Preti brasiliani chiedono al papa la ridiscussione del celibato

I preti brasiliani si sono rivolti direttamente a Papa Benedetto XVI per chiedergli una revisione della legge canonica che obbliga al celibato chi eserciti le funzioni sacerdotali. La decisione appare nel documento finale del 12esimo Incontro Nazionale dei Sacerdoti, che si e’ chiuso martedi’ nel monastero di Itaici, nel comune di Indaiatuba (nello Stato di San Paolo). La sollecitazione sara’ inviata alla Sacra Congregazione per il Clero, presieduta dal brasiliano Claudio Hummes, ex arcivescovo di San Paolo e che era stato uno dei papabili nel conclave in cui fu eletto il cardinale tedesco Joseph Ratzinger. E proprio il porporato brasiliano, grande amico del presidente Luiz Inacio Lula da Silva, aveva detto subito dopo il nuovo incarico, che il celibato dei sacerdoti “non e’ un dogma” e che il calo delle vocazioni potrebbe indurre la Chiesa e “riflettere su tale questione”. Nel documento inviato a Roma si chiedono due tipi di sacerdozio: il celibatario, che potrebbe essere obbligatorio per i religiosi che facciano voto di castita’ nei rispettivi ordini e congregazioni religiose; e il sacerdozio senza l’obbligo del celibato. E si chiede anche che i vescovi possano ordinare i coniugati ritenuti degni del sacerdozio, e possano essere reintegrati nell’esercizio del sacerdozio quelli che lo abbiano abbandonato per formare una famiglia. Secondo quanto riferito al quotidiano spagnolo ‘El Pais’ da un vescovo che non ha voluto rivelare il suo nome, in Brasile gia’ da tempo laici sposati vengono ordinati sacerdoti: “Roma lo sa, ma chiede non sia reso pubblico”. I sacerdoti brasiliani chiedono anche che si cambi la nomina dei vescovi per renderla piu’ democratica; e che si consenta ai divorziati che si siano rifatti una nuova famiglia di accedere ai sacramenti.

Fonte: Repubblica.it 

15 commenti

ci_acca

No scusate voglio dire ma dopo ci toccherebbe mantenere anche le eventuali famiglie dei preti italiani? Enno’ eh.

Massimiliano

In brasile sono più avanti di noi, per esempio non esiste l’otto per mille. Quelli che credono pagano la decima.
Alla faccia di paese del terzo mondo!

Asatan

@Massimiliano: in Brasile hanno Lula che quando il papa esigeva il concordato rispose “Il santo padre deve capire che il Brasile non è l’Italia, qui non può fare qual che gli pare”.

Marco.g

Lo scisma c’è già da cinquant’anni. Pochi sanno che in Brasile c’è un’ “altra” chiesa cattolica che non ha l’obbligo del celibato, fondata da un vescovo che si chiamava Carlos Duarte Costa.

Giovanna

A quanto mi narra mia zia (missionaria in Brasile ma non affiliata a nessun ordine) in Brasile da decenni i religiosi (almeno quelli dotati di un minimo di buon senso) fanno educazione sessuale e informano sui metodi contraccettivi, infrangendo i dettami del Vaticano. Gli stessi religiosi cattolici, sempre più insidiati dalla concorrenza dei colleghi protestanti, si sono dovuti adeguare ai tempi che cambiano per non perdere anime e ovviamente decime.

Massimiliano

concordo con Giovanna, anche io ho un parente missionario. Per quello che ho potuto vedere nel mese in cui sono stato là ho notato che i preti sono diversi rispetto ai nostri.

steve

Statistiche commissionte dalla Cnferenza Episcopale del Braisle parlano del 10% dei preti brasiliani (1.700 su 17.000) acusati di cattiva condiotta sessuale pedofilia, violenze sesuali e altro). L’altroieri hanno arrestato un prete pedofilo in flagrante con una bambina di 12 anni.

Stefano Bottoni

Chi conosce il fatto che nella chiesa ortodossa romena (penso che sia così anche nelle altre chiese ortodosse, che sono autocefale) un prete può celebrare un matrimonio solo se è sposato a sua volta? E che deve mantenersi col suo lavoro, più eventuali donazioni dei fedeli, che comunque sono in gran parte in natura (non fraintendete… si sta parlando di cibo e beveraggi).
A me, per quanto ateo, piace tantissimo il prete della cittadina dei miei suoceri. E’ sposato, ha due figli, coltiva il suo campicello, è un uomo molto simpatico e a cui piace ridere e scherzare. E quando, fra una barzelletta e l’altra, gli ho detto che sono ateo, non è stato lì a farmi la predica. Mi ha solo detto: -Se sei una brava persona, il Signore ti accoglierà comunque!-.
Un prete così lo rispetto. Sarà perchè comunque vive la vita di un uomo normale: ha la sua famiglia, lavora per mantenersi…
Insomma, l’esatto contrario del clero cattolico.

monica

Effettivamente rendiamoci conto che in Italia il celibato dei preti ci fa risparmiare parecchio. Chi dovrebbe mantenere le ipotetiche loro famiglie? Pensate poi senza anticoncezionali e tanto meno aborto quanti figli scaricherebbero. Una schiera interminabile di piccoli cattolici pronti a seguire la carriera paterna. E’ un incubo, se ci riflettiamo. Perchè, poi, i preti dovrebbero sposarsi e continuare ad avere i loro privilegi? Se vogliono condizioni di vita adeguate ai tempi, imparino a lavorare sul serio, come facciamo tutti.

Sergio

Scrive Monica:

Perchè, poi, i preti dovrebbero sposarsi e continuare ad avere i loro privilegi? Se vogliono condizioni di vita adeguate ai tempi, imparino a lavorare sul serio, come facciamo tutti.

Be’, i preti lavorano anche loro, non c’è dubbio. E’ lavoro dire messa, confessare, ascoltare gli sfoghi di tanta gente, intervenire, organizzare, mantenere i rapporti con le autorità civili e religiose. Il prete è un po’ lo psicologo del villaggio, ha dunque una funzione di una certa rilevanza sociale. Per questo è anche pagato (modestamente in Italia: nei paesi protestanti invece i pastori hanno una paga di tutto rispetto, superiore alla media – lo Stato riconosce loro un ruolo importante).
Insomma, non sono proprio dei fannulloni, non esageriamo.
San Paolo, è vero, oltre a scrivere lettere e farneticare, svolgeva anche un lavoro manuale (mi sembra facesse stuoie e tappeti). Un lavoretto manuale farebbe bene a tutti.

ci_acca

@ Sergio

Precisazione la tua pertinente, non c’e’ dubbio, ma credo monica intendesse dire qualcosa di diverso.
Credo intendesse dire che, nel caso potessero metter su famiglia pure loro, toccherebbe poi a noi mantenerle, perche’ il loro *stipendio* lo pago io, lo paghi tu, lo paga monica… Il problema, alla radice, rimane il solito, semplicissimo, elementare: che la manutenzione delle chiese e degli immobili appartenenti alla ccar, gli stipendi dei prelati etc etc etc, li paghino quelli che credono. Punto. Poi che facciano quel che vogliono. Mi pare di una semplicita’ disarmante.

Asatan

@Sergio: allora anche Wanna Marchi andrebbe mantenuta a spese dello stato per la sua funzione “socialmente\psicologicamnte” utile. E immagino che i rititi di Marco Dimitri e dei Bambini di Satana siano “duro lavoro”.
Sempre di plagio, riti magici superstiziosi ( e nel caso cattolico spesso nocivi) e circonvenzione d’incapace per pelare soldi.
Non si chiama lavoro, si chiama TRUFFA.
Se la Wanna è finita in galera per il sale che ti toglie il malocchio, dovrebbero finire dentro tutti ipreti con le preghire di guargione, gli esorcismi (questi poi praticati su evidenti malati di mente, brrr), e i sacrifici\pizzo pagato a dio per ottenere “a grazia”. Sono cose del tutto identiche.

Mi starebbe benissimo se avessimo una legislazione come quella tedesca dove i fedeli si auto tassana e gli altri non pagano. Ma che la truffa cattolica debba essere amntenuta anche da atei, agnostici, buddisti, valdesi, wiccani, ecc. ecc, propio no.

Sergio

Asatan scrive:

“Mi starebbe benissimo se avessimo una legislazione come quella tedesca dove i fedeli si auto tassano e gli altri non pagano. Ma che la truffa cattolica debba essere mantenuta anche da atei, agnostici, buddisti, valdesi, wiccani, ecc. ecc, propio no.”

Sfondi porte aperte: d’accordissimo su questo punto. Io, vivo all’estero, non pago per la o le chiese. E lo Stato versa alle chiese solo le somme che i fedeli le destinano direttamente (anche se ci sarebbe non poco da ridire sulla funzione di esattore per le chiese da parte dello Stato).

Wanna Marchi, per quanto ne so, mi pare una volgare imbrogliona. Non credo che si possa qualificare la sua attività come socialmente utile.

Io non ho nessuna simpatia per i preti, ma non mi sento di considerarli tutti dei truffatori e malfattori. Sono anch’essi delle vittime che infliggono ad altri, spesso inconsapevolmente, i torti che hanno subito loro stessi. Molti preti vivono molto male le loro contraddizioni quando se ne rendono conto. E non è sempre così facile buttare la tonaca alle ortiche. I religiosi di un ordine non hanno nessuna assicurazione sociale e se abbandonano si ritrovano senza lavoro e senza un soldo (criminali in questo caso sono l’ordine e la Chiesa che li legano a sé a filo doppio e non gli versano niente quando se ne vanno, magari dopo decenni al loro servizio). Il tasso di suicidi è elevato tra il personale di chiesa (più fra i protestanti, meno fra i cattolici).

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