Polonia: Calano le iscrizioni nei seminari

In Polonia, secondo le ultime cifre rese note dal Servizio per le vocazioni, sarebbero in calo le iscrtizioni nei seminari ecclesiastici. Dai dati raccolti risulta infatti che le iscrizioni registrate all’inizio del corrente anno di formazione sono state 786, mentre all’inizio dell’anno precedente sono state 1029. In percentuale, si tratta di un calo del 24 per cento, che si traduce in una diminuzione del numero dei seminaristi del 10 per cento in un anno.

Fonte: Radio Vaticana

Archiviato in: Generale

9 commenti

Antonio

Meglio così.
Meno preti = meno pedofili.

Non auguro a nessuno di vivere l’esperienza del seminario ecclesiastico.
Io ci ho trascorso un anno.
Un anno terribilmente difficile da dimenticare… brutti ricordi che ogni tanto affiorano nel mio cervello.

” Istituto per seminaristi Cristo Re ” a Messina.

Sailor-Sun

Il problema è che i preti calano ma i soldi che riceve a chiesa no.
Visto che una buona parte dell’8×1000 va al “sostentamento del clero” essendoci meno preti che fine fanno i soldi in eccesso?
In telvisori al plasma, in nuove speculazioni edilizie o a risarcire le vittime dei preti pedofili?

Enrico Bartoletti

Purtroppo i nostri politici sono in maggioranza cattolici, per quanto anche in questo senso manifestino comportamento ipocrita. Oltretutto, anche i politici atei dichiarati (come d’Alema) sono di fatto schiavi della Chiesa perchè, almeno apparentemente, è capace di spostare significativamente i voti a Destra od a Sinistra. Se poi a ciò aggiungete il fatto che le pecore seguono il capobranco ovunque vada, capirete che ci troviamo in un’orribile situazione. Quasi quasi ci conviene emigrare.

pischello

Trovo normale che ci sia un calo delle vocazioni, in Polonia.
Non dimentichiamoci che la Chiesa attecchisce meglio in un substrato di povertà ed ignoranza. Quindi, prima che la Polonia entrasse nella Comunità Europea e cominciasse a riavere qualche “chance” in più, la Chiesa aveva maggior… buon gioco!
Forse molti facevano i seminaristi con l’unico motivo di aver sempre la pappa pronta.
Adesso stanno un po’ meglio: il numero dei “frequentatori” di tali seminari cala perché è anche inversamente proporzionale al benessere del popolo.

steve

In realtà in Polonia la diminuizione dei seminaristi è ininterrotta dal 1987, in cui fu raggiunto il picco del totale dei seminaristi, 8.458. Gli ultimi dati disponibili, quelli del 2004, erano di 6.427 seminaristi.

Il dato sopra riportato è importante perché ci dice che il calo è sempre più forte e prolungato in prospettiva futura.

Gli ultimi dati dell’Italia, quelli del 2005, sono di 5991 seminaristi.

L’Italia è il paese con più preti al mondo, quasi 50.000, mentre la Polonia è il terzo, con circa 29.000 preti, dopo gli USA, con 42.000 preti.

Fino ad ora la Polonia e il paesi dell’est sono stati una riserva di giovani preti per l’Europa occidentale, in crisi di vocazioni da 40 anni. Sono stati anche uno strumento di penetrazione, come missionari, nell’Europa ortodossa.

La fine dell’esportazione di preti dalla Polonia costringerà le Conferenze episcopali dell’Europa occidentale a cercare sempre di più preti dall’Asia, Africa e America Latina.

steve

Concordo con Pischello. Il calo dei seminaristi è inversamente proporzionale all’aumento del benessere. Altri fttori sono la maggiore secolarizzazione dei costumi, la maggiore informazione la disponibilità di centri di studio.

In Polonia e nei paesi dell’est c’è poi la fine dell’effetto dell’uscita dal comunismo. La repressione religiosa ha sempe provocato l’effetto contrario, ossia rafforzare la cheisa cattolica come istituzione di opposizione. La fine del comunismo in tutta l’Europa dell’est ha fatto aumentare le vocazioni. Un fenomeno analogo si è verificato in Messico.

rossotoscano

lasciando stare i luoghi comuni, sono contento che anche la polonia si stia svegliando…

paolino

Ogni volta che sento che in un paese le vocazioni sacerdotali calano, io godo! :mrgreen:

Asatan

Finiranno per restargli solo i seminari per bambini nel terzo mondo……

Commenti chiusi.