Roma: odissea per una pillola

Mettiamo che una quarantenne, tutto sommato normale, sposata, con figli, una domenica abbia un problema. Durante un rapporto (con suo marito!) il preservativo si rompe. Che fa la sventurata? Innanzitutto parla con il marito: vogliamo un terzo figlio? Si valutano pro e contro e questo richiede un po’ di tempo, soprattutto se nel frattempo gli altri bambini si sono svegliati e chiedono le usuali cure e attenzioni amorevoli riservate alla domenica mattina. Mettiamo che alla fine di una lunga giornata di tentennamenti la questione fra il marito e la moglie venga risolta con un «forse non è il caso». La sventurata mette a letto i bambini, li lascia a casa con il padre e se ne va in giro alla ricerca dell’unico mezzo che ha per intervenire: la pillola del giorno dopo. Una soluzione tutto sommato indolore: la sventurata è anche una cattolica media, sa che l’aborto significa cancellare una vita. La pillola del giorno dopo, no. Interrompe il viaggio dello spermatozoo verso l’ovulo. Niente fecondazione, niente embrioni, nessun senso di colpa, solo effetti collaterali particolarmente fastidiosi se se ne abusa. Ma la sventurata non è una diciottenne che si sballa in discoteca il sabato sera. E’ la prima volta che si trova in una situazione simile. Non usa nemmeno la pillola. Insomma dovrebbe star tranquilla.
Piove a Roma. Taxi neanche a parlarne. La donna si avvia a piedi all’ospedale più vicino, il San Giacomo. Sono le nove, il pronto soccorso ha l’aria di un porto di mare dopo una violenta mareggiata. «Di che cosa ha bisogno?», chiede a voce alta un’infermiera mentre attraversa uno stanzone dove sono sedute almeno cinque o sei persone. La poveretta si guarda intorno e si dirige verso la stanza dell’accettazione. In tono dimesso e soprattutto in grado di essere percepito a non molta distanza, spiega: «Avrei bisogno della pillola del giorno dopo…». L’infermiera consulta un elenco, poi esce dalla stanza. Torna dopo cinque minuti. «No, mi dispiace, il medico di turno stasera è obiettore di coscienza». Obiettore di coscienza? E che obietterà mai, verrebbe voglia di dire alla donna che sa perfettamente di essere con la coscienza a posto, di non urtare il mondo cattolico con la sua richiesta, e che quindi la coscienza del medico di turno non dovrebbe avere proprio nulla da ridire. La donna chiede il nome dell’obiettore. «La dottoressa Romito», risponde l’addetta. «Mi rilascia una dichiarazione scritta?», insiste la donna. «No, nessuna dichiarazione».
Ci sarebbe da andare avanti perché l’obiezione è prevista solo per la legge 194 ma la pillola del giorno dopo non ha nulla a che vedere con l’aborto. È un farmaco contraccettivo: lo si dovrebbe poter acquistare liberamente in farmacia con una prescrizione nominale e non ripetibile di un medico o di un ginecologo. La donna però sa anche che il tempo gioca contro di lei: entro le 24 ore dal rapporto le possibilità di rimanere incinta sono piuttosto basse. Dopo, invece, aumentano progressivamente in un diabolico conto alla rovescia. E allora prosegue per l’ospedale successivo: il Santo Spirito, il più vicino. Arriva intorno alle dieci e mezza. L’accettazione è chiusa: c’è un caso urgente e l’unico infermiere se ne sta occupando. La sventurata riesce a parlargli dopo una mezz’ora di attesa. «No, non è al Pronto Soccorso che deve venire, vada in ginecologia, al secondo piano». La donna sale. La porta è chiusa, citofona. Davanti, staziona un signore inquieto. L’infermiera apre la porta. «Mi dica…». La donna guarda il signore e risponde a voce bassa. L’infermiera va a verificare il da farsi. «Mi dispiace, il medico di turno è obiettore di coscienza», spiega al ritorno. La donna è sul punto di arrabbiarsi. Chiede il nome del secondo obiettore. «La faccio venire», risponde l’infermiera. Passa un quarto d’ora mentre il signore inquieto osserva con aria stralunata la quarantenne alle prese con un «incidente di percorso». Il medico di turno è una giovane dottoressa, di cognome fa Fatigante. Apre una stanzetta appartata e spiega che lei non prescrive la pillola. La donna, sempre meno paziente, chiede aiuto. «Dove posso andare? Qui vicino c’è il Fatebenefratelli, provo lì?». La dottoressa sorride: «No, lasci perdere. Le consiglierei piuttosto il San Filippo Neri, il San Giovanni o il San Camillo». Tanti saluti, e certificazioni scritte neanche a parlarne.
E’ mezzanotte quando la donna raggiunge il terzo pronto soccorso, quello del San Camillo. Pensa di essere alla fine del suo calvario. Di turno c’è il dottor Marino, piuttosto brusco: «Sono obiettore. Una certificazione scritta? Nemmeno per idea. Sono registrato alla Direzione Sanitaria». La donna potrebbe girare per tutta la notte e non trovare nulla. «Non sappiamo quanti si dichiarano obiettori perché l’obiezione sulla pillola non esiste, ma sono in tanti», spiega Serena Donati dell’Istituto Superiore di Sanità. Bisogna avere fortuna, insomma. O bisogna avere la dritta giusta. «Non avvicinarsi agli ospedali cattolici», spiega la dottoressa Donati. A Roma dei pronto soccorso aperti di notte, vuol dire scartarne più della metà. Che cosa resta? Il Sant’Andrea, ad esempio. «Lì tutti prescriviamo la pillola del giorno dopo», assicura Paola Bianchi, ginecologa dell’ospedale. Conclusione: se anche la donna riesce a strappare nel cuore della notte la prescrizione, ha poi il problema di andare alla ricerca di una farmacia. E non tutti i farmacisti sono disposti a vendere la pillola. Né la situazione è così diversa nei consultori. In base ad una ricerca condotta dai radicali romani lo scorso novembre più della metà dei consultori in città (il 56,8%) non è in grado di fornire né informazioni né la prescrizione della pillola. «A sud di Roma è ancora più difficile», commenta Serena Donati. E quindi? E quindi se una moglie sventurata e mediamente cattolica pensava di poter evitare conflitti con la Chiesa sbagliava, e anche di grosso. Se la fortuna non l’assiste, per non avere questo figlio non desiderato ha un’ultima possibilità: l’aborto e una vita di sensi di colpa.

L’articolo di Flavia Amabile è raggiungibile sulla Stampa 

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59 commenti

MaTTiA

Prima di andare in ospedale bisognerebbe passare dai carabinieri e farsi accompagnare

Che schifo dii paese che è diventato l’Italia!!

Daniela

andassero tutti a quel paese. Obiettori del cavolo, è poi se lo vogliono metter in testa o no che la pillola del giorno dop non è un abortivo, che loro non possono imporre la loro morale agli altri, sono delle bestie.
Mi dispiace per la donna, speriamo che sia andato tutto bene.

DF1989

Questi medici sarebbero da denunciare! Davvero, che schifo di paese!

dv64

Spero almeno che dopo questa pazzesca odiessa la signora abbia aperto gli occhi sulla realtà e da mediamente cattolica sia diventata nettamente anticattolica.

Stefano Bottoni

Spero anch’io che la signora prenda la decisione di denunciare quei medici: rifiutarsi di compiere il proprio dovere professionale è un reato previsto dal codice penale.
E spero di non dover mai avere bisogno di una trasfusione urgente di sangue: non si sa mai che il medico di turno sia un Testimone di Geova…

Flavio

Mi vengono i brividi quando di una donna si dice “la sventurata”, ma forse in questo paese è il termine adatto…

c.darrow

servono piu articoli come questo per far capire alla gente in che situazione schifosa ci troviamo.

fabrizio

Bah, assurdo! Penso che in casi del genere basti digitare sul cellulare il 112 o il 113 e minacciare denuncia senza mezzi termini. Ma forse la signora si ricordava del “porgi l’altra guancia”…

Peppe

Poi ci si stupisce che la gente va con la pistola a minacciare i medici obiettori… che schifo di paese… che schifo di persone…

pope eye

Io vorrei sapere se questi cosiddetti medici sono perseguibili penalmente e se si,in che modo.Vorrei anche che si pubblicasse un prontuario che spiegasse come comportarsi in casi del genere o che indicasse almeno gli ospedali a cui è più opportuno rivolgersi.Stiamo messi proprio male.
“CHIUNQUE GLORIFICA DIO NEGA L’UOMO”.K. MARX

Antonio Cuomo

però non capisco…se la legge (quale? la 194?) ammette che il ginecologo faccia obiezione di coscienza e quindi rifiuti legittimamente di praticare una interruzione di gravidanza, non vedo come la stessa regola possa applicarsi anche alla pillola del giorno dopo. Qui c’è poco da discutere…sulla base di cosa un medico può rifiutarsi? ci vorrebbe un esperto, ma io al posto della signora andrei avanti per vie legali se ci sono gli estremi.

Avid

Scusate ma occorre fare chiarezza , e informazione

1) In caso di problema la pillola del giorno dopo è un diritto (si o no )?
2) Se si e si può fare richiesta ad un ospedale quale diritto ha il medico di
dichiararsi obbiettore nel caso della pilloa del giorno dopo che non è
un abortivo?
3) Se ci si trova davanti ad un medico che si dichiara obbiettore
quali alternative abbiamo? Possiamo denunciarlo? Parlare con un suo superiore?
potrebbe essere utile che ad esempio la uaar compili un vadevecum su cosa
fare in questi casi potrebbe essere interessante anche una mappa degli ospedali/farmacie
che forniscono la pillola in modo da non dover patire questo iter.

4)Se in effetti questo un comportamento illegale ( non sono un esperto)
quali strumenti abbiamo per invertire la tendenza?

Si potrebbe fare un’inchiesta città per citta e muoversi in questo senso

Vash

Il problema maggiore è che la gente non è informata, altrimenti sarebbe bastato il primo rifiuto perchè il medico è obiettore perchè la donna chiamasse i carabinieri e risolvesse in quello stesso ospedale! In ogni caso le forze dell’ordine dovrebbero setacciare a tappeto gli ospedali italiani per storie come questa. già è emerso che più della metà sono fuori legge per motivi strutturali, adesso ci si mettono anche i talebani cattolici!

Pino

continuo il racconto….
mettiamo che la quarantenne non ha potuto assumere la pillola
quindi si troverà a decidere se fare una interruzione volontaria oppure no qualora scegliesse l’aborto andrebbe contro i dettami della sua Chiesa e quindi l’obiezione dei medici sarebbe stata non solo idiota e crudele ma anche controproducente:mi domando “la Chiesa vuole queste risposte?”
Ma se la donna scegliesse di continuare la gravidanza è morale far nascere una persona non voluta?
Io immagino che questa donna deciderà d’ora in poi di assumere la pillola contracettiva tutti i giorni e per la terza volta la Chiesa ha costretto una donna a trasgredire i suopi comandamenti!Complimenti papa Ratzy una bella trovata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Federico P.

Se la donne sporgesse denuncia, sarebbe un causa molto interessante.
Comunque morale della favola: Non scopate di sabato sera

Jeeezuz

questo articolo contiene delle inesattezze scientifiche sul funzionamento della pillola del giorno dopo…

Marcella

Io ho la fortuna di lavorare tra Francia e Italia. In Francia la pillola del giorno dopo è venduta regolarmente in farmacia, senza bisogno di prescrizione medica, come un’aspirina. Ebbene, io ne ho comprato 2 o 3 confezioni e quando torno in italia me le porto in caso di emergenza…purtroppo bisogna far così!

rossotoscano

è uno schifo e poi parlano di difendere la vita… la galera ci vuole per quelli che sospendono un servizio pubblico… Comunque ho una notizia importante: il PSOE ha detto che se la chiesa spagnola si permetterà di nuovo di ingerire nella politica allora verranno prese dal governo spagnolo delle misure che ridurranno i benefici economici della chiesa fino all’autOfinanziamento… noi qui invece dobbiamo soffrire perchè solo soffrendo si arriva al paradiso… SVEGLIAMOCI!!!!

c.darrow

“1) In caso di problema la pillola del giorno dopo è un diritto (si o no )?”

si

“2) Se si e si può fare richiesta ad un ospedale quale diritto ha il medico di
dichiararsi obbiettore nel caso della pilloa del giorno dopo che non è
un abortivo?”

nessuno

“3) Se ci si trova davanti ad un medico che si dichiara obbiettore
quali alternative abbiamo? Possiamo denunciarlo? Parlare con un suo superiore?”

si

“potrebbe essere utile che ad esempio la uaar compili un vadevecum su cosa
fare in questi casi potrebbe essere interessante anche una mappa degli ospedali/farmacie
che forniscono la pillola in modo da non dover patire questo iter.”

http://www.lucacoscioni.it/pillola_del_giorno_dopo
http://www.lucacoscioni.it/soccorso_civile

“4)Se in effetti questo un comportamento illegale ( non sono un esperto)
quali strumenti abbiamo per invertire la tendenza?”

denunciarli tutti sistematicamente.
informare quante piu persone possibili del problema e delle soluzioni.
sostenere attivamente le associazioni che combattono questo schifo.
scrivere sui giornali per sensibilizzare l’opinione pubblica.
chiedere interrogazioni parlamentari.
votare per partiti che a ste cose ci tengono.

Daniela

per jeeezuz,
è vero, però resta il fatto che comunque non è considerato una pillola abortiva dall’oms, per il resto crede che le cose vadano proprio così

Aldo Grano

Esiste anche un’ altra soluzione del problema: fare tutti un passo indietro e cercare un compromesso che salvaguardi i diritti dei singoli nei casi border-line. Purtroppo i primi a non far chiarezza tra loro siamo noi cattolici, che tra le tante cose che non abbiamo discusso tra di noi, prima di confrontarci con gli altri, è cosa sia e se sia abortivo il Norgestrel (pillola del giorno dopo). Se stiamo all’ obiezione di coscienza “letterale” rispetto al Catechismo dovremmo (sono farmacista) non dare neppure i preservativi, perché agli occhi di Dio qualunque pratica anticoncezionale è, comunque, un peccato. Coraggio, parliamone.

claudio r.

Forse non si e’ ancora capito che:
Alle gerarchie vaticane non importa nulle ne’ della vita ne’ delle questioni morali, strumentalizzano tutto cio’ allo scopo di mantenere il potere e i privilegi il piu’ possibile,
sono sempre e comunque in perfetta malafede.
I medici che si dichiarano obbiettori lo fanno per mera convenienza sapendo che i preti
hanno una grande influenza sulla sanita’ e quindi possono stroncare carriere, anche loro
sono in perfetta malafede.
E’ inutile cercare una logica od una coerenza nei comportamenti delle gerarchie al di fuori
di quanto enunciato sopra: teniamo presente che nemmeno loro credono in quello che dicono
di annunciare: gia Leone X , il papa della controriforma, diceva ” quasta favola di Cristo
ci ha portato molti quattrini”.

riccardo

pensiamo alle soluzioni:
-informate il più possibile le persone, soprattutto le donne, che in caso di rifiuto del medico e del farmacista, bisogna minacciarli di chiamare 112 o 113: credo che sia sufficiente.
-informare le persone che ci conoscono che in Francia la pillola del g. dopo si compra in farmacia, così queste persone potrebbero chiedere al proprio dottore di famiglia se c’è qualche contriondicaz (non si sa mai) e, in caso contrario, aquistarla o farsela comprare da qualcuno a scopo preventivo, per tenerla in casa….
-fare segnalazioni su blog, con mail e in chat, oltre che “spargere la voce” in modo tradizionale, delle farmacie e degli ospedali che ostacolano la somministrazione della p. del g. dopo. E poi, boicottare le farmacie in questione(degli ospedali, non saprei come fare….)

vinc

La pillola del giorno dopo, che io sappia, è un normale anticoncezionale. Quando una donna si presenta all’ospedale spiegando cosa le è capitato, il medico competente, una volta accertato che non esistano complicanze per la salute della donna stessa, è tenuto a prescrivere il farmaco. L’ obiezione di coscienza, come già è stato più volte ricordato, non esiste in questo caso, e il medico può essere denunciato per interruzione di pubblico servizio e- non ne sono sicuro ma credo sia così- per falso ideologico.
E’ ancora peggio constatare quanti ginecologi, anestesisti e paramedici praticano obiezione nelle strutture pubbliche in relazione alle concessioni che la 194 ammette per l’aborto:
che si assuma soltanto personale non obiettore, visto che nessuno obbliga un medico obiettore a lavorare in una struttura che deve fornire servizi ai cittadini nel rispetto dei diritti e della dignità della donna.

XX SETTEMBRE

Ad Agrigento i farmacisti fanno gli obiettori di coscienza anche quando si tratta di vendere un profilattico.

Enrico Greco

Ma figurarsi!!
A me per ben 3 volte (in tre farmacie diverse) è stata negata la vendita di profilattici…

PROFILATTICI!!

riccardo

@enrco greco e xxsettembre

boicottaggio, boicottaggio!!! dicci quali sono le farmacie in questione, e spargi il verbo…pardon! la voce…

aleG

In questa situazione io mi ci sono trovato, con la mia compagna, proprio a Roma, qualche anno fa. Ed è andata esattamente come nell’articolo. Solo al mattino dopo siamo riusciti a risolvere il problema, e solo grazie al solito amico che ha un amico che ha il fratello farmacista….
bello schifo, eh?

druso

Mi sorge un dubbio: l’interruzione di pubblico servizio è ancora reato?
Altra curiosità: giurano secondo Ippocrate o secondo il papa? Perché in questo caso c’è anche il falso ideologico….
A questo punto sarebbe doveroso spostare gi obbiettori in altri reparti, affinché la loro morale non impedisca ad un cittadino di usufruire di un diritto (per cui ha pagato fior di tasse).

piersky

Io vivo in Inghilterra e nel centro medico della mia universita’ (York), oltre a distribuire profilattici gratutiti, somministrano anche la pillola del giorno dopo senza tanti problemi…ma qui e’ un altro modoo…

Red Passion

Come ho già scritto molte volte, i primari delle ginecologie italiane sono scelti prevalentemente negli ambienti degli integralisti cattolici (CL ed affini). Un medico qualunque con una piccola speranza di far carriera DEVE fare obiezione di coscienza, altrimenti nisba. Quindi l’obiettore svolge un lavoro più comodo (non esegue le IVD), percepisce lo stesso stipendio del collega non obiettore e per di più ha la carriera spianata. Chi ci rimette? il cittadino che si vede negato un diritto/servizio. Non ci sono molte strade: va modificata l’obiezione di coscienza a svantaggio degli obiettori. Vi sembro un dittatore? Molto meno del primario-ginecologo di turno!

Red Passion

Informiami Veltroni, che è il sindaco di Roma, e vediamo cosa risponde

brangesco

leggo l’articolo 340 del codice penale:

Art. 340 Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessita’
Chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge, cagiona una interruzione o turba la regolarita’ di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessita’, e’ punito con la reclusione fino a un anno.
I capi, o promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni.

Si potrebbe arrestare il Papa e tutta la gerarchia per 5 anni?? 😛 WoooooooW
Intraprendiamo una class action…

brangesco

ho appena parlato con una mia amica che mi ha raccontato di una emergenza simile che le è capitata quest’estate, in vacanza a Positano. Lei e il suo ragazzo sono andati in farmacia, hanno chiesto la pillola del giorno dopo, hanno pagato e sono andati via…senza alcuna prescrizione, senza alcuna domanda da parte del farmacista…
casi di civiltà scandinava anche in Italia…meridionale! e non è da poco!

lulalle

Magari i farmacisti che si dichiarano obiettori sono gli stessi che non vogliono le liberalizzazioni…..la licenza dovrebbe essere vincolata al dovere di offrire un servizio ai cittadini a prescindere dalle proprie convinzioni ed essere revocata in caso di inadempienze,del resto,se uno non vuole vendere presidi sanitari legalmente in commercio,può sempre scegliere un altro lavoro…

Mara

Che vergogna! e se questa donna decidesse di abortire, di chi sareebbe la colpa? non venitemi a dire della donna! Questi obiettori vanno denunciati per interruzione di pubblico servizio!

Mara

Io non sono cattolica, per quale motivo devo subire a causa di questi “mediic” (in realtà sono stregoni) che gli obiettori vadano a lavorare negli ospedali del VATICANO. Voglio avere (ed ho) il diritto di abortire, perchè un embrione non è una persona (a meno che non vogliamo dire che le bottiglie possono parlare…secondo Giucas Casella si…), voglio avere il diritto di morire in SANTA PACE

Mara

perchè non promuovere una petizione per cacciare questi obiettori dagli ospedali pubblici (molti di loro praticano aborti nelle cliniche private) anche perchè li paghiamo noi!

Sergio

Una vicenda un po’ strana! A me è capitato qualche anno fa che si rompesse i preservativo. Siamo andati alla guardia medica ci hanno fatto la prescrizione e i farmacia abbiamo comprato la pillola.Nessun problema. Preciso che io vivo a Cagliari non in Svezia.

ignazio

Oggi sarò più antipatico del solito:
… la sventurata è anche una cattolica media, chi e causa del suo male pianga se stesso.
Forse prima di sposare certe tese bisognerebbe valutare i pro e i contro da ogni punto di vista, ma fin quando non tocca a se stessi siamo tutti bravi a difendere le nostre tesi a spada tratta, poi quando arriva il momento di essere coerenti … sorgono i dubbi e si cominciano a considerare i se e i ma.

ignazio

errata corrige:
… chi è causa …
(antipatico si, ma non ignorante fino a quel punto)

Mifepristin

Più leggo o sento queste cose, più cresce dentro di me un odio sconfinato per questi maledetti “difensori della vita”.

Mifepristin

Comunque nel caso in cui non si riesca ad assumere tempestivamente Norlevo o Levonelle, è sempre possibile farsi inserire un dispositivo intrauterino, sempre con effetto intercettivo, fino a 7 giorni dopo il rapporto a rischio.

Paolo P.

Bigotti e ignoranti! La pillola del giorno dopo è un contraccettivo, non fa abortire. Quando io ero obiettore, deontologico, la prescrivevo sempre!

cartman666

quando ci sono casi del genere si deve denunciare, molte volte x quieto vivere non si fa, ma e’ sbagliatissimo, denunciare,denunciare mille volte denunciare

funghetto atomico

purtroppo è capitata anche a me la medesima esperienza della signora, circa quattro anni fa. sono stata al policlinico umberto I, al san giovanni e in un altro ospedale di cui ora non ricordo – sempre a roma – e ho ottenuto le stesse risposte negative. tutti si trinceravano dietro l’obiezione di coscienza, e devo dire di essere stata trattata come una maria maddalena prima della conversione. ricordo la pietosa infermiera del policlinico che mi suggerì di evitare tutti gli ospedali che iniziavano con san…
i consultori non rispondevano al telefono o erano chiusi in orari in cui dovevano essere aperti oppure non potevano aiutarmi perché “non mi conoscevano, non ero mai stata da loro”.
un’amica, che tempo prima aveva avuto il medesimo incidente di percorso, mi suggerì ciò che avevano suggerito a lei (in consultorio): ovvero prendere in un’unica soluzione tipo 5 o 6 pillole anticoncezionali. lei aveva fatto così e tutto era andato per il meglio. chiaramente ho ringraziato e declinato l’offerta.
dopo infinite richieste d’aiuto e con il tempo alle calcagna un’altra amica, con il padre infermiere, mi suggerisce di andare via da roma – dove nessuno mi avrebbe aiutato – e di recarmi in un ospedale in una remota campagna del sud della provincia di latina. 160 km d treno. una sterminata camminata a piedi.
lì il medico di guardia mi prescrisse effettivamente la pillola del giorno dopo.
il farmacista della cittadina di provincia provò ad obiettare qualcosa, ma io obiettai più forte.
questa la mia storia.

ps: c’è una farmacia a roma dalle parti di piazza bologna che all’ingresso mostra l’ecografia di un bimbo sano nella pancia della mamma e accanto l’ecografia di un feto morto e deforme. il tutto in formato poster. varie scritte cubitali insultano la madre assassina. un’altra enorme scritta avvisa che lì non vendono la pillola del giorno dopo.
di fronte c’è una chiesa.

ps2: all’epoca avevo un tumore, NON potevo rischiare una gravidanza, non potevo prendere la pillola per motivi medici. dovevo dunque aspirare alla santità attraverso la castità? ma anche no.

Luciano

Chiamare SUBITO il 113 o il 112. Se si è muniti di telefonino o altro apparecchio in grado di farlo, registrare il colloquio. Sarà una prova inconfutabile al momento della denuncia.

ale66io

allora perché non dovrebbero esistere anche carabinieri cattolici obiettori di coscienza che si rifiutano di accettare la denuncia oppure i giudici cattolici obiettori che si rifiutano di procedere a giudizio contro i medici obiettori cattolici…

wolf

Siamo in Italia nel 2008? Tutto questo mi ricorda gli anni 80 quanto accompagnavo una mia amica in farmacia per acquistare pillole anticoncezionale, appariva spesso la farmacista / il farmacista talebana/o che si dichiarava obiettore di coscienza e giù discussioni. La località in questione era naturalmente la sede della cattoipocrita chiesa, quindi Roma. Pensavo che con gli anni le cose fosseo cambiate e invece sempre peggio. In ogni caso denunciare, denunciare e sempre denunciare e se vi è bisogno urlare per svegliare questa cattoletargia!

valerio

Piuttosto che creare polveroni o storie di amici degli amici etc…non sarebbe meglio scrivere nome cognome e indirizzo delle farmacie in questione?
Forse vivrò in un altro mondo ma in emilia romagna non mi sembra che esistano dei probemi simili, quindi sarei portato a credere che siano tutte balle.
Sarebbe una bella cosa quindi identificare con esattezza le farmacie in questione e dare così a tutti la possibilità di verificare.

gioled

prima che fosse introdotto il “servizio civile” in alternativa del servizio militare,
“GLI OBBIETTORI DI COSCIENZA”, su mandato delle autorità militari. mandavano i carabinieri per prelevare l’obbiettore e internarlo a GAETA o PESCHIERA per tutto il tempo previsto dal servizio militare.Dovessero applicare questa “regola” ai medici,luminari,farmacisti consultori, obbiettori,non pensate sarebbe una “dis-grazia divina?”….(per gli obbiettori)

Carlo

Io mi chiedo se tutti questi medici e farmacisti che obbiettano sulla pillola del giorno dopo e sul preservativo abbiano rapporti sessuali e se si, quanti figli ci siano nelle loro famiglie. Vorrei capire come mai non mi capita quasi mai di vedere famiglie con piu’ di 3-4 figli, nonostante i family day e i casi tipo questo.

c.darrow

“Forse vivrò in un altro mondo ma in emilia romagna non mi sembra che esistano dei probemi simili, quindi sarei portato a credere che siano tutte balle.”

se ti sembra che questi problemi non esistano dove vivi tu immagino che tu abbia gia provato almeno una volta ad andare con la tua ragazza a cercare di farti prescrivere una pillola del giorno dopo. se te l’hanno prescritta al primo colpo senza alcuna difficolta significa che hai avuto molta fortuna, o che veramente vivi in un altro mondo.

per capire come funziona invece il mondo vero basta guardarsi gli svariati servizi giornalistici con telecamera nascosta fatti da trasmissioni come “matrix” e “le iene”, ad esempio:
http://youtube.com/watch?v=mjVN7PDnPhQ

ci sono state molte altre cronache di questo tipo in passato, ad esempio:
http://radicaliperugia.org/2007/04/la_chimera_del_giorno_dopo.html

il numero di segnalazioni di abusi giustifica l’esistenza di “prontuari di autodifesa” come questo:
http://www.lucacoscioni.it/pillola_del_giorno_dopo

il vaticano (e il papa in persona) invita candidamente e ripetutamente a violare la legge italiana, a non prescrivere la pillola del giorno dopo e a non venderla in farmacia.

inoltre ti posso garantire che anche a livello di aneddotica personale casi del genere sono praticamente la norma, anche nelle regioni del nord.

spero che questo basti per farti abbandonare la “teoria del complotto” secondo la quale la gente si sta inventando ste cose solo per screditare i poveri cattolici.

eventzero

io metteri per legge che tutti prima di parlare di aborto devono passare una giornata in una sala aborti. Vi assicuro che dopo un’ora di aspirazioni e sentire il rumore delle cartilagini del feto che si frantumano, il 99% delle persone avrebbero da obbiettare.
sapete il vero motivo per il quale molti medici obiettano? Perchè far abortire una donna è uno schifo inimmagiabile…!!!

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