Caro Giulietto Chiesa,
le scrivo perchè trovo abbastanza masochista (ma ottuso è termine più adatto) da parte della presunta sinistra insistere con questo pietoso spettacolo di anticlericalesimo che poi genera i propri mostriciattoli.Ma si può essere davvero convinti che offendere i cattolici (dei quali questo papa, piaccia o no, è il leader spirituale) come fanno continuamente Micromega, Odifreddi, e adesso, dopo Cini e colleghi, certi commenti di maniera apparsi su l’Unità, il Manifesto, (e si veda pure il tono in un’intervista di ieri del Corriere della Sera a Bernardini), e persino su Megachip, sia una cosa intelligente?
Non parlo di utilitarismo politico (la risposta sarebbe scontata), ma proprio di scelta culturale.
Perchè non è che in piazza ci fossero solo le facce di bronzo della politica, con codazzo di epigoni diccì. Quelli erano scampoli, e chi non lo capisce dovrebbe tornare a studiare, e magari anche a girare per le strade e le famiglie del nostro Paese.
Non ci si rende conto che con il bisogno di sacro, e quindi anche con la forza vera della Chiesa (assai più profonda di qualsiasi “oscura trama” paventata dai superficiali), sarebbe ora di ragionare in maniera sensata e non viscerale? Che il nichilismo è un convitato di pietra anche e soprattutto per l’anima di chi reclama giustizia sociale e libertà ? Che i cattolici, i credenti, le persone religiose non sono degli imbecilli ignoranti plagiati da Ruini, o dei borghesucci tiepidi? Che la riflessione teologica ha la sua dignità ? Che lo scientismo e la tecnica non hanno l’ultima parola su tutto?
Possibile che Pasolini non abbia insegnato nulla?
E per tornare a Cini, a Odifreddi, a Micromega, possibile che davanti all’avanzata della tecnocrazia debba essere il papa a ricordarci la Scuola di Francoforte e le analisi di Horkheimer sulle radici borghesi e il totalitarismo dell’illuminismo? Invece di dialogare ci si arrocca su un presunto progressismo (l’oppio spacciato dai radicali al popolo della sinistra), confondendo battaglie sensate con la difesa delle punte estreme del capitalismo nell’appropriazione e nella mercificazione del corpo umano, della vita, delle forme naturali, per portare la proprietà privata fin dentro i geni delle sementi e della razza umana. E si mescola tutto con le memorie lacere dell’irreligione (scegliendo peraltro riferimenti culturali assai mediocri, quando ve ne sono stati di esempi brillanti ed eleganti – ma probabilmente troppo rigorosi e profondi per adattarsi alla bisogna).
Non dico che bisogna diventar cattolici, ma maturare come laici nel rapporto con essi, uscire dai malvezzi infantili e subculturali che impediscono in Italia la confluenza fattiva di tante forze ideali nella cultura, nell’etica, nell’economia, nella politica. O qualcuno ha paura di perdere la propria identit?
Perchè su Megachip Jormi Bianchi (e con lui tanti altri) guarda all’incoerenza morale di Casini, e non all’occasione offerta alla cultura laica dal papa filosofo? Tra i duecentomila intervenuti non era certo Casini il cattolicesimo italiano, non lui a testimoniare il bisogno di Bene, di Libertà, di Verità cui ha accennato Benedetto XVI, leader di una comunità importante con la quale ci si incontra ogni giorno per strada, sul posto di lavoro, nelle scuole, nelle università …
Cordialmente,
Stefano Serafini
Caro Serafini,
lei solleva temi e questioni che sento molto sinceri, e indubbiamente motivati anche dal punto di vista sociale e politico. Li condivido in gran parte. Non ho mai considerato la realtà del sentimento religioso con sufficienza e disprezzo, pur non essendo un credente. Ritengo il dialogo, anche tra laici e credenti, un dato irrinunciabile. E la diversità di punti di vista sulle grandi questioni umane sono per me una constatazione dell’ovvio, e quindi senza scandalo, senza anatemi. Concordo anche che non si può considerare Casini, o Mastella, o Berlusconi, come i campioni del cattolicesimo. Altrimenti addio cattolicesimo, direi. E così per molti altri punti della sua lucida invettiva contro “certo laicismo”.
Ma qui mi devo interrompere e rovesciare il ragionamento. Certo laicismo, come quello dei radicali alla Emma Bonino, per esempio – gente che ha sostenuto la guerra in Afghanistan e in Irak, gente che sta sempre dalla parte dell’Impero, gente che non sa nemmeno cosa sia un lavoratore – neanche me riesce a convincere. Faziosi in politica sono faziosi anche in filosofia.
Ma la lettera di Cini al Papa è altra cosa e ha altre motivazioni. Che non possono essere confuse con la gazzarra confusa che ne ha fatto il sistema dei media. Spero che su questo lei converrà.
E qui vengo al Papa e ai suoi vescovi. Se si vuole mantenere l’equilibrio e la correttezza, occorre che la Chiesa sia libera in un libero Stato. Quando la gerarchia ecclesiastica si fa strumento di battaglia politica, allora la discussione esce dal contesto filosofico per diventare tenzone politica. E questo è avvenuto. Mi consenta di dire che, al posto del Pontefice, non avrei permesso che Piazza San Pietro diventasse quel miscuglio di insultanti interessi privati che abbiamo visto in televisione. Con Rutelli che stringe la mano a Ruini di fronte alle telecamere, con l’ex ministro della Giustizia che si pavoneggiava, dopo avere calpestato le più elementari norme della decenza politica, all’ombra della dignità del credo religioso.
Anche se Il Pontefice avesse avuto tutte le ragioni filosofiche del mondo, questo ingresso di personaggi inqualificabili non avrebbe dovuto permetterselo. E non mi dica che non era stato previsto dal cardinale Ruini, perchè non le crederei.
E non mi dica che il Papa di Roma non ha diritto di parola in Italia. Non c’è figura politica che abbia tanto spazio, su tutti i media, del Papa. E non un solo giorno all’anno. Non è il diritto di parola che gli è stato negato, criticando la sua eventuale allocuzione in apertura dell’anno accademico alla Sapienza. E’ stata criticata una “invasione di campo” – assai più politica che dottrinale – che, se il papa fosse stato meglio consigliato, non avrebbe dovuto essere neppure tentata. E che è stata tentata, da parte di qualcuno dei suoi cattivi consiglieri,proprio come una operazione politica.
Del resto che in tutta la vicenda di questi anni le sortite ecclesiastiche contro l’autonomia della politica e per imporre (questa è la parola esatta) a tutti gli italiani, credenti e non credenti, non solo l’opinione ma la pratica cattolica, siano state sistematiche e prepotenti non credo che le sia sfuggito. Dunque occorre esaminare le cose nel loro contesto. Se certo laicismo irrita me come irrita lei, certo confessionalismo che irrita me dovrebbe urtare anche lei.
E quando si esprimono posizioni dottrinali come quelle che il Papa ha espresso a proposito del processo contro Galileo (posizioni che io considero aberranti nell’anno di grazia 2008, ma di cui non intendo contestare il diritto) non si può pretendere che esse siano esposte a un pubblico di scienziati che le considera inaccettabili sul terreno proprio della scienza. E se il Papa va a parlare in un’apertura di anno accademico, va a parlare nel terreno proprio della scienza. Vi sono contesti che debbono essere rispettati. Al Papa non mancano luoghi per esporre le sue idee. Carità cristiana, in primo luogo, avrebbe consigliato non pretendere di esporle in una casa che non intende ascoltarle. Presunzione laica? Non credo. Sul terreno della scienza non c’è gara. Io e lei sappiamo che Galileo aveva ragione e che il diritto, oggi, sarebbe dalla sua parte. La fede ha il suo campo, e qualche volta può accadere che esso coincida con quello della scienza. Ma se non coincidono non si può tentare di confonderli. Tanto meno si può pretendere che i discepoli della scienza accettino di farsi fare una lezione da quelli della fede. E lei sa bene che i discepoli della fede non lo accetterebbero, a loro volta. Proviamo a rovesciare il ritratto. Lei considererebbe accettabile una lezione di ateismo in una chiesa, alla presenza dei cardinali? Capisco che l’esempio è così strabiliante da far sorridere. Ma non è forse la stessa cosa, alla rovescia? E non mi dica che il Papa non può essere equiparato a un professore universitario di fisica, e neppure a un Premio Nobel per la fisica. Appunto. Un papa non deve farsi paragonare a un professore di fisica. Si occupa d’altro. Non si mescoli dunque con le dispute terrene. Questo vale per l’anno accademico alla Sapienza e per il pagamento dell’Ici. A Cesare qual ch’è di Cesare, a Dio quel ch’è di Dio.
Anch’io concordo con lei che certo laicismo borghese si è sposato con la peggiore mercificazione dell’uomo, con il consumismo più abbietto, con la manipolazione delle menti e con il capitalismo selvaggio. Anch’io considero insopportabili e volgari certe forme di libertarismo ignorante e superficiale. Ma che dire di una Chiesa che cammina a braccetto – e lo fa da anni – con Berlusconi, colui che ha demolito tutti i valori della cristianità e che ogni sera, dalle sue televisioni, inonda di spazzatura le menti dei nostri bambini e di tutti i cittadini?
Quindi evitiamo di inalberarci. Il rispetto reciproco è essenziale, ma non ci devono essere invasioni di campo. La Scuola di Francoforte e Horkhaimer non sono in causa e non erano in causa nella lettera firmata dai professori romani.
Giulietto Chiesa
Emma non era favorevole alla guerra in Irak: i radicali sostenevano l’esilio di Saddam e c’erano quasi riusciti facendo pressione sul governo italiano e sull’UE, se Bush non avesse deciso di invaderlo. Per quanto riguarda l’Afghanistan ricordo che c’è un mandato ONU, non ditemi che vi piacevano i talebani che gestivano lo stato con il Corano in mano.
A dire il vero non c’era alcun mandato ONU. L’invasione dell’Afghanistan ha avuto il beneplacito della NATO, che non è altro che un’alleanza fra alcuni paesi e ormai ha solo la funzione di dare una bella cornice alle operazioni militari illegali degli usa in giro per il mondo. Vedasi Kosovo. Per giustificare l’invasione dell’Afghanistan alla luce delle norme di diritto internazionale, in base al quale un paese può legittimamente difendersi, ma non attaccare un altro paese (in tal caso si integra il reato di “attentato alla pace”, mi pare si chiami così), gli Stati Uniti si sono avvalsi di questa pseudo motivazione: 1) hanno deciso che l’attentato alle torri gemelle era un atto di guerra e 2)hanno stabilito che il paese che gli aveva mosso guerra era l’Afghanistan, in quanto ospitava i terroristi di Al Quaeda. Noterai come questa giustificazione è piuttosto fragile. L’onu con l’afgh non c’entra nulla: mi pare ci siano state, successivamente all’invesione, una o due risoluzioni assembleari favorevoli, prive di qualsivoglia valore giuridico.
Se l’assemblea generale dell’ONU fosse davvero un organo imparziale, il buon Bush sarebbe stato condannato come criminale di guerra sia per l’Afgh che per l’Irak, la cui invasione era basata sull’ancor più fragile motivazione della difesa preventiva.
L
concordo con quanto detto da Chiesa
@Apostata
Per favore vatti a leggere la nuova costituzione afghana, io lo ho fatto.
Si tratta di una repubblica ISLAMICA, la legislazione non può contraddire il Corano.
Non ci sono i talebani, bene, adesso abbiamo i Carabinieri che con il mitra in mano garantiscono il regolare svolgimento dei processi per apostasia.
Bel traguardo, complimenti!
Con i TUOI soldi, si costruiscono scuole coraniche a tutti gli effetti, la cosa non ti disturba?
Bella questa: un chierico contro un papa ! Perchè giuliettino questo è: un comunista duro e puro. Uno che tuona contro il regime di gran lunga meno peggio di qualunque utopia, realizzata o no: il capitalismo. D’ altra parte si chiama Chiesa: come quell’ altra ha sulla coscienza milioni di vittime innocenti, ma almeno quell’ altra ha prodotto Michelangelo, Raffaello, Bernini,…..
Se la chiesa vuole giocare una partita politica, o filosofica ecc. è libera di farlo, ma deve giocare ad armi pari e non può pretendere un trattamento privilegiato, quale l’assenza di interlocutori, l’assenza di dissenso o di contestazioni. In Italia abbiamo l’antiberlusconismo, l’anticomunismo, l’antifascismo, l’anticapitalismo… e abbiamo anche l’anticlericalismo. Ora l’articolista deve spiegare perché tra tutti questi “anti” solo l’anticlericalismo deve essere considerato un delitto, una offesa ad una autorità intoccabile e di significato universale. C’è una serie di persone, intellettuali, filosofi, teologi (basti guardare la teologia protestante) che hanno considerato e considerano la chiesa cattolica come una delle tante sciagure dell’umanità, come una istituzione diseducativa sia sul piano politico (perché espressione di un potere faraonico assoluto) sia sul piano morale per quanto educa alla ipocrisia, predica bene e razzola malissimo. Ebbene, dobbiamo impedire a queste persone di avere una opinione? Di soffocare il loro disgusto? Di fare buon viso e cattivo gioco?
Raziocigno…
…lascia perdere, cercare di convincere chi si abbevera al trogolo avvelenato della Fallaci e di Allam è come cercare di lavare asinine teste…
Kull.
La lettera di Serafini è la solita paternale di luoghi comuni di chi, in primis, vuole predicare a se stesso per illudersi che la religione cattolica sia davvero qualcosa che viene “dal basso”. Le ovvie citazioni che la costellano, vedi Pasolini, e i gratuiti e non spiegati attacchi a Micromega, Odifreddi ecc… dimostrano un’assoluta incapacità di dialogo, laddove dialogo significa innanzitutto coraggio di mettere in discussione sé stessi accettando le osservazioni dell’avversario. Almeno, s’intende, considerandole e dimostrando di averle recepite.
La risposta di Chiesa è buona in certe cose, cade tuttavia nel patetico quando fa la moraluzza sui laicisti servi dell’impero e complici della mercificazione.
In sintesi: le 2 Chiese che, doloranti, si rimettono in piedi a mimare gli antichi scontri che furono.
Credo opportuno aggiungere che, indipendendemente da come la si pensi sulla guerra contro l’Afghanistan, il martoriato paese vede ancora la martoriante presenza dei talebani. Non al governo, certo, ma il povero Karzai non controlla il paese più di quanto io controlli il sorgere del sole. E sì, l’Afghanistan è ancora un paese islamico.
Si riempiono la bocca di Horkheimer di scuola di Francoforte, ma la realta’ effettuale e’ che hanno appoggiato le peggiori dittature del ‘900 e che fanno accordi di potere con i peggiori rappresentanti della politica italiana.
Sono i fatti che contano, i discorsi servono per imbambolare i creduloni, come del resto
facevano i predicatori nei quaresimali di non buona memoria.
Al lucido discorrere di Giulietto Chiesa mi sento di aggiungere solo una opzione dialettica: la differenza tra un ricercatore di fisica e uno di teologia è che lo studioso di fisica “non cerca quello in cui crede” e “non crede in quello che cerca”; esperimenta una, dieci, cento ipotesi attraverso mille tentativi e quindi giunge a tesi accertate e verificabili. E quando l’ipotesi è verificata cento volte assurge a verità incontrovertibile. Sotto tutti i cieli. Per il teologo la verità è in partenza un obiettivo non accertabile e non verificabile, (non da accertare e non da verificare), da raggiungere attraverso la forzatura obbligata del dogma, attraverso la malformazione mentale del credere a prescindere (non si è mai visto un teologo non credente e se un teologo non crede è un ateologo) o nella migliore delle ipotesi attraverso l’esegesi della metafisica. Poesia, cioè, non verità, cioè bugia, allo stato puro.
Questo scambio di lettere è a suo modo (e a mio modo di vedere) esemplare.
Lungi da me il tacciare di ipocrisia uno scambio così civile di opinioni contrapposte inneggianti al dialogo, e credo sinceramente nella buona fede e nella buona volontà dei dialoganti… ma se si volesse davvero andare a fondo nelle questioni poste quali reali margini di dialogo resterebbero? Io credo ben pochi, mentre tutto quello che uno può concedere all’altro è una condanna abbastanza scontata (ma spesso anche ingenerosa, e comunque chiaramente strumentale) dei rispettivi eccessi.
Purtroppo ritengo che al punto in cui sono giunte le cose, e, dalle nostre parti, soprattutto con la maschera gettata – si potrebbe anche dire finalmente – dal capo per necessita di fede mai messo realmente in discussione della cattolicità circa i suoi intendimenti, il discorso, se si vuole uscire da un fair play ormai ben poco produttivo, non può che puntare diretto sulla cultura religiosa. Su un modo di intendere la realtà, quello delle religioni in tutte le versioni (e io vi metto anche, in polemica a volte con gli amici di UAAR, una possibile deriva fideistica della stessa cultura scientifica), che rischia ogni giorno di più di proiettare l’uomo concretamente, non più solo metaforicamente, oltre se stesso, in un futuro che, per sfuggire al cosiddetto materialismo, ci farà diventare tutti puri spiriti. I talebani sono solo la punta più avanzata, più scoperta, di questa tendenza.
O saranno sempre più coloro che prenderanno coscienza di questo incombente esito catastrofico testimoniando un ateismo senza cedimenti e compromessi, un ateismo veramente meturo, basato sulla ‘dialettica dell’illuminismo’ (visto che si tira sempre in ballo la Scuola di Francoforte), sull’esigenza cioè che l’illuminismo ha comunque posto in primo piano pur con tutti i suoi sbandamenti, e su queste basi confrontarsi con i credenti, o il dialogo si tradurrà solo in un micidiale compromesso al ribasso.
Detto questo, tono dovuto alla circostanza a parte, c’è da condividere quasi tutto quanto messo in campo da Giulietto Chiesa.
Stringi stringi, il sSovrano aSSoluto di uno Stato i cui cittadini non votano, da istruzioni di voto in un altro Stato in cui i cittadini votano.
E qualcuno sostiene che “ragioni di opportunità politica vorrebbero…”
Allora guardiamole bene queste ragioni di “opportunità politica”: la democrazia ha una sua dinamicità positiva (che le dittature non hanno), ma ha anche una sua fragilità e delicatezza relazionale che un potere asSoluto non ha:
E sulla scorta di questo la democrazia dovrebbe inchinarsi al potere asSoluto di “un sovrano ultraterreno”?
Ciò produrrebbe (produce!) un lento ma inevitabile ricaduta della forma politica più fragile nell’altra: non è forse questo che sta davvero accadendo (ed è sotto gli occhi di tutti: senza che molti se ne lamentino un gran che?).
Se è questa la posta in gioco “altro che Sapienza” ci vuole.
Il tizio che ha scritto l alettera a Chiesa è perlomeno maleinfoemato. Come si fa ad affermare che la sinistra politica (nel senso dei politici) sia anticlericale. Io smetteròdi votarla proprio perchè è troppo tiepida sulla questione Chiesa_stao Italiano. Si capisce che è uno di quei credenti che pensa che verità, giustizia, amore…. esistano solo all’interno della Chiesa cattolica Apostolica Romana. cito: “Non dico che bisogna diventar cattolici, ma maturare come laici nel rapporto con essi, uscire dai malvezzi infantili e subculturali che impediscono in Italia la confluenza fattiva di tante forze ideali nella cultura, nell’etica, nell’economia, nella politica.” Non dico che bisogna diventar cattolici!!! ma non pensarci neanche!!!!
Mi chiedo se Serafini, dopo aver biliosamente insultato gli avversari coi quali finge di voler dialogare, creda davvero in quello che scrive.
Ma Serafini questa invasione di campo politica della chiesa la vede o fa finta di non vederla?
perlomeno una volta era schierata al centro con la DC e qualche valore buono c’era. Ora va a braccetto con il silvio che ogni sera dalle sue reti inonda le famiglie italiane di cosce, tette, piagnistei e giochini insulsi. Bei valori questi.
Si meraviglia che qualcuno critichi la chiesa su qualcosa, ma all’estero sarebbe normale, in Italia no. Tanta strada ancora da fare.
Grande,Chiesa!Meno male che ci sono persone in grado di esprimere in modo chiaro ciò che per molti è il”comune sentire”e non possono farlo per carenze culturali o altro.Di loro abbiamo bisogno,grazie.
bellissima dissertazione, civilissimo confronto, ecc.
ma io sono ignorante e vedo le cose più terra terra: se hai un buon prodotto da vendere devi fare solo una cosa: Mostrarlo, Mostrarlo e ancora Mostrarlo. La gente te lo comprerà immediatamente. Se invece hai un pessimo prodotto (es. religione) e lo vuoi vendere cerchi di attaccare la concorrenza rovesciando mari di m…da sui rivali (laicità, ateismo o modernismo che dir si voglia)
E’ appunto questo quello che stà facendo il pontefice, non dice che il cristianesimo è meglio e ti mostra perchè, ti mostra gente felice e ti dimostra che è più bello e più figo. Ti dice che il laicismo fà schifo ti porta opinioni/dati falsi a suffragio della sua tesi diffamatoria e cerca di infinocchiarti confondendoti come un venditore di terza categoria.
“Che i cattolici, i credenti, le persone religiose non sono degli imbecilli ignoranti plagiati da Ruini, o dei borghesucci tiepidi?”
E’ una domanda retorica, giusto? la prossima volta scrivila in forma piana e senza negazione.
“Che lo scientismo e la tecnica non hanno l’ultima parola su tutto?”
Ovviamente, perchè volete avercela voi.
Possibile che Pasolini non abbia insegnato nulla?”
Possibile che questa gente parli di Pasolini senza aver mai visto un suo film??
Come si può dialogare con gente che pretende di chiudere il discorso prima ancora di aprire il dialogo?? Ammiro Giulietto Chiesa per la sua lucidità e il suo ragionamento che non ammette repliche, ma ritengo siano perle ai porci
“E quando si esprimono posizioni dottrinali come quelle che il Papa ha espresso a proposito del processo contro Galileo (posizioni che io considero aberranti nell’anno di grazia 2008, ma di cui non intendo contestare il diritto)”
Quanto meno disinformato…
Il Papa si è creato una nomea di filosofo per cui le sue affermazioni vengono generalmente accettate senza verifica.
Poichè egli entra nel campo della scienza si è legittimati ad entrare in quello della teologia. A proposito di ateismo, nell’ultima enciclica se ne parla diffusamente citando le posizioni atee di:
“protesta contro Dio… per le sue responsabilità…di un simile mondo…”
senza peraltro discuterle, l’ateismo viene semplicemente rigettato affermando che da questo sono conseguite
“le più grandi crudeltà e violazioni della giustizia”.
Questa argomentazione costituisce una classica fallacia, detta dell’affermazione del conseguente, in cui dall’affermazione di un effetto “le più grandi crudeltà” (comune peraltro anche con tante azioni fatte in nome di dio) si evince l’esistenza di una causa indicata nell’ateismo.
Viene inoltre utilizzata un’altra fallacia, quella detta di argomentum ad hominem, per cui al fine di smentire le argomentazioni dell’ateismo vengono attaccati gli atei anzichè confutarne gli argomenti.
Ed infine a sostegno delle proprie tesi l’enciclica cita alcuni grandi pensatori: questo costituisce la cosidetta fallacia ad judicium, in cui si sostiene la correttezza di una tesi solo perchè sostenuta da altri.
Capovolgo il pensiero di Serafini:
“Non dico che bisogna diventare atei, ma maturare come cattolici nel rapporto con essi, uscire dai malvezzi infantili e subculturali che impediscono in Italia la confluenza fattiva di tante forze ideali nella cultura, nell’etica, nell’economia, nella politica.”
Scritto così va meglio. Mi piace. Lo faccio mio? Ma non ci penso nemmeno!
In realtà era una porcheria prima e rimane una porcheria ora.
Ma “maturare per uscire dai malvezzi infantili e subculturali” non significa “dialogare”, significa “educare”.
E quando si pensa di poter educare una parte della società, pretendendo di occupare spazi culturali, ma anche luoghi, non propri, si è più vicini alle “purghe” che alla libertà.
Quando si afferma che la diversità è “malattia” e che la malattia va curata, allora si confonde l’amore verso il prossimo con la propria intolleranza.
E quando si pensa di poterlo fare, cioè di educare il mondo animati dalla propria intolleranza, occupandosi più del “proibire” che del “dare”, si confonde la “carità” con la “libertà vigilata”.
E la libertà vigilata è regime.
Buona teocrazia a tutti.
Qualcuno ha seguito ieri notte (ore 23, 50 circa) la puntata di Palcoscenico in cui Umberto Orsini, Monica Guerritore e altri attori hanno ricordato le origini della democrazia e, tra altre cose, il principio di libertà da cui è scaturita la nostra Costituzione? Non mi è sembrato si parlasse di chiese varie, ma solo di dignità umana intesa come valore etico. In fondo l’antica Grecia era piena di dei ma non mi risulta che i cittadini si facessero dettare leggi e principi da questi.
Sono completamente d’accordo con Giulietto Chiesa.
Leggendo l’inserto di “Repubblica” “il Venerdi'” ed esattamente l’articolo di Curzio Maltese pubblicato nel numero di ieri, quello che vi è scritto io lo dicevo già nel giono della caduta del governo Prodi. Concludendo direi di mettere un freno all’invadenza delle gerarchie vaticane, in primis del(Pastore Tedesco).
Una sola osservazione sulla risposta di G. Chiesa : il prof. Cini e i suoi colleghi fisici che hanno firmato la famosa lettera ( divenuta famosa quasi quanto le 95 tesi di Lutero ) non hanno scritto al papa ma al rettore della Sapienza manifestando la loro disapprovazione per l’invito.
Francamente non capisco il motivo di tanta pseudo-magnanimità da parte di chi ha scritto l’articolo.
Sono abbastanza certo che dire che si “offendono” i cattolici (non si attaccano, o criticano: si “offendono”e basta!), significa sguazzare nei più beceri e buonisti luoghi comuni, per cui la religione – se da un lato Deve essere considerata una Fine Dottrina Filosofica che contribuisce al Sapere comune, anche se ogni tanto inneggia alla Sottomissione della donna e terrorizza le persone con argomenti immaginari, dall’altro “tutto sommato” (spallucce) deve essere supinamente accettata.
Per cui “vade retro” sporchi laicisti scientisti, come osate scrivere inni al relativismo come “Perchè non possiamo dirci cristiani” o interi numeri di Micromega dedicati all’evoluzionismo (si suppone che le “offese” siano queste…)? A me pare che sia inutile parlare di dialogo se per far barricare un cattolico basta tipicamente menzionare una delle parole (a scelta) “eutanasia”, “aborto”, “laicità” o “scienza”!
Ricordiamoci che è stato B16 a rifiutare di andare alla Sapienza (…”offeso”?) , nessuno gli ha impedito materialmente di farlo… un alfiere del pensiero “forte” come lui non avrebbe nemmeno dovuto porsi il problema di “quattro gatti” che lo contestavano.
Acetto tutto di quel che dice Giulitto Chiesa, escluso l’uscita sui radicali e la Bonino.
Se Chiesa si fosse meglio informato saprebbe che i radicali e la Bonino non hanno alcuna stima dell’attuale presidente americano, e come ha chiaramente spiegato Giuliano L’Apostata erano nettamente contrari all’intervento militare in Iraq, sono stati gli unici a mettere in campo un’azione diplomatica che prevedeva l’esilio di Saddam, la stessa mossa diplomatica era stata recepita dalla lega araba che la stava mettendo in atto.
Di più Chiesa dovrebbe essere al corrente che i radicali stimano della nazione americana la forma democratica, certi accorgimenti della loro giustizia tipo la separazione delle carriere dei magistrati, la loro legge elettorale, la libertà di stampa, la cura nell’evitare il conflitto d’intessi, ed altro che non ha nulla a che vedere con i comportamenti da bullo dell’attuale presidente della cui amicizia si fregia il nano di Arcore.
Inoltre nell’anticlericalismo becero attribuito alla Bonino, Chiesa dimentica che la suddetta assieme a Pannella si è recata a suo tempo in udienza privata in vaticano per una buona causa, quale la fame nel mondo, per concordare con woitila un comportamento comune atto a rendere questa azione più incisva.
Questo avrebbe dovuto rendere più prudente il commento di Chiesa in merito ai radicali che notoriamente si propongono dei programmi e non disdegnano compagni di strada anche “strani” se seriamente intenzionati a conseguire gli stessi scopi.
Per mè questa è laicità al massimo livello non sò cosa sia per i detrattori di simili comportamenti.
Mi permetto di continuare essere ateo è una mia personale certezza che laicamente non posso imporre a ness’un altro, come non permetterei mai che altri m’impongano la loro fede.
Detto questo, se un cattolico mi propone per esempio un serio programma per sconfiggere la povertà in Italia, facendo magari anche pagare l’ici agli stabili vatcani, personalmente non posso che appoggiarlo, a prescindere dalla divisa che indossa. Se un ateo magari molto grasso ed esageratamente devoto mi propone di abolire la legge 194 sull’aborto cerchero in tutti i modi di contrstrarlo.
Quando Albino Luciani nella sua tesi di laurea in biologia, commentata a suo tempo da “Civiltà Cattolica” dichiara che l’embrione non può essere in alcun modo paragonato ad un’essere umano, anche se è un prete e futuro papa a dirlo non può che trovarmi d’accordo, così come ho trovato convincenti altre uscite sue e di Roncalli durante il loro pontificato.
Il dissenso che provo da ateo, ma credo anche molti fedeli provino, nei confronti di quest’ultimo papa e che per i fondamentalisti tipo Serafini potrebbe passare per anticlericalismo becero, è che costui non nè dice una di laicamente condivisibile, non è capace di stare al suo posto, viola in continuazione gli accordi concordatari e l’unica sua preoccupazione è il consenso a scopo di lucro.
Cavoli. Questo Serafini tratta Odifreddi e d’Arcais come se fossero degli imbecilli!! :O