Chi odia le donne

Ci vorrebbe uno psichiatra. Uno bravo, uno geniale. Innanzitutto, ma questo è facile, per diagnosticare la patologia di chi parla in nome di un dio, ma anche di chi parla in nome di chi parla in nome di un dio. Lo stesso psichiatra ci dovrebbe dire anche se l’attacco di questi tempi alle donne, violentissimo, sia malattia mentale o delinquenza. E visto che ci siamo, potremmo chiedergli un’altra cosa, che è fondamentale. Due punti.
Quelli che attaccano la legge 194, odiano le donne. Ma quelli che difendono la legge, allo stesso tempo sottintendendo che l’aborto è comunque la fine di una vita umana, amano davvero le donne?Chi scrive, ma non solo, pensa al contrario che la vita umana cominci con la nascita e non prima. E pensa anche che è su questa convinzione che deve essersi basata una legge dello Stato, se voleva essere lontana dal legalizzare un omicidio. Evidentemente l’aborto non ha niente a che vedere con la nascita, perché avviene in un tempo (prima della 22-24esima settimana di gestazione, cioè) in cui il feto non ha ancora la potenzialità di essere vita umana, non ha ancora la vitalità, in una parola, che gli permetterebbe il passaggio dal solo biologico alla perfetta unione di biologia e psiche, peculiarità della specie appunto umana. Per deduzione, l’aborto non può essere una morte, perché non c’è nascita. Né tanto meno una uccisione! Soltanto così la legge sull’aborto è difendibile senza se e senza ma.

Sempre chi scrive, vista l’avanzata nefasta e misogina degli ipocriti, vestiti di tonache o in giacca e cravatta, pensa che siano necessari piccoli grandi segnali da parte della società civile, quella parte del Paese cioè, femminile e maschile, che certe scelte di vita le sperimenta drammaticamente sulla propria pelle, al di là di quello che Stato e Chiesa, in perfetto concordato, vuole imporre. Segnali che suonino come un no secco agli ipocriti.

Il settimanale Left-Avvenimenti, già dalla settimana scorsa, ha proposto e avvalorato una iniziativa sicuramente provocatoria, ma anche emblematica: silenzio stampa di un anno sulle sparate di Giuliano Ferrara, campione di ipocrisia, incursore accreditato del Vaticano, portavoce del portavoce di dio. Contro l’ipocrisia, hanno già firmato (segreteria@avvenimentionline.it) centinaia e migliaia di persone e, nel numero di Left in uscita oggi, i loro nomi e cognomi riempiono due pagine.
Questo, per esempio, è un segnale: perché non c’è dialogo con chi odia le donne.

Fonte: Resistenza Laica

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20 commenti

rossotoscano

appoggio pienamente l’iniziativa… solo che io il silenzio stampa su ferrara lo proporrei a vita…

Daniela

io sono d’accordo si è già dato troppo spazio alle sparate misogine e reazionarie di questo personaggio, che è chiaramente in cerca di visibilità. Ed inoltre sono d’accordo anche nel sottolineare in modo chiaro che l’aborto non è un omicidio.

Enrico

Non si può dire che per amare le donne bisogna tollerare che aborto. Per amare in maniera compiuta le donne bisogna prima amare il genere umano nella sua interezza quindi anche i bambini nel grembo materno. Per affermare quello che si dice significa riconoscere ai feti femminili il non essere umani.

Pessimista Cosmica

L’aborto non è un omicido, ma è comunque l’interruzione di una vita in nuce. Io sono favorevole all’aborto, ma credo che esista molta ipocrisia sia da parte di chi lo avversa sia da parte di ci lo sostiene. Quasi tutte le donne che hanno avuto figli dicono la stessa cosa: che il feto che avevano in grembo era vivo, legato a loro in una maniera violenta ed ancestrale. Quando una donna abortisce uccide quel legame, il dolore e la drammaticità dell’evento deriva da questo, altrimenti non staremmo tutti sempre a ripetere quanto questa esperienza sia penosa e difficile. Penso quindi che voler spogliare la questione di ogni riferimento etico od affettivo nei confronti del feto sia un’azione poco furba. Quello, a mio avviso, su cui si dovrebbe pesantemente insistere invece di starsi a incartare sulla definizione di essere umano etc., è il fatto che gravidanza e parto sono processi fisici e psicologici che se non desiderati possono sconvolgere un’esistenza, che il parto, per quanto oggi sia molto raro, non è mai esente da rischi, che ci si possono anche lasciare le penne e che per tanto nessuno può obbligare una donna ad affrontare un tale impegno contro la propria volontà. SAREBBE UNO STUPRO!
L’altro punto che mi preme è che si parla tanto del diritto i nascere e non si ha mai il coraggio di fare quel saltino logico necessario a rendersi conto che anche nel mettere al mondo qualcuno si compie un’azione arbitraria ed irrimediabile, che si scaraventa una piccola vita in un mondo duro e violento, dove l’unica certezza è quella che un giorno dovrà morire. Si dà sempre per scontato che valga la pena i nascere, ad ogni costo. Be’, io sono convinta del contrario. Soprattutto quando un bambino non è voluto o si troverebbe a vivere in una situazione difficile e traumatizzante.

Pessimista Cosmica

Mancava il finale…
quindi sì, assolutamente sì all’aborto. Ferrara e i Ferrarini -che già per il fatto di esser nati senza utero dovrebbero starsene zitti- non sono misogini, la parola, per quanto abbia un brutto significato, rende troppo seria la faccenda. Sono dodicenni che giocano con questioni più grandi i loro , galvanizzati dai riflettori e dalle carezze dei grandi. Sono strumenti felici i farsi strumentalizzare. In questa loro orgia mediatica, politica, etica, religiosa, le donne, gli altri, non contano nulla. Non so se hanno mai raggiunto la maturità necessaria a prendere coscienza dei limiti del proprio ego, dei confini esistenziali che delimitano e formano le identità, non questa maturità l’abbiano evitata i proposito, se gli sia sfuggita… non so, cero però che dentro devono avere un vuoto tale che inevitabilmente finiscono per riempirlo di ca****e!

Pessimista Cosmica

Manca una parte del mio commento… ma non riesco a inviarla.

Bruno Gualerzi

Una raccolta di firme contro Ferrara? Mah!
Non basta l’ossequio masochista di chi va a ‘dialogare’ con lui pur non condividendone le posizioni ma dandogli così la patente, oltre che di ‘intelligente’, anche di aperto mentalmente, cioè per aiutarlo a gonfiarsi ancora di più? Volete dargli l’estro per sbeffeggiare dagli schermi, con al massimo una quasi impercettibile alzata di ciglia da parte della Ritanna, quei quattro scalzacani di pseudo-intellettuali laicisti?
Inoltre, non è contraddittorio parlare di ‘silenzio stampa’ e poi pubblicare una raccolta di firme?

nas

“… Per deduzione, l’aborto non può essere una morte, perché non c’è nascita…”

non capisco il limite della 24esima settimana. se non c’e’vita prima della nascita, anche 24 ore prima di nascere non dovrebbe essere un problema.E’ un po’ ipocrita questo limite, o no ?

Massimo

Per parlare in nome di chi parla dell’aborto, chiedo il permesso di parlare in nome di una donna (Pessimista Cosmica va benissimo).

Alessandro Bruzzone

Il silenzio stampa su Ferrara? Certo i media servi del Vaticano l’hanno pompato a dismisura… ma far finta di niente sarebbe molto peggio. Occorre ascoltare e confutare.

Paolo

@nas

Cerco di chiarire il punto del mio articolo che ti sembra oscuro (perché ipocrita?).
Intorno alla 24esima settimana – non lo dico io lo dicono i medici – si pone il limite naturale tra l’impossibilità assoluta di sopravvivere fuori dall’utero materno e quella invece che si chiama potenzialità di vivere, vita in nuce, di cui leggo nei vari commenti: per cui un feto, una volta nato appunto, per quanto prematuro, potrebbe vivere. E’ in quel momento della gestazione – sono sempre i medici e gli psichiatri a dirlo – che avviene la formazione della rètina, unico punto di contatto tra il mondo esterno e la nostra materia cerebrale: donde, alla nascita, l’attivazione della psiche umana mediante la luce, la traformazione dalla vita puramente biologica alla unione tra biologia e psiche che fanno la vita umana.

Roberto Grendene

Valerio, sei in ascolto?

Qui ti dovevo una risposta
http://www.uaar.it/news/2008/01/29/ruini-a-8-e12/#comments
ma i commenti erano stati chiusi.
Dicevi:
«secondo il mio modesto punto di vista ci si dovrebbe sforzare in tutti i modi per salvare e tutelare entrambi [madre e feto, persona e embrione]
Ora io ti chiedo…credi davvero che io sia un’oscurantista?
Questo mio atteggiamento o modo di pensare pensi che sia dannoso per l’umanità?»

Oscurantista? Non mi sembra (non vedo pregiudiziali e opposizione alla diffusione della conoscenza
http://it.wikipedia.org/wiki/Oscurantismo
)

Sul danno all’umanita’ c’e’ da approfondire.
1) gia’ tu riconosci la preferenza per chi persona e’ gia’, dunque non ha senso dire “sforzarsi in tutti i modi di salvare entrambi”, perche’ quando entrambi non si possono salvare, scegli per uno e non per l’altro.
2) viviamo in un mondo a risorse finite, e “tutti i modi” non ha senso. Iniziamo con educazione sessuale, educazione alla contraccezione, possibilita’ per chi lo richiede di avere la pillola del giorno dopo. “Tutti i modi di tutelare entrambi” di fronte a una madre che deve/vuole/sceglie di ricorrere all’ivg dovrebbe prevedere una detenzione sotto stratta sorveglianza fino a gravidanza terminata (non lo sostieni, immagino, ma tant’e’)
3) nel caso della ricerca sulle staminali embrionali penso che una posizione del genere possa rappresentare un danno all’umanita’.

Ciao
Roberto Grendene

lacrime e sangue

Lasciamo da parte l’aborto, che in questo discorso c’entra, ma è un effetto, non una causa della crescente presa di posizione contro le donne.

Ho detto più e più volte che il controllo sul corpo femminile è indispensabile al patriarcato e alle strutture politiche reazionarie, perchè serve uno schiavo sessuale e domestico che permetta alla forza-lavoro maschile di occuparsi del lavoro non-domestico e non avere pensieri a casa, anzi di sfogare le frustrazioni di una condizione semi-schiava prendendosela e sfruttando un essere socialmente ancora più in basso del maschio lavoratore e da lui dipendente.

La creazione di una cultura “rosa”, fatta di bellezza fisica, seni grossi e culetti piccini, di gambe larghe e cervello stretto, è funzionale alla trasformazione della femmina da un potenziale essere pensante ad un oggetto-strumento di piacere e di lavoro agli ordini del maschio.
Belle (ma non intelligenti, per non competere con il maschio) per conquistarsi il partner che in cambio del mantenimento vorrà letto e camicia sempre pronti.
Consiglio il triste “Ancora dalla parte delle bambine” di Loredana Lipperini, appena uscito per Feltrinelli per capire di cosa stiamo parlando.

Maria Stuarda

Il fatto è che l’establishment è riuscito a fa passare presso le ragazze (poichè è sempre attraverso le nuove generazioni che si misurano i rapporti di forza socio-politici) il concetto di essere “donna” con il concetto di essere “velina”…e le vecchie femministe su a tenere il cero del catto-veltronismo…sempre un “bastone” in mano dunque…poverette signore dal cervellino oramai putrido…hanno paura di mandare alla malora anche il proprio marito figurarsi se prendere a frustate quel panzone di Ferrara che ha magnato coi voti degli operai italiani (prima) e con le tangenti di Craxi (poi)…sarà dura ripartire. Ma per questo ancor più affascinante…solo che stavolta non si faranno prigionieri…(e non ci sono i Berlinguer Enrico, per fortuna…). Un assaggino la premiata ditta Turco-Prestigiacomo l’ha già avuto……

charlYmingus

basta e vomitevole la gente che vede le donne solo come oggetti d senza cervello da riproduzione e quanto più si deformano e imbruttiscono più sono vicine alla santità, questo perchè rendono onore alle capacità scultoree politico-religiose da chi si fanno manovrare.
Le donne se non c’erano bisognava inventarle, sono davvero la visione dell’incoscio che non riesci a raggiungere solo, sono spesso le loro menti che ti fanno cogliere l’attimo fuggente che solo non riesci a carpire, sono l’oro che ti tolgono il freddo di dosso quando ai paura.
I rapporti con le donne sono cambiati e le situazioni lavorative ce le fanno trovare come colleghi e amici il che è ancora più mortificante sentire gente che le usa solo per preparare un altra carneficina storica contro il diverso

Druso

La libertà di opinione ed espressione è sacra, purtroppo c’è chi ne abusa. Per quanto mi piacerebbe censurare Ferrara, considero che c’è chi apprezza (de gustibus) la sua parola. Il modo migliore per censurarlo è non guardare le sue trasmissioni ed evitare di leggere i suoi articoli. Quando sarà stanco di parlare ai muri, smetterà. Essere un cretino è una disgrazia, non una colpa…
Essere un paraculo voltagabbana è una colpa, purtroppo ferrara non è il solo….

Passando all’argomento principale: non vedo correlazione tra la polemica sull’aborto e l’odio verso le donne (magari sono supido io). A mio avviso, nasce tutto dalla volontà vaticana di ribadire il proprio potere, in un’epoca di forte insicurezza (condizione in cui le religioni proliferano), cercando di minare una delle più grandi conquiste laiche del XX secolo.
Non sono avvezzo a trovare differenze tra uomini e donne, ho sempre preferito parlare di persone. Il sesso di una persona non garantisce la sua condotta, la storia lo insegna (uomini e donne possono essere buoni o malvagi, idioti o geniali, sensibili o insensibili allo stesso modo: siamo la stessa specie, organi sessuali diversi non implicano che il resto lo sia). Altresì, la storia insegna che la chiesa si è dimostrata misogina, come ricordano i roghi delle streghe ed altre pratiche barbare; nel contempo si è dimostrata omofoba, contraria al libero pensiero, contraria alla pace, contraria alla libertà della scienza e della coscienza, etc, sempre con lo stesso risultato servito alla fiamma…
Limitare l’attacco dell’aborto ad una pratica misogina è una pericolosa semplificazione (non dimentichiamo che ci sono anche donne nel fronte degli anti-abortisti). La legge 194 è il trampolino di lancio per una nuova inquisizione che colpirà tutti. Questo è un problema che interessa tutti, perché si pone in gioco la libertà laica di disporre del proprio corpo.
Convincono i medici a non praticare l’aborto, in strutture che noi finanziamo con le nostre tasse. Tutto questo è il primo passo verso il medioevo moderno.

Asatan

Certo che ci sono donne nei “movimenti per la vita” e sono misogine in tutto e per tutto. Un lavaggio del cervello che inizia fin dalla culla le porte a vedersi come esseri inferiori e disprazzabili (eva e la mela), utili solo a sfornare figli per la patria e fare da elettrodomestico al marito. Si tratta di odio per se stessi e autolesionisomeo belli e buoni.
Il che spiega anche perchè odino tanto le “donne in carriera”, “le put*** che la danno via facile”, le “sterghe che rinnegano il ruolo naturale della donna”…. sotto sotto sanno di avere torto ed essere impringionate in una finzione, ma uscirne significherebbe buttare nel cestino tutta la loro vita… motlo più facile e appagante prendersela con chi è libero.

lacrime e sangue

@Druso
Il miglior modo per un padrone di tener schiavi gli schiavi è convincerli a propagandare lo schiavismo come una forma di rispetto per lo schiavo…
Le donne del fronte anti-abortista parlano delle altre donne come compagne e aiuti per l’uomo (così è scritto nella bibbia) = serve sessuali e domestiche per il maschio.
Le donne politiche cattoliche affermano che il posto della donne è la casa, che loro compito è far figli, accudire il marito e non portar via il lavoro ai maschi; se proprio devono lavorare, meglio il part-time.
Una capo-schiava che cerca di convincere le altre a fare le schiave.
Cosa odiano di più? La donna che non si sottomette:
_quella intellettuale (Margherita Hack, etc.),
_quella che non si sposa (l’egoista che nega figli a dio e alla patria [=braccia e tasse] e lascia un maschio senza schiava),
_quella che usa il contraccettivo (niente figli a dio e alla patria),
_quella che abortisce (nega il suo stato di oggetto contenitore e pretende di decidere anche dopo che il maschio l’ha inseminata. Un campo non può rifiutarsi di dar frutto dopo che il seminatore è passato…)
_quella che se ne frega di far bello il corpo (mette in crisi il sistema di compra-vendita delle mogli),
_quella che preferisce la carriera (mostra alle donne che possono valere anche senza essere la metà servile di un maschio-marito-padrone).

Il legame con la politica è evidente: le donne a casa permettono ai mariti di lavorare meglio e con più concentrazione, quindi di avere manovalanza operaia più efficiente. Gli stipendi serviranno a tener buoni gli operai, che devono mantenere le famiglie – numerose – e non possono permettersi di perdere il posto. I numerosi nuovi maschi bisognosi di lavoro faranno abbassare utleriormente gli stipendi (legge di mnercato: tanta offerta = basso costo). Le famiglie impoverite vedranno il maschio sfogarsi con la socialmente più debole moglie, che servirà da valvola di sfogo.
A chi si rivolgerà la donna? Al prete.
A chi si rivolgerà il maschio che non vuole sfogarsi sulla moglie? All’alcool o al prete.
Ecco chiuso il cerchio della schiavitù.

Druso

@ lacrime e sangue
Appunto! Il tuo ragionamento non è dissmile dal mio.
Ora l’attacco è portato su un fronte che coinvolge maggiormente le donne, dopo?
Vogliono un popolo bue e schiavo che segua pedissequamente i dogmi ed i dettami dei porporati. In questo caso è la chiesa, ma questo “gioco” è stato utilizzato anche da altri…
Orwell scriveva “La guerra è pace” “La libertà è schiavitù” “L’ignoranza è forza”, slogan tristemente attuali in cui possiamo riconoscere l’opera delle principali religioni e di molti governi (sovente collusi tra loro).
Ciò che ribadisco è questo: la questione sessista è solo un modo per confondere le acque e dividere l’eventuale opposizione. L’elenco che hai fatto, può essere applicato anche agli uomini.
“Dividi et impera”, lo sanno bene. Finché riusciranno a tenerci tutti impegnati su questioni sterili come lo stabilire se la questione è femminile, maschile o UMANA, potranno continuare nel loro intento, senza opposizione.
Quando si parla di laicismo e libertà, bisogna andare oltre alle etichette sessuali, sociali, etc ed operare verso il comune obbiettivo. Ogni privazione alla donna, colpisce l’uomo e viceversa, impoverendo la società, bloccando lo sviluppo.
Quando ci ricorderemo che siamo una sola specie?

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