Segnaliamo due interventi di Armando Massarenti, responsabile delle pagine Scienza e filosofia del Sole-24 Ore-Domenica, a proposito di “verità e democrazia”: il primo sul suo blog di Filosofia, il secondo su Golem l’Indispensabile.
Verità e democrazia
2 commenti
Commenti chiusi.
Responsabile delle “pagine culturali” del sole 24 Ore mi risulta essere ancora Riccardo Chiaberge e non Armando Massarenti, che è responsabile della rubrica Filosofia Minima.
Cari amici,
attraverso la rete (fonti: http://www.gennarocarotenuto.it e www. tafanus.it) ho appreso una notizia gravissima, che a mio parere richiede una presa di posizione drastica da parte di tutti noi, laici o laicisti che dir si voglia.
Copio/incollo:
La vendetta dei teo-con è già iniziata. Nel peggiore dei modi. Il Senato ha bloccato la nomina a presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche del fisico Luciano Maiani.
La sua colpa? Essere tra i firmatari del documento noto come “lettera dei 67”.
Tempi duri per i laici, ma anche per milioni di cattolici onesti in Italia. Tempi così duri da evocare davvero il processo “onesto e giusto” contro Galileo Galilei. Così duri da evocare le liste di proscrizione dei regimi totalitari. Così duri da paventare che presto tra i requisiti per accedere alla docenza universitaria potrebbe essere necessario un giuramento di fedeltà a Benedetto XVI speculare a quello che Benito Mussolini impose l’8 ottobre del 1931 ai docenti universitari. Un Benedetto XVI che va subito riconosciuto come innocente (ma magari soddisfatto) rispetto alla voglia di fanatismo, alla voglia di talebanizzazione dei rapporti tra Stato e Chiesa voluta innanzitutto dai cosiddetti atei devoti e teocons. In un’Italia dove non si possono condannare i corrotti, questi hanno trovato un nuovo nemico: il laico. Laico come alieno, laico come grillo parlante, come paria in uno stato che ha scelto una versione confessionalista della laicità
Il caso è facilmente riassumibile, ma siccome è una cosa così vergognosa (soprattutto per il parlamento della Repubblica) e insostenibile ne troverete ben poca nozione sui media. Al prestigioso fisico Luciano Maiani non è stata ratificata la nomina a presiedere il CNR proprio perché colpevole di essere tra i firmatari della lettera dei 67, con la quale si riteneva inopportuno l’invito a Joseph Ratzinger per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Roma La Sapienza.
Appena pochi giorni fa il fisico romano Luciano Maiani era stato nominato Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Sulla base dei suoi titoli tutti si erano dichiarati soddisfatti. Restava la ratifica del Senato, un proforma da tenersi ovviamente solo sulla base del curriculum scientifico dello studioso. Ma non è andata così: con un dibattito surreale in Senato, la sua nomina non è stata ratificata ed è stata chiesta un’audizione del ministro Fabio Mussi. La colpa di Maiani è apertamente ammessa: ha firmato la lettera dei 67 e quindi sarebbe incompatibile. Il dibattito in Commissione è simbolico dell’Italia di oggi e merita di essere riassunto.
Per il senatore di Forza Italia, Franco Asciutti (per far queste cose si usano apparatnik di seconda fila), alla luce della posizione espressa contro il papa, Maiani sarebbe “incompatibile con un atteggiamento equilibrato e laico”. Prova a difenderlo Andrea Ranieri del PD ma la pezza è peggiore del buco: suvvia, Maiani è su posizioni moderate, ha firmato sì la lettera ma solo per il Rettore, non voleva diventasse pubblica. Insomma, per Ranieri Maiani è colpevole ma di peccato veniale. In generale gli interventi del PD sono tutti improntati a prudenza e cerchiobottismo. Si rendono conto della pretestuosità, della gravità e della pericolosità come precedente, ma preferiscono restare nel mezzo, ribadire la loro condanna dei rei e alla fine far passare uno scandaloso rinvio.
Dopo Ranieri prende la parola Maria Agostina Pellegatta Verde lombarda e finalmente dice una cosa banalmente sensata: “siamo chiamati a giudicare i titoli di Maiani, non le sue opinioni”. Basta ciò per fare impazzire di rabbia l’italoforzuto Egidio Sterpa. E’ il più noto tra i coinvolti, già ministro in quota PLI durante la prima repubblica, con una condanna in via definitiva per tangenti nel caso Enimont: “abbandono l’aula per protesta contro l’intolleranza”. Amen.
Da lì, se mai ve n’era stato, si perde il lume della ragione. Luca Marconi dell’UDC teme addirittura che Maiani non sia in grado di assicurare la libertà d’espressione. Ma è Giuseppe Valditara di AN che passa il segno: Maiani deve chiarire la sua posizione per poter valutare se è compatibile con l’incarico. Che “chiarire la sua posizione” riecheggi l’abiura chiesta a Galileo non può sfiorare Valditara. Parlano vari altri, ma alla fine la decisione è presa, il Senato della Repubblica non ratifica la nomina di Maiani e convoca il Ministro Mussi.
Questo è quanto è successo in Commissione. Luciano Maiani passerà, prima sotto le forche caudine, poi, a meno di incredibili novità, come presidente del CNR. Ma il segnale che viene dato al paese e all’Università è gravissimo: abbiamo i vostri nomi e possiamo danneggiarvi nella vostra carriera come stiamo facendo con il più potente di voi. In questi giorni centinaia di docenti, ricercatori e precari della ricerca, oltre a migliaia di liberi cittadini stanno firmando due appelli, che trovate qui e qui. E’ di fatto una lista nera. Come fatto in Senato per Maiani chi dice che non possa essere tirata fuori per un concorso universitario o per un posto pubblico?