Veronesi: “Dieci anni per battere il cancro”

Quasi sessant’anni fa Umberto Veronesi cominciava il suo lavoro di oncologo all’Istituto tumori di Milano. Fra qualche mese, a aprile, si ritroverà un’altra volta con i colleghi di tutto il mondo per scrivere la strategia dei prossimi cinque anni di battaglia contro il cancro. Saranno tutti disincantati e autocritici, un po’ come gli illusionisti che però restano convinti che dietro all’illusione si nasconda spesso la verità. “Abbiamo garantito troppo, ma in buona fede. Questa volta però vediamo delle promesse, dobbiamo investire i nostri sforzi nella ricerca virologica, immunologica e genetica”.
La scienza medica, grazie al supporto della tecnologia, sta facendo progressi straordinari anche se su piccola scala e soprattutto in laboratorio, ma si presume che i prossimi dieci anni potranno essere decisivi nella lotta ai tumori, anche se nemmeno i più ottimisti hanno il coraggio di annunciare il traguardo di una vittoria finale.[…]
“Il problema in questo momento è che non conosciamo tutti i nostri geni riparatori e tutti i meccanismi in base ai quali essi si attivano o restano si potrebbe dire con le mani in mano. E’ un processo complesso da decodificare, riguarda varie strutture cellulari e le loro interazioni, ma non ha nulla di arcano. Purtroppo la maggior parte di noi confonde la non-conoscenza con la maledizione e la colpa è soprattutto dei medici. Lo straordinario progresso dell’oncologia non è andato di pari passo con l’attenzione alla percezione e agli aspetti psicologici della malattia. Ci siamo dimenticati di curare l’anima. Il rapporto tra medico e paziente è inchiodato al tecnicismo e al paternalismo, mentre il malato ha bisogno di ricevere spiegazioni, di essere ascoltato, di capire e di essere capito”.
La verità è che si continuano a contare i morti, ma sul fronte degli oncologi, parrà cinico dirlo, soprattutto i successi e le speranze. È un successo l’informatica applicata alla medicina, in particolare la diagnostica per immagini che permette di esplorare virtualmente tutto il nostro corpo per trovare lesioni microscopiche, che neppure si immaginava potessero esistere solo pochi ani fa. “Intervenire su queste forme iniziali, o addirittura precancerose, equivale a guarire la malattia nella maggioranza dei casi. […]
Gli ultimi dati sulla ricerca per la lotta al cancro, noti per ora soltanto agli addetti ai lavori, sulla situazione italiana sono contraddittori. Ogni cittadino italiano investe due euro ogni anno, contro i quattordici della Gran Bretagna, i quasi sette della Svezia e i 18 degli Stati Uniti. Il governo investe 54 milioni di euro (contro i 387 dell’Inghilterra e i 184 della Germania), ma le nostre charity fanno di più, donando alla speranza 61 milioni di euro l’anno, generosità che ci colloca al quarto posto europeo, anche se ancora molto lontani dalla vetta inglese (396 milioni). Dice Veronesi: “Siamo fra i paesi in cui la ricerca ha le sovvenzioni più scarse, in cui la cultura scientifica è latitante, ma allo stesso tempo la produttività scientifica è molto elevata. Questo significa che ogni centesimo in Italia è speso bene e soprattutto che se avessimo, accanto ad un volontariato forte, anche un investimento pubblico adeguato, potremmo davvero conquistare un ruolo trainante in Europa”. […]

Fonte: Repubblica

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13 commenti

Terzog

Chissà perchè si investe sempre poco in tutte le varie specialità ?
Forse perchè la macchina burocratica/politica è la prima a sedersi a tavola ?!

Lorenzo G.

Certo, se tutti i soldi che vanno alla chiesa andassero alla ricerca (specie quelli non pagati sull’ICI), forse potrebbe progredire un pochino più spedita e i tempi per trovare delle cure adeguate in ogni caso si ridurrebbero…sarebbe nell’interesse di tutti..ma che si può pretendere in Italia? 🙁

chiericoperduto

@Lorenzo G.
si parla di 10 miliardi di euro l’anno di ICI non versato…saremmo il top mondiale della ricerca.

Drina

La ricerca…potrebbe mettere i bastoni tra le ruote alla sofferenza,requisito necessario per meritare il paradiso…cari figlioli.Mi pare di sentirli…4 MILIARDI di euro si prendono questi con l’ 8×1000…

Terzog

Anche se lo stato prendesse 14 miliardi da ICI e 8×1000 non arriverebbe un gran che alla ricerca !!!! Ragazzi, aprite gli occhi: avete visto come funziona la politica e la logica di partito. Tutto , dico tutto, è gestito e controllato politicamente…..se non vi è un loro interese, di euro non ne vedi che un misero obolo. Prima che raccogliere soldi bisogna cominciare a non sperperare quelli che ci sono: allora si che milioni e milioni andrebbero indirizzati dove servono, e non nelle tasche del “politico/magnaccio di zona”.
Negli ultimi decenni l’ imposizione fiscale è più che raddoppiata, ma come mai mancano sempre soldi per la giustizia, la sanità, la scuola e la sicurezza ?????
Io ho una ipotesi: l’ “elefante” non è mai sazio !!!!

Paolo

Scusate, sono di passaggio ma vi lascio la mia umile impressione. Io ho un brutto difetto: sono cattolico (praticante, per giunta, anche perchè cattolico non praticante è un non-sense). Cioè sono uno ignorante, oscurantista, che si attacca alle “sottane” dei parroci ,che non pensa mai con la propria testa e che in definitiva fa andar male l’Italia: una bestiaccia, per capirci.
L’Istituto che il prof. Veronesi presiede svolge un’opera di ricerca ammirevole. Però, va anche ricordato come il prof. Veronesi sia – da tempo – più un uomo politico, oltre che un profeta del razionalismo, che un ricercatore.
Gode di un’ottima stampa per questo, e lui stesso si adopera per curare la propria immagine: non disdegna infatti di apparire sulla stampa generalista e in tv, dove parla molto di sè (e a buon diritto, non sto mica negando che sia un grande medico) e degli sviluppi delle cure anticancro (anche se spesso – SICURAMENTE in buona fede – dipinge prospettive di miracoloso progresso, salvo poi dover ammettere che “Abbiamo garantito troppo, ma in buona fede”).
Sembra quasi che l’unico a far ricerca in Italia sia lui! Se fermate una persona per strada e le chiedete a bruciapelo il nome di un oncologo, bè, è probabile che sia quello del prof. Veronesi.
Va anche detto che il nostro predica bene e… Da una parte dice che “Il rapporto tra medico e paziente è inchiodato al tecnicismo e al paternalismo, mentre il malato ha bisogno di ricevere spiegazioni, di essere ascoltato, di capire e di essere capito”; dall’altro, non si fa problemi di chiedere 500 (cinquecento) euro di parcella dopo aver dedicato non più di 15 (quindici) minuti per un consulto: e si badi bene che mi scandalizzano molto di più i 15 minuti che l’entità della somma (se ci si rapporta con persone di questa capacità si mette in conto di dover sborsare queste cifre).

Solo pochi ragionamenti per dirvi come la penso. Penso che sia stupendo avere ricercatori e medici che hanno fatto molto per sconfiggere il male, come il prof. Veronesi e mi auguro che si continui con risultati sempre migliori. Penso anche però che tutti gli approcci ideologi – come è quello che l’UAAR propone – scontino il rischio di valutazioni affrettate, anche nei confronti di quelli che del razionalismo sono i santi e i profeti.
A Lorenzo G. (nulla di personale, naturalmente 😉 ), che si lamenta di come i soldi della ricerca vadano sprecati per sostentare il clero, vorrei ricordare che la Chiesa sostiene centri di ricerca di alto livello (il Campus Biomedico di Roma è il primo esempio che mi viene in mente) che però non godono della stessa pubblicità di cui gode il nostro professore.

Parlo, purtroppo, per esperienza personale: da quattro anni mia madre convive con il cancro: questo è il motivo per cui mi interesso della questione.
Vorrei che fosse chiaro che contro l’UAAR e il prof. Veronesi non ho niente. Scienza, ragione e laicità sono argomenti cruciali per l’oggi e il domani: si meritano però un approccio onesto e prudente.
Un saluto a tutti

Lorenzo G.

“A Lorenzo G. (nulla di personale, naturalmente ), che si lamenta di come i soldi della ricerca vadano sprecati per sostentare il clero, vorrei ricordare che la Chiesa sostiene centri di ricerca di alto livello (il Campus Biomedico di Roma è il primo esempio che mi viene in mente) che però non godono della stessa pubblicità di cui gode il nostro professore.”

Di questo onestamente non so niente, quindi non commento.
Il problema, per quanto stiamo discutendo, é che se si degnassero di pagare almeno l’ICI sulle loro immense proprietà immobiliari, che sono le più estese d’Italia, nelle casse dello Stato entrerebbero fior di miliardi che, volendo, potrebbero essere destinati alla ricerca, compresa quella contro il cancro. E si sa che il denaro destinato a certe cause non é mai troppo.

Terzog

@Lorenzo G.

occhio ……………….. se nelle casse dello stato entrasse anche l’ ICI “religiosa”, stai tranquilllo che ai molti (troppi) politici la cosa non sfuggirebbe, e, d’ incanto, la cifra
astromonica diventerebbe talmente ridotta che al “cancro” con resterebbe che rivolgersi all’ estero.

Qui si tratta di cambiare direzione: dov’è il bene comune, il lasciare il tornaconto personale dopo il bene del popolo ?

Secondo me non esiste più, se non in qualche luogo così “inascoltato” da non essere conosciuto !

Terzog

@Lorenzo G.

Guarda che se l’ ICI religiosa venisse incamerata, grazie ai ns politici “attenti” , dopo qualche gg, non resterebbe che una misera cifra

Terzog

scausate, ma il primo messaggio il sistema lo dava disperso, per cui ne ho scritto un secondo cercando di sintetizzare il primo……..il 1° quindi è quello che conta !

Paolo

“Di questo onestamente non so niente, quindi non commento”.
In questo caso, l’ignoranza non è una TUA colpa: ci può stare che una persona non sia informata su tutto. Bisognerebbe però riflettere sul fatto che – come sottolineavo nel mio commento – del prof. Veronesi si sa “tutto”, del resto della ricerca si sa poco: e questa non è una scelta consapevole che gran parte dell’informazione fa e sulla cui buona fede mi permetto di avere dei dubbi.

Per quanto riguarda l’ICI faccio notare – da economista quale sono – che si tratta di un’imposta Comunale e che quindi il passaggio logico “recupero risorse con l’ICI e li destino alla ricerca” non è così scontato (va fatto notare che in materia di educazione e ricerca la competenza è statale, al massimo regionale se consideriamo i centri di ricerca ospedalieri, ma non quelli universitari). Inoltre, il gettito dell’ICI è trascurabile rispetto a quello delle altre imposte: i fior di miliardi non si raccolgono mica con questo tipo di fiscalità (per questo l’abolizione dell’ICI promessa nella scorsa campagna elettorale non avrebbe creato particolari crisi del gettito statale, mentre avrebbe ridotto in ginocchio gli enti locali).
Ancora una volta, va evitata una visione ideologica. In Italia i fabbricati appartenenti ad altri Stati (e quindi anche al Vaticano) e quelli destinati al culto (di tutte le religioni) sono registrati ma esenti da ICI: da una parte si garantisce a tutti di poter professare la propria fede – senza che essi debbano essere abbastanza abbienti per pagare le tasse per farlo – dall’altra lo Stato si assicura una mappa di tutti gli edifici di culto, in modo da minimizzare il rischio di luoghi di ritrovo “clandestini”.
Sulla polemica – nata in seguito al provvedimento che esentava dal pagamento dell’ICI anche gli immobili religiosi non destinati in modo primario al culto – si può discutere; sul resto, bisogna procedere con i piedi di piombo.

Per quanto riguarda la ricerca in generale, mi permetto di fornire un nuovo dato che risulta dalle ricerche che svolgo per motivi di studio. La spesa in ricerca (non solo medica) che viene finanziata dallo Stato e dagli enti pubblici è – a livello di percentuale di PIL – molto vicina a quella degli Stati Uniti; quello che manca in Italia è il sostegno privato (leggi delle grandi e medie imprese) alla ricerca.
Si fa presto a dire che lo stato italiano non investe abbastanza (Montezemolo docet) quando poi le imprese sono le prime che non investono in sapere… Insomma, siamo sicuri che su tutti questi argomenti ce la raccontino giusta???

“E si sa che il denaro destinato a certe cause non é mai troppo”. Su questo non ci piove e sono molto d’accordo con te, ancor più a causa della mia situazione personale.

Un saluto

Lorenzo G.

“Guarda che se l’ ICI religiosa venisse incamerata, grazie ai ns politici “attenti” , dopo qualche gg, non resterebbe che una misera cifra”

Infatti, se ci fai caso, ho scritto VOLENDO (il che, appunto, non é affatto così scontato, tutt’altro).

GIANNI

@Paolo

concordo con te ed aggiungo che il ” Grande lottatore contro il cancro” Prof. Veronesi, da Ministro della Sanità non ha mantenuto la promessa di proibire il fumo dai locali pubblici…

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