Usa: corre con il velo, squalificata

[…] “Non lo so. Non mi era mai capitato prima. Sono due anni che mi presento alle gare sempre con lo stesso abbigliamento e questo perché sono musulmana”. Invece il 12 gennaio, al Montgomery Invitational, manifestazione indoor che si svolge al Prince George Sport & Learning Complex di Landover, nel Maryland, qualcuno ha storto il naso perché Juashuanna Kelly era troppo coperta (la sua religione le consente di lasciare scoperti soltanto le mani e il volto).
“Mentre si stava correndo un’altra batteria della manifestazione, due signori mi hanno chiamato, mi hanno guardato, hanno parlato tra di loro e poi hanno deciso che vestita in quel modo, secondo le norma di gara, rischiavo di non poter prendere il via”, racconta la mezzofondista americana. Juashuanna replica: “Non posso fare diversamente, la mia religione me lo impedisce”. I due giudici di campo, testardi, convocano Tom Rogers, uno dei responsabili della manifestazione. Rogers ha qualche dubbio e chiama l’altro direttore, Tom Martin. Ormai sono in quattro a discutere del destino di Juashuanna. L’esito del lungo confabulare è sconsolante: “Ci dispiace ma sei squalificata”.
Il body con cui la ragazza corre da due anni ha il “torto” di allungarsi a cappuccio sul capo, come quello della leggendaria Florence Griffith. Ma tutto ciò non andava bene per il regolamento dell’attività agonistica scolastica: peggio ancora il fatto che Juashuanna avesse le gambe fasciate da un fuseaux (o meglio due “leggings”) e che intorno al collo avesse una specie di sciarpetta bianca, di lino purissimo. […]

L’articolo completo è raggiungibile su Repubblica

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20 commenti

Red Passion

scusate, ma che diavolo di regolamento può impedire ad una donna di partecipare vestita come un le pare. Se è troppo vestita sarà peggio per lei, perchè non potrà dare il meglio di se’ stessa, peggio per lei e per le credenze insensate, ma nient’altro.

dinuzzo 56

l’ipocrisia americana non si smentisce:mettono dio dappertutto come il prezzemolo,ma solo se doc; allah è di importazione perciò “no buono”. Come i nostrani cattolici: dio ce n’è uno,
ma SOLO il mio è quello vero! L’INTELLIGENZA?: A ROTOLI COME LA CARTA IGIENICA!

Andrea

Concordo, ma i regolamenti sportivi purtroppo sono fatti per essere rigidi, o si cambiano i regolamenti per farli diventare “religiosamente corretti”, oppure le persone religiose si adeguano.

E le religioni sono troppe per includerle tutte… Immaginate (esempio ovviamente non paragonabile a una corsa sportiva) una gara a chi mangia più cotolette di maiale in un minuto… dobbiamo farne una versione vegetariana per Musulmani e Vegan?

In questo caso però, considerando anche il commento di Red Passion, si sarebbe potuto insistere, fra giudici e federazioni, per consentire di gareggiare.

Flavio

Forse non è il caso di una gara di corsa, ma metti che sotto il velo si possa nascondere una ricetrasmittente o altro. Non sono questioni così banali.
E il semplice “la religione lo impone, va rispettata” non ha senso: le opinioni si discutono, gli atteggiamenti fondamentalisti si autoescludono dallo scambio di idee.

longinous

E metti che la ricetrasmittente era attaccata a un detonatore di una carica di C4 nascosta chissàdove in quell’ambaradan di “vestito”!
La rischi te la vita di altre 9 atlete perché “Vanno capiti”?
Io no, grazie!
Hanno fatto bene!
Vuoi gareggiare? Lo fai così!
Non lo fai così? Non gareggi!

chiericoperduto

Chi antepone la religione davanti a tutto deve sapere con non potrà fare tutto nella vita.
(gareggiare fasciata come piace agli imam non è una bell’esempio di emancipazione)

Francesca by Toscana!

Hnno fatto bene, tra le regole dello sport e della sua insensata religione ha scelto la 2. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.

Massimo

Contro tutte le religioni, via anche le insegne nazionali e le sponsorizzazioni dalle magliette.

Flavio

@ longinous

Non stavo insinuando che volesse far saltare in aria lo stadio, solo che se ci sono delle norme sull’abbigliamento sportivo un motivo c’è, relativo alla pratica sportiva. Se non ci sono motivi validi, si possono anche cambiare.
Resta il fatto che per quanto mi riguarda il velo è una pratica religiosa che significa sottomissione delle donne.

Bardubaldo

Comunque correre in quel modo l’avrebbe rallentata, di certo non aiutata. Ovvio che se tutte le atlete fossero così coperte nessun maschio andrebbe più a vedere le gare di atletica e ciò porterebbe al fallimento dei comitati organizzatori. 🙂

Marco

La laicità non è la negazione delle religiooni, è l’ accettazione di tutte senza favotitismi nè concessioni all’ interno dei procedimenti dello stato.L’ accettazione riguarda ogni ambito politico e sociale, il tutto nella cornice delle libertà basilari della persona, compresa quella religiosa

chiericoperduto

@Bardubaldo
correre in quel modo l’avrebbe rallentata, di certo non aiutata..
e se avesse avuto il vento alle spalle? sai che vela!
l’abbigliamento identico per tutte fuga ogni dubbio.
Poi se avesse vinto, qualche imam avrebbe insinuato che Dio aiuta chi si attiene ai precetti.

cartman666

Non vedo perche’ prendersela, ci sono delle regole che vanno rispettate nelle gare di atletica, se non le rispetti, cambia sport o cambia religione.

Flavio

@ Marco

E’ vero che la laicità non è la negazione delle religioni, ma quello che intendi tu è multiculturalismo. La laicità è il principio per cui lo stato e le istituzioni pubbliche sono autonome rispetto alle varie concezioni del mondo.
Si presentano inevitabilmente situazioni in cui un costume religioso è troppo pervasivo, impone troppo ai propri fedeli. Questo secondo me ne è un esempio.

Peppe

Giusta la squalifica. Nessuno le impone di correre per sport se la sua religione le impone di vestirsi come le sue avversarie… Eh pazienza… poco male comunque, almeno avrà salva l’anima.

Magar

Non capisco, faceva forse male a qualcuno, andando vestita come le pareva? C’è un abbigliamento di gara obbligatorio? Perché? In mancanza di risposte, a me questo divieto pare immotivato e insensato.

Paolo P.

Uno dei tanti motivi, già detti, c’ è quello sanitaro: se la concorrente sta male prima di visitarla le deve togliere i veli e nel frattempo quella soffoca!

Llancalot

Da certe foto viste in giro, ho l’impressione che quel velo non sia fatto di tessuto normale… secondo me le creava un vantaggio aerodinamico non regolare… giusta la squalifica.

forzalube

Mah, non mi risulta che quel tipo di vestiario dia vantaggi aerodinamici (allora la tuta di Cathy Freeman a Sidney 2000?) e comunque dall’articolo non si capisce quale sia la regola violata.

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