C’è una speranza di salvare la vita a un giornalista afghano condannato in primo grado a morte per blasfemia. La Camera alta del parlamento ha infatti ritirato il suo sostegno alla sentenza contro Sayed Pervez Kambakhsh. La decisione di due giorni fa dei senatori è stata «un errore tecnico», afferma un comunicato. Kambakhsh, 23 anni, studente di giornalismo, è stato giudicato colpevole di blasfemia da un tribunale di Mazar-i-Sharif, nel Nord, per aver scritto un articolo sui diritti delle donne, facendo riferimento al Corano. I familiari sostengono che l’articolo non era suo, ma solo scaricato da Internet. […]
Afghanistan, qualche speranza per il giornalista condannato per blasfemia
6 commenti
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ieri il tg1 ha dato questa notizia, però dei due omosessuali in iran non si deve parlare e neanche coso 16 ne parla e poi dice di difendere la vita…..
concordo con rossotoscano, vedo la gente che sente la notizia al tg e commenta “a me che mene frega di due ricchioni…”
… quindi è questa la democrazia che abbiamo “portato” in Afganistan con il nostro intervento militare? Ottimo risultato!
Se questa persona sarà condannata noi italiani dovremmo sentirci parte responsabile, per aver appoggiato (militarmente) un simile governo.
Vorrei sapere,da chi lo sa, se questi due ragazzi iraniani omosessuali sono ancora in vita. si stanno mobilitando le varie organizzazioni umanitarie?
@Franz: non credo, in fondo sono solo due “malati” o due “deviati”…. la gente ha più pietà per un derial killer (povverino c’ha l’infanzia difffficille) che per due gay.
Pardon…. volevo dire Serial killer.