Cristianesimo identitario

Sergio Romano è intervenuto a proposito a proposito dello stato di salute della Chiesa cattolica scrivendo, tra l’altro:

Come ha scritto Enzo Bianchi nella Stampa del 4 novembre 2007, gli italiani che si dichiarano cattolici sono il 70% della popolazione, ma la percentuale di coloro che praticano la religione è molto più bassa: fra il 17 e il 20%. Temo che per molti europei il cristianesimo, cattolico o riformato, abbia smesso di essere una fede e sia diventato semplicemente la manifestazione della propria differenza.«Siamo cristiani», in altre parole, è un altro modo per dire «Non siamo musulmani». Non credo che questa riduzione del cristianesimo a rivendicazione identitaria possa piacere alla Chiesa. (Fonte: Corriere.it)

Non so se possa far piacere: sicuramente è una rivendicazione promossa dalla stessa Chiesa, dal momento che da almeno un decennio ha lanciato (con relativo successo) la formula della cosiddette “radici cristiane dell’Europa”. Formula, tra l’altro, doppiamente pericolosa per la stessa Chiesa: innanzitutto perché implicitamente nega che l’Europa attuale sia cristiana, e in secondo luogo perché, nei paesi in via di sviluppo, i suoi avversari hanno buon gioco a ricordare alle popolazioni locali le radici cristiane del colonialismo europeo. Le rivendicazioni identitarie, del resto, vengono a galla solo quando sono esauriti i ragionamenti validi a sostegno delle proprie tesi: il ricorso alla tradizione, infatti, è per definizione un errore argomentativo.

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6 commenti

lacrime e sangue

Il cattolicesimo è un’abitudine per la maggior parte dei ‘fedeli’ e non un credo partecipato.
La maggior parte degli italiani è profondamente ignorante dei dogmi e delle regole cattoliche: molti non sanno nemmeno che divorziando si perde il diritto alla comunione…
Purtroppo, come sono disinteressati agli obblighi comportamentali che impone la loro stessa fede, così saranno gli ultimi ad accorgersi che le leggi dello stato saranno state modificate per adeguarsi alla “volonté” del Vaticano: scopriranno di non poter più abortire, comprare i preservativi, divorziare, guardarsi i film da Harry Potter a Il codice da vinci, leggere quello che vogliono (no, aspetta, che sto dicendo? questi non leggono)…

Francesco M.Palmieri

Non ci dimentichiamo, tra l’altro, dei 30.000 italiani che giornalmente consultano cartomanti, maghi e fattucchiere.

Nostalgico

Verissimo che si nomina la “tradizione” quando si è privi di argomenti validi o di autonomia di pensiero. Più in generale, il revival di “cattolicismo” (scusate la parola, non so se vada bene), esteriore e superficiale, credo derivi, fra l’altro, del bisogno di una qualsivoglia etichetta, soprattutto per i giovani, ora che, nel bene o nel male, si proclama la fine delle ideologie e si è tutti (o quasi) appiattiti al livello di consumatori passivi di merci e di cultura nozionistica.
Si cerca così, come una “posa”, rifugio in una religione (ma potrebbe essere anche, ad esempio, in un’ideologia di quelle “vecchie”) per illudersi di avere una dimensione ed una definitezza come individui, oltre che aggrapparvisi nei momenti di confusione o nell’alienazione quotidiana.
Peraltro, il tutto con modalità comunque superficiali, edonistiche, consumistiche, non dissimilmente come per il calderone new-age, per cui padre Pio sta insieme all’oroscopo, ai templari, agli acchiappasogni indiani, alla “striscia” di cocaina e all’andare con prostitute, magari adolescenti (tanto poi, la domenica, si va a messa e si fa la comunione, ovviamente senza essersi confessati).

Stefano Grassino

@lacrime e sangue
Io sono prosaico e dico: quante cattoliche hanno rapporti sessuali con profilattico? Quante di esse non arrivano vergini al matrimonio? Quante di loro praticano la sodomia od il coito orale, disperdendo cosi il seme? Tuttosommato, preferisco la Binetti che porta il cilicio e lo reclamizza. Dal mio punto di vista, il suo è fanatismo che potrebbe diventare pericoloso per la società civile nel caso in cui elementi simili avessero un potere incontrastato ma è pur vero che l’ipocrisia di coloro che vanno con una prostituta minorenne e poi fanno la comunione senza confessarsi o mentendo (forse Volontè) è ben peggiore.

lacrime e sangue

@ Stefano Grassino

Il problema è proprio quello implicitamente presente nel tuo testo (dare del tu è netiquette, credo): al potere vanno i fanatici, pronti a modificare le leggi, come la 40 sulla fecondazione assistita e presto quella sull’aborto.
I cattolici di nome e non di fatto, per i loro comportamenti superficiali e ignoranti delle norme del catechismo, si lasciano vivere senza problemi, ma proprio per questo non opporranno alcuna resistenza alle manovre dall’alto: si ritroveranno a dover comprare il condom al mercato nero o simili senza capire perchè. A parole sono “con il papa” senza sapere che nei fatti lo smentiscono…

Nostalgico

A Stefano Grassino: hai perfettamente colto ciò che intendevo e concordo circa quanto scrivi sulla Binetti.
Dirò di più: paradossalmente, ho stima di quei credenti che vivano con coerenza la propria fede (ovviamente quando non cerchino d’imporla agli altri e non rivendichino il diritto-dovere d’influenzare cultura, istituzioni, società), rispettandone regole e proibizioni, conoscendone davvero storia e testi (banale dire come, spesso, gli Atei conoscano Bibbia e Cristianesimo più di tanti cattolici) e sostenendo economicamente (seriamente, intendo, non con gli spiccioli alla messa domenicale, quando ci vanno, o con i regali al parroco per ottenerne favori) la propria Chiesa.
Viviamo, comunque, sia detto provocatoriamente, un’epoca di decadenza morale e civile (qualunquismo, individualismo, edonismo, estetismo, consumismo, e altri -ismi del genere), oltre alla sempiterna ipocrisia, oggi ben rappresentata dai Casini, Fini, Berlusconi, divorziati, o dai Mele (quello dei festini con cocaina e prostitute, se non ricordo male), per non parlare dell’ignoranza del comandamento numero sette…
Completo rispetto, pertanto, per chi indossi il cilicio, meglio se senza farlo sapere, farisaicamente, troppo in giro (secondo le agiografie, molti santi indossavano per anni strumenti di penitenza, ma lo si veniva a sapere solo quando, alla loro morte, se ne scoprivano le carni straziate), finché non voglia costringere anche gli altri a fare altrettanto.
In generale, ho visto più volte lavoratori, venditori ambulanti ed altri immigrati musulmani, interrompere le proprie attività, eseguire scrupolosamente le abluzioni rituali, magari ad una fontanella, ed inginocchiarsi a pregare, in un angolo o per strada, o rifiutare, cortesemente, l’offerta di un caffè, senza spiegarne, ostentandolo, il motivo, durante il Ramadan.
Altrettanto vale, a caso, per gli ebrei che rispettano lo Shabbat, la Kasheruth, eccetera (peraltro con l’ulteriore motivazione di mantenere, così, il parimonio culturale ed i legami comunitari, giusto o sbagliato questo sia), o per gli appartenenti alla Chiesa di Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (i cosiddetti “mormoni”, per intenderci), di cui ho conosciuto abbastanza bene un gruppo di studenti (anzi, sigh, studentesse) della Brigham Young University, di Salt Lake City.
Mi scuso nel caso sia andato fuori argomento e, in ogni caso, per la prolissità.

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