Liberazione: Battista, i fatti non sono opinione

Ancora residui del polverone oscurante e oscurantista sui professori della Sapienza contro Ratzinger. Non se ne può davvero più della coartazione della verità e dell’ordine razionale delle cose. Mi riferisco a un giornalista di gran nome e vaglia, Pierluigi Battista, che sul Corriere della Sera di ieri lunedì 11 febbraio firma un corsivo affocato in cui si scaglia contro i «pochi, prepotenti ma abili con i media» che minacciano, urlano, intimidiscono, boicottano, aggrediscono, veri «professionisti dell’imbavagliamento», anzi membri della «nuova internazionale del bavaglio». Chi sono questi abili quattro gatti che utilizzando il rimbombo dei media da loro dominati riescono a spaurire i giganti? Sono i soliti 67 professori della Sapienza con seguito di pochi studenti antipapali e, allo stesso modo, sono quelli che hanno boicottato la Fiera del Libro di Torino perché ospitante scrittori israeliani.
Ora, posto che il confronto mi pare davvero pazzesco, e su questo non vorrei dire altro, giacché sentirmi avvicinato a un anti-israelianismo sconfinante con l’antisemitismo mi mette in corpo troppa agitazione, il punto è che dobbiamo per l’ennesima volta ritornare a spiegare come sono andate veramente le cose nella faccenda Sapienza-papa, visto che la vulgata distorcente è ormai così sedimentata e metabolizzata che pure un opinionista raffinato e gentiluomo come Battista si sente in dovere di esplodere col proprio sdegno contro i pochi che soffocherebbero i molti.
Allora: la lettera dei professori era rivolta al rettore, di cui si criticava la scelta di invitare il Santo Padre a tenere la lectio magistralis di indirizzo scientifico dell’anno accademico: diritto di critica interno alla gestione dell’ateneo, che mi pare nessuno può sindacare, e soprattutto critica ferma ma praticamente impotente, infatti il rettore ha perseverato nella volontà di invitare il teologo Ratzinger, ed era nella sua facoltà farlo.
Ancora: nessuno ha impedito al Papa di rispondere positivamente all’invito del rettore, non c’erano problemi di ordine pubblico né di larga ostilità, visto che i firmatari della lettera erano solo 67 e gli studenti non erano migliaia; il Vaticano e lo stormo di atei devoti e teo-con e teo-dem e teo-teo teandrici hanno a disposizione un immane megafono mediatico e lo usano costantemente, mentre i professori universitari al massimo scrivono su qualche giornale comunista; chi fa scienza non imbavaglia nessuno e soprattutto non fonda le proprie parole su Wikipedia, come sostiene Battista, ma sulla filologia e sulla comunicazione e verifica dei saperi.
Insomma, è assolutamente falso che a Benedetto XVI sia stato impedito di parlare alla Sapienza da parte di pochi potentissimi imbavagliatori. La realtà e un’altra, e non si può stravolgere bellamente, come si fa nel dibattito politico italiano in cui ogni cosa si converte nel suo opposto senza problemi di carattere logico, oltre che morale. Dobbiamo abituarci a rispettare la realtà dei fatti, e poi eventualmente esprimere un’opinione. La realtà dei fatti è che le alte gerarchie ecclesiastiche hanno una invadenza mediatica incredibile in questo paese, ogni domenica e quasi tutti i giorni su televisione e giornali. Tutto ciò è parte di una volontà di schiacciare la tradizione del pensiero critico. Tutto ciò è parte di un progetto globale di reintrodurre e rafforzare il principio di autorità. Obbedire a una autorità antica e potente come un’autorità religiosa risulta bello, di moda, seduttivo per quel tanto di irrazionalità e di forza che promana dall’autorità, meglio ancora se parla latino e si gira di spalle in un abisso nebuloso di astrazione davanti all’altare.
Ma il punto non è soltanto l’aver liquidato il Concilio Vaticano II e il cristianesimo democratico per tornare al Sillabo. Questo sembrerebbe un problema interno alla politica ecclesiastica, che lasciamo agli addetti. Il punto è che siamo difronte a un ritorno della fascinazione del senso religioso come accecamento e “omnia munda mundis”, ci sentiamo terribilmente deboli e irrisi se ci aggrappiamo alle ragioni della ragione e dell’etica laica. Dio ci deve schiacciare, visto che non riesce a farsi amare, questo sembra il messaggio che ci giunge dall’internazionale globale della nuova sacralità dei poteri.
In questo clima atroce ecco che la balla luciferina dei pochi professorini che fermano il papa-gigante si presenta come verità, e pure uno in gamba come Battista ci cade. I granchi voglion morder le balene, ma le balene con uno sfiato poderoso vinceranno sempre. Oggi ci dicono che le balene sono piccole e i granchi immensi come in qualche film di fantascienza giapponese degli anni Settanta. E voi ci credete?
Insomma, se vogliamo far convivere società civile e religione in forme non di subalternità dell’una o dell’altra, bisognerà tornare al rispetto della verità e soprattutto all’uso equilibrato dei media. Ove la par condicio in Italia non è mai esistita, soprattutto a sfavore della Chiesa cattolica.

Articolo su Liberazione di Roberto Gigliucci

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5 commenti

Fabrizio

Gigliucci, secondo me, ha torto solo su una cosa: Battista non è un giornalista di alto profilo ma nemmeno, bensì un tipo scipito tendenzialmente prono al potere in ogni sua forma (meglio se a stelle e strisce o al sapore d’incenso), e di scempiaggini ne ha sempre scritte e dette in notevole quantità. E non ha nemmeno il coraggio delirante dell’orco Ferrara.

Sunrise

Trovo l’articolo lucido e intelligente, ma purtroppo in italia c’è in corso un’offensiva reazionaria sponsorizzata dal medievale potere religioso e della quale si sta tentando di autoerigersi a raccapricciante portavoce un essere osceno e psicotico come ferrara… coadiuvato da un altro essere maniaco e paranoico come sgarbi… spalleggiati da un uomo la cui incoerenza moralista è sotto gli occhi di tutti, il viscido casini… che altro aggiungere, quando si viene a sapere di una donna vessata e umiliata nel suo letto di ospedale mentre mastellona ancora parla e viene intervistata ovunque? quando il primo canale della tv di stato dedica un’intera serata alla bufala di lourdes e non spende una parola per l’emorragia di morti sul lavoro?

claudio r.

L’articolo e’ esauriente, battista e’ il solito scribacchino sul libro paga di berlusconi, e niente
e’ possibile contro la malafede e la disnformazione del potere: mettiamoci l’animo in pace
purtroppo e’ cosi’.

anteo

un attimo
Battista è uno dei vicedirettori del corsera, pubblica in prima pagina, fa l’opinion maker, mai sottovalutare l’infida propaganda, mai.

GIANNI

@ Sunrise

insomma abbiamo capito tutti..tutti sono esseri osceni e psicotici, maniaci e paranoici…ad eccezione del “dotto” Sunrise…che umiltà..

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