Grosseto: l’UAAR impegnata contro le visite pastorali a scuola

Ricorderete il caso della visita pastorale del vescovo di Padova, contro la quale l’UAAR presentò ricorso al TAR del Veneto, e contro la cui decisione ha presentato ricorso al Consiglio di Stato. Orgogliosa di continuare a battersi per la laicità delle istituzioni, e in base alla normativa vigente, l’UAAR si è opposta a un’analoga vicenda riguardante, questa volta, il vescovo di Grosseto. L’iniziativa è stata ripresa con grande enfasi dai quotidiani locali (come il Corriere di Maremma, che ci ha aperto l’edizione di ieri). La visita si è comunque svolta, l’UAAR andrà comunque avanti.

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13 commenti

seasong

Addolora il fatto che la visita ILLEGALE si è svolta comunque, rallegra il fatto che abbiamo ragione e che non ci fermeremo, grazie a noi queste immonde infiltrazioni saranno in futuro un mero ricordo FORZA UAAR !!!!!

enrico

Che il clero sia tendenzialmente poco propenso a rispettare la Costituzione e le Leggi degli altri (se conveniente anche le proprie) è ormai risaputo, però, considerati i titoli di prima pagina, mi pare evidente che la prossima visita la farà l’imam … o mi sbaglio?

San Gennaro

I guai sono 3:

1) il vescovo che va in visita pastorale non commette alcun reato, e non credo sia altrimenti perseguibile (in sede civile o amministrativa).
2) il CCNL del comparto scuola prevede sanzioni disciplinari per docenti, amministrativi, bidelli, ma NON per i dirigenti scolastici.
3) se, in sede amministrativa (TAR/Consiglio di Stato), il dirigente scolastico viene giudicato colpevole, che gli fanno? Credo nulla: sarà necessario, in sede CIVILE, un ulteriore processo; per quale tipo di danno? Esistenziale? A carico della sola UAAR? e se nessuno scolaro/studente si costituisce parte civile?
Forse l’UAAR chiederà un’ordinanza che, in via cautelativa, dichiari illegittima la decisione del consiglio d’istituto, o del preside, di invitare (o subire l’autoinvito de) il vescovo.
La maggiore efficacia di queste azioni sarà più mediatica che di deterrenza. Tale è lo stato giuridico qui da noi. 🙁

Matt

le farà l’imam domani se non viene vietato di farle al vescovo oggi.

piersky

Un’altro aspetto positivo e che in questo modo l’uaar si fa conoscere….Io credo, per esempio, che se gli Italiani fossero a conoscenza dello sbattezzo, molti di loro (non la maggioranza ovvio) si farebbe sbattezzare. Come sarebbe bello se almeno il 10% dei battezzati si facesse sbattezzare nel giro di un anno…Per uan istituzione come la chiesa sarebbe una tragedia…anche l’atteggiamento di parte della politica cambierebbe!!!

Flavia

Grazie ai miei concittadini che portano avanti una battaglia che in un a città piccola come Grosseto sembra persa in partenza…. Spero di tornare presto a dare il mio sostegno!! Fiera di essere GROSSETANA!

Silesio

Da quando la religione cattolica non è più religione di stato, il vescovo non dovrebbe entrare nella scuola o nelle istituzioni dello stato in genere per svolgere attività religiosa. (Infatti, per aggirare la cosa, il papa è stato invitato alla Sapienza come “professore”). Questo principio parrebbe scontato. Ciò non toglie che la scuola possa invitare chiunque (anche un calciatore famoso, un cantante rock o chi altro) nell’ambito di un progetto didattico o di un percorso didattico. Però il problema della contestazione si porrebbe ugualmente per qualsiasi personaggio fortemente caratterizzato sul piano ideologico. Mi sembra che quando all’università di Teramo è stato invitato a parlare Faurisson (negatore dell’olocausto) sono volate le botte. Negli ultimi tempi, quando la destra ha ripreso le piazze, quasi più nessuno ha più invitato rappresentanti dell’ANPI a parlare nelle scuole della Resistenza.

GIANNI

@piersky

chi si sbattezza è libero di farlo..la tragedia non è della Chiesa, ma sua…

Aldo

SIlesio: “[…] il papa è stato invitato alla Sapienza come “professore” […]”

Come tale, si sarebbe dovuto presentare in abiti civili e col la denominazione “prof. Ratzinger”, non con la sua uniforme d’ordinanza e con la denominazione “papa Benedetto XVI”. Dubito che sarebbe stato così, il che a mio umile avviso smaschera le vere intenzioni tanto del rettore quanto del papa.

Luciano G. Calì

Per chi avesse voglia di documentarsi sugli accadimenti maremmani può provare a farlo attraverso il sito della rassegna stampa provinciale “http://www.provincia.grosseto.it/rassegna/sommario.php” oppure mediante il collegamento attivato su http://www.flickr.com/photos/23161661@N03

@ Flavia
Non dimenticarti di noi, anzi, ritorna presto a darci una mano! ;))
Se leggi in commento, fatti sentire su grosseto@uaar.it. Aspettiamo tue notizie!

Luca

Per Aldo: che cosa dici? Uno non può vestirsi come vuole? Tu vuoi una società in cui sia impedita la libertà di espressione obbligando tutti a vestirsi in un certo modo? Secondo me è giusto che ogniuno si esprima e si vesta come meglio ritiene. Ti piacerebbe essere obbligato a vestire in un determinato modo o vuoi vestirti con abiti che a tuo giudizio sono belli? E perché Joseph Ratzinger non può fare lo stesso? E riguardo al nome, stessa cosa. Ratzinger è cittadino di uno stato straniero il cui ordinamento prevede che oggi si chiami Benedetto XVI. Punto. Se tu vai in uno stato straniero, ti piacerebbe se qualcuno ti impedisse con la forza di mutare il tuo nome?
Perché sei così illiberale????

maxalber

@Luca
ma tu lo sai che la Turchia, con tutti i suoi difetti stato più laico del nostro, impedisce proprio ai religiosi di vestirsi pubblicamente da religiosi?

Aldo

Luca: “Perché sei così illiberale????”

Forse come reazione all’invadenza altrui?
Un liberale può essere invadente?

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