La repubblica delle ostie

Ai francesi Silvio Berlusconi non è mai piaciuto. Pacchiano, autoritario, volgare, disinvolto, inaffidabile, filoamericano : il contrario insomma dello statista secondo i loro criteri. Per fortuna, a tenerlo lontano c’erano le Alpi.

Ora però si stanno accorgendo che il Cavaliere ha trovato un traforo o un valico e si è impossessato del loro presidente. Insomma, che Nicolas Sarkozy ha qualcosa di Berlusconì. “Stesso populismo, stessa tendenza all’autocrazia, stesso istrionismo, stesso gusto immoderato per la scena, stesso modo di trattare come minuto personale collaboratori e alleati, stessa incultura letteraria e filosofica, stessa abilità retorica, stesso modo di esibire la ricchezza. Entrambi divorziati e padri di bambini nati da madri diverse, si impegnano con eguale ardore nell’affermare le virtù della religione e a squalificare la laicità“, scrive oggi il filosofo Robert Maggiori su Libération.

Nel suo intervento, mette in parallelo la Francia, dove “destano preoccupazione” le affermazioni antilaiche di Sarkozy, e l’Italia, dove “c’è da chiedersi se dichiararsi atei o laici non sarà tra poco punibile penalmente“. E via con un elenco degli ultimi episodi avvenuti in Italia, in cui il Vaticano ha adottato un atteggiamento vittimistico, benché “l’Italia sia il paese in cui la Chiesa ha maggior potere. Papa, cardinali, vescovi, e preti si immischiano di ogni cosa, partecipano a tutti i dibattiti sui mezzi d’informazione, influenzano le politiche, hanno rappresentanti in tutti i partiti, posseggono imperi mediatici, formano le coscienze, disegnano le forme e i contenuti dell’etica – che, dicono, è cristiana o non è“.

L’articolo di Gian Paolo Accardo è tratto dal sito di Internazionale

14 commenti

Bruno Gualerzi

Forse è un parallelo un pò ardito, ma non sarà che l’Italia, dopo aver ‘esportato’ il fascismo, ora sta esportando il berlusconismo? La componente clerico-fascista, con allegato il populismo più pacchiano, in effetti c’èra allora come c’è ora!

a. battaglia

Bel modo di riportare le notizie. Quando si cita una fonte si mette per intero. Non che io voglia difendere Sarkozy, ma Maggioni non ha scritto solo questo. Ad esempio perchè non citare le reazioniin Italia sulla mancata visita papale che, sostiene l’autore, mai si sarebbero potute verificare in Francia?

Jeeezuz

una mia amica andò a lavorare in francia alcuni anni fa per fuggire dall’Italia di Berlusconi. Questo inverno mi disse: “sono perseguitata dai nani malefici”. 😀

Silesio

E pensare che, con Avignone, eravamo riusciti a rifilare il papa a loro! Purtroppo temo proprio che questa occasione nella storia non si ripeterà più.

Marco.g

In Francia Berlusconiano rimane un peggiorativo, che perfino Sarkozy ha cercato in tutti i modi di evitare. Ma gli italiani non possono saperlo. Anche in Francia però non si dice che Berlusconi continua ad affermare di avere scritto di suo pugno il programma di Sarkozy.

Giovanna

A proposito del parallelismo tra il nano rindens nostrano e quello d’oltralpe: al TG3 hanno appena detto che un figlio di Sarkozy sta entrando in politica e che la sua scelta è stata benedetta dalla nonna paterna.

Valentino Salvatore

x a. battaglia:
Bel modo di riportare le notizie. Quando si cita una fonte si mette per intero. Non che io voglia difendere Sarkozy, ma Maggioni non ha scritto solo questo. Ad esempio perchè non citare le reazioniin Italia sulla mancata visita papale che, sostiene l’autore, mai si sarebbero potute verificare in Francia?

Ho riportato per intero un breve post sul sito di Internazionale, che prendeva in considerazione un articolo dell’altro ieri di Maggiori (non Maggioni, ma questa è una inezia), che non ho fatto in tempo a tradurre e a postare. La domanda andrebbe girata all’autore del suddetto articolo, non a me: comunque, per fugare eventuali polemiche, posto – anche se in ritardo – la traduzione intera dell’articolo di Maggiori qui sotto.

In Italia, la scienza umilia il papa

Ci sono mille ragioni, politiche, morali, se non psicologiche, per stabilire un legame tra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy. Stesso populismo, stesso autocratismo, stesso istrionismo, stesso gusto smoderato per la scena, stessa maniera di trattare da sottoposti collaboratori e alleati, stessa influenza (reale per l’uno, sperata per l’altro) sull’informazione, stessa mancanza di cultura letteraria e filosofica – si possono immaginare con un libro in mano? -, stessa abilità retorica, stesso modo di esibire la ricchezza… Ma un punto in comune merita di essere sottolineato nello specifico: divorziati e padri di figli avuti da donne diverse – situazione che la santa romana Chiesa cattolica non approva molto -, mettono lo stesso ardore nell’affermare le virtù della religione e a denigrare la laicità.
In Francia – “repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale” -, non ci sono state milioni di persone per le strade dopo che il suo presidente ha dichiarato che il maestro non potrà mai rimpiazzare il pastore o il curato, indicando in questo modo che esiste solo una morale religiosa. In Italia, ci sono stati dei manifestanti, un vero hourvari, con petizioni, dibattiti agitati in televisione, interventi in Parlamento, centinaia di articoli, migliaia di post sui blog… Per difendere la laicità? No. Per garantire la libertà di espressione al… papa, tremendamente minacciata! In Francia, c’è ragione di inquietarsi per i propositi del presidente. In Italia, ci si chiede se dichiarasi atei o laici non sia presto passibile di sanzioni penali.
Risaliamo al passato, al 15 marzo 1990. In un discorso pronunciato a Parma, Joseph Ratzinger, ancora cardinale, cita una frase dell’epistemologo “anarchico” Paul Feyerabend, che afferma, “all’epoca di Galileo, la Chiesa dimostrò molta più fedeltà alla ragione rispetto allo stesso Galileo”, e che “il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto”. Egli la riprende nel 1992 in “Un cambiamento per l’Europa” (edizioni Paoline, Roma), cosa che lascia credere che l’espressione almeno gli piacesse terribilmente, se non traduceva il suo pensiero.
Il 17 gennaio scorso, Ratzinger, divenuto Benedetto XVI, viene invitato dal rettore dell’università Sapienza di Roma, Renato Guarini, per tenere una lectio magistralis durante le cerimonie d’apertura dell’anno accademico. Alcuni professori si sono turbati e, ricordando la citazione così apprezzata dal papa, scrivono al rettore che “in quanto uomini di scienza fedeli alla ragione e insegnanti che dedicano la loro vita all’avanzamento e alla diffusione delle conoscenze” si sentono offesi, e, “in nome della laicità della scienza e della cultura, nel rispetto di questa facoltà aperta a ricercatori e studenti di tutte le fedi e di tutte le ideologie”, esprimono il desiderio che “l’avvenimento incongruo” non abbia luogo. La lettera circola nelle altre università e raccoglie rapidamente quasi 1.500 firme di professori. Si diffonde anche tra gli studenti, che, raccolti in assemblea, danno vita ad una “mobilitazione” contro la venuta del papa alla Sapienza. Sui muri della facoltà scende un immenso striscione: “La scienza è laica”.
Appoggiandosi al rapporto del prefetto, che teme ci saranno dei problemi, il Vaticano annulla la visita del papa. Benedetto XVI può tenere tutti i discorsi che vuole, e i più reazionari, sulla famiglia, sull’omosessualità, sulle unioni di fatto, sull’aborto, sulla procreazione assistita, sull’eutanasia – ma fuori dal recinto dell’università. Tutto è bene quel che finisce bene?
Eh, no! Il sottile cardinal Ruini, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, rivolta la situazione: il papa è vittima dell’intolleranza dei laici. Lo si impedisce di parlare, lo si umilia! Che tutti i difensori della fede e della libertà vengano in suo soccorso! E, infatti, migliaia di manifestanti “antilaici” si ritrovano a piazza San Pietro. L’Osservatore Romano scrive che “la minaccia contro il papa è un evento drammatico”. Degli uomini politici di tutti gli schieramenti entrano in scena per manifestare la loro solidarietà alla Chiesa imbavagliata, per fustigare i “cattivi maestri”, gli empi, gli… integralisti!
Silvio Berlusconi ne approfitta per attaccare la sinistra, alleata delle “frange intolleranti”, e la richiama ad “un severo esame di coscienza”. L’Italia è il paese dove la Chiesa (cattolica) ha più potere. Papa, cardinali, vescovi, sacerdoti, si impicciano di tutto, partecipano a tutti i dibattiti sulla stampa e in televisione, piegano i politici, hanno dei rappresentanti in tutti i partiti, possiedono degli imperi mediatici, formano le coscienze, definiscono le forme e i contenuti dell’etica – la quale, dicono, è cristiana o non è. Inoltre, affermare che “la scienza è laica” diventa la prova di massima intolleranza. E’ vero che “il maestro non potrà mai sostituire il curato”. My God!

Luca A. Borchi

Certo, anche se un comportamento da “prima donna” con molta parte e poca arte può far pensare a “siamesi divisi”, il “mostro nostro” ha un palpabile vantaggio sul concorrente
francese, avendo dalla sua un orribile quinquennio governativo, i cui miasmici effetti,
a piene mani elargiti, si fanno tuttora sentire.

prometeo

L’unica consolazione è che un giorno, come è capitato a tutte le religioni, anche il cristianesimo cesserà di esistere…peccato però che noi non ci saremo.

davide

a prometeo
anche Voltaire voleva vedere il giorno dello sviluppo della coscienza democratica europea, ma questa è venuta 2 secoli dopo. L’importante è continuare a battere la strada in modo che quelli che verranno dopo continuino a batterla

Stefano Bottoni

Adesso si accorgono chi è Sarkozy? Mi viene in mente un intervento di Daniele Luttazzi (che cito a memoria, dunque certo non alla lettera): -Ai nostri politici sia di destra che di sinistra piace tanto Sarkozy. Quale? Quello che ha soffiato sul fuoco delle banlieux francesi? Quello che ha detto che il ’68 fu tutta una …rda? Quello che intende distruggere lo stato sociale che da decenni funziona abbastanza bene? Perchè questo è Sarkozy. Non ce n’è mica un altro!-
E in seguito potrei aggiungere a titolo personale: -Quello che ha promesso tutto e subito, ma davanti alle proteste dei tassisti di fronte al progetto di liberalizzazioni non ha fatto una figura migliore del governo Prodi? Quello che è tanto a favore della famiglia, che appena separato dalla moglie ha inseminato un’arrivista ex modella e ora cantante fallita e se la è sposata tre mesi dopo? Quello che in appena pochi mesi ha perso i 2/3 dei consensi che aveva? Perchè questo è Sarkozy. Non ce n’è mica un altro!-

Gianni B.

Personalmente credo che paragonare Sarkozy a Berlusconi sia profondamente ingiusto, perchè Berlusconi è 1000 volte peggio, per quanto mi riguarda.
Che ha fatto di male Sarkozy finora, oltre a qualche stramba mania di protagonismo? Dobbiamo convincerci che il caso Berlusconi non ha precedenti – purtroppo – nelle grandi democrazie occidentali e non potrà mai essere eguagliato da nessuno, neppure se Sarkozy rimanesse presidente della Francia a vita.

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