Disco verde al velo nelle università turche. Con 404 voti a favore e 92 contrari, il Parlamento di Ankara ha approvato gli emendamenti costituzionali che ne consentiranno l’uso negli atenei. La nuova norma recita che “nessuno può essere privato del diritto a un’educazione superiore”, chiaro riferimento alle numerose donne musulmane che, nel corso degli anni, sono state costrette ad abbandonare gli studi per non poter indossare il velo negli atenei.
La riforma, portata avanti dal partito “Giustizia e Sviluppo” e dal partito nazionalista “Mhp” ha suscitato vivaci polemiche e molte divisioni. Dure le reazioni sia dei circoli laici, sia dei militari che dei magistrati e delle associazioni femminili (domenica una manifestazione ha raccolto migliaia di persone ad Ankara). […]
Per sabato è in programma un secondo voto, finale, sulle misure approvate oggi in prima lettura.La riforma costituzionale entrerà in vigore dopo la firma del presidente, Abdullah Gul.
Ankara, via libera al velo nelle università turche
19 commenti
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“How many roads must a man walk down
Before you call him a man?”
(Bob Dylan, Blowing in the wind)
E’ triste che ci siano tanti cervelli di donne non pienamente sviluppati.
E’ triste che una legge ti dica come non vestirti.
E’ triste che una boiata del genere debba passare con una RIFORMA COSTITUZIONALE!
🙁 🙁 🙁 🙁 🙁 …
Dubito che le donna velate turche andranno cmunque all’università. Se hanno introiettato questa mentilatià da essere inferiore\giocattolo del maschio non credo le interesserà granchè la cultura…. a parte facoltà mammesche tipo pedagogia.
se un velo vale piu’ di una persona….
Una persona vale in quanto tale e non in base a quello che indossa.
Se una donna, per sua libera scelta, e sottolineo libera, decide di indossare un velo non deve essere assolutamente discriminata per questo.
La tolleranza prima di tutto, ma mi sembra che anche qui di intolleranti ce ne siano tanti.
Certo…leggendo certi commenti mi sembra che ci sia una forte intolleranza anche sulle facoltà o dipertimenti universitari…quindi è tutto dire…auguri civiltà! 🙂
“Se una donna per sua libera scelta decide di indossare il velo”
Non credo che nei paesi islamici l’ingerenza religiosa nella vita sociale e nell’educazione dei giovani sia meno pervasiva che in Italia. Figuriamoci come si può parlare di libera scelta quando da che sei nata ti prospettano il velo come condizione necessaria ed indispensabile per essere integrata nel contesto. E’ come dire che un uomo sceglie liberamente di indossare i pantaloni: certo che lo sceglie liberamente, ma mi sembra, comunque, una scelta condizionata.
Valerio, tu non hai capito il contesto in cui si svolge la questione, Pensaci sopra….
Io sono d’accordo, non mi piace il paternalismo di stato. Se una donna vuole andare in giro vestita in modo ridicolo sul base di una sua ideologia insensata, deve poterlo fare. Anche all’Università.
Le pressioni sociali contro le donne che vogliono emanciparsi vanno combattute in altro modo, non con divieti a pioggia, che sono solo un boomerang (infatti in tanti anni questa proibizione non ha conquistato un solo individuo alla causa della laicità).
Che un partito islamico “liberalizzi” il velo che è un simbolo religioso e non un foulard per ripararsi dal freddo o dal vento equivale a considerare il crocefisso un simbolo di laicità!
Lo spreco di soldi pubblici sul contendere il potersi mettere o meno un foulard in testa è un ennesimo insulto all’intelligenza umana…
W la scienza, W la razionalità, W la libertà!
@ monicavita…lascialo dire alle donne islamiche se sono condizionate o se non sono emancipate come sostiene qualcuno così amante della scienza che fa discriminazioni sulle donne in base alla loro religione.
O vogliamo pretendere di esportare la civiltà e la democrazia come sostiene qualche illuminato americano, visto che “poverine” le donne araba non sono in grado di liberarsi da sole?
Un conto è la critica legittima ad ogni forma religiosa, un altro ancora, e ben più importante, è la discriminazione.
Se una donna sceglie, sulla base della propria religione, di indossare il velo, non la si può escludere dalle università.
Sono gli integralisti che impongono il velo alle donne arrivando ad ucciderle se non obbediscono ai loro dettami. Vi siete scordati l’assassinio di Hina? Tutta la sua famiglia l’ha condannata a morte perchè voleva essere libera di vestirsi come gli piaceva. Ataturk era un uomo illuminato e aveva capito che il velo era un modo per imporre un credo con la forza. Fortunatamente in Turchia ci sono i militari i quali stanno già scaldando i motori dei carriarmati.
@Valerio
Hai indubbiamente ragione sul fatto che non le si può escludere dall’Università. Non credo che il proposito di vietare il velo volesse avere quell’effetto. Forse voleva agire su un meccanismo per il quale (funziona sempre così dappertutto) se un’abitudine, un rito, una consuetudine è discriminante se non addirittura tragica (come per l’infibulazione o, per rimanere dalle nostre parti, il delitto d’onore) per una parte debole della società, si cerca, attraverso la legge, di far cadere in disuso tale pratica, anche se i processi sono lenti. Se era questo lo spirito della legge turca, lo condivido. E’ ovvio che se l’intento era quello “paraleghista” di vietare il velo per non consentire il libero culto agli islamici (ma dubito di questo perchè in Turchia non governa Calderoli) avresti totalmente ragione.
Per quello che riguarda noi italiani l’aspetto più evidente di questa diatriba è che politici e media teocon usano palesemente due pesi e due misure: per loro la laicità è sempre “buona” nei paesi islamici, “cattiva” in quelli cattolici. Eppure la laicità è la stessa, è evidente che se in un luogo pubblico si può portare il velo si può anche esporre il crocefisso o altrimenti non si mettono ne’ l’uno ne’ l’altro. Permettere solo uno dei due è discriminazione.
Secondo me il “divieto” di esporre simboli religiosi dovrebbe essere “relativizzato”. In realtà questi divieti non sono mai assoluti, non riguardano tutta la società, ma singole istituzioni (scuole, ospedali, tribunali, caserme, impianti sportivi ecc.). Secondo me a ciascuna di queste istituzioni dovrebbe essere riconosciuto il diritto di stabilire propri codici di comportamento in piena autonomia, senza interventi diretti non solo da parte di istituzioni religiose, ma nemmeno dallo stato.
La laicità non è andare contro le religioni(quello è laicismo), è la neutralità dello stato nei loro confronti e prevedere norme egualitarie per l’espressione di tutte…
ma ancora c’è chi crede a queste notizie e le prende alla lettera? vorrei meravigliarmene.
“nessuno può essere privato del diritto a un’educazione superiore”
significa che un futuro molto prossimo saranno discriminate quelle donne che non lo portano.
… e meno male che è il partito dello sviluppo… tremo all idea di questo paese nell unione europea… ah già ma nell unione ci siamo anche noi, cattochiericomedioevali… sciocchino che sono…
Stefano Grassino scrive:
…”Fortunatamente in Turchia ci sono i militari i quali stanno già scaldando i motori dei carriarmati”….
Come volevasi dimostrare…
avanti così…continuamo a farci del male… 🙂
…sì sì proprio “gegni”…che non hanno nulla a che fare con genio 😉