Poche ore dopo la chiusura dei seggi in Pakistan e in attesa dei risultati ufficiali è possibile fare almeno tre considerazioni.
1) Le operazioni di voto sono state più tranquille di quanto si temesse. Non sono mancate le violenze. Ma non vi sono stati attentati in grande stile, come quello che ha causato la morte di Benazir Bhutto il 27 dicembre o il massacro di quasi 50 persone, quasi tutti attivisti del Partito Popolare del Pakistan (PPP), due giorni fa nella cittadina settentrionale di Parachinar.
2) Gli ultimi sondaggi pre-elettorali davano il Partito Popolare come vincente. In effetti i primi scrutini di questa sera paiono indicare che il Partito della Lega Musulmana condotto dall’ex premier Nawaz Sharif (PML-N) sembra avere ottenuto molti più voti di quanto previsto.Ciò va probabilmente anche attribuito al fatto che il nuovo leader ad interim del PPP, Asif Zardari (vedovo di Benazir Bhutto), gode di limitata credibilità. […]
3) L’afflusso alle urne resta basso, attorno al 40 per cento, se non meno. E rispetta così i tassi di voto limitati che hanno caratterizzato tutte le tornate elettorali dal 1970 ad oggi.