Dio uscì dall’orizzonte di Umberto Veronesi con la guerra. Gli era stato vicino nell’infanzia: la madre intensamente religiosa, l’ambiente contadino della cascina in mezzo ai campi dove è nato, la parrocchia dove, «paggetto», serviva messa. Prese ad allontanarsi da lui quando approdò ad una periferia di Milano, ragazzo di strada tra i «terrun», tra vite maladattate e risentite. Lo perse mentre si compiva la violenza estrema degli armati. […]
Il dolore ha dato il colpo di timone risolutivo alla vita di Umberto Veronesi. Attivo nel movimento clandestino, ferito, in ospedale molte volte, ha assistito a sofferenze inaudite. Cominciò a studiare psichiatria, ad «approfondire la nostra psiche per capire le origini della crudeltà che avevo conosciuto». Poi scelse di dedicare la vita «a combattere la malattia, a combattere le superstizioni, a far morire gli uomini il più tardi possibile e con dignità». La sua sfida al cancro, che lo vede tra i più avanzati sul campo, è insieme scienza in senso etico e amore per l’umanità. Ne fa un laico molto speciale. Alain Elkann l’ha scelto per intessere dialogando con lui, Essere Laico, il nuovo libro che corona la serie degli ormai celebri libri-intervista con tre importanti esponenti del mondo cristiano, ebraico e islamico: Carlo Maria Martini nel 1993 quando era Cardinale Arcivescovo di Milano, l’anno seguente Elio Toaff quando era il Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma, nel 2001 El Hassan Bin Talal, principe di Giordania. Ne nacquero Cambiare il cuore, Essere ebreo, Essere musulmano, 3 volumi in un cofanetto Bompiani che un giorno raccoglierà anche questo. […]
Esorta a distinguere il bisogno di sacralità dal bisogno di Dio: «il Buddismo è sostanzialmente ateo, l’Induismo è poco religioso, nel Confucianesimo non c’è un Dio specifico che si adora, ma un’entità panteistica, la natura».
«Ho l’impressione che lentamente l’umanità si stia secolarizzando. Molti pensano che in futuro Dio rimarrà solo nel ricordo», afferma Veronesi, eppure non si sente ateo: «Ateo è un termine che non amo, perché vuol dire senza Dio e io non posso negare l’esistenza di Dio, non avendo le prove per negarlo». […]
Ha paura della morte? «Non è la morte che mi fa paura. Ma sono la sofferenza e il dolore. Il profeta laico della lotta contro il dolore crede nella luce della ragione, nella conoscenza, nella potenza della mente umana, nell’etica che guida, nel cuore che la sorregge. Condividerà la sorte di Socrate obbligato a bere la cicuta per aver dichiarato di non credere agli Dei? «Non credo. Molte persone apprezzano la mia sincerità. D’altronde morire bevendo la cicuta non sembra sia così doloroso».
Oggi pomeriggio alle 18 al Circolo dei Lettori di Torino, in via Bogino 9, Umberto Veronesi e Alain Elkann presentanoil libro Essere laico (Bompiani) dialogo-intervistatra il prof. Umberto Veronesi e Alain Elkann (prefazione di Ferruccio de Bortoli). Sulla scia di Essere ebreo, Cambiare il cuore e Essere musulmano Elkann affronta con Veronesi il tema della laicità dell’«uomo di scienza», fortemente sentita e trasmessa dal gran deoncologo anche ai propri figli nonostantela religiosità materna della sua infanzia.
“[…] esponenti del mondo cristiano, ebraico e islamico. […] Ne nacquero Cambiare il cuore, Essere ebreo, Essere musulmano”
Non sarebbe stato più logico e imparziale chiamare il primo “essere cristiano”? A meno che non tratti di trapianti cardiaci e non mi pare…
L’ Induismo sarebbe poco religioso? E il Confucianesimo Panteista? Come uomo e come oncologo lo stimo sempre, anche se a volte è molto comico, parlando di cose che non conosce.
Già che c’è, potrebbe chiedere a Elkann perché ha intervistato Ferrara su LA7 senza il minimo contraddittorio, anzi annuendo ad ogni singola baggianata che passava per la testa clericale del ciccione.
OK, allora io non posso negare l’esistenza del Grande Puffo, senza avere le prove per dimostrarlo!
(OK, capisco che un grande medico possa non conoscere il rasoio di Ockham o l’esempio russelliano della teiera in orbita intorno a Marte: ma allora perché si lancia in giudizi ultimativi di quel genere? Io mica vado pontificando sulle probabilità di guarigione dal cancro, visto che non ne so un accispippoli…)
A parte i soliti (e diffusi) equivoci nominalistici sul termine “ateo”, è sempre un piacere ascoltare la voce “secolare” di Veronesi, uno dei pochi personaggi di rilievo del nostro paese che non abbiano timore di dichiarare che vivono “etsi Deus non daretur”.
«Ateo è un termine che non amo, perché vuol dire senza Dio e io non posso negare l’esistenza di Dio, non avendo le prove per negarlo».
Da quando la scienza cerca prove per negare un’ipotesi?
Quindi abbiamo ricercatori che cercano prove per NEGARE la possibilità di vita aliena, di viaggiare verso Marte, piuttosto che del gran MAGUT, o di paperinik?
Tranquilli, dio esiste e sta appena al di sopra della nullosfera poco più in basso della neurosfera!
@Kattochè?
Acciderbolina! E io che pensavo che dio stesse oltre i sette cieli di vetro che girano attorno alla Terra, ferma immobile al centro dell’universo…
Devo aggiornarmi!
🙂 [Si farà così l’emoticon??]
Comunque, perchè va a impaltanarsi in questioni metafisiche e filosofiche?
Si vede che non ne sa molto…e poi mi sa che è un pò spinoziano
veronosi fa i tipici errori logici di una gran parte dei laci nostrani, a parte questo la sua intervista è abbastanza bella
Sono d’ accordo con . Volevo comprare il libro, ma non lo farò!
Ma perchè le “menti superiori” che mi entusiasmano prima o poi mi deludono?
Ho letto il libro mesi fa, e lo trovo molto garbato e di piacevole lettura. Probabilmente è più utile alla causa del laicismo di certi fondamentalismi laici, che spingono l’interlocutore credente a chiudersi sulla difensiva. Non basta avere ragione, occorre sapere convincere i creduli. E lo dico da laico e ateo, convinto intimamente che i cosidetti credenti siano appunto dei creduloni e che clero e filoclericali siano per lo più degli emeriti cialtroni.
“Volevo comprare il libro, ma non lo farò!”
solo perche preferisce “agnostico” ad “ateo”, ma ben sapendo che la differenza e’ risibile? ma dai…
io invece da ateo, concordo con Veronesi. il tutto sta nella distinzione tra un deismo alla Spinoza e un teismo come quello professato nei monoteismi.
Per il primo un agnosticismo (o ateismo debole) è ammissibile per il secondo invece è più razionale un ateismo “forte”.
Mentre il mio ateismo è “solido” nei confronti del teismo e quindi del dio Giudaico-cristiano-musulmano nei confronti di un ente che non è mai intervenuto non si è mai rivelato etc. il mio ateismo è solo di “probabilità”: lo ritengo molto poco probabile e non necessario ma non posso escluderlo (e nessuno tra noi può escluderlo con assoluta certezza).
è un po’ come dire: nei confronti di Zeus è possibile essere agnostici? Ovviamente no. Avrebbe senso “sospendere il giudizio”? Allo stesso modo io considero le divinità del pantheon cristiano per le quali è più razionale professarsi atei senza se e senza ma.
Ma sull’esistenza di un dio senza aggettivi (quindi nè buono nè cattivo nè onnipotente nè onniscente) che non si è mai manifestato in nessun modo (niente libri rivelati, niente figli con poteri fichissimi etc) credo sia più razionale sospendere il giudizio per ora.
Io credo che Veronesi quando parla di Dio si riferisca a questa seconda sfera di deismo.
Veronesi sta combattendo una battaglia vera, per la scienza e l’umanità.
Il suo compito è quello non di fare testimonianza contro il fideismo e la superstizione (questo è il compito della nostra associazione), bensì di cogliere risulatati scientifici per l’umanità.
Credo gli si debba comunque riconoscenza, malgrado persino la nostra non condivisibilità sulle sue discutibili posizioni verso l’ateismo.
Anche io sono stato irritato dalla precisazione sull’ateismo…
Bertrand Russel, con la sua teiera cosmica, ed i suoi epigoni sino all’ottimo Dawkins hanno speso fiumi di parole (ed alcuni, pochi, neuroni) per puntualizzare l’ovvio – davanti ad una affermazione enorme (e quella teista lo e’) l’atteggiamento piu’ ranzionale e’ non credere, in mancanza di prove…
uff. 🙂
Io sono -non credente- da sempre, non sono -atea- perchè vuol dire -senza dio-. Non credo nell’ esistenza di esseri sovrannaturali perciò non posso essere senza qualcosa che non esiste… Non credente mi sembra il termine più adatto,mette subito in chiaro la mia posizione. Per poter credere ci deve essere una situazione di mistero,nessuno ti chiede mai se credi nel sole o nella rosa che sboccia…perchè sono visibili e non è necessario credere in loro,si manifestano mentre nel sovrannaturale ci devi credere altrimenti non potrebbe esistere ma io non ci credo allora sono non credente.
“Bertrand Russel, con la sua teiera cosmica, ed i suoi epigoni sino all’ottimo Dawkins hanno speso fiumi di parole (ed alcuni, pochi, neuroni) per puntualizzare l’ovvio – davanti ad una affermazione enorme (e quella teista lo e’) l’atteggiamento piu’ ranzionale e’ non credere, in mancanza di prove…”
e infatti veronesi NON CREDE, semplicemente non gli piace la parola ateo, chissenefrega: anche a sam harris non piace il termine ateo, e perfino dawkins nel suo ultimo libro si definisce tecnicamente un agnostico. per favore piantiamola di spaccare il capello in 4, stiamo tutti dalla stessa parte.
Visto che il termine ateo non piace a nessuno perchè non abolirlo?
Propongo agli organizzatori dell’associazione UAAR di cambiare il nome in ULAR (Unione Laici Agnostici
Razionalisti)
Sono convinta che si spalancherebbero le porte a molte altre persone ancora indecise su
quale posizione prendere e a quelle impaurite dalle interpretazioni fortemente negative e intimidatorie da parte del mondo cattolico nei confronti dei “senza-dio”