In questi giorni, dopo l’inaugurazione dell’anno accademico a “La Sapienza”, che ha avuto luogo SENZA Sua Santità, il Papa, Benedetto XVI, si sentono dire le cose più incredibili. Credo che sia il caso di ricordare brevemente ai lettori il reale significato di alcuni termini che ricorrono spesso, in queste ore, sui giornali ed in televisione.
Rispetto
Il rispetto che esiste in Italia nei confronti di Atei, Agnostici e razionalisti di altro tipo è stato ben rappresentato dalle parole dell’ex-guardasigilli Clemente Mastella (Cattolico) all’angelus di oggi:
“…di questi imbecilli che hanno voluto impedire la visita del Papa alla Sapienza.”
Secondo lui, siamo imbecilli, niente altro che imbecilli. Ovviamente, Mastella non è certo il primo, e non sarà nemmeno l’ultimo, ad esprimersi in questo modo ai nostri danni.
Nonostante questo, da ogni parte si pretende di richiamarci al “rispetto” del “Santo Padre”.
Perchè dovremmo? Quale rispetto dovremmo portare noi alle idee ed alle persone del mondo Cristiano/Cattolico che loro non debbano portare alle nostre? Forse che la nostra etica, le nostre idee o le nostre persone sono da ritenersi “inferiori” a quelle della nostra controparte? Su quali basi?
Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Una mancanza di rispetto molto più grave è quella legata al gravissimo ed ingiustificabile “esproprio religioso” di cui noi Atei ed Agnostici siamo vittima ogni anno. Lo trovate documentato qui:
http://www.uaar.it/laicita/otto_per_mille/
“Quanto costa la Chiesa” – di Curzio Maltese su Repubblica
Un’altra gravissima ed ingiustificabile mancanza di rispetto siamo costretti a subirla a scuola, come è ben documentato qui:
Ora di Religione Cattolica – Sito UAAR
Come vi sentireste voi Cattolici se noi rubassimo ogni anno 4 miliardi di euro alle casse del Vaticano e li usassimo per fare propaganda atea ed anticristiana in Italia? Come vi sentireste se obbligassimo (prima per legge, ora solo di fatto) i vostri figli a seguire dei corsi di ateismo?
Allora, perchè noi dovremmo subire questi insulti in silenzio?
Laicismo
Secondo molti dizionari, e come viene correttamente riportato da Wikipedia, questo è il significato del termine laicismo :
“Il laicismo (considerato da alcuni sinonimo di laicità) è la dottrina socio-politica che teorizza e propugna la totale separazione tra stato e chiesa, ovvero l’assenza di interferenze religiose dirette nell’ambito legislativo, esecutivo e giudiziario di uno stato.”
Questo vuole dire che il laicismo NON consiste nel garantire ad ogni confessione il diritto di parola, o il diritto di coltivare il proprio orticello, al pari di ogni altra. Il laicismo NON consiste nel garantire “pari opportunità” a tutte le confessioni.
Il laicismo consiste nel tenere la Religione, qualunque Religione, fuori dallo Stato. Uno “Stato Laico” NON è uno stato che garantisce il diritto di parola a tutti gli esponenti religiosi in quanto tali. Questo sarebbe solo uno stato succube della Religione, cioè una Teocrazia. In una Democrazia, come la nostra, il diritto di parola è garantito alle persone, a tutte le persone, in quanto cittadini, non in quanto portavoce di una confessione religiosa o, peggio, in quanto presunti detentori di un’etica di provenienza “superiore” a quella che esprime lo Stato stesso attraverso le sue leggi.
In una Democrazia, anche gli Atei, come noi, hanno il pieno diritto di esprimere tutto il proprio dissenso nei confronti di questi portavoce religiosi (e di farlo conoscere attraverso la RAI, visto che pagano il canone).
Laicità dello Stato
Uno Stato è “laico” quando le sue leggi vengono formulate senza fare appello all’etica espressa da questa o da quella religione e quando, al suo interno, gli esponenti di qualunque religione hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri di qualunque altro cittadino.
La Laicità dello Stato NON – ripeto NON – consiste nel mostrare “apertura” nei confronti di tutte le Religioni. Consiste nel tenere le Religioni, tutte le Religioni, FUORI dallo Stato.
Sarebbe quindi più corretto parlare di “Ateismo DELLO Stato” (che è MOLTO diverso da “Ateismo DI stato”) o, ancora meglio, di “Agnosticismo dello Stato”. Uno stato multiconfessionale, che non sa liberarsi dai suoi vincoli nei confronti di una o più religioni, NON è uno stato laico. È solo uno Stato che è ostaggio di molte forme diverse di irrazionalità.
Tolleranza ed Intolleranza
La tolleranza consiste nella accettazione degli elementi culturali e delle opinioni diversi dalle nostre ma legittimi. Gli ebrei che si ribellavano al rastrellamento nazista nel Ghetto di Varsavia, non stavano mettendo in atto una azione di “intolleranza” nei confronti del nazismo. Si stavano difendendo. C’è una certa differenza tra queste due situazioni.
La tolleranza è dovuta nei confronti di coloro che ci propongono una opinione, od un progetto politico, razionale che, pur discutibile, tiene conto dei nostri diritti e delle nostre esigenze, così come dei diritti e delle esigenze di ogni altro cittadino. La tolleranza NON è dovuta nei confronti di chi cerca di manipolarci a proprio vantaggio. Nei confronti di persone che tentano di manipolarci o sottometterci a proprio vantaggio, è legittimo difendersi (nei modi opportuni, ovviamente. Non sempre è necessario fare uso del Kalashnikov).
Francamente, è impossibile pensare che chi ci chiede di inserire tra le nostre leggi delle norme che NON hanno nessun’altra giustificazione se non quella di compiacere il LORO Dio (un Dio in cui noi NON crediamo e di cui loro non sanno nemmeno dimostrare l’esistenza), stia agendo in un modo che rispetta i nostri diritti e le nostre esigenze. Queste persone stanno semplicemente cercando di imporci le leggi che fanno comodo loro facendo leva sulla nostra paura dell’ignoto. Queste persone stanno cercando di manipolarci e sottometterci, per cui è lecito difendersi da esse.
Laici
Tecnicamente, un “Laico” è un appartenente alla Chiesa (Cattolica, Cristiana o di altro tipo) che NON è un Sacerdote. Cioè, i “Fedeli non togati” di una qualunque confessione sono dei laici.
Noi, che fedeli NON siamo, NON siamo nemmeno laici. Siamo Atei o, come minimo, Agnostici. È molto diverso. Pretendere da noi che ci si comporti da Laici, è semplicemente fuori luogo. In particolare, non ha senso pretendere da noi una qualunque forma di “rispetto” o, più esattamente, di “deferenza”, nei confronti di una autorità religiosa che NON riconosciamo. Per quanto ci riguarda, Papa Benedetto XVI, è soltanto un capo di stato estero. Possiamo forse discutere di accordi commerciali con questa persona ma, francamente, il suo “messaggio morale e/o spirituale” non ci interessa.
Agnostici e Atei
Non sempre coloro che non si riconoscono nella Religione sono Atei. C’è chi preferisce non pronunciarsi sulla delicata questione dell’esistenza di Dio. Costoro si definiscono Agnostici. Gli Atei si trovano su una posizione più netta e più dura: negano apertamente l’esistenza di Dio (almeno il Dio antropomorfo delle Religioni monoteiste).
Sarebbe opportuno che chi si rivolge a noi, pretendendo di richiamarci ai nostri stessi ideali filosofici, si rendesse conto che sta parlando nello stesso momento, e nello stesso modo, a due popolazioni diverse, non sempre equiparabili.
Si noti, per inciso, che si può benissimo essere Cristiani e Atei nello stesso momento:
“Inoltre vi è la posizione opposta a quella dei credenti anticlericali, la quale è invece da includere nell’ateismo, pur essendo molto particolare: è quella dei cosiddetti “atei cristianisti/teocon”, i quali sostengono i valori cristiani, pur non credendo nell’esistenza del Dio cristiano.”
[Da “Ateismo” a Wikipedia]
Se questo vi sembra folle, provate a riflettere su quanto sia invece razionale forgiare la propria esistenza ed il proprio comportamento in modo da compiacere un Dio di cui nessuno è mai riuscito a dimostrare l’esistenza.
Democrazia e Libertà di Parola
Secondo Wikipedia:
Il termine democrazia deriva dal greco demos: popolo e cratos: potere, ed etimologicamente significa governo del popolo.
Il concetto di democrazia non è cristallizzato in una sola versione o in un’unica concreta traduzione, ma può trovare ed ha trovato la sua espressione storica in diverse espressioni ed applicazioni, tutte caratterizzate peraltro dalla ricerca di una modalità capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare.
La Democrazia ha molto a che fare con la Libertà di Parola. Se i cittadini che hanno qualcosa da dire non possono dirlo, non possono nemmeno maturare nel “popolo” che li ascolta l’informazione e la consapevolezza necessarie per prendere decisioni razionali e governare senza far danni.
Per questo è necessario che anche gli ATEI e gli AGNOSTICI possano esprimere liberamente tutto il proprio dissenso nei confronti di un capo di stato estero che si è fatto portavoce di idee non condivisibili e che continua ad interferire in molti modi diversi con la vita politica e sociale del nostro paese.
Questo capo di stato estero dispone già delle sue strutture (una TV, una radio, diversi giornali a tiratura nazionale, alcune decine di migliaia di parrocchie e qualche milione di attivisti) per far conoscere le sue idee. Anche volendolo, non saremo certo noi a farlo stare zitto (e comunque, non ne abbiamo intenzione). Non c’è quindi nessun motivo di fornirgli altri strumenti di comunicazione ed altre occasioni propagandistiche.
Oscurantismo e Censura
L’oscurantismo e la censura NON consistono nel negare il diritto di parola ad un esponente religioso all’interno delle strutture istituzionali di uno Stato laico, come è l’Università Italiana. In uno uno stato laico le persone elette dal popolo, o incaricate dagli eletti, parlano a nome dell’intera Comunità dei cittadini nelle sedi proprie dello Stato, come l’Università. Gli esponenti delle varie Religioni, parlano a nome della loro comunità nelle loro sedi ed in altri momenti.
Non c’è nessun motivo di fornire altri spazi pubblicitari a questi esponenti religiosi all’interno delle istituzioni pubbliche. Questi esponenti religiosi dispongono già delle loro strutture propagandistiche e sono autorizzati dalle nostre leggi a fare tutta la propaganda che vogliono, con i loro mezzi, sul nostro territorio.
La censura, piuttosto, è quel fenomeno per cui una parte sostanziale della popolazione, come sono i NON credenti in Italia, NON può avere accesso ai mezzi di comunicazione di massa per far conoscere le proprie idee e le proprie ragioni, nosnostante che paghi il canone RAI!
Alessandro Bottoni
Molto opportuno il richiamo lessicale: penso che, per quanti cercano un confronto intellettualmente onesto (ogni tanto qualcuno dice di volerlo!) sarebbe bene definire alcune parole : comincio con le prime tre che mi vengono in mente : verità, valori, dio. Ovviamente per le prime due possiamo tentare di fornire un contributo, per la terza l’onere tocca ovviamente ai credenti. Credo che con una loro chiara definizione di cosa intendono con la parola dio si potrebbe cercare di confrontarsi. Per esempio, cosa intende Mastella con la parola dio?
Bell’intervento. Ma non sono d’accordo con la definizione di “laico”, che io intenderei per lo più nell’uso corrente di “(colui) che si ispira ai principi del laicismo” (cito dallo Zingarelli).
Bell’articolo, ma purtroppo vi vedo molta utopia qui e là.
Per variegare la discussione, mi permetto di segnalare un articolo di oggi sul Corriere Online di Claudio Magris.
http://www.corriere.it/editoriali/08_gennaio_20/magris_d0329b1e-c72f-11dc-8899-0003ba99c667.shtml
Le mie osservazioni sui fatti della Sapienza, espresse in altri post, mi paiono trovare conferme.
E avrei voluto tanto sbagliarmi….
Grazie a Bottoni per aver fatto, finalmente, un’analisi oggettiva e non ideologica della questione.
a proposito della tolleranza degli intolleranti
« Non preoccupatevi troppo del razzista che Vi dice: “Siete intolleranti”, preoccupatevi del fatto che quello lì è razzista, e di non esserlo voi »
Flavio Baroncelli
Sarebbe utile, secondo me, risalire all’origine del processo di secolarizzazione, dalle lotte delle investiture, a partire delle quali la stessa chiesa, per smarcarsi dal dominio imperiale, rivendicò la separazione tra potere religioso e potere mondano.
Del resto fu lo stesso Dante ad invocare la separazione tra stato e chiesa nel De Monarchia che, guarda caso, la chiesa di Roma bruciò e che si potè stamopare solo a fine ‘800.
Giacomo Grippa, Uaar, circolo di Lecce
Il rispetto è una merce che va guadagnata, in una società democratica, con la razionalità. Mostrare le proprie idee con motivazioni, prove, e proporre cambiamenti positivi che abbiano dei presupposti razionali e verificabili, questo comportamento merita rispetto.
Cercare di instaurare un dialogo sulla base di prove, e di dati che possiamo consultare e quindi commentare potendo sempre ricorrere alla verifica, questo è rispetto.
Parlare da un pulpito sfruttando l’ignoranza, la paura e il bisogno di esseri umani che non hanno avuto la fortuna, i mezzi, l’opportunità di capire più a fondo la realtà e cullarsi in una risposta semplice e universale, e d questo pulpito criticare, offendere, bruciare e passare per santi, questo non merita rispetto.
E’ solo tristemente vergognoso
Bell’intervento, ma avrei una notazione: dalle leggi di uno stato laico non deve emergere un’ “etica”; le norme dovrebbero essere semplicemente il frutto di un accordo fra i diversi punti di vista dei rappresentanti dei cittadini e avere come unico oggetto quello di regolare fenomeni concreti e voler trarre a posteriori un’etica dal corpo normativo non ha molto senso. Certo, è evidente che i cattolici nel nostro paese godono di una forza politica spropositata perchè non solo i cittadini credenti possono, tramite il voto, indirizzare le leggi verso le loro idee (balzane aggiungerei io), ma alle gerarchie ecclesiastiche viene tributata un’attenzione del tutto illegittima da parte della politica. Quando le gerarchie religiose godono di un tramite di ascolto diretto con la politica, allora il sistema rappresentativo disciplinato dalla Costituzione smette di funzionare, dal momento che alcuni cittadini vengono rappresentati più di altri. In proposito è intervenuto Gustavo Zagrebelsky su Repubblica qualche mese fa.
A mio modesto avviso, visto che tali interventi della Chiesa in politica rappresentano una totale violazione dello stesso concordato che garantisce immensi privilegi al Vaticano, lo stato italiano dovrebbe dichiarare la decadenza del suddetto accordo per ripetute violazioni dell’altra parte. Allora si che ci sarebbe da divertirsi.
Purtroppo è solo un sogno…
non sono d’accordo sul concetto cristiani/atei (condividere i valori cristiani pur negando l’esistenza di dio. ) cosa intendi per valori cristiani? non uccidere, non rubare, non fare agli altri quello che non vorresti sia fatto a te. Quelli ( e molti altri) non sono valori cristiani propriamenti detti, visto che si trovano in tempi e culture diverse da quella cristiana. sono valori etici, umani, che prescindono dalla religione. sono i cristiani che si sono appropriati di tali valori e li spacciano per propri ( come si sono appropriati di tanti miti e credenze precedenti e tutt’oggi le spacciano per originali!)
sono d’accordo con ale…
uno stato laico non deve fornire un’etica, ma creare le norme che garantiscano la pacifica convivenza tra i cittadini, senza entrare in questioni di natura morale, in quanto molto spesso, ciò che è morale per una religione, entra in contrasto con questo principio.
“Questioni di lessico (e di coerenza)”.
– Alla voce “Agnostici e Atei” leggo:… “Si noti, per inciso, che si può beniossimo essere Cristiani e Atei nello stesso momento: “Inlotre vi è la posizione opposta a quella dei credenti anti clericali, la quale invece è da includere nell’ateismo, pur essendo molto particolare: è quella dei cosìddetti “atei cristiani teo/con”, i quali sostengono i valori cristiani, pur non credendo nell’esistenza di un Dio cristiano.” –
Se questo vi sembra folle provate a riflettere… ec. ec.
A questo punto è più facile che al lettore vengano in mente i così detti “atei fedeli” (che in verità sono “clerico/con) che al centro di dove la questione porta: che invece è essenziale per capire.
Se chi legge (a mio avviso, giustamente) parte dal presupposto feuerbachiano che sono gli uomini a creare i loro dei e non viceversa, prendendo l'”Antico testamento” vi troverà non la dimostrazione, bensì la metafora di un dio onnipotente, grande e terribile con i suoi nemici, “a fer la misura dei potenti del mondo”. Invece, prendendo il “Nuovo testamento” (i vangeli) vi troverà un dio figlio, così fragile, dimesso e moltiplicato da poter essere ucciso dall'”uomo” (anche in questo caso, come nel caso del “dio onnipotente”, singolare maschile).
L’aver messo insieme queste due metafore, così distanti da poter essere altrimenti considerate addirittura opposte fra loro (una a favore delle conquiste e dei potenti, l’altra ad ulteriore discredito verso se medesimi degli umili) è stato il capolavoro simbolico (ma “verità” per i credenti) della Chiesa cattolica.
A tal riguardo c’è però un illustre esempio precedente, oscurato nella cultura popolare ma non a chi ha il privilegio di fare filosofia: anche Socrate, in quel di Atene di 399 anni prima, fu condannato a morte dai potenti del suo tempo (per empietà), fra l’altro, perché raccomandava ad essi di “far scendere la filosofia dal cielo e porla nella Città, in mezzo agli uomini”. Come il dio (subalterno) dei cristiani, anch’egli non ci ha lasciato scritto nulla di suo pugno (sono gli altri a scrivere “il suo messaggio”), viene condannato a morte e fatto morire per “lesa maestà”, ma con la differenza che viene tratta una filosofia scettice e non fatta una divinità.
In entrambi i casi, come spesso accade per le umili origini, l’origine e l’esistenza è incerta. Al punto che l’identità viene costruita da altri successivamente (con continui revisionismi dei racconti) sulla base del “si dice che…”, finalizzato a quel che in quelle circostanze o in quel momento storico conviene dire.
Ma sarebbe tutto più semplice e chiaro se si parlasse di pluralismi di cultura popolare, pruralmente prodotta, da una parte (anche quando mitica e non veritiera) e di filosofie teologiche dall’altra (sempre mitiche e non veritiere).
Con le varianti di ateismo militante: rispetto alla falzità di questi miti.
E agnosticismo culturale quale atteggiamento di ricerca sottratto a questi miti
bravissimo. complimenti ad Alessandro Bottoni. ben scrisso …se fosse divulgato.
Una cosa che ho anche scritto anche in una mail inviata a TV Sorrisi e Canzoni (speriamo che la pubblichino sul sito) è che mentre il ministro Mussi parlava all’università e ripeteva la solita frase di quei giorni sul fato che tutti hanno diritto di parola a prescindere, contemporaneamente gli studenti che protestavano sono stati chiusi fuori dall’università sotto la minaccia dei manganelli della Polizia. Alla faccia della coerenza e della democrazia!
Oggi Mastella, al tg5, richiamava il governo italiano, nellla persona del presidente del consiglio Prodi, e del vicepresidente del consiglio D’Alema, a porgere le loro scuse al Papa……e io mi chiedevo, dove andremo a finire???? Non è che i miei figli , arrivati alle elementari si ritroveranno a sentir parlare di “crazione” invece che di evoluzione?
Non nego di essere preoccupata dalla piega che ha preso ultimamente l’informazione (assolutamente pro papa) e la non-informazione (qualcuno ha menzionato la lettera di Cini?? Io ho dovuto cercarmela su internet, perchè volevo leggerla….)….indubbiamente c’è della verità nelle parole pronunciate oggi da Casini, “è in atto un attacco alla libertà”..peccato che lo stiano sferrando loro.
Barbara
Avrebbe dovuto prevalere su tutto una “questione di buonsenso”, come fondamento di ogni libertà e rispetto reciproco.
Bisogna prendere atto che questa questione principe è stata sabotata multilateralmente:
1) dal momento e da chi ha scelto di invitare l’innominabile all’inaugurazione. PUNTO
2) dal momento in cui il discorso dell’innominabile è stato comunque riferito all’interno dell’Università (oltre al danno la beffa).
Ma cos’era meglio? La presenza del bombarolo senza una bomba che esplode o l’assenza del bombarolo ma la bomba che esplode, in sua rappresentanza?
Nessuna delle due cose poteva mai conciliarsi con l’errore di fondo.
La leggerezza con cui si permette a personaggi quali il rettore de la Sapienza e decine di altri tra cui i governanti di ricoprire cariche di responsabilità, che dall’alto delle loro responsabilità commettono mancanze inaccettabili è il segnale evidente che qualcosa non funziona alla base, che il sistema è corrotto fino all’osso!
Il fatto che dopo eventi così gravi la modestia e la decenza di dimettersi dalle loro cariche o di fare un passo indietro con decoro, in silenzio e non con scandalose sceneggiate di vittimismo misto a calunnia (tipico degli inetti) non li sfiori nemmeno, la dice lunga sul livello di presunzione e onnipotenza dei quali si autoinvestono, forse emulando ormai patologicamente la fisiologia delle gerarchie clericali, dimenticando di essere persone giuridiche secondo la Costituzione Italiana e non santoni di uno stato teocratico.
Igerenza quotidiana di un dogmatico nella politica al potere, paralisi del Governo, standby del ministero della Giustizia, manipolazione dei media, stigmaizzazione di minoranze: le similitudini con l’insediamento del terzo Reich nazista sono impressionanti.
Ci sono elezioni democratiche in vista, penso che siano tutti pronti a rimediare al grande misfatto del 2006, purchè si trovino alternative valide che abbiano la volontà e la capacità di spazzare via di netto questa feccia di casta poltica che ha tentato di mettere pericolose radici.