“Aborto, salvare il feto a tutti i costi anche se la madre dice no?”: questo il quesito di un sondaggio in corso sul sito di Repubblica. I “no” sono al momento al 78%.
Aborto: un sondaggio su “Repubblica”
26 commenti
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“Aborto, salvare il feto a tutti i costi anche se la madre dice no?”: questo il quesito di un sondaggio in corso sul sito di Repubblica. I “no” sono al momento al 78%.
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78%??
E meno male!!!!
Notizia OT, ma collegata (se non ci fossero tutti ‘sti problemi a monte, forse una donna non dovrebbe arrivare ad abortire chirurgicamente, costretta a sentirsi a questo punto un’assassina)
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200802articoli/29872girata.asp
i sondaggi di repubblica li vedrei bene su libero.
Vi segnalo che questa sera ad 8 e mezzo su La 7, Livia Turco è ospite di Ferrara su questo tema.
Segnalo anche il sito http://www.direfarepensare con un dossier sulla legge ivg
Mmm… io ho votato… e voi?
Posto in questo modo il sondaggio è una strepitosa idiozia.
Ennesimo sintomo di come si discutono certi argomenti.
Non trovo nulla da esultare sul 78% dei NO, per un argomento da dittatura oscurantista.
Immaginiamo un sondaggio negli USA dove il 22% si esprime a favore per il ripristino della schiavitù! C’é da che meditare.
Anche sul Corriere il no è in netto vantaggio.
Non voto
il quesito è posto male, bisogna specificare se è un feto normale o affetto da menomazioni, sono due casi diversi.
L’aborto dopo il terzo mese è sempre terapeutico,lo fanno solo se il feto è gravemente malato,e di solito muore ma ci sono dei rarissimi casi in cui il feto sopravvive e allora in quel caso,nella 194 ci sono già disposizioni a riguardo però…coinvolgono anche la madre…
Le edizioni online dei quotidiani sembrano facciano di tutto per far fare brutta figura alla testata. Non che i giornali cartacei brillino per scienza e correttezza, ma sono un po’ migliori.
Il diritto alla vita non può essere posposto a un giudizio di qualità sulla vita: perché se si ha diritto alla vita solo se si ha la prospettiva di una “buona” qualità di vita, allora dovremmo liberarci subito di tutti i vecchi e i malati…
La vita è sacra. Il diritto a nascere è sacro. Ninet’altro.
NM
Che bravo Nevio, e’ normale che con la vecchiaia arrivino acciacchi, ma perlomeno uno avra’ passato una giovinezza sana almeno. Tu vorresti invece fare nascere bambini con gravissimi handicap e fargli passare una vita d’inferno, beh sei bravo a parlare, crescitelo tu un figlio disabile.
Nevio dimostra una volta ancora l’innato sadismo dei cristiani e la loro ipocrisia.
C’è una bella differenza fra vivere una vita sana e piena, arrivando poi con la vecchiaia ad avere acciacchi (comunque la vecchiaia non implica per forza una cattiva qualità della vita) oppure ammalarsi.
Qui si parla di mettere al mondo qualcuno la cui unica e sola certezza è che vivrà una vita fra le più atroci sofferenze, senza MAI conoscere un solo giorno di pace. Non si parla di cattiva qualità della vita, si parla di una condanna (dal primo all’ultimo istante di vita) a vivere l’inferno in terra.
Blatera come Nevio solo chi non ha mai avuto a che fare con simili sofferenze oppure chi gode nel vedere un’innocente soffrire.
La vita non è un dono e non è sacra, è una casualità biologica. Da questa casualità chi nasce con un buon grado di salute può per sua fortuna trarre il meglio, per chi non ha questa fortuna è solo un infinita agonica tortura.
Fra la’ltro questi discorsi dimostrano anche come i “sostenitori della vita” amino buttare le loro intenzioni e i loro difetti addosso a chi non la pensa come loro. Dopotutto le proposte di “cura coatta” per chi èdiverso vengono sempre dal loro fronte.
io vedo il feto non voluto come un parassita che vive alle spalle della madre. Lasciamo perdere il caso in cui il figlio sia voluto, se non è voluto… vuol dire che alla fine dovrà insegnare lui ai suoi genitori (ammesso che siano ancora due) a farsi amare? Assurdo.
Allora io credo che se l’aborto è voluto ci dev’essere sempre. Anche nel caso estremo in cui sia una modella che a un “party” ha fatto quello che ha fatto e adesso non vuole che le cresca la pancia.
è giusto che faccia le sue scelte. E poi un bambino che cresce con una madre che non lo vuole, crescendo si sentirà un peso per la sua famiglia e avrà una vita veramente infelice. Siccome penso al bene delle persone vorrei che almeno le premesse per una vita felice e serena ci siano tutte. Almeno le premesse.
Complimenti Nevio!
Prima di sparare certe scemenze, ti consiglio una ricerchina facile facile sulle patologie genetiche gravi.
La vostra cattolica demenza vi farebbe mettere al mondo un innocente dotato di spina bifida e destinano a morire urlando? Ma quanto siete caritatevoli!
x Nevio
i PEGGIORI aguzzini, non sono quelli che ti condannano a morte,
sono quelli che ti condannano ad una vita, peggiore della morte,
e quel che è peggio, è che lo fanno col sorriso sulle labbra, dicendoti anche che ti stanno facendo un favore !!!!
ricordo a quanti parlano di “patologie generiche gravi” che una delle prime cause di aborto terapeutico è la trisomia 21 (sindrome di Down). ora, penso che la vita di un down potrebbe essere migliore di tante delle vostre, se solo gli fosse concesso di viverla. voi dispensate giudizi di vita e di morte, e decidete quando una vita sia degna di essere vissuta.
l’aborto è un assassinio.
naturalmente questa frase, ai vostri occhi, puzza di Vaticano lontano un miglio. eppure vi invito a confrontarvi con la lineare e cristallina logica di Norberto Bobbio:
“Il fatto che l’aborto sia diffuso, è un argomento debolissimo dal punto di vista giuridico e morale. E mi stupisce che venga addotto con tanta frequenza. Gli uomini sono come sono: ma la morale e il diritto esistono per questo. Il furto d’auto, ad esempio, è diffuso, quasi impunito: ma questo legittima il furto?”
«Dice ancora Stuart Mill: ‘Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l’individuo è sovrano’. Adesso le femministe dicono: ‘Il corpo è mio e lo gestisco io’. Sembrerebbe una perfetta applicazione di questo principio.
Io, invece, dico che è aberrante farvi rientrare l’aborto. L’individuo è uno, singolo. Nel caso dell’aborto c’è un ‘altro’ nel corpo della donna.
Il suicida dispone della sua singola vita. Con l’aborto si dispone di una vita altrui».
«Vorrei chiedere quale sorpresa ci può essere nel fatto che un laico consideri come valido in senso assoluto, come un imperativo categorico, il “non uccidere”. E mi stupisco a mia volta che i laici lascino ai credenti il privilegio e l’onore di affermare che non si deve uccidere».
è terribile come in italia esistano così pochi laici che siano disposti ad usare la ragione e ad interrogarsi sulle cose come faceva Bobbio.
@asatan “La vita non è un dono e non è sacra, è una casualità biologica. ”
questa frase è priva di qualsiasi fondamento di ragionevolezza. è una casualità perchè lo dici tu? su quali elementi può essere definita un caso?
Tu non c’eri, ci sei e non ci sarai, quindi dipendi. Quando sei nell’utero di tua madre dipendi dalla tua placenta, quando ne esci dipendi (totalmente!) dalle sue cure o dalle cure di qualcun altro. Perchè mai inorridiamo a sentire che i neonati vengono buttati nei cassonetti, se non perchè laicamente avvertiamo una sacralità della vita? E quale metafisica differenza dovrebbe passare tra un neonato e un feto vitale? E tra un feto che può respirare e un feto che potrà respirare solo tra 15 giorni o tra 3 mesi?
@federico
“io vedo il feto non voluto come un parassita che vive alle spalle della madre”
prova a sostituire la parola “feto” con la parola “ebreo” e la parola “madre” con la parola “società”… complimenti! hai vinto il premio “mein kampf”.
e chiedetevi chi è il Nazista…
@jherzog
Grazie per averci confermato che voi antiabortisti non distinguete i diritti degli individui dalle pretese totalitarie delle società! E grazie per la marchiana fallacia argomentativa della “reductio ad Hitlerum”!
Il neonato, a differenza del feto o dell’embrione, non occupa il corpo di una donna, e scusa se è poco!
Per il resto non ci vedo una capitale differenza metafisica, anche se l’attività mentale di un neonato è certo più vicina all’autocoscienza rispetto a quella di un feto di pochi mesi di gestazione, ma si tratta di gradi.
Su Bobbio e la sacralità della vita: per me è da tutelare al massimo livello solo la vita di quegli esseri che vogliono vivere, per la qual cosa è necessario un certo livello di autocoscienza, che forse neppure i neonati possiedono. Più ci allontaniamo da quel livello più il diritto alla vita può passare in secondo piano rispetto ad altri diritti fondamentali (tra i quali includo quello all’autodeterminazione del corpo e NON quello a pagare meno tasse per finanziare la sanità pubblica, per intenderci).
è giusto che nasca chi vogliamo noi….solamente noi abbiamo il diritto da abitare questo mondo…questo pensiero mi ricorda tanto Mengele e compagnia…
@magar
“per la qual cosa è necessario un certo livello di autocoscienza, che forse neppure i neonati possiedono”…
bisognerebbe che aveste il coraggio di andare fino in fondo a questa presa di posizione. sottomettere il diritto alla vita alla espressione di una volontà di vivere. più o meno cosciente… mi vengono i brividi. come a dire che IO, prima di avere chiara la coscienza che la vita è bella e che mi piace vivere, IO stesso, non avevo alcun diritto alla vita. Non l’avevo mentre ero nel ventre di mia madre, e non l’avevo neanche a tre o sei mesi.. a un anno? me lo concedi a un anno il diritto alla vita? certo, non lo sapevo, e sai che consolazione. sarebbe come se mi dicessero “ti ammazziamo, ma lo facciamo mentre dormi, così non ne sei cosciente”.
ci sono diritti fondamentali e altri derivati. e il diritto fondamentale è quello alla vita, senza il quale gli altri diritti per definizione non possono esistere. come puoi garantire la libertà a un individuo se non gli garantisci la vita?
e l’argomento dei diritti degli individui mi spiace ma non regge. non lo dico anzitutto io, lo dice Bobbio molto meglio di me. qui non c’è un individuo, ce n’è due.
Certo che non è poco che il feto sia nel corpo di una donna. Ma non è poco neanche che quello è vivo, è un altro individuo. Abortendo una donna determina non solo se stessa, determina anche un altro. E’ come se io, con il mio diritto all’autodeterminazione, guidassi la mia macchina contro un muro per uccidermi. La vita è mia, la macchina l’ho pagata io. Ma in macchina con me c’è mia figlia che ha 6 mesi e qualche giorno (e puoi immaginare che non esprima chiaramente una volontà di vivere). Posso parlare astrattamente di autodeterminazione?
il concetto di autodeterminazione è debole, e non può essere alla base di un diritto assoluto. ci sono situazioni in cui semplicemente non puoi fare quello che ti pare, dalle più banali alle più drammatiche. tutte le situazioni in cui c’è di mezzo un altro, e quindi entra in gioco una cosa che si chiama responsabilità.
spero, da atei agnostici razionalisti che siete, che converrete che questo non è un discorso su basi cristiane o religiose…
“La vita non è un dono e non è sacra, è una casualità biologica”
Come può un ateo non essere d’accordo? Infatti:
a) se è un ‘dono’ presuppone un donatore. Chi sarebbe? Se si esclude dio – come per un ateo – non resta che la cosiddetta natura, cioè una vicenda puramente biologica, l’attuazione di un ‘disegno’ che può essere tutto meno che ‘intelligente’ se con questo termine si fa riferimento ad una finalità determinata da una volontà consapevole. In quanto ai genitori, possono sì volere, e quindi dare, ‘una’ vita, ma non certo ‘la’ vita.
b) in quanto al definirla ‘sacra’, occorre chiarire bene cosa si intende con questo termine. Se per ‘sacro’ si intende che, per ogni essere vivente, non c’è altra vita oltre quella che sta vivendo, anche un ateo la può – anzi, per coerenza, la deve – considerare tale. Se per ‘sacro si intende invece che – al solito- ci è stata data in dono da qualcuno e quindi ‘non è nostra, ma di chi ce l’ha donata’, la sacralità della vita ne sta ad indicare – come è previsto, direttamente o indirettamente, da tante religioni – la sua disponibilità ad essere sempre sacrificata. Fatta oggetto di sacri-ficio!