Aborto terapeutico non oltre le 22 settimane e tre giorni: questo prevede l’atto di indirizzo presentato dal presidente lombardo Formigoni, che di fatto si rivolge a tutte le strutture sanitarie pubbliche del territorio. Viene dunque abbassato di 11 giorni il limite di 24 settimane generalmente accettato dai medici. A detta degli esperti che hanno presentato il documento con Formigoni «non è una norma restrittiva, ma anzi tiene conto dei progressi scientifici attuali». Con quest’atto, ha spiegato Formigoni, «si intende dare un contributo concreto alla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza che guardi al dramma della donna e che dia una speranza di vita quando questa può svolgersi: noi abbiamo voluto dare questa speranza».
Il limite delle 22 settimane era già stato adottato dalla clinica Mangiagalli dal 2004 e dall’ospedale San Paolo dallo scorso agosto. Ora l’atto d’indirizzo «permetterà a tutti i medici lombardi di applicare meglio la legge 194 – ha detto Basilio Tiso, dirigente medico di presidio alla Mangiagalli – perché chiarisce alcuni aspetti e ci permette di stare al fianco delle donne che abortiscono ma che forse non lo farebbero se ne avessero la possibilità». Sulla stessa linea, la giunta regionale ha approvato una delibera che stanzia altri 8 milioni di euro per il potenziamento dei consultori pubblici, portando le risorse da 56 milioni agli attuali 64. […]
Lombardia, Formigoni: «Aborto terapeutico non oltre le 22 settimane»
26 commenti
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22 settimane, 3 giorni e due ore, per la precisione.
Occorrera’ prender nota, per stare tranquilli, dell’ora dell’orgasmo (maschile). Sperando poi di poter risalire all’ora del concepimento.
l’atto d’indirizzo …chiarisce alcuni aspetti e ci permette di stare al fianco delle donne che abortiscono ma che forse non lo farebbero se ne avessero la possibilità…
Non mi esprimo sulla riduzione del termine per l’aborto terapeutico, anche perché questo tipo di IVG è più nell’interesse del nascituro che della gestante, quindi se Formigoni ritiene che per un feto sia meglio nascere con trisomia 21, spina bifida, schisi gastrointestinale e altre mostruosità che essere abortito, non mi sembrano necessari ulteriori commenti. Che però non si cerchino di mascherare direttive volte ad ostacolare l’attuazione della scelta abortiva entro i primi 90 giorni, sotto la veste degli interventi diretti a sostenere la donna che non abortirebbe se avesse altre possibilità, perché, se una donna non vuole abortire, non si presenta neppure in ospedale con la richiesta di IVG. Quando l’aborto era vietato, le donne per liberarsi da una gravidanza odiosa, all’estero o in clandestinità, arrivavano a spendere somme di denaro che si possono considerare ben più di 10 volte superiori al più ricco sostegno di maternità che potrebbe essere offerto dalle pubbliche autorità, attingendo ai risparmi di una vita, facendo collette, indebitandosi. Quindi, se una donna non vuole proseguire una gravidanza, non è questione di denaro e di sostegno di sociale. Bisogna rispettare le scelte individuali relative alla riproduzione in quanto scelte esistenziali.
Aiuto! L’biettivo di ‘sti pazzi è bloccare l’aborto! Vogliono far tornare le donne in mano alle mammane (o alle cliniche svizzere)!
L’aborto terapeutico è l’interruzione volontaria della gravidanza provocata dai medici per preservare la salute della madre o evitare lo sviluppo di un feto segnato da malformazioni o gravi patologie. L’aborto terapeutico non si fa perchè una tizia qualunque non si è accorta prima di essere incinta e non vuole il pargoletto a ‘chiaggnere’ il sabato sera!
1) Si tratta di evitare danni alla salute della donna, messa a rischio dalla gravidanza, altro che dare “una speranza di vita quando questa può svolgersi”!
Ci si mette la vita vera della donna sotto i piedi per permettere al feto di continuare a succhiare forza e salute da questo corpo, ritenuto un semplice contenitore che non ha il diritto di anteporre la propria salute a quella del feto stesso.
2) Si vuole evitare che un feto malformato o malato in modo grave, possa nascere in quanto: “Le condizioni del feto che possono indurre i medici all’aborto terapeutico comprendono i disordini cromosomici e metabolici, i difetti neurologici e le malformazioni.” Il feto è in condizioni tali da non poter sopravvivere o da sopravvivere in modo indegno. L’aborto terapeutico si pratica anche in caso gravidanze multifetali, che possono causare la morte o lo sviluppo ritardato dei feti.
Ricordiamoci che l’aborto viene concesso oltre i 3 mesi previsti dalla 194 solo in quanto “la legge consente ancora 180 giorni per l’interruzione su indicazione medica per grave pericolo per la vita della gestante o per grave pericolo per la sua salute fisica o psichica.”
Sai che donna serena è quella che vede un mostriciattolo deforme a due teste uscirle dall’utero al nono mese? O vede morire il figlio dopo averlo partorito perchè è senza polmoni e non può respirare?
Viva la vita dalla fecondazione al suo termine “naturale”!
Viva il papa re!!
che ipocrita, l’obiettivo è chiaramente quello di aumentare le pressioni psicologiche su le donne che devono decidere, una schifosa violenza, ma bisogna ribellarsi, assolutamente.
scusate, ma a quali progressi scientifici ci si riferisce? hanno scoperto una iniezione per moltiplicare a piacere il contenuto del conto in banca delle donne indigenti, oppure un apparecchio neurale che velocizza la capacità di scelta? boh, non capisco.
A.A.A. In Italia cercasi urgentemente menti pensanti, priorità alle donne, per incarico di contrasto dialettico alla instaurante teocrazia. Chi ha i requisiti si presenti in ogni piazza del proprio centro di residenza.
certo, proprio ieri bagnasco aveva parlato delle 22 settimane all’apertura della seduta del partito cei…
Gente ma per questa gente madri indigente, figli disgraziati (spine bifide, focomeli e tutto il resto) sono la manna dal cielo. Disperati, sofferenti e indigente sono facilmente plagiabili.
O.T..: Gente sono commossa…. ieri ho ricevuto la mi prima catto-fatwa. Ho girato il ink della petizione ai meiei contatti e uno di loro ha risposto dicendomi “fottutO comunista finocchio suicidati o vengo io ad ammazzarti!”. Ahhhh che brava gente i cattolici….
Qulla petizione l’ha firmata persino unamia amica testimone di geova.
E’ veramente stupefacente che un personaggio come Formigoni ( ricordate il petrolio di Saddam, vero! ) si metta a dare le regole ai medici. Nel medioevo erano i vescovi che stabilivano le regole dell’astronomia, della fisica , della medicina. Adesso lo fanno per interposta persona.
“Legge 22 maggio 1978 n. 194
Articolo 7
(… )Quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto, l’interruzione della gravidanza può essere praticata solo nel caso di cui alla lettera a) dell’articolo 6 (grave pericolo per la VITA della donna) e il medico che esegue l’intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto. ”
Oggi la possibilità di vita autonoma del feto esiste anche a 22 settimane. E’ la scienza a dirlo (studio di 9 anni fa, oggi probabilmente le chance di vita sono aumentate), non Bagnasco o Formigoni: http://www.bmj.com/cgi/content/full/319/7217/1093/DC1
l’ aborto terapeutico dovrebbe essere consentito anche oltre la 40esima settimana
Dimenticate che anche il malato è un uomo e ha diritto a vivere.
Ultimamente la Lobardia anzichè far parte dell’Italia fa parte del Vaticano o sbaglio?
L’aborto terapeutico prima si fa e meglio è per tutti, ma ci sono dei tempi tecnici, dovuti al fatto che certe patologie vengono diagnosticate solo con l’ecografia morfologica, che si effettua normalmente alla 21esima settimana.
Un’ecografia morfologica più precoce rischia di non dare risultati affidabili; d’altra parte, se questo tipo di esame evidenzia qualcosa di sospetto, può essere necessario fare ulteriori accertamenti, cosa impossibile con tempi così ristretti.
Penso che quest’ennesima uscita di Formigoni rischi di ottenere l’effetto opposto: non avendo il tempo materiale per poter effettuare esami più approfonditi, una donna che non voglia rischiare di mettere al mondo un figlio malato potrebbe decidere di abortire un feto sano.
Bel risultato.
Piuttosto si aiuti la ricerca in modo che le indagini prenatali diventino sempre più precoci, sicure, affidabili e alla portata di tutti.
Un vecchio detto: la sterilizzazione previene l’aborto.
Anche la contraccezione, ma è meno efficace.
Vale comunque sempre il saggio monito: occhio a dove mettete il pistolino! (le donne lo adattino alla propria dotazione) Pochi secondi di euforia incosciente possono costare caro sotto molti punti di vista: ne vale la pena o è meglio essere più… riflessivi? Non lo so, ma resta il fatto che l’aborto può rivelarsi una scialuppa preziosa per lui, lei e il nascituro troppo malato o non desiderato.
sveglia! Il vaticano detta già legge in ostetricia e ginecologia. Da un recente sondaggio pare che i medici ginecologi obiettori siano il 60%! Dopotutto, perchè fare gli aborti se tanto ti pagano lo stesso e non fai carriera perchè molti primari sono di CL? La prossima volta voglio farmi assumere in emoteca alla distrubuzione di sacche di sangue, poi mi dichiaro testimone di geova ed in base all’obiezione di coscienza non faccio niente dalla mattina alla sera pur percependo lo stipendio contrattuale. Ma credo che le obiezioni di coscienza valgano solo per i cattolici.
L’aborto alla 22 settimana consiste in un parto indotto nella “speranza” che il bambino (o feto, tanto si tratta dello stesso individuo) non sopravviva.
Volendo si potrebbe fare come vorrebbero i ginecologi inglesi:
http://www.superando.it/content/view/1528/112
Ma secondo me è pura propaganda. 22 settimane e mezza sono all’incirca 6 mesi scarsi, ora in 6 mesi scarsi credo, non lo so, ma faccio una stima, ch esi abbia tutto il tempo di abortire. Una mossa pubblicitaria, quanto inutile, della serie “purché se ne parli”.
Vergogna !! vergogna !! vergogna !!
Adesso pure gli amministratori locali si prestano a fare i megafoni per conto dei vescovi !!!!
La chiesa tira l’ acqua al proprio mulino…ma rendiamoci conto a che razza di classe politica siamo in mano !!!!!
Agire…agire…agire…agire…
Anch’io mi chiedo quali conoscenze scientifiche avremmo raggiunto per ridurre i tempi per l’interruzione della gravidanza, illuminatemi. Naturalmente non si parla di mettere a disposizione delle donne la pillola del giorno dopo, non si parla di educare alla contraccezione e quindi alla diffusione, magari gratuita, del preservativo nei luoghi dove si concentrano i giovani o gli immigrati, per potenziare il programma di prevenzione. Sono molto preoccupata da questa ondata reazionaria, che colpisce ovviamente innanzitutto noi donne,ho 49 anni e ho lottato perchè questa legge venisse approvata, ricordo che all’epoca la ritenevo anche restrittiva, ma non avrei mai immaginato che dopo 25 anni dovessi tornare in piazza per difendere i diritti di mia figlia e di tutte le figlie di questo paese. Ho perso a suo tempo una cara amica di 18 anni, uscita da meno di un anno da un collegio di suore, morta perchè una “mammana le aveva messo una sonda di troppo perchè la prima non usciva, non è accettabile in un mondo civile che possano ripetersi tragedie così crudeli, non abbassiamo la guardia e non tolleriamo cedimenti neanche minimi se non supportati da contromisure che tutelano la salute e l’autodeterminazione delle donne. Siamo sicuri che una regione possa autonomamente venire meno agli articoli di una legge nazionale, che ne snatura il senso e riduce i diritti dei beneficiari? E’ possibile agire legalmente? Qualcuno che ne ha le competenze per favore mi risponda, perchè se si può facciamo partire un’azione legale collettiva.
Lenor
potrebbe interessarti il sito delle donne di Usciamo dal silenzio, dove si discute molto e si preparano iniziative sia a livello locale (Milano) che nazionale.
http://www.usciamodalsilenzio.org/ Purtroppo non si riesce a bucare gli schermi, troppo spesso lo strato del catrame politici-cardinali-opinionisti di regime.
Ci aspettano veramente brutti tempi, anch’io non pensavo di dover tornare in piazza per i miei diritti e per le nostre figlie e nipoti.
Non è vero che oggi un feto ha possibilità di vita autonoma anche a 22 settimane,i suoi organi vitali sono estremamente immaturi, anche se si può fare qualche tentativo di rianimazione, la morte sopraggiunge in nel giro di qualche ora o al massimo di un giorno, come dimostra il caso accaduto a Firenze. Per far sopravvivere in ambiente esterno un feto di 22 settimane dovrebbero inventare qualcosa come un utero artificiale. E ben venga se riescono ad inventarlo, così finalmente le donne saranno liberate, almeno dal punto di vista sociale, dalla schiavitù della gravidanza, perché i governi populazionistici invece di imporre gravidanze a donne che non vogliono riprodursi, si fabricheranno i propri embrioni grazie a gameti di donatori e li metteranno a gestare negli appositi contenitori,
certo poi questa invenzione porterebbe altri danni, nell’ottica dell’equibilibrio demografico e conseguenze politiche gravi, ma questo è un altro discorso, però il punto è che la società deve smettere di considerare la funzione gestativa della donna come qualcosa di interesse collettivo, da tutelare per ragioni di interesse pubblico, a prescindere dal concreto interesse riproduttivo della singola persona. Per me non c’è nessuna differenza tra il progetto di quanti vorrebbero vietare l’aborto e il progetto di Hitler di creare dei centri di riproduzione per la perpetuazione della razza tedesca nei quali, nati su base volontaria, avrebbero dovuto essere relegate coattivamente tutte le donne tedesche che avessero raggiunto i 30 anni senza procreare neppure un figlio, allo scopo di essere inseminate e condurre a termine la gestazione…nella sostanza il progetto di Ferrara e degli altri sostenitori della moratoria sull’aborto è proprio questo, obbligare le donne che non lo desiderano a riprodursi, facendo affidamento sul fatto che nessun mezzo contraccettivo è efficace al 100% e che la maggior parte delle donne che hanno una attività sessuale giornaliera e continuativa prima o poi nel corso della loro vita fertile hanno un’altissima probabilità di incorrere in una gravidanza, anche se fanno uso regolare di un contraccettivo.
Il problema non è l’aborto alla 22esima settimana, ma in quei medici con manie di onnipotenza che hanno la magnifica idea di provare a rianimare un feto di 22 settimane!
La direttiva avrebbe dovuto essere nel senso di non rianimare i feti di età inferiore a 24 settimane.
Formigoni cerca visibilità, mira alto questo signore
ma contemporaneamente deve nascondere problemi enormi come un aeroporto prossimo al fallimento ovvero Malpensa nel quale ha buttato miliardi di euro di soldi pubblici
cosa c’è di meglio di qualche fumogeno ideologico come questo delle norme applicative della 194?
peccato che nessun giornalista osi affrontarlo e preferisca pubblicare le veline, ops, intendevo i comunicati stampa (nei diversi formati video, radio, ecc) cortesemente forniti dal costosissimo ufficio del presidente della regione. Eppure il re è nudo, come sempre solo i bimbi riescono a dirlo.