Flores d’Arcais sfida Veltroni e Bertinotti sul tema aborto

Aborto? Il centro-sinistra batta un colpo. Tutto il centro-sinistra: dal Partito democratico alla Sinistra Arcobaleno. Paolo Flores d’Arcais rilancia e sull’onda del successo dell’appello di Liberadonna – quattordici donne, scrittrici, giornaliste, attrici e intellettuali che hanno chiesto a Walter Veltroni e Fausto Bertinotti «una presa di posizione che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi di mettere a rischio l’autodeterminazione delle donne e la legge 194» – invita il segretario del Pd ed il candidato leader della Sinistra Arcobaleno a un confronto pubblico che chiarisca le rispettive posizioni in materia di aborto. Bertinotti ha subito accolto l’invito: «I temi dell’appello sono decisivi per la battaglia politica che si è aperta oggi in Italia»; di Walter Veltroni, almeno per ora, nessuna notizia.
«Nonostante il silenzio dei media – dice a Liberazione il direttore di Micromega – l’appello ha registrato migliaia di adesioni in pochissimo tempo: ne contiamo circa sei al minuto. Il senso di quest’appello è evidentemente politico. Politico nel senso più alto del termine. In questi giorni assistiamo ad un attacco isterico e senza precedenti all’autodeterminazione delle donne, per questo chiediamo ai due candidati del centro sinistra di confrontarsi pubblicamente sul tema dei diritti. Averi preferito che l’adesione di Veltroni fosse arrivata prima di quella di Bertinotti. Non è stato così, ma sono certo che lo farà al più presto».
Flores, come molti, è preoccupato dai «toni isterici» utilizzati dai sedicenti difensori della vita e parla senza mezzi termini di censura da parte di stampa e Tv: «Devo dire che le firmatarie dell’appello sono donne pubbliche, cantanti e attrici che frequentano spesso gli spazi televisivi. Ma evidentemente la loro presenza è gradita solo quando devono cantare e recitare; assai meno gradita quando si occupano di temi come questi».
Eppure in Rete le donne, ma non solo, continuano a firmare. Operaie, impiegate, dirigenti, si trova di tutto nel sito in cui è stato pubblicato l’appello di Liberadonna (www.firmiamo.it/liberadonna). E’ uno spaccato di un’Italia che resiste e che non solo non ha nessuna intenzione di cedere ma, come recita l’appello, rilancia: «Se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l’obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto».
Di fronte a questa valanga Fausto Bertinotti ha immediatamente fatto sapere che lui a quell’incontro ci sarà: «Accetto senz’altro l’invito di Paolo Flores – ha dichiarato ieri – e mi congratulo con lui per l’iniziativa, mi sembra un’ottima iniziativa. I temi posti dall’appello lanciato su Micromega da Natalia Aspesi e da altre 11 intellettuali (e che ha già raccolto migliaia di firme), a partire dalla grande questione dell’aborto, sono importantissimi e mi sembrano decisivi nella battaglia politica che è aperta oggi in Italia. Io spero che anche Walter Veltroni accolga l’invito delle donne e la proposta di Flores per un incontro tra noi, perché credo che il confronto su questi problemi – che riguardano le donne, i diritti, la laicità, la libertà – debba impegnarci tutti e al massimo livello».
In attesa che Veltroni risponda all’invito, le firme continuano ad arrivare.

L’articolo di Davide Varì è tratto dal sito di Liberazione

10 commenti

valerio

Beh, i toni isterici ci sono da entrambe le parti.
E da entrambe le parti si fa ampio ricorso alla strumentalizzazione.
La donna non può mai essere considerata un semplice “contenitore” da nessuno e in primo luogo dalle donne stesse.
La scelta responsabile e il principio dell’autodeterminazione devono prima di tutto essere applicate alla scelta di rimanere o meno incinta.
La vera conquista di civiltà, razionale e responsabile, è la prevenzione dell’aborto inteso come metodo anticoncezionale.
Se non si parte da questo punto assisteremo sempre alle crociate laiciste e clericali combattute sulla pelle delle donne.
Porre in una relazione di amico-nemico la donna e il feto non solo è eticamente oscurantista, ma anche contrario alla razionalità scientifica.

Sergio

Valerio scrive:

“La vera conquista di civiltà, razionale e responsabile, è la prevenzione dell’aborto inteso come metodo anticoncezionale.”

Non credo che da noi l’aborto sia inteso come metodo anticoncezionale. E’ piuttosto l’ultima risorsa in caso «d’infortunio». Il ricorso all’aborto non è in genere una passeggiata: ha dei costi, di vario genere, che le infortunate (a volte irresponsabili) si risparmierebbero volentieri.

Comunque sembri accordare alla prevenzione la massima importanza. D’accordo. Si dà però il caso che dall’altra parte – Chiesa e Ferrara – di prevenzione, cioè contraccezione, non si vuole proprio sentire parlare: ogni rapporto intimo deve essere aperto alla vita, se no è intrinsecamente malvagio (Elio Sgreccia). Come poi si possa coniugare questo principio con i vari metodi “naturali” (Ogino, Billing ecc.) è un altro dei tanti misteri gaudiosi o gloriosi dell’istituzione. Probabilmente la Chiesa punta su questi metodi perché diradano in modo massiccio i rapporti sessuali (se devono funzionare: sono infatti possibili solo alcuni giorni del mese).
La Chiesa è persino contraria all’aborto in caso di stupro di una bambina: sempre per quella storia che la vita è sempre e comunque sacra (ma la pena di morte va ancora bene, e le armi di distruzione di massa pure, visto che una campagna contro di queste la Chiesa e Ferrara non l’hanno lanciata né la lanceranno mai).

Scrivi anche:

“Porre in una relazione di amico-nemico la donna e il feto non solo è eticamente oscurantista, ma anche contrario alla razionalità scientifica.”

Un’affermazione apodittica che non ammette repliche. Non sono così sicuro. Qui manca lo spazio per una discussione.

Una richiesta di un favore: non metterci sullo stesso piano degli altri parlando di toni isterici (“da entrambe le parti”). Non parlare di “crociate laiciste”. Non siamo affatto crociati. E l’aggettivo laicista è un volgare e inaccettabile neologismo. Il mio dizionario (Devoto-Oli) non lo registra. E’ un insulto. Del resto anche l’italianissimo laico sta assumendo una valenza negativa.
Ciao.

Leo55

La donna sarà veramente libera ed emancipata solo quando la scienza la solleverà dalla schiavitù della gestazione……oggi deve poter disporre con assoluta libertà di scelta del proprio corpo: tutte le altre considerazioni sono secondarie a questa esclusività……il corpo delle donne deve essere DELLE DONNE e nessun moralista si può permettere di interferire.

Daniela

l’ho detto e l’ho ripeto il corpo è mio e lo gestisco io, e questa non è ne una crociata ne isterismo è la pura e semplice verità. Per quanto riguarda d’arcais, mi fa piacere che si spende per i diritti civilie la laicità dello stato

valerio

@ Sergio
La tua risposta è l’esempio di come debba essere affrontato l’argomento con serietà e razionalità, e per questo ti ringrazio.
L’aborto inteso come metodo contraccettivo sembra essere in diminuzione, ma non è certo sparito, e su questo credo che non avrai difficoltà a riconoscerlo.
Il laicista sta al laico come il clericale bigotto sta al fedele.
I primi, confondendo morale e scienza, tendono ad imporre ed applicare a tutti le proprie opzioni, i secondi invece sono sempre rispettosi delle opinioni altrui.
La tutela della vita umana è un concetto morale, stabilire quando si sia in presenza di una vita è esclusivo compito della scienza e non della morale o delle opinioni, e non mi sembra così oscurantista ritenere che fino a quando la scienza non stabilirà con certezza quando si sia in presenza di una vita si possa e si debba riconoscere al feto una qualche tutela.
Ribadisco: una qualche tutela e non esclusiva.
Perché è mostruoso porre la madre in conflitto col proprio feto quando da questo potrebbe conseguire un grave pericolo per la sua salute o per la sua vita o quando presenti delle malformazioni che pregiudicherebbero la vita di entrambi o quando fosse il frutto di una violenza subita.
Credo che se si affrontasse l’argomento in questi termini si eviterebbero i diversi “isterismi” che ci sono e dilagano purtroppo fomentati anche da scelte abominevoli per puri fini elettoralistici (vedi la lista di Ferrara).
Poi, è ovvio, la mia è un’opinione, discutibile al 100%, senza nessuna presunzione di verità assoluta o rivelata.

valerio

…e per essere chiaro fino in fondo ti dirò che, per me, le parole di Paolo Floris D’Arcais quanto quelle di Sgreccia e le scelte di Ferrara si equivalgono: sono tutte espressioni di quell'”isterismo” che non fa altro che alimentare lo scontro cieco ed irrazionale su di un tema che deve rimanere solo ed esclusivamente laico.
Agitare lo spauracchio dell’interferenza religiosa sulla vita civile è un segno di debolezza; reagire in maniera scomposta, e se vogliamo dirla tutta, anche in maniera alquanto approssimativa, mina gravemente le basi della laicità alla quale personalmente rimango legato indissolubilmente.

cheStorie!

@Valerio:
evidentemente non hai il dono della capacità di ascolto. Molti ti hanno risposto qui ed altrove sull’aborto come contraccezione, ma hai ripetuto le tue posizioni come se le risposte a te date sian state aria fritta.Vabbè.
Seconda cosa: un conto è strepitare irrazionalmente (vd Ferrara e la fotografia dei suoi testicoli), un conto è argomentare. Se non sei in grado di capire la differenza, cerca di imparare prima di bearti del tuo cerchiobottismo.
Terzo: dimostrare superiorità tacendo, come proponi tu, non mi sembra una buona strategia. Troppo a lungo i laici e gli intellettuali non sono intervenuti seriamente nei dibattiti sui grandi temi.Risultato? Quello che accade oggi.
Segno di debolezza? Agitare lo spauracchio?Ma quale spauracchio. Di fatto l’interferenza religiosa c’è. Se lo neghi, non solo non hai la capacità di ascolto, ma hai anche delle grosse fette di prosciutto sugli occhi. Senza rancore, senza offesa e senza isterie.
Saluti

Magar

@Valerio
1) Nessuna confusione tra morale e scienza: la tutela della vita umana, sempre e comunque, è un concetto morale sbagliato, perché fondato su presupposti arbitrari e irrazionali, su un atto di fede. Esistono al contrario casi in cui è lecito sopprimere una vita umana, ad esempio se l’essere umano in questione non ha neppure la minima traccia di una mente.
2) Gli aborti “contraccettivi” di cui tu tanto parli (ma quanti saranno, poi?) avvengono nelle prime settimane di gravidanza, quando il nascituro non ha sensazioni (neppure quelle minime, di dolore o piacere), né emozioni, né percezioni sensoriali, né sentimenti, né pensieri, né desideri, né volontà, né coscienza, né autocoscienza. Non sa di esistere, non ha (né ha mai avuto) volontà di esistere, né può provare alcuna sofferenza (né psichica né fisica). Ergo, il diritto della donna a determinare il proprio corpo è immensamente più forte del pressoché inesistente diritto del nascituro a rimanere vivo.
3) “Mostruoso porre la madre in conflitto con il proprio feto…” Peccato che siano le donne stesse, in molti casi, a volere abortire: come la mettiamo? Sono anche loro dei mostri? Fanno delle “Crociate” contro se stesse, sulla propria pelle? Sono fanatiche?
4) “La donna non può mai essere considerata un semplice “contenitore” da nessuno e in primo luogo dalle donne stesse.” Ovvero, ti arroghi il diritto di decidere tu cosa sia bene per loro, e imporre loro le tue scelte. Questo si chiama fondamentalismo paternalista. Roba da stato etico.
5) Gridare “Sgreccia e Flores D’Arcais fondamentalisti in maniera uguale”, semplicemente perché esprimono posizioni inconciliabili, è un esempio di fallacia argomentativa: non sempre tra due posizioni “la verità sta nel mezzo”. Altrimenti Rosa Parks sarebbe stata da considerare altrettanto “fanatica” dei segregazionisti…
Qui, Sgreccia vuole imporre la sua ideologia a tutti, Flores D’Arcais difende il diritto alla libera scelta su ciò che riguarda il nostro corpo.

maxalber

valerio scrive:
19 Febbraio 2008 alle 10:25
Il laicista sta al laico come il clericale bigotto sta al fedele.
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Un altro…
Andarsi a leggere il vocabolario alla voce “laicismo” prima di sparare sentenze di tale “proporzione” costava fatica vero?

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