Roma, documento-shock delle università: dopo l’aborto il feto deve essere sempre rianimato

“Un neonato vitale, in estrema prematurità, va trattato come qualsiasi persona in condizioni di rischio, e assistito adeguatamente”. Così si legge in un documento congiunto, firmato dai direttori delle cliniche di Ostetricia e Ginecologia di tutte e quattro le facoltà di Medicina delle università romane: La Sapienza, Tor Vergata, la Cattolica e il Campus Biomedico. Secondo i cattedratici, infatti, “con il momento della nascita la legge attribuisce la pienezza del diritto alla vita e, quindi, all’assistenza sanitaria”. Di fatto, nel caso in cui un feto nasca vivo dopo un’interruzione di gravidanza, il neonatologo deve intervenire per rianimarlo, “anche se la madre è contraria, perché prevale l’interesse del neonato”.
Il documento è stato presentato al termine di un convegno, promosso dalle stesse cattedre, all’ospedale Fatebenefratelli di Roma, in occasione della Giornata della Vita. Plauso dal Comitato nazionale di Bioetica: “Nell’immediatezza della nascita – spiega Cinzia Caporale, biologa e membro del Comitato – il medico deve agire in scienza e coscienza sull’opzione di rianimare, indipendentemente dai genitori, a meno che non si palesi un caso di accanimento terapeutico”.
Nel documento, il caso degli aborti dopo la 22esima settimana non viene esplicitamente citato, ma la presa di posizione dei direttori di cattedra ricalca le preoccupazioni già espresse dai vescovi italiani riguardo ai casi di interruzione volontaria di gravidanza dopo il quarto mese, quando cioè le moderne tecniche di rianimazione consentirebbero di mantenere in vita il feto. […]
Il medico, quindi, come precisa Caporale, deve rianimare sempre. Nell’ipotesi in cui il feto sopravviva all’aborto “non ritengo necessario chiedere il consenso della madre – sottolinea il membro del Comitato nazionale di bioetica – in questo caso infatti si esercita un’opzione di garanzia con cui si tutela un individuo vulnerabile e fragile, qual è il neonato, in una fase in cui non si hanno certezze cliniche. Secondo me – aggiunge la biologa – si può presumere lo stato di abbandono giuridico del neonato da parte della madre, che ovviamente può tornare indietro sulla sua decisione”. […]

Fonte: Repubblica

Archiviato in: Generale

63 commenti

Daniela

l’articolo continua dicendo che i medici hanno concluso che nel caso le cure risultino accanimento terapeutico bisogna interromperle, ora mi domando e dico in un paese come l’Italia in cui ci sono persone che non considerano per niente che l’intervento medico possa diventare accanimento terapeutico, quante probabilità ci sono che per feti di 22 settimane la cosa non si muti proprio in accanimento terapeutico?
Comunque l’importante è che non impediscano l’aborto terapeutico poi dopo i medici possono fare quello che meglio ritengono.
E il titolo di la repubblica è propio fuorviante, ultimamente si stanno abbandonando a titoli sensazionalistici.

enrico g.

art. 7 legge 194
“il medico che esegue l’intervento (quando esiste la possibilità di vita autonoma) deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto.”

Vash

Già l’impatto psicologico che un aborto ha su una madre è pesantissimo, figuriamoci poi cosa succederebbe nel caso più unico che raro in cui uno di questi feti abortiti dovesse essere davvero rianimato. Quella donna dovrebbe non solo subire il peso dell’aborto in se, ma non farebbe nemmeno in tempo a mettersi la coscienza in pace che magari qualcuno le potrebbe dire che il figlio è sopravvissuto all’intervento ma che comunque potrebbe morire in qualunque momento (data la prematurità estrema della nascita). Spero che non accada mai nulla di simile!!

Aldo

Temo che dal punto di vista della legge abbiano ragione.
Il che evidenzia ancora una volta che molte leggi non sono riuscite gran che bene…

Bruno Gualerzi

“(…) si esercita un’opzione di garanzia con cui si tutela un individuo vulnerabile e fragile, quale è il neonato, in una fase in cui NON SI HANNO CERTEZZE CLINICHE”
Ma di quale certezza clinica si ha bisogno? Esiste una certezza clinica più probante del fatto che non si è mai avuto, né mai sia avrà, da parte del neonato, alcuna esperienza, di nessun genere, della propria vita allo stato neonatale? In realtà si vuol salvaguardare non una vita reale, un corpo, ma una sua proiezione nella trascendenza, perché solo in una dimensione trascendente – ovviamente per chi ci crede – si puo’ fare esperienza di questo livello di vita.
In sostanza, col pretesto di salvare un corpo, sì vuol salvare un’anima… che poi, per un credente è la condizione più autentica di ogni esistenza. Cosa può mai contare la volontà di una madre di fronte alla volontà di dio, il vero artefice della vita più vera, cioè dell’anima?

Aldo Grano

Questi casi, come potete immaginare, sono molto rari. Se non ne facessimo una battaglia politica sarebbe meglio per tutti. In ogni caso, mi piacerebbe che cercaste di capire che non potete chiedere a una intera equipe medica di uccidere. Ci sono già linee guida che, di fatto, impongono di non mettersi a curare un neonato che nasca prima della 22esima (vado a memoria) settimana. Ci sono gruppi cattolici che protestano per questo quanto voi protestate per quest’ altro. Dobbiamo, nei casi border-line, fare tutti un passo indietro, studiare, confrontarci e, almeno Voi che credete nella superiorità della Scienza, lasciare anche parlare i medici. Già nelle sale parto l’ atmosfera è tesa, ci si sente sotto troppi occhi. Cerchiamo di riportare un minimo di serenità, la nascita è un momento importante anche per chi crede che questa vita sia l’ unica.

lacrime e sangue

Contro la volontà della madre… Contro la volontà della madre…
Prima di 22/24 settimane un feto non è in grado di sopravvivere a nessun intervento. Dopo quel termine, l’aborto si pratica per motivi sanitari (già discusso tempo fa). E’ aborto terapeutico: pericolo di vita della madre, gravi malformazioni del feto (due teste, nessun polmone, niente cuore etc.), gravi rischi per la salute psichica della madre. NON E’ IVG!
E cosa decidono ‘sti campioni di intelligenza? Rianimare, rianimare, rianimare… Perchè?
Perchè bisogna dare il tempo al corvaccio nero di venire a battezzare il feto, che poi può crepare tranquillamente (tanto sarebbe morto lo stesso, visto che nell’aborto terapeutico non ci sono opzioni alternative) non c’è più bisogno di lui: le liste dell’anagrafe cattolica sono state aggionate e lo stato può sganciare altri quattrini.

E la bell’idea di considerare l’aborto come abbandono di minore?
Già la poveretta deve averci pensato parecchio a cosa fare: crepare lei o il feto? Vedere morire un neonato o un feto immaturo? Adesso le scaricano addosso la colpa di essere uguale a quelle che buttano il figlio nel bidone della spazzatura!
A quando un elenco di feti martiri abortiti da aggiornare on-line su Petrus?
A quando un nuovo processo contro le streghe?
Mi raccomando, legna verde, sennò muoiono troppo in fretta.

Giol

“Contro il volere della madre”? Ma di certo non se lo prende la madre… poichè se la sua scelta è quella di non avere un bambino, deve avere il diritto di non averlo, e stop.
Chi lo rianima se lo mantiene.

enrico g.

“Chi scrive, ma non solo, pensa al contrario che la vita umana cominci con la nascita e non prima”
http://www.uaar.it/news/2008/02/02/chi-odia-le-donne/#comments

Se ” la vita umana cominci con la nascita ” quei feti -uscendo dall’utero della madre- diventano cittadini a tutti gli effetti e hanno diritto (e il medico ne ha il dovere) di ricevere assistenza e cura.

lacrime e sangue

@ Giol
Mi spiego meglio: se decido di avere un aborto terapeutico – attenzione, non IVG – lo faccio per uno o più di questi motivi:
a) salvarmi la vita, messa a rischio proprio dal feto (malato, cancerogeno…)
b) salvarmi il cervello da turbe psicologiche, indotte dalla presenza del feto
3) impedire al feto malato di arrivare ad una nascita doppiamente dolorosa: per me che lo vedo soffrire/morire tra atroci dolori e per lui che lo sperimenta
MAI E POI MAI darei il mio consenso per far rianimare un feto in queste condizioni, soprattutto sapendo che dalla rianimazione otterrà solo sofferenza.
In questa idea inumana cattolica, la madre non conta nulla: facciamola abortire, tanto poi le si porta via quello che le si è tirato fuori. La sua volontà di non soffrire non è minimamente considerata.
Ecco cosa intendevo con “contro il volere della madre”

Barbara Monea

@ Giol:
“Chi lo rianima se lo mantiene.”

Credo sia proprio nelle mire: i bambini rianimati e sopravvissuti miracolosamente finiranno tutti in istituti. I loro cognomi diventeranno Diolodato, Diotallevi, ecc, e verranno cresciuti nell’immensa grazia dei padroni dell’istituto. Religiosi ovviamente.
Vogliono risolvere il problema della carenza di ragazzini che prendono gli ordini… li educano da piccoli rubandoli alla madre.

Silesio

Sembra di capire che il feto debba essere considerato alla stregua di un “neonato abbandonato”. In questo caso verrebbe tolta la “maternità” in senso giuridico alla madre naturale (salvo il caso di successivo ravvedimento). In questo modo il feto passa automaticamente in uno stato di “affidamento” a terzi i quali hanno il dovere a questo punto di “salvarlo”. Tutto questo lascia bene intravvedere le manovre che si stanno facendo attorno alla 194.

gioled

..vogliono risolvere la carenz di ragazini che prendono gli ordini.. li educano da piccoli rubandole alle madri. eh.eh.eh il lupo perde il pelo ma non il vizio, come si lagge dal libbro di david kerter “prigioniero del papa re” presente nella bibblioteca uaar

lacrime e sangue

@Silesio
Esatto. La madre viene colpevolizzata perchè si è voluta salvare la vita o ha preferito abortire piuttosto che far nascere dopo nove mesi un derelitto dalle condizioni cliniche disperate o condannate.
Comunque, in caso di aborto terapeutico, ben pochi sono i casi di feti che “miracolati” i primi giorni potrebbero sopravvivere. La chiesa vuole il battesimo forzato per queste povere creature, poi se campano, meglio come dici tu, se crepano, meglio ancora.
Mi spaventa la tua ipotesi sulle modifiche alla 194.
Io ne ricavo la seguente mostruosa idea. La donna viene costretta alla gestazione, nell’ospedale pubblico cattolicizzato, limitandole la libertà di movimento e sottoponendola a tutela legale del consorte/padre/fratello/tutore (che non le venga in mente di farsi infilare qualche ferro da maglia ‘là sotto’, come dicono le vecchie). Alla fine dei nove mesi, ecco la sottrazione legale del neonato e il suo affidamento agli istituti religiosi, detti “asili nido seminariali o suoriali”. Alla madre, prima il carcere e poi tutti i documenti pubblici e lavorativi marchiati con il timbro: snaturata svergognata adultera/peccatrice/abbandonabambini.

Enrico Greco

Dopo il campo santo per i feti abortiti, questa è un’ovvia conseguenza… 🙁

Drina

Come scrive Enrico G., l’articolo 7 della 194 contempla già questa possibilità,è inutile che si scaldino, SI INFORMINO prima di parlare

Nifft

“nel caso in cui un feto nasca vivo dopo un’interruzione di gravidanza, il neonatologo deve intervenire per rianimarlo,”

Mi sembra una questione accademica, giusto per creare un po’ di casino mediatico contro la 194. Voglio dire: non è già così? Ma che probabilità c’è di sopravvivenza in caso di interruzione di gravidanza, sia per nascita iper-prematura sia in caso di interruzione volontaria entro i termini di legge?

Asatan

Certo che parlare di rianimazione per aborti terapeutici è veramente folle. Posto che al 99% vengono praticati per gravissime malttie congenite del feto, mi sembra solo una mossa demagogica utile a fare sensazionalismo di bassa lega per influenzare l’opinione pubblica.
Che senso ha rianimare un feto idrocefalico, condannato comunque a morire poco dopo (a parte allungarne le sofferenze)?

Mi sembra di tornare ai bei catto-tempi in cui in caso di gravidanza pericolosa per il feto e\o per la mano il dictati era di svantrare la madre perchè il feto andaba battezzato per salvargli l’anima.

Luisa

Ma perché parlate sempre di “poverette” per le madri che abortiscono? l’aborto è una LIBERAZIONE da un peso che altrimenti ci porteremmo addosso per tutta la vita, cioè un figlio. volete capirlo o no?

e pur si muove

Come dice Nifft l’art. della 194 già prevede il caso ( Quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto, l’interruzione della gravidanza può essere praticata solo nel caso di cui alla lettera a) dell’articolo 6 e il medico che esegue l’intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto.). Non ho capito come il documento dei ginecologi possa essere definito shock. Forse solo nell’intenzione di alzare un polverone intorno alla194. Attenzione anche alle posizioni che si assumono. Va bene difendere assertivamente la legge. Per quanto mi riguarda non si deve muovere niente, anche perchè ogni proposta di modifica finora avanzata è stata basata solo su pregiudizi, ma la difesa può essere argomentata con la grande storia dell’emancipazione famminile e il bisogno attuale di proseguire sulla strada imboccata e non sulla necessità di evitare che nascano persone con due teste (magari con nessuna probabilità di sopravvivenza). L’idea di chiedere ad un medico di non intervenire nella cura di un feto nato vivo (quando la legge lo prevede) mi pone qualche dubbio. Se la legge lo prevede, lo si faccia, ed in ogni caso sarebbero situazioni rarissime. In ogni caso non bisogna cadere nella trappola di provocazioni che mirano a tirar fuori posizioni ed argomenti irrilevanti o preconcetti. Si applichi la legge, e prepariamoci a difendere la salute, la privacy e tutti i diritti delle persone coinvolte, qualora questi casi siano gestiti in modo illegale o lesivo per le donne. Il dibattito forse possiamo aprirlo sull’accanimento terapeutico. ad esempio, la donna o entrambi i coniugi possono agire contro il medico in caso di evidente accanimento terapeutico? Oppure si può chiedere l’inclusione, se non è già presente nel codice deonologico dell’ordine dei medici, la sanzione dell’accanimento terapeutico? Su questi argomenti, noi atei e laici abbiamo molte frecce al nostro arco e la Costituzione e le recenti sentenze sul caso Welby hanno ben aperto la strada a nuovi modi di affrontare questi problemi e a possibili dibattiti vedendoci in posizioni di attacco.

Il Filosofo Bottiglione

secondo me occorre avere anche la certezza che le odierne tecnologie diano garanzia fortissima che feto possa avere uno sviluppo fisico adeguato, altrimenti altro che accanimento terapeutico!

poi, se un giorno la tecnologia ci fornirà una macchina in grado di sostituire perfettamente l’utero materno nello sviluppo embrionale, non sarò certo io a dire che si tratta di una mostruosità scientista.

antoniomac5

Fatemi capire… se una donna, appena partorisce un figlio, lo butta in un cassonetto, e’ un mostro senza cuore

se invece lo fa un mese prima in una clinica… allora ha tutta la nostra comprensione

enigammi

sono d’accordo con nifft e asatan, mi pare che si tratti solo di buttare ALCOOL sul fuoco..

woland

Dover rianimare OBBLIGATORIAMENTE un feto di 20 settimane che esegue movimenti repiratori e cui batte il cuore equivale a dire che bisogna rianimare tutti coloro che presentano segni vitali anche se si sa a priori che non hanno alcuna possibilità di sopravvivere (ad. es. malati terminali di tumore).
Perchè un feto di 20 settimane non ha alcuna possibilità di sopravvivere
Questo si chiama per l’appunto accanimento terapeutico.
Per definirlo tale non è necessario attendere che il paziente non risponda alle terapie.
Semplicemente perchè la scienza sa a priori che non puo’ rispondere. NON PUO’ SOPRAVVIVERE.
Ma i cattolici non vogliono tener conto di cio’ che la scienza conosce.
Però vogliono parlare alla Sapienza.

GIANNI

ma quando si vorrà riconosceree che l’aborto è un omicidio bello e buono….

cartman666

Un idea idiota visto che a fare aborti terapeutici, non c’e’ praticamente nessuna speranza che un feto sopravviva, se non per qualche giorno con sofferenze enormi.

alessandro

@ Gianni
che famo, ricominciamo da capo?

allora bisogna ricominciare a chiedersi se e’ augurabile abortire negli scantinati ecc. ecc. ecc.
blablablabla

cosa proponi tu, sentiamo…

elen@

scusate, ho cercato su internet il testo originale del documento ma non so riuscita a trovarlo. Qualcuno ha indea di dove si possa reperire?

Matteo

Non vogliono farsi quelli che si chiamano c…i loro.
Tanto loro vivono da pascià nelle loro residenze. Che ne sanno dei problemi delle donne!
Laici uniamoci questi vogliono smantellare la 194.

paulo diamante

Mi fa paura che le maggiori testate giornalistiche diano molta evidenza questa notizia di un “document congiunto” scritto dagli ordinari romani (laici e cattolici, dicono), come se questo fosse garanzia di scietificitá e imparzialitá.
Ebbene:
Gemelli: universitá cattolica
Campus biomedico: opus dei
Sapienza: professore ordinario ex-direttore al campus biomedico, e ex primario al gemelli.
Tor-vergata: l¡ordinario intervistato é anch’egli un ex-gemelli.

Il gemelli e la chiesa hanno un ruolo determinante nella scelta dei docenti nelle universitá romane.

Mi chiedo come i giornalisti non riescano a trovare almeno queste informazioni, non parlo delle ipocrisie personali dei suddetti medici…

Il Fauno

E con cosa lo rianimano, con l’elettroshock?? Siamo alla pura follia delirante, e menomale che i cattolici si accanivano contro “l’eugenetica nazista degli stati laici”…solo un medico malato nella testa può mettersi a rianimare un feto abortito…

Mifepristin

Non credo che questa direttiva sia, in sè, un attacco alla 194, essa infatti si occupa del trattamento che va riservato ai feti estremamente prematuri, non importa per quale ragione espulsi dall’utero, stabilendo che se danno segni di vita autonoma devono essere rianimati. Il feto una volta espulso dall’utero non rientra più nella sfera giuridica della donna, è una entità autonoma, per cui si può anche ammettere che venga rianimato senza necessità del consenso della donna che lo ha espulso. Ovviamente, se dovesse sopravvivere alla rianimazione, il bambino cerebroleso se lo tengo loro, l’importante è questo, che non sia intaccata la libertà della donna di espellere il feto dal suo corpo e di non riconoscerlo come figlio. Comunque questa direttiva, salvo possibili strumentalizzazioni e distorcimenti della stampa, dei media e del mondo politico, non incide in nessun modo sulla facoltà di interrompere la gravidanza entro i primi 90 giorni, perché entro quesa data è assolutamente da escludere che il feto-embrione sia capace di vita extrauterina.

Mifepristin

Del resto se un feto davvero può sopravvivere in ambiente extrauterino anche se nato alla 22esima settimana e senza danni, la cosa, in un futuro, si potrebbe addirittura risolvere in un vantaggio per la donna, che potrebbe decidere di partorirlo anticipatamente, con un cesareo programmato, in modo da abbreviare la durata della gestazione, risparmiandosi i mesi terminali che sono quelli più gravosi. ;-D

enrico g.

Per chi dubita che qualche possibilità di cura ci sia ecco uno studio (pur vecchiotto) che indica come la possibilità di sopravvivere per i bimbi europei nati a 22 settimane dal concepimento già allora erano quasi del 10% (e per le femmine decisamente più alte). Lo studio ha considerato 3760 bambini. Ora, sarà o non sarà corretto applicare la 194 consentendo a chi sopravvive di continuare a farlo? E sono dati di 9 anni fa: quanti progressi nel frattempo… o vogliamo bloccare e far finta che nulla sia avvenuto? Ricordo che 70 anni fa dei “settimini” si arrivava a supporre doti straordinarie perchè sopravvissuti pur se nati molto piccoli. Ricordo anche che molti feti abortiti tardivamente hanno “solo” la sindrome di Down, stato che non è incompatibile con la vita e la felicità. Se qualcuno di voi lavora nel settore riabilitativo o della chirurgia plastica avrà notato la drastica diminuzione dei bambini affetti da palatoschisi, da malformazioni delle mani e dei piedi: spesso basta una di queste patologie per deciderne la soppressione e, quindi, se nascessero vivi avrebbero le stesse probabilità di sopravvivenza di un bambino totalmente sano nato pretermine. Poche, ma ce le avrebbe.
O, oltre a non voler sentire il Papa, non si vuole sentire neanche la scienza?

lacrime e sangue

@A tutti i gianni del mondo
Ho la soluzione contro l’aborto: leghiamo le donne incinte al letto d’ospedale e costringiamole a sgravare anche se non vogliono. In fin dei conti sono assassine e meritano l’inferno, magari stuprate dai diavoli con le zampe caprine. Se crepano prima del parto, il signore provvederà. Se non crepano, fecondiamole subito dopo per una nuova gravidanza.

@Mifepristin
non parlano della IVG ma dell’aborto terapeutico: il feto è così malformato da non poter sopravvivere nemmeno con un parto naturale, oppure da sopravvivere un pò di tempo, giusto per assaggiare un’agonia peggiore delle torture di torquemada.

Per il resto, questa idea di rianimare il feto lascia intendere che quella malvagia, peccatrice e assassina madre lo ha voluto abortire anche se vivo.
Non importa com’era il feto (con le branchie, senza colonna vertebrale, senza cervello, senza intestino, polmoni o altro…) lei doveva partorirlo perchè così vogliono i Gianni di questo mondo e dell’altro e la madre è chiamata assassina.
L’idea che vogliono far passare è che l’aborto in sè è omicidio, a partire dalla cellula uovo fecondata. Ricordo, per chi non ricorda, che la donna, parificata ad un assassino, andava in galera o a morte per aver abortito fino a pochi decenni fa.
Gianni & co. vogliono tornare a questo: alle donne assassine, alle donne streghe da incarcerare, costringere al parto…
Prima le si obbliga a subire il controllo del corpo da parte del maschio cattolico, poi se si ribellano, la prigione e infine se insistono, a maggior gloria di dio, le si ammazza per rispedirle al diavolo.
Gli evangelici hanno già cominciato uccidendo i medici e sequestrando le donne gravide tenendole segregate fino al parto. Il sogno segreto di Gianni & co.

Luciano

TG1 delle 13,30. Prima notizia le affermazioni del papa all’angelus sull’aborto e su questa notizia in particolare (inutile ripetere cosa dice tanto lo sapete già). Ore 13,35: esauriente spiegazione di un medico del campus, una di pochi secondi di un’ altro medico che cerca di mettere in luce le miserevoli condizioni di vita a cui sarebbe costretto a vivere il neonato, infine appaiono le foto in contemporanea di Buttiglione e della Pollastrini. Tuttavia lo speaker ci ragguaglia solo dell’opinione di Buttiglione. Ore 13,38: si passa alla crisi di governo. Buon divertimento!

woland

@ Enrico g
Sei evidentemente in malafede.
Il problema non è a quale settimana bisogna rianimare e non è affatto collegato con la 194.
La casistica cui tu ti riferisci è riferita alla sopravvivenza di feti pretermine SANI.
La 194 oltre le 12 settimane si applica sostanzialmente ai casi di feti con gravi malformazioni: rianimare COSTORO a 22 settimane è solo accanimento terapeutico perchè è chiaro ed evidente che non possono sopravvivre.
Inoltre il pronunciamento dei primari romani è per i feti PRETERMIME A QUALSIASI SETTIMANA GESTAZIONALE: quindi anche a 19 settimane quando si sa già che la sopravvivenza è impossibile!
Quindi quella dei primari di ginecologia romani (chissa perchè non di quelli di neonatologia?) è solo unna petizione di principio (cattolico) che sfocia senz’ altro nel più’ bieco accanimento terapeutico.
Informati meglio.

Lucy Van Pelt

Ho provato un profondo senso di disagio leggendo questo documento, redatto dalla casta dei ginecologi delle principali cliniche romane, dove ribadisce “senza consultare la madre” o “contro il volere della madre”. La madre non è un ente giuridico astratto, è una donna che, nel caso di un aborto terapeutico, vive un momento drammatico della sua esistenza, costretta a compiere una scelta dolorosa che si dovrebbe almeno risolvere il più velocemente possibile.
Invece no: teniamo il feto in vita magari solo qualche ora o qualche giorno, glielo facciamo anche conoscere, così soffrirà ulteriormente quando con aria contrita le si dirà:”Abbiamo fatto il possibile!”.
Oppure “Nonostante la grave malformazione che condizionerà tutta la sua vita, il suo bambino sopravvivrà! Ovviamente ha il diritto di non riconoscerlo”.
Immagino che i pareri contrari (es B.Pollastrini) verranno letti come oltraggio al diritto alla vita e strumentalizzati da chi vuole affossare la 194!
Temo proprio che alle donne non resti che tornare in piazza per ribadire diritti per i quali avevano già lottato e che si davano per acquisiti!

woland

Esiste un altro problema bioetico e legale che i ginecologi romani non hanno voluto considerare: il feto prematuro che dovrebbe essere rianimato dai medici sarebbe senz’altro sottoposto a terapie eroiche dall’esito tut’altro che sicuro sia quoad vitam sia, soprattutto, quoad valetudinem.
Ora di fronte a queste prospettive gravissime i ginecologi si permettono di scavalcare l’unica persona che puo’ dare consenso informato alle cure del feto: la madre.
In pratica i ginecologi romanisi arrogherebbero d’ufficio il diritto di togliere la patria potestà alle uniche persone cui spetta: i genitori, sottoponendo a pratiche rianimatorie assai penose e dolorose (intubazione, ventilazione a pressione positiva, incannulazione di arterie e vene centrali, massaggio cardiaco) un feto che, in condizioni di gravissima prematurità, è sicuramente condannato a morire o a devastanti lesioni cerebrali.
Il consenso informato esiste solo quando piace ai cattolici.

mariano

vogliono raggirare la legge sull’aborto…ahimè povera Italia, questi presti fanno i politici, gli economisti e i medici anche…!

Ann

IL peggio è che quasi nessuno ha capito che un aborto effettuato oltre la 22esima settimana è un aborto TERAPEUTICO, ovvero un aborto che la legge 194 consente in caso di malformazioni del feto o di grave pericolo per la madre.
Ora mettetevi nei panni di una donna che si sente dire “signora ha in grembo un figlio dotato di spina bifida, destinato a morire in 6 mesi urlando come un pazzo per il dolore”.
Questa poveraccia decide, com’è giusto, di non fare soffrire suo figlio e piangendo tutte le sue lacrime va ad abortire: per pura sfiga il bambino sopravvive, i medici lo rianimano e lo lasciano in incubatrice, così che lei possa vederlo bene in faccia mentre muore comunque, e soffrendo. Pensate che bello per questi genitori passare 8 o 9 mesi davanti a un vetro a vedere un figlio che urla o mentre è sedato dalla morfina.
Signori, questa è la civiltà che la chiesa vuole, in nome della vita, e chissenefrega se questi 2 hanno altri 3 figli da mantenere e pochi soldi, non crederete mica che un cardinale qualunque si venda un anello d’oro per aiutarli, no?
Persino ad un animale spacciato per compassione daremmo una morte veloce e indolore, ma pur di contestare la 194 la chiesa toglie la pietà a un essere umano innocente.
Per questo la chiesa mi fa schifo, e schifo mi fanno i fedeli che non si ribellano a queste barbarie.

AnderA.ntichrist

..Il prossimo passo sará affiancare un prete all’ostetrica e al ginecoloco, di modo che, se sussisa la possibilitá di vita autonoma, questi possa essere immediatamente battezzato.
Alleluja!

AnderA.ntichrist

..*sussisTa la possibilitá di vita autonoma DEL FETO*, questi…

Mifepristin

In ogni caso è fondamentale distinguere tra il feto di 22 settimane e l’embrione-feto dal giorno del concepimento fino alla 12esima/14esima settimana, solo che qui si parla invece di aborto senza distinzioni di tempo, gli antiaborto infatti, guarda caso, mostrano sempre foto di feti avanzati, dalla 22esima settimana in poi per dimostrare che l’aborto è un omicidio e che il feto è un bambino fin dal primo istante. E’ chiaro che se questa direttiva sui prematuri estremi può essere strumentalizzata dagli anti-aborto, sfruttando l’influsso emotivo che può avere su diversi tipi di persona l’idea di un feto abortito e vitale. La direttiva, peraltro, si riferisce a tutti i prematuri, anche a quelli nati spontaneamente. Collegarla all’aborto è strumentale. Anche perché interruzioni di gravidanza alla 22esima settimana sono rare e sono dovute quasi sempre a malformazioni del feto incompatibili con la vita, quindi il feto, una volta espulso, è destinato comunque a morire. A meno che non ci si riferisca per esempio a chi decidere di abortire un feto perché affetto da trisomia 21,malattia certo non incompatibile con la vita in senso biologico,ma senz’altro con la vita in senso sociale. In questo caso, in effetti,la rianimazione del feto potrebbe scoraggiare la scelta abortiva della donna.

Mifepristin

Comunque non c’è da stupirsi di questo documento, visto che in Italia l’eutanasia non esiste neppure per gli adulti maggiorenni e consenzienti. Se possono tenere in vita una persona che ha chiesto esplicitamente di morire, figuriamoci un feto.
In ogni caso per mostrare quanto sia strumentale questa polemica sull’IVG oltre il 90° giorno basta guardare i dati. Per esempio quelli della regione Toscana(che è una delle più “gettonate” dalle donne che vogliono abortire anche se residenti in altre parti d’Italia e infatti è una di quelle con il più alto tasso di IVG): Caratteristiche degli interventi di IVG in Toscana:OLTRE IL 98% DEGLI INTERVENTI AVVIENE NEI PRIMI TRE MESI DI GESTAZIONE. Dopo i 90 giorni di gestazione si registrano 123 interventi nel 1995, 141 nel 1996 e 163 nel 1997. Tra gli interventi effettuati nei primi tre mesi di gravidanza il numero maggiore di essi avviene fra la 7ª e la 9ª settimana di gestazione (64,9% nel 1995, 65,9% nel 1996 e 62,9% nel 1997), mentre circa il 10% si verifica oltre la 10ª settimana12.

Mifepristin

per mostrare quanto sia strumentale questa polemica sull’IVG oltre il 90° giorno basta guardare i dati. Per esempio quelli della regione Toscana(che è una delle più “gettonate” dalle donne che vogliono abortire anche se residenti in altre parti d’Italia e infatti è una di quelle con il più alto tasso di IVG): Caratteristiche degli interventi di IVG in Toscana:OLTRE IL 98% DEGLI INTERVENTI AVVIENE NEI PRIMI TRE MESI DI GESTAZIONE. Dopo i 90 giorni di gestazione si registrano 123 interventi nel 1995, 141 nel 1996 e 163 nel 1997. Tra gli interventi effettuati nei primi tre mesi di gravidanza il numero maggiore di essi avviene fra la 7ª e la 9ª settimana di gestazione (64,9% nel 1995, 65,9% nel 1996 e 62,9% nel 1997), mentre circa il 10% si verifica oltre la 10ª settimana12.

Mifepristin

In ogni caso per mostrare quanto sia strumentale questa polemica sull’IVG oltre il 90° giorno basta guardare i dati. Per esempio quelli della regione Toscana

http://www.regione.toscana.it/cif/pubblica/ivg001301/commento.htm

OLTRE IL 98% DEGLI INTERVENTI AVVIENE NEI PRIMI TRE MESI DI GESTAZIONE. Tra gli interventi effettuati nei primi tre mesi di gravidanza il numero maggiore di essi avviene fra la 7ª e la 9ª settimana di gestazione (64,9% nel 1995, 65,9% nel 1996 e 62,9% nel 1997), mentre circa il 10% si verifica oltre la 10ª settimana12.

Mifepristin

la cosa peggiore è che i difensori della vita, cioè coloro che vogliono vietare alle donne l’uso perfino dei contraccettivi antinidativi, usano le immagini di feti di 22, 24 e anche 30 settimane per argomentare che il concepito fin dal primo istante è un bambino e che l’aborto, anche nel primo trimestre è un omicidio, è veramente una cosa schifosa…. per esempio quel “bambino”pre-nato che si vede in quel famoso episodio di chirurgia intrauterina nel telefilm del dr House non è un embrione al primo trimestre, è un feto, se ben mi ricordo, di 5 o 6 mesi o forse di più, ma questo non impedisce agli anti-aborto di strumentalizzarlo….

Luisa

Temo proprio che alle donne non resti che tornare in piazza per ribadire diritti per i quali avevano già lottato e che si davano per acquisiti!

Sì, va bé, se aspetti che le donne scendano in piazza… alleluia. non siamo più nel 68, ormai le donne hanno altro da fare.

Kattochè?

Io penso che questa sia una delle tante operazioni per sondare se nella società c’è spazio per l’abrogazione della 194. Si prende “un’ateo devoto” di un certo peso, una sedicente scienziata dell’opus dei, qualche medico amico che ti da una mano, giusto per dare quel tono da scienza laica, lo trovi sempre tra i tuoi dipendenti. Poi nomini primari antiabortisti, devoti al vaticano sempre pronti ad esaltare la rilevanza scientifica dell’ultimo angelus. Poi si guard di nascosto (mica tanto) l’effetto che fa…
Teologi della medicina che mi evocano tanto le politiche demografiche del ’66 attuate dai coniugi Ceausescu.
Badate che sempre gli stessi vogliono “curare” gli omosessuali.
Coincidenza o hanno studiato in Romania e ricevuto il loro bel bachelor’s degree direttamente dalle mani di Madame Elena Ceausescu? 🙂

Sole

Mi sembra che ci sia un po’ di confusione. Qualcuno potrebbe, cortesemente, linkare il documento in questione così capiamo di cosa si sta parlando?
Mi sembra che come al solito la stampa stia montanto la polemica.

laura

Questo documento si ricollega all’iniziativa di applicare alla lettera la legge 194 dei medici milanesi (vado a memoria)? Spero vivamente che questi medici si mettano nei panni della madre e del feto/neonato menomato altrimenti la scelta di rianimarlo mi pare al limite dell’eugenetica…mi sembra la trama di un film horroh,oltre che sancire un ritorno a considerare la donna un mero involucro senza potere decisionale. Va a finire che da questa Italia me ne vado ancor prima di quanto pensavo,da donna ho veramente paura.

wolf

Ditemi, forse dormivo, è il 2007? Sono in Italia? Semplicemente folle e crudele!. Vogliono colpevolizzare a tutti i costi le donne che decidono di abortire! E’ora di tornare in piazza e svegliare la maggioranza degli italiani dal sonno letargico, per la ragione, cattoipocrita.

Lucy Van Pelt

@Sole
Il titolo di questa ultimissima può essere fuorviante; sul sito di Repubblica si trova l’articolo completo e vari altri collegati, con link al documento stesso. in effetti durante la giornata si sono già sentite diverse interpretazioni.

@Luisa
Anche nel ’68 le donne facevano altro, oltre che scendere in piazza. Spero che adesso non tutte passino il pomeriggio a guardare la De filippi…e che trovino il tempo e il modo, non necessariamente i cortei, per far valere i propri diritti!

Commenti chiusi.