla perchè se c’è già una legge che disciplina le associazioni di promozione sociale e tali regole applicate all’UAAR dicono che la stessa può fare determinate cose, una sentenza di un tribunale non può ribaltare la cosa perchè gli gira. E’ semplicemente una sentenza basata sull’illegalità!

Roberto Grendene

Comunicato stampa UAAR sulla vicenda:
http://www.uaar.it/news/2007/11/17/sentenza-tar-comunicato-stampa-uaar/
da cui anche questo dettaglio:
«Non solo: il Tar ha condannato la Uaar al pagamento di 6000 euro di spese processuali, «e non ci risultano precedenti con cifre tanto alte, per casi del genere»

Ricorso al Consiglio di Stato?
Ci abbiamo pensato da subito.
1) E’ un impegno economico non banale
2) Il Consiglio di Stato al quale ci si va ad appellare e’ lo stesso che ha sancito che il crocifisso e’ simbolo di laicita’
http://www.uaar.it/news/2006/04/18/consiglio-stato-crocifisso-simbolo-laico/

In ogni caso, una strada da intraprendere.
Magari con sostegno di soci e simpatizzanti:
http://www.uaar.it/uaar/erogazioni/

Ciao
Roberto Grendene

seasong

A tale scopo con il nuovo anno sono passato da socio ordinario a sostenitore, ( benemerito non ce l’ho fatta, sorry! [ Magari il prossimo anno ]) .

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