ZAPATERO e i Vescovi di Spagna. Anche lì sono imminenti le elezioni dopo un quadriennio di ininterrotto governo. Le faranno all’inizio di marzo, un mese prima di noi che andremo a votare a metà aprile se come sembra tra lunedì e martedì Marini tornerà al Quirinale per comunicare al Presidente che non c’è altra via al di fuori del voto anticipato con questa schifosa legge elettorale.Perciò Zapatero e i vescovi di Spagna possono essere utili come esempio. In Spagna votarono quattro anni fa con una buona legge che ha dato maggioranze solide e stabilità di governo. Zapatero prese impegni con gli elettori e li mantenne rigorosamente, dal ritiro del corpo di spedizione in Iraq ai matrimoni omosessuali, dalle trattative con l’Eta all’educazione civile nelle scuole, alla struttura federale dello Stato, a provvedimenti economici di stimolo alla crescita del Paese. Adesso presenta il suo bilancio per essere riconfermato o sostituito.
I vescovi di Spagna, dopo aver mobilitato la piazza, nei giorni scorsi hanno diffuso una sorta di manifesto politico nel quale, dopo aver premesso che i programmi elettorali non sono neutrali rispetto ai problemi della fede e della morale e che quindi la Chiesa è autorizzata a giudicarli, hanno elencato uno per uno tutti i punti di dissenso da quanto il governo ha realizzato e da quanto si propone di fare nella prossima legislatura. A conclusione di questo severissimo esame hanno invitato i cattolici a votare contro quei partiti e quei candidati che condividano quello “scempio” delle coscienze cristiane.
La risposta di Zapatero è stata al tempo stesso sobria, rispettosa e fermissima.
Ha detto che i vescovi hanno diritto e libertà di parola, ha ribadito il suo rispetto verso la Chiesa ed ha concluso con la riaffermazione di tutto quanto ha fatto e si propone di fare se vincerà, ricordando che le leggi approvate dal governo e dalle Cortes sono vincolanti per tutti indipendentemente dalla fede religiosa e da altre differenze di genere e di luogo. Il popolo sovrano deciderà perché questa è la democrazia.
Presumo che sua eminenza Ruini si sia congratulato con i suoi colleghi di Spagna che sono entrati a piede dritto nella politica del loro Paese dando indicazioni esplicite di voto. Presumo che anche il Papa si sia compiaciuto della combattività dell’episcopato di Spagna; infatti la Santa Sede non ha manifestato alcuna riserva sulle sue iniziative.
In Italia il linguaggio dell’episcopato è stato appena più cauto. Le interferenze politiche non sono mancate, abbiamo anzi assistito al loro moltiplicarsi anche se non siamo ancora arrivati ad una vera e propria dichiarazione di voto elettorale. Non ancora. E la ragione è facilmente spiegabile. Qui da noi la classe politica è molto più malleabile in confronto alla nettezza del governo socialista spagnolo. Qui basta ed avanza che la Cei aggrotti il sopracciglio per indurre all’obbedienza il laicato, cattolico e non cattolico. Ma si può stare certi che se ci fosse alla testa di un governo e di una maggioranza uno Zapatero italiano, sarebbe guerra aperta con la gerarchia vescovile assai più acerba di quanto oggi non avvenga.
Mi domando se sia un bene od un male. Abbiamo già tanti problemi e tante anomalie da sconsigliare un fronte caldo con la Chiesa. Ma per converso mi domando anche se i compromessi al ribasso con le pretese della gerarchia ecclesiastica non indeboliscano la coscienza democratica lasciando che i diritti civili abbiano una protezione così limitata e precaria quando non siano semplicemente impediti e negati. Sono anche convinto che i cattolici debbano sentirsi a casa loro nella democrazia italiana a condizione che i laici non ne divengano estranei e marginali.
La democrazia senza i cattolici sarebbe impensabile in un Paese come il nostro, ma senza i laici cesserebbe di esistere se è vero che laicità e democrazia sono sinonimi.
Incito perciò i laici ad affermare e sostenere a testa alta e a piena voce i propri valori e le proprie ragioni e le forze democratiche a non vergognarsi di esserlo. Anche questo è un modo di porsi nella campagna elettorale che sta per cominciare.[…]
Testo integrale dell’articolo di Eugenio Scalfari raggiungibile sul sito de La Repubblica
spero molto in zapatero, quando si dovrebbe votare, il 3-4 marzo?
io penso che se l’italia fosse e fosse stato un paese veramente laico molti dei problemi di oggi non li avremmo… il vat è una palla al piede che ci spinge sempre piu’ giù: fare leggi al ribasso, rimandare eternamente problemi basilari legati ai diritti dei cittadini, fare leggi ad hoc o ad personam questa è già democrazia negata.
Se la Germania per voce di un suo console avesse detto agli Spagnoli di votare per XY piuttosto che per YX, si sarebbero visti i consolati e le ambasciate chiuse per ingerenza di stato estero.
Siccome è il Vaticano a parlare, che pretende l’extraterritorialità per le sue chiese e i suoi rappresentanti, ma poi pretende anche di essere al di sopra della legge internazionale ficcando il naso in tutti gli atti politici dei vari stati, ecco che nessun vescovado viene chiuso e il suo rappresentante espulso.
Comincia a starmi stretta questa democrazia a senso unico, dove i laici devono obbedire e ascoltare e accettare e subire e rimetterci… mentre i preti possono dire, fare, sbraitare, ficcanasare, comandare, arricchirsi, abusare dei bambini, delle donne e dei vecchi in nome di dio.
Sarebbe ora di ripagarli con la stessa moneta: che ne direbbe il papa se domani mattina la finanza si presentasse allo sportello dello IOR?
Se lo stato sequestrasse per finalità pubbliche le proprietà che non sono utilizzate dal clero?
Se ogni vescovo, prete, cardinale che fa politica sul suolo italiano venisse espulso?
Il fatto è che la base sociale spagnola nel corso degli ultimi decenni è profondamente cambiata in senso laico e areligioso e Zapatero lo sa, per questo può permettersi risposte così chiare e decise nei confronti dell’ingerenza ecclesiastica. L’Italia, purtroppo, non è la Spagna. Chi pensa che un politico italiano possa rispondere in questo modo sogna ad occhi aperti. La presenza della chiesa nella società italiana è ultraramificata, le TV (ovvero l’unica fonte di affermazione per l’80% degli italiani), non fa che ripetere le parole di papi e cardinali in un misto di ossequioso rispetto e servile deferenza. Al contrario, da noi ogni qualvolta un politico (di destra, ma spesso anche di sinistra) non sa più a che tram attaccarsi, non trova niente di meglio che elogiare strumentalmente le parole del papa(!?). A me poi risulta che negli anni ’80 finanza e magistratura allo sportello dello ior si siano presentati eccome, ma i cardinali hanno sventolato i passaporti stranieri e rivendicato l’extraterritorialità, così è se vi piace. 470.000€ l’anno, questo è il reddito procapite dello stato vaticano, il più alto del mondo. E con questo inno all’umiltà e alla povertà cristiana vi saluto.
Compito a casa: copia e incolla l’articolo di Repubblica e invialo per e-mail ai massimi esponenti del PD. Per Rutelli, invece, scegli una versione a fumetti, così la capisce meglio.
@ L&S ti riporto, per come me la ricordo, una frase di Salvemini relativa al clero: Pretendono i loro diritti in base alla nostra morale e ci vorrebbero imporre la loro morale in base al loro diritto
io vado a votare in Spagna… magari!
RossoToscano lo chiama il vat, il che mi è suonato qualcosa come un vatican added tax, invece che value added tax: al che poi ho pensato… iva, imposta vaticana aggiunta. Mmh. Però gli inglesi se non la religione, almeno il papa se lo sono levato dai conti…
Io non riesco a non vedere la connessione tra il disgusto di molti esponenti della sinistra oggi Partito Democratico nei confronti di Zapatero e l’assenza della nozione di laicità come indipendenza da credenze e poteri religiosi da parte degli stessi politici. Queste persone hanno fatto le loro scelte e voci genuinamente laiche come quelle di Furio Colombo non sono purtroppo maggioritarie.
Si Rosso, hai perfettamente ragione. Grazie a loro siamo indietro in tutti i campi, tranne uno, quello della creduloneria e della superstizione.
Ben pochi possiedono la limpida lucidità di nonno Eugenio.
E pensare che qualche imbecille lo definisce “vecchio ayatollah” o “decrepito”.