Feti in libertà

E così signore madri ora potete anche farvi da parte. I direttori delle cliniche di ostetricia e ginecologia di quattro università romane hanno firmato un documento che sfida in poche righe trent’anni di femminismo e tutto quello che voi incautamente pensavate di essere.
Se un feto nasce vivo dopo un’interruzione di gravidanza il medico neonatologo deve intervenire per rianimarlo ‘anche se la madre è contraria, perché prevale l’interesse del neonato’, chiarisce Domenico Arduini, direttore della clinica di ostetricia e ginecologia dell’università di Tor Vergata e uno dei firmatari del documento.
Nessun accenno alle settimane di gravidanza, o alla presenza di malformazioni o a volontà dichiarate in precedenza dalla madre: il feto vivo viene comunque messo sotto incubatrice, che abbia 15 o 22 settimane. Il resto si discute dopo. In questo modo ‘il neonatologo guadagna minuti preziosissimi perché non ha più il dovere di discutere con i genitori prima di decidere, come accadeva prima’.
Che cosa succede se il neonato riesce a sopravvivere e la madre non voglia tenerlo? ‘Si può presumere lo stato di abbandono giuridico del neonato da parte della madre, che ovviamente può tornare indietro sulla sua decisione’, risponde Cinzia Caporale, del Comitato Nazionale di Bioetica.
Se però la rianimazione non dovesse andar bene o preveda ‘mezzi di cura troppo onerosi rispetto ai risultati che si possono ottenere non c’è l’obbligo di cura ma è anzi doveroso moralmente sospendere la terapia e dare al neonato le cure compassionevoli’, precisa Cinzia Caporale.
Le donne promettono battaglia. ‘E’ mostruoso – commenta Elettra Deiana di Rifondazione Comunista – La donna viene considerata un semplice contenitore, privo di volontà e responsabilità. La si considera un qualcosa a disposizione di una volontà superiore. Di fatto, la si annulla‘. Che cosa fare? ‘Bisogna uscire dal silenzio e combattere questa volontà di potere maschile che mira a ridurre le donne in condizioni di inferiorità giuridica’.

Fonte: laStampa 

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31 commenti

lacrime e sangue

Il risultato della propaganda cattolica di questi ultimi anni.
A loro non interessa che il feto sopravviva: lo scopo di queste follie è riuscire a far passare l’idea che la donna non abbia voce in capitolo sulla gravidanza.

A questo punto, con l’opinione pubblica colpita favorevolmente dai rarissimi casi di sopravvivenza (di cosa? di un bambino malformato con spina bifida che morirà entro pochi mesi di dolori assoluti per il crollo di tutti i suoi organi…) la chiesa sarà pronta per il passo seguente: l’obbligo della gestazione di qualunque feto fino al completamento dei 9 mesi, pena il carcere con l’accusa di omicidio.

Il dolore della madre o del feto è tutto da offrire a dio, che essendo un moloch lo gradirà e li premierà

Non dimentichiamo che questi ultimi giorni il papocchio o chi per lui ha detto che l’ostia è la cura di ogni dolore. Proviamo a darla ai malati terminali di cancro al posto della morfina: vediamo se muoiono ancora credenti…

Capiamolo una volta per tutte: acquisito che per la chiesa la donna è una incubatrice senza volontà, il problema vero sono i politici italiani che hanno calato le braghe e si sono piegati a 90° per un mucchio di voti
Noi, l’UDI, le varie femministe, i cani sciolti dei partiti, la stessa popolazione pensante, non contiamo nulla. Modificheranno le leggi senza fare una consultazione popolare

faidate

Alle prossime elezioni comunque nessun voto a chi sostiene queste posizioni aberranti

Ivo Mezzena

Donne dovete prendere la sola, unica e ultima PAROLA sull’aborto!

Markus

Meno male che non crediamo che la fede ci possa salvare… anzi, visto i risultati…

Accidiosa

Io mi chiedo dove siano le donne. Perché ho l’impressione che, invece, la maggior parte sostenga queste tesi. Spero di sbagliarmi…ma quello che sento dire in giro dalle donne è “No alla 194” e “Si, rianimiano tutti i feti”…spero che sia solo per mancanza di coraggio o per paura di essere giudicate, ma che con il voto (segreto) tirino fuori il loro vero pensiero…

Maurizio

Questi sono pazzi scatenati, un feto non è un essere che può vivere di vita autonoma…
cosa vogliono rianimare?
Bisogna proibire l’obiezione di coscienza nel Servizio Sanitario Nazionale!
Che se la facciano nelle cliniche private la loro obiezione!

valerio

Quando si tenta di obiettare all’ovvietà allora significa che abbiamo perso davvero il lume dell’intelletto.
Inviterei i commentatori “esterefatti” di leggere il documento di Bottone, su questo blog, su Familia e familie, è illuminante al proposito.
E’ ovvio che se ci sono gravi malformazioni del feto i medici sospenderanno la terapia perchè si tratterebbe soltanto di accanimento terapeutico.
Se poi i genitori non vorranno il figlio per motivi loro potranno sempre rifiutare il figlio in maniera del tutto anonima, la legge lo consente, e io sarei il primo a riconoscere la possibilità per una coppia gay, molto più responsabile della famiglia di origine, di prendersi cura del bambino.
L’accanimento ideologico procura danni molto peggiori di quello terapeutico…che infatti nuoce gravemente alla salute 😉

Silesio

La vita va protetta fin dal suo concepimento. Per questo il papa si veste da bianco spermatozoo.

Massimo

Io sono uomo, ma riconosco il valore e l’impegno politico di Elettra Deiana (di lei mi fido) e voglio anche qui dirle che il suo impegno è il mio impegno.

Federico

Maurizio: se fai obiezione nell’ospedale pubblico puoi fare più aborti nella tua clinica privata…

Nicola

Non c’è niente di scandaloso: il documento sintetizza quello che già dice la legge cioè che una volta che il bambino è separato dalla madre esso deve essere trattato come tutte le altre persone; cioè bisogna fare il possibile per salvarlo.
Infatti la 194 è sull’interruzione volontaria di gravidanza e una volta che il bambino è uscito la gravidanza è terminata. A quel punto i genitori possono benissimo non riconoscerlo e farlo dichiarare adottabile cioè possono eliminarlo dalla loro vita senza eliminarlo fisicamente. E’ quindi assolutamente ovvio che il neonato debba essere rianimato indipendentemente da ciò che pensa la madre o il padre.

Sole

Dove si vuole andare a parare con queste polemiche? Ho paura di saperlo…vogliono mettere mano a una legge praticamente perfetta :-S

rossotoscano

Ricordiamoci che la 194 è stato frutto di un referendum popolare che ha messo finalmente termine all’aborto clandestino.Secondo: se in virtù di scoperte scientifiche si vuole ” ritoccare” la suddetta legge( secondo m e ottima) allora io propongo ed esigo che anche la legge 40 venga modificata o che quest’ultima sia stata dettata dallo spirito santo e quindi intoccabile?

Accidiosa

@ Nicola
Certo tanto poi un bambino con gravi malformazioni lo adotti tu!

Asatan

@Accidiosa: ma no! ma no! Quelli con QI sopra 80 e in grado di parlare in seminario a 7 anni, gli altri nei conventi come mano d’opera a basso costo oppure venduti aad amorevoli famiglie che neccessitano di mano d’opera gratis. Come si è fatto ampiamente fino al 20° secolo, quando il perido laicismo ha messo fine a tali pratiche.
Basterebbe studiare un po’ di storia per scoprire come finivano gli orfani che entravvano nella chiesa: venduti ai conciatori per fare i lavori peggiori, con un’aspettativa di vita non superiore ai 15 anni per le sostanze tossiche utilizzate o destini tragicamente simili.

Nicola

@ Accidiosa
Intanto sarebbe vivo e ciò sarebbe comunque positivo.

Angela

@ Asatan
Concordo pienamente, a tal proposito consiglio di leggere qualcosa a proposito delle gravi patologie psicologiche che soffrono coloro i quali sono stati in questi istituti.

@Nicola
Onestamente, raggiunta l’eta della ragione come pensi possa sentirsi il frutto di un aborto e non di un amore??

Dany

‘La donna viene considerata un semplice contenitore, privo di volontà e responsabilità. La si considera un qualcosa a disposizione di una volontà superiore. Di fatto, la si annulla‘.’
Quindi il fatto che la donna possa decidere che il suo bambino non debba nascere è l’unico segno di volontà e responsabilità in essa? Il suo più importante diritto è quindi quello di decidere della vita o della morte di un suo figlio, per quanto indesiderato? No, secondo me è questa la cosa più vicina al passato. Come si può chiedere ad un dottore di lasciare una, seppur flebile, vita a morire solo per il volere di una madre che non prova interesse verso di essa? Per quanto sia daccordo con il femminismo e anche all’aborto, purchè non come mezzo troppo, troppo facile per rimediare ad un errore umano, dico che qualsiasi estremismo è deleterio e negativo, anche se i principi di base sono giusti.

Maurizio

@ Federico:
… appunto, e io cosa dicevo?
Forse ci vorrebbe qualcuno che lo spieghi a Ferrara, che ne dici?
🙂

Nicola

@ Angela
Penso tu abbia toccato il punto centrale. Io sono nato pochi anni prima della 194; i miei genitori mi volevano comunque ma sono contento che anche la società nel suo complesso mi abbia voluto (indipendentemente dalla volontà di mia madre).
Rispondo alla tua domanda: quella persona, raggiunta l’età della ragione, si sentirebbe il frutto dell’amore dei medici che gli hanno salvato la vita e di quelle persone che poi l’hanno aiutata a crescere. In questa risposta ho dato per scontato che quest’orfano riceva amore da qualcuno: in realtà non è scontato però è già molto più probabile che un secolo fa; bisogna cercare di migliorare ancora su questo invece di uccidere (illudendosi così di eliminare il problema).

valerio

@ Angela
Ti consiglio di leggere cosa dice darwin sull’accoppiamento e vedrai che quello che tu chiami amore non è altro che il desiderio innato nell’uomo di propagare la specie.
Un po’ di coerenza non guasterebbe 🙂

Accidiosa

@ Nicola
Positivo per chi?
Per il feto di 15/22 settimane?
Non credo, viste le gravi malformazioni con cui è nato. (altrimenti non si sarebbe potuto ricorrere all’aborto)

Siamo bravi tutti a dire “teniamoli in vita!”. Ma siamo anche tanto bravi a voltare la faccia un attimo dopo. (O forse vedi la calca di persone che offrono di occuparsi di questi bambini?)

Cmq ipotizziamo che, come dici tu, fortunatamente quel feto (affetto da gravi patologie) sia stato tenuto in vita e sia riuscito a sopravvivere.
Cosa proponi per lui? Chi si batte per il diritto alla vita a tutti i costi, immagino che si adoperi anche per il diritto ad una vita dignitosa…e non trascuri questo aspetto fondamentale.

Accidiosa

@ Angela
Bisogna anche aggiungere che trattandosi di aborti terapeutici stiamo parlando di feti che presentano gravi malformazioni… per cui a ciò che dici tu bisogna sommare questo ulteriore problema.

Angela

@valerio
e chiaro che, alla base della famiglia (anche quella cattolica, caro mio), vi è l’istinto di perpetrare la specie.
Ma siccome siamo essere pensanti si spera che tra un uomo e una donna vi sia anche rispetto, solidarietà, simpatia, attrazione fisica, tutti quell’insieme di sentimenti che definiscono la parola “amore” nella nostra società.
Non sempre vi sono questi presupposti e evidentemente il vostro inferno non fa paura a questi copulatori che procreano fuori da tali presupposti.
Bisogna accettare anche loro, Cristo mi pare fosse più di manica larga di voialtri….

Angela

@Accidiosa
Hai perfettamente ragione. Mi sono lasciata trascinare fuori dal seminato.
@Nicola
Rispetto a 100 anni fa la donna ha raggiunto un livello di autodeterminazione che voi uomini dovete incominciare a metabolizzare.
Il bambino potrebbe essere felice, è vero, ma è una mia scelta quella di non fare andare in giro per il mondo il mio DNA solo perché voi provate questa pena infinita per i feti.
Direi quasi morbosa.

GIANNI

se il feto è vivo significa che è un bambino vivo….non è ancora sufficente per concedergli il diritto di vivere?…cosa c’entra il femminismo o il diritto della donna.. quì si tratta di una persona indifesa che deve essere aiutata..se la mamma non lo vuole legittimo..si darà in adozione come purtroppo spesso succede…

valerio

@ Angela…
ti ringrazio per il “caro”…un po’ meno per il “voialtri”…ehehehe…è chiaro il tuo pregiudizio…non ho mai detto di essere cattolico 😉
Vedi…in certe situazioni la chiesa è più darwiniana di certi laici o presunti tali.
E’ una caratteristica di un po’ tutte le religioni quella di creare una serie di “comandamenti” per garantire il perpetuarsi della specie.
Personalmente ti dirò che faccio parte di quei lussuriosi che non temono l’inferno, ma credo profondamente che lo si possa essere in maniera responsabile…altri invece credono di avere il diritto di pretendere la tutela della propria e altrui irresponsabilità…tutto qui 🙂

Roberto Grendene

Ma quando mai si deve far di tutto per tenere in vita un essere umano?
Un feto che nasce vivo a 21 settimane ha altissime possibilita’ di patire in modo infernale e poco dopo crepare.
Esistono linee guida per cui la cosa piu’ umana, compassionevole e rispettosa per la vita sia adoperarsi per non farlo soffrire.
Se poi ha gravi patologie, come accade se siamo in presenza di aborto terapeutico, le possibilita’ di sopravvivenza sono bassissime. E a costo di grandi sofferenze, ripetuti interventi, memonazioni permanenti.
E’ barbaro asserire di dover adoperarsi per tenere in vita ad ogni costo conoscendo questo quadro.

Roberto Grendene

Accidiosa

@ Asatan
Sai cosa mi viene da pensare? Che forse tra le persone che hanno commentato questo post c’è qualcuno che ha bisogno di manodopera a basso costo!

..o forse vuole riempire conventi e seminari che ultimamente si stanno svuotando…

Riccardo

Io non capisco, una volta che il figlio è stato partorito vivo non capisco perchè bisogna lasciarlo morire. La donna penso stia calcando troppo su i suoi diritti andando a sconfinare con quelli del fanciullo, visto che con la moderna scienza, il ruolo e l’importanza della madre nella gravidanza viene di anno in anno ridimensionato. Forse è questo che fa paura, che oramai sia possibile terminare la gestazione di un feto nato prima di 22 settimane senza la madre. E con il progredire della scienza questo termine sarà anticipabile e le conseguenze per il feto minimizzate. Perchè oltre ad aborti di feti malformati, qui si parla anche di aborti di bambini sani e non voluti, che con le dovute cure in un futuro potranno nascere lo stesso, anche senza una madre e un padre incoscienti, che nonostante tutti i mezzi dati per non arrivare al concepimento, per diseducazione portano a questa tragedia. Sono per chi è dell’opinione che l’idelogia femminista stia rischiando di portare più arretratezza e degrado di quella cattolica. Io sono a favore della 194, ma qui non si parla di 194, ma di una donna, che
pensa che la nascita di una vita sia sotto il suo controllo. Spero nell’epoca in cui le donne non saranno più necessarie per la procrazione, così la parcondicio sarà totale.

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