Oltre i V-Day

La difesa della laicità dello stato, che ci sta tanto a cuore, è una questione squisitamente politica. Ma si riuscirà mai a fare politica in un paese come l’Italia?

Da almeno 15 anni a questa parte (da Tangentopoli in poi, di fatto), il conflitto di interessi tra il mondo politico e la società civile si è fatto ogni giorno più stridente, al punto tale che larghe fette della popolazione partecipano entusiasticamente ai Vaffa Day di Beppe Grillo.

In momenti di crisi politica come questo, è impossibile non domandarsi per quale motivo tutte le Democrazie Occidentali sembrano essere condannate o alla instabilità politica, come avviene in Italia, o ad un destino da dittatura camuffata, come avviene in USA.

La risposta, per nostra sfortuna è tanto semplice quanto sconfortante: il seme di questa evidente sconfitta della democrazia è insito nelle costituzioni dei nostri paesi. Più esattamente, il seme della sconfitta prende la forma di una mancanza assoluta di controllo esterno sul mondo politico e sui meccanismi della politica. Potremmo chiamarlo “anarchia dei vertici”.

Nei fatti, succede questo: con la scusa di essere uno “Stato Sovrano” e di dover garantire la “Indipendenza della Politica da condizionamenti esterni”, si è fatto in modo che il mondo politico (i politici) possano decidere, in modo insindacabile, di temi sui quali, a ragion di logica, non avrebbero mai dovuto mettere becco. Questi temi sono i seguenti.

  1. Il meccanismo e le regole con cui vengono eletti (cioè la “Legge elettorale”)

  2. Il meccanismo con cui vengono finanziati prima della loro elezione (finanziamento dei partiti) e dopo di essa (stipendio dei parlamentari)

  3. Il meccanismo con cui devono essere formulate, discusse e votate le proposte di legge (i regolamenti parlamentari)

Avendo messo i politici nelle condizioni di decidere di questi aspetti cruciali del loro destino, si è persa completamente ogni possibilità di controllo democratico sul loro operato. E’ bastato loro votare due o tre regolamenti attuativi per buttare fuori i cittadini (che pagano il loro stipendio e subiscono gli effetti delle loro azioni) dal meccanismo decisionale.

Ad aggravare la situazione, si è anche permesso alla democrazia di dipendere dalla popolarità dei politici, dando avvio ad una spirale mediatica senza fine che allontana ancora di più la politica dal paese. Grazie a questa dipendenza della politica dai media (e dai soldi) l’unico vero vincitore di questa guerra è la demagogia.

E’ proprio grazie alla esagerata importanza che la demagogia ha assunto nelle democrazie occidentali che le Religioni prosperano. Chi meglio di loro può fare appello alle emozioni più basilari dell’essere umano per acquisire consenso e potere?

Il vero ruolo del Senato

Il controllo e la gestione del mondo politico (meccanismi della politica, strutture della politica e, soprattutto, uomini della politica) avrebbe dovuto essere il ruolo naturale del senato. La parte più anziana e più saggia del nostro popolo che elegge i migliori ed i più saggi tra noi ed affida loro il delicato incarico di gestire e controllare i meccanismi decisionali (il parlamento, le istituzioni e via dicendo).

Questo avrebbe dovuto essere il ruolo naturale del Senato, non certo l’assurda fotocopia della Camera dei Deputati che è ora od il triste destino da “Senato Federale” a cui lo avrebbero voluto condannare Bossi prima, poi Berlusconi ed ora persino Veltroni.

Sinceramente, stupisce che i leader della cosidetta “antipolitica”, come Beppe Grillo non riescano a cogliere questo aspetto della situazione ed a ingegnerizzare una proposta di cambiamento. In questo, francamente, si coglie tutta la limitatezza, culturale e politica, di movimenti come quello di Grillo.

Chi controlla il controllore?

La costituzione. Già adesso la costituzione italiana (e quella di ogni altro paese democratico) prevede i necessari criteri di uguaglianza tra le parti e di rispetto delle minoranze. Basterebbero la Corte Costituzionale ed il potere elettorale dei cittadini a garantire che il nostro ipotetico senato-controllore non abusi del suo potere. Già adesso, infatti, la costituzione (ed i suoi documenti attuativi) prevedono che:

  1. Tutte le componenti della popolazione debbano essere ugualmente ben accette in parlamento. Non si possono fare discriminazioni su basi etniche, economiche, politiche, religiose, sessuali, etc.

  2. Le minoranze che non riescono a raggiungere un peso politico sufficiente a difendersi da sole debbano essere protette con apposite leggi.

  3. I rappresentanti del popolo (i politici) debbano essere trattati tutti nello stesso modo, indipendentemente da come votano e da come si comportano (nei limiti della legge, ovviamente).

Che fare?

Che fare, allora? Personalmente, credo che proprio i Tribuni del Popolo alla Beppe Grillo dovrebbero farsi carico di una proposta di legge che mai nessun politico potrà fare od appoggiare. Il contenuto potrebbe essere più o meno questo:

  1. Al Senato viene affidato il controllo sui meccanismi della politica, compresi gli stipendi dei parlamentari, sulle istituzioni dello Stato e sui meccanismi di formazione delle Leggi.

  2. Il Senato è una rappresentanza della popolazione indipendente dai partiti e da altre organizzazioni (sindacati, associazioni di industriali, chiese, etc.). I suoi eletti devono essere cittadini italiani (anche acquisiti) che abbiano superato gli “n” anni di età, e restano in carica “m” anni. Coloro che hanno rivestito cariche politiche, sindacali, religiose e di altro tipo a livello nazionale, NON possono essere candidati al Senato.

Stiamo sognando? Certamente si, almeno in Italia. Non dovremmo dire che esiste una soluzione a questi problemi? Certamente no, almeno per dare la possibilità ai nostri figli di poter riflettere su questi temi e, se dovesse presentarsi l’occasione, di fare tesoro di questa consapevolezza.

Se non si cerca di dare una “forma” realmente funzionante alle democrazie occidentali, ogni altro discorso è vano. Compresi quelli che ci stanno a cuore.

 

Alessandro Bottoni

alessandro.bottoni@infinito.it

alessandrobottoni@interfree.it

 

 

 

13 commenti

Flavio

Questa è demagogia allo stato puro, suvvia… Da under-30 trovo “più anziana e [quindi] più saggia” una equazione pericolosa.

fabris

La mia personale proposta:

Tutti i cittadini italiani che abbiano determinati requisiti scolastici, non sono stati condannati per nessun tipo di reato/illecito e abbiano una adeguata conoscenza del funzionamento di uno Stato moderno possono iscriversi in una lista, che magari conterrà alcuni milioni di nominativi.

Da questa lista si estraggono a sorte i futuri deputati.
Questi esercitano la loro funzione per 4 o cinque anni.
Il tutto in modo da rendere rappresentativa la popolazione italiana, quindi facendo in modo che uomini/donne, giovani/meno giovani e le diverse regioni siano proporzionalmente rappresentati.

Vantaggi:

Niente più promesse elettorali a persone o gruppi di pressioni vari prima della nomina a parlamentare.

Niente più promesse/impegni per essere rieletti.

I deputati che si sono positivamente distinti durante il loro mandato possono essere eletti senatori da gruppo di semplici cittadini (per esempio 10.000, questi ultimi pure estratti a sorte dalla sopracitata lista con pochi giorni/settimane di anticipo sulla data delle elezioni) e rimangono nel senato per un periodo prestabilito, in modo da poter continuare la loro attività e aiutare con la loro esperienza i nuovi deputati.

Per minoranze da tutelare si farebbero poi le dovute eccezioni.

Un organismo di controllo indipendente (pure estratto dalla sopracitata lista e coadiuvato da esperti) potrebbe svolgere la funzione di controllo su stipendi e pensioni dei parlamentari.

cs

Matt

oltre all’uso improprio del termine “anarchia”, non capisco la frecciatina rivolta a Grillo. La limitatezza politica e culturale è nell’aver raccolto delle firme per un progetto di legge che probabilmente nessuno attuerà mai? Indi per cui dovrebbe fare la proposta suggerita da te, che probabilmente sortirebbe il medesimo effetto? Se uno ha tanto seguito diventa automaticamente Tribuno del Popolo? Dare per scontato che chi appoggia determinate cose proposte nel blog di Grillo debba necessariamente vederlo come un guru lo trovo offensivo.
Se un’iniziativa merita, è giusto appogiarla, indipendentemente da chi la promuove. O no?
Credo che molta gente che sarebbe daccordo con determinate proposte le osteggiano appena sanno che le ha fatte Grillo…. non capisco se è invidia per il numero di click sul blog o per il numero di spettatori paganti agli spettacoli….. Se vuole investire in Vday vari io non ci trovo niente di male, anzi. Sempre meglio del nulla assoluto che altrimenti ci sarebbe. Se qualcuno ha idee migliori, le metta in atto invece di denigrare chi qualcosa fa. Nel caso specifico, fermo restando che rimane invariata la mia stima verso Alessandro Bottoni, noto come da un lato sembra esserci un’avversione verso “quel tipo di movimento”, dall’altro l’invito rivolto allo stesso di cogliere la proposta…. O sono io che ho male interpretato?

Magar

@Alessandro Bottoni
1) Senza che i candidati fossero appoggiati da partiti o organizzazioni, verrebbero eletti in “Senato” soltanto coloro che fossero in grado di pagarsi da soli una buona campagna elettorale, ovvero i più abbienti, che sono anche i primi ad essere coinvolti nel finanziamento pubblico ai partiti.
2) Qualunque partito o organizzazione intenzionata ad influenzare tale meccanismo di controllo inizierebbe a tenersi da parte una quota di “affiliati ombra” da poter mandare in Senato, aggirando così la regola di indipendenza.
3) La dipendenza della politica dai soldi e dai media dipende principalmente dal fatto che i soldi servono a finanziare campagne elettorali sui media, e che questo è il più potente strumento per orientare il consenso dell’elettorato. In questo senso, a meno di non abolire le elezioni, una dipendenza di questo tipo è inevitabile.
4) Per le funzioni che gli vuoi attribuire, in effetti, un simile “Collegio dei probiviri” potrebbe essere composto da cittadini di qualunque età.

Silesio

La nostra costituzione è stata scritta sotto l’incubo del passato fascismo. Cioè si è pensato di varare un meccanismo tendente ad impedire un nuovo “blitz” di tipo mussoliniano. Quindi si sono moltiplicati i sistemi di controllo che infine hanno paralizzato il sistema. abbiamo avuto 60 governi in 50 anni. Nel contempo tutta la struttura dello stato e l’organizzazione della società è rimasta più o meno la stessa di prima. Quindi noi siamo la sintesi tra un poema letterario (la costituzione) e uno stato e una società fascista.

mariano stoppa

Penso che la proposta di Alessandro Bottoni sia una valida proposta ma non capisco cosa centri con la limitatezza culturalee politica di Grillo! Grillo fa proposte(anche di iniziativa popolare) e affronta temi importanti non è un legislatore che deve affrontare tutti i problemi della politica italiana! per questi c’è il parlamento(incapace tra l’altro!), non affidiamo a Grillo i problemi dell’Italia che i politici non sanno risolvere perché questi ultimi sono votati e pagati da noi non Grillo!anzi dovremo già ringraziarlo per quello che sta facendo, come catalizzatore di tutte le coscienze degli italiani onesti!altrimenti a contrario potremmo prendercela anche con l’UAAR!

Markus

Non sono d’accordo.

Per me la soluzione è la vera applicazione delle Costituzione

Art. 56.
La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto.
….
Art. 58.
I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto. dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età.
….
Quello che chiede il V day in realtà è l’applicazione dei veri valori costituzionali.

Il problema è che se una legge viola la Costituzione, per esempio impedendo l’elezione diretta, come nel nostro caso, chi dovrebbe farsi caso di sollevare il problema, fosse anche presso un tibubale ? Quelle organizzazioni che si interessano attivamente della politica, e cioè i partiti. L’idea del singolo che fa causa al parlamento fa ridere, è come fare causa all’Italia perché non ci piace qualcosa che tutti hanno votato.

Non ha senso nemmeno il ricorso alla corte Costituzionale, cui si accede per rimando della magistratura e non per appello diretto del singolo. Ma se anche fosse, la Corte può dire al Parlamento, il più alto organo Costituzionale “tu violi la costituzione ?” cioè violi te stesso ? Ovviamente no, potrà solo dire che se volete fare elezioni indirette, dovete modificare la Costituzione e potete farlo ! si tratterebbe non di una condanna, ma di un puntiglio formale, un richiamo alla coerenza, semmai.

Quello che può cambiare le cose è un partito che parla di elezioni veramente dirette (cioè voto Tizio non il partito dove Tizio è nella lista) mentre tutti gli altri partiti se ne fregano, con un popolo che comprende l’importanza del suffragio diretto… e che quindi da la maggioranza a quel partito che sostiene i valori della Costituzione. Ovviamente a queste elezioni, mi dispiace, ma senza suffragio diretto non voterò disegni di nessun tipo. Ormai sono grande e mi scelgo il rappresentante.
Se il popolo non è in grado di capire, non esiste via d’uscita. Nessuna regola è decisamente migliore di un’altra. Si può sempre barare! Il problema è se riusciamo a capire, fare nostri e rispettare quei valori che hanno ancora molto da offrirci, ma soprattutto capire che I PARLAMENTARI SONO I NOSTRI DIPENDENTI E DEVONO TEMERE LA NOSTRA SCELTA DI ELETTORI. PERCHE’ QUESTO LO DICE LA COSTITUZIONE STESSA.

Markus

ops… ho scritto tibubale invece di Tribunale… che sia un lapsus froidiano ? 😉

ren

Grillo sarebbe limitato culturalmente e politicamente? Va bene. I politici al potere invece son degli intellettuali eh?

jhc

Il movimento del V-day è qualunquista (forse non grillo, ma chi gli va dietro spesso gode solo nello sfanculare); dire che anche i nostri cari politici lo sono non è certo una giustificazione (mal comune mezzo gaudio?).
Trovo la proposta di Bottoni attuabile solo in un mondo ideale: se i senatori che prevedi hanno un lavoro (lavoro ho detto, non pr, dirigente ecc) di certo non possono fare i senatori; se hanno tempo libero per fare i senatori vuol dire che a) guadagnano molto —> tenderanno a conservare lo status quo; b) sono dei poveracci —> col cavolo che vengono a lavorare gratis.
Si potrebbe introdurre un termine temporale per evitare di avere tanti piccoli Andreotti fino alla fine dei tempi, ok, ma anche qua la vedo difficile: mi immagino Bondi dopo il mandato a cavare patate (e mi viene da ridere).
Ma nel mondo ideale di Bottoni verrebbe sicuramente rispettata (e insegnata a scuola) la Costituzione e i cittadini avrebbero quel minimo di sale in zucca e di senso civico da non votare gente corrotta, collusa e interessata a cose diverse dalla politica.

Se si decide per la rivoluzione fate un fischio.

jhc

…che poi bondi non è senatore, ok, però lo vedo bene lo stesso a cavare patate.

Emmanuele

scusate, ma CHI SE NE FREGA!

Sbaglio o questo è un sito sulla laicità, sull’ateismo e dichiaratamente apolitico?

Allora smettiamola di parlare di politica tout court, riferiamoci esclusivamente a problemi correlati alla laicità.

Dobbiamo stare molto attenti: affinché l’UAAR possa risultare un interlocutore serio, deve necessariamente attenersi ai suoi scopi,e solo ad essi, pena porgere il fianco a facili attacchi da varie parti politiche.

Atei ed agnostici possono appartenere alle più diverse culture politiche, possono pensarla in modo completamente diverso, essere liberisti o socialisti. L’unico intento comune è la richiesta di laicità, l’esigenza di essere liberi, di non sentirsi emarginati ed additati come “persone immorali” in una società in cui il bigottismo impera.

Per questo ritengo estremamente fuori luogo questo intervento di Alessandro Bottoni che non è nuovo ad uscite di questo genere.

é per questo che gli invio una e-mail a alessandro.bottoni@infinito.it con il testo dii questo di questo appello. Vi invito, se volete e la pensate come me a fare altrettanto.

Emmanuele Crespan

Emma

gentile signor Bottoni,
mi perdoni ma sembra che anche lei, con il suo commento, scivoli nella spirale che tanto condanna della demagogia.
a mio parere la questione dell’ateismo in Italia non si riduce ad una mera questione politica e, come tale, passiva di strumentalizzazione e condizionamenti, ma deve essere considerata morale e personale e, soprattutto, trasversale ad ogni fede politica.
Quando poi dice che “è proprio grazie alla esagerata importanza che la demagogia ha assunto nelle democrazie occidentali che le Religioni prosperano. Chi meglio di loro può fare appello alle emozioni più basilari dell’essere umano per acquisire consenso e potere?” suggerisce l’idea che la religione tuteli sempre e comunque l’uomo come individuo, mentre l’ateismo si ponga in contrasto con tutto quello che di etico può esistere.
si deve prestare molta attenzione alle parole.
Emma Migliari

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