L’Aquila: condannato il giudice Tosti

Costerà un anno di reclusione al giudice del Tribunale di Camerino l’essersi rifiutato di fare udienze in aule dove era presente il crocifisso. Il Tribunale dell’Aquila ha così giudicato la protesta di Luigi Tosti nel 2006, accusandolo di omissione in atti d’ufficio e interruzzione di pubblico servizio. Il legale del giudice ha definito « ingiusta la sentenza perché togliere il crocifisso non significa offendere i cristiani ma consentire che le aule diventino varamente laiche e neutrali». Per la legge l’esposizione dei simboli religiosi nei luoghi pubblici (scuole, seggi, aule giudiziarie), che in Italia ha fatto discutere, non è in contrasto con i principi di uguaglianza dei cittadini, come pensano. «Il crocifisso non va rimosso – sottolinea l’alta corte amministrativa – ha una funzione simbolica altamente educativa, che prescinde la religione professata, è infatti un simbolo idoneo ad esprimere il fondamento dei valori civili». Per ora solo una sentenza, del 2000, ha assolto un uomo che si era rifiutato di scrutinare per la presenza della croce nel seggio.

Fonte: Leggo

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44 commenti

Davide

“… accusandolo di omissione in atti d’ufficio e interruzzione di pubblico servizio.”

Grandioso! E cosa dire allora della massa di ginecologi “obiettori” a causa dei quali diventa spesso impossibile usufruire, in strutture pubbliche, di un servizio previsto per legge? Ovviamente costoro agiscono secondo coscienza (che squallore), e sono quindi pienamente giustificati.

Silesio

Siamo in pieno medioevo. Spero che esistano modalità di ricorso…

anteo

poniamo il problema al contrario:
senza esposizione del crocefisso non si può celebrare un processo per mancanza di
“simbolo idoneo ad esprimere il fondamento dei valori civili” ?

chi è il giudice che ha scritto questa sentenza?
stessa sobrietà della nota sentenza “stupro con jeans”?

enrico matacena

Questa sembra più una sentenza di un tribunale dell’inquisizione. e pensare che almeno ufficialmente in italia non esiste nemmeno la religione di Stato . Quando vogliono essere baciapile certi giudici riescono ad essere spudoratamente ridicoli con le loro motivazioni pesudogiuridiche.

tadeuz

Sembra propio vivere nel medioevo tecnologico in Italia, la Comunita Europea e laica democratica o…civilta’ cristiana…?

AQUALUNG

Stranamente, questa notizia ieri è apparsa nei sottotitoli del tg2 sera, ma nè altrove in tv nè su internet sono riuscito a trovarne traccia, tantè che pensavo di essermi sbagliato… Invece no! Non so che tipo di crocifisso avesse tolto il giudice: qui dove io abito, nell’aula del giudice di pace ce n’è uno incombente quasi a grandezza naturale: che la giustizia, la cultura, l’educazione, il rispetto siano all’ombra della croce, in Italia, sembra un fatto oramai tanto ovvio che pare impossibile contrastarlo. Ma che almeno si abbia la compiacenza di non esagerare con queste esplicite manifestazioni di credo. Al sud, e non solo qui, ma qui più che altrove, ovunque nei luoghi di accesso pubblico (Comune, uffici pubblici, privati, negozi, ecc) è tutto un fiorire di madonne, crocifissi, padre pio e santi vari. Come un marchio, che la gente si autoinfligge. E in cui non può fare a meno di riconoscersi.

Fabio

Pur non essendo sulla stessa linea d’onda di chi attacca la magistratura,concordo con questi nel definirla vergognosa…

davide

però chi fa obiezione di coscienza per l’aborto viene considerato un difensore della vita. è vero si stanno facendo prove per una nuova inquisizione

GIANNI

conoscendo i tempi biblici della giustizia italiana, ci manca solo che un Giudice non svolga un’udienza per la presenza di un crocifisso che, se non crede (legittimo) è solo un pezzo di legno… se non è interruzione di pubblico servizio questa…

Andrea

Si però è anche vero che non si possono usare le sentenze a nostro favore solo quando ci fanno comodo. Questa ( che a me non piace per niente) è una sentenza come le altre e va accettata, anche se personalmente spero che venga ribaltata in qualche modo !!

Paolo Garbet

Se lo stato fosse laico, per la legge mettere o togliere un crocifisso dovrebbe essere equivalente a mettere o togliere un vaso di fiori o un fermacarte. Pertanto dovrebbe essere a discrezione dell’autorità che in quel momento è responsabile dell’aula (giudice, insegnante, pubblico ufficiale eccetera). Che quindi si assumerebbe in proprio la responsabilità di farsi conoscere come persona laica o integralista o semplicemente ridicola o chissà che altro a seconda dei vari ammenicoli che mette/toglie dall’aula prima di ogni udienza/lezione/turno eccetera.

annibale viscomi

Non meravigliamoci se poi ci sono reazioni anticlericali. L’Italia è una provincia del Vaticano, ne consegue che le sentenze non possono che essere “provinciali”.

Daniele Gallesio

Gianni:

se non è interruzione di pubblico servizio questa…

Sì, è interruzione di pubblico servizio, poiché il pubblico servizio è stato interrotto.

Così come è interruzione di servizio quando un farmacista si rifiuta di vendere profilattici o pillola del giorno dopo anche in presenza di ricetta medica.

un crocifisso che, se non crede (legittimo) è solo un pezzo di legno…

Se ci fossero falce e martello e ti dicessero che se sei comunista sono un simbolo di giustizia sociale, e se non sei comunista sono solo un pezzo di legno?
Tu accetteresti la presenza di falce e martello?

Kattochè?

«Il crocifisso … ha una funzione simbolica altamente educativa, che prescinde la religione professata, è infatti un simbolo idoneo ad esprimere il fondamento dei valori civili».

Il giudice è un’uomo fortunato questi Tomás de Torquemada del terzo millennio avrebbero potuto fargli eseguire la condanna con l’autodafè, atto anche questo dalla funzione altamente educativa, su cui si fondano i valori civili testimoniati crocifisso.
Chissà se vale la stessa regola, dell’interruzione di pubblico servizio, per i medici sedicenti “obiettori” che si rifiutano di eseguire un’aborto?

N2RT

«Il crocifisso non va rimosso ha una funzione simbolica altamente educativa, che prescinde la religione professata, è infatti un simbolo idoneo ad esprimere il fondamento dei valori civili»

Funzione educativa?
Prescinde la religione professata?
Esprime il fondamento di valori civili?

…scusate…. ma dove?
qual’è la funzione educativa?
Perchè dovrebbe prescindere la religione professata se è il simbolo di UNA religione?
Dov’è che esprime i VALORI CIVILI? Un simbolo religioso? Di una religione che si dice depositaria dell’unica verità?

extra ecclesia

Non confondete il testo dell’articolo: in uno si fa riferimento alla condanna, nell’altro si cita una sentenza di un giudice aministrativo (quella nella quale vengono espresse le considerazioni sulla rappresentativa del crocefisso). E’ probabile che il Tribunale (ordinario) abbia condannato il magistrato sulla base della semplice omissione (non considerando valida la tesi difensiva) ma non è detto che il dispositivo di condanna poi contenga ideologie varie. Certo, pur plaudendo al notevole coraggio del magistrato, non si può non essere obiettivi e rilevare che non ci si può rifiutare di celebrare un processo per motivi ideologici (quali essi siano). Aspettiamo di leggere la sentenza per conoscere le pertinenti motivazioni.

MetaLocX

«Il crocifisso non va rimosso – sottolinea l’alta corte amministrativa – ha una funzione simbolica altamente educativa, che prescinde la religione professata, è infatti un simbolo idoneo ad esprimere il fondamento dei valori civili»

Questa è puramente un’opinione soggettiva: per un cristiano potrebbe anche essere così, ma per tutti gli altri?
Ma soprattutto come si fa a dire quando qualcosa ha una funzione simbolica in un senso e non in un altro?
Anche la schiavitù (tollerata nella bibbia) rientra tra i valori civili?

dv64

Non so se sperare o meno che all’estero la notizia abbia grande diffusione…

Francesco Veronesi

simbolo idoneo ad esprimere il fondamento dei valori civili….
veramente il crocefisso è uno strumento di pena di morte, non proprio un simbolo di valori civili…

Il Filosofo Bottiglione

@N2RT

perchè porsi certe domande? siamo di fronte ad un mistero della fede, quell’oggetto è uno e trino: simbolo religioso (guai quindi a dileggiarlo se non vuoi offendere il senso di sacro di milioni di persone), arredo (quindi da apporre a norma di regio decreto del ’34), simbolo di valori laici (quindi è lì anche PER TE).

più viene ostentato con protervia, più trovo quel simbolo ripugnante.
è vero anche che non è il principale problema della laicità in Italia.
Luigi Tosti sta combattendo una battaglia in nome del diritto e della cultura che paga di persona, c’è almeno la possibilità di un riconoscimento di solidarietà?

Magar

“ha una funzione simbolica altamente educativa, che prescinde la religione professata”
Perché non mettiamo nei tribunali dell’Emilia Romagna una bella bandiera rossa con falce e martello? Tanto suppongo che anche quella prescinda dall’ideologia politica di riferimento, e sia altamente educativa.
O no?

Firetrip

Dalla sentenza si evince che per l’alta corte chi non è cristiano (e cattolico) non è una persona civile!

Chi presiedeva l’alta corte? Ruini Ratzinger e Bagnasco?

Non esiste in questo caso una mail a cui mandare le proprie rimostranze?

Vico

una sentenza ridicola, tutta la mia soliderietà al giudice Tosti. Non esiste una corte europea davanti la quale impugnare questa sentenza?

Jeeezuz

SOTTOLINEO: nessuno ha mai specificato se il crocefisso deve stare dritto o capovolto…

Silesio

Se la cosa fosse successa solo quattro secoli fa, sarebbe stato come minimo bruciato o impiccato, come si può vedere dalle cronache del tempo. Si vede che a poco a poco l’umanità sta emancipandosi. Chissà se fa tre secoli i non credenti potranno finalmente fare a meno di confrontarsi obbligatoriamente con tale pendaglio. Per chi conosce la storia sa benissimo che la croce è un simbolo pagano e che i primi cristiani rifiutarono per molto tempo di riconoscerlo come simbolo. Anche questa abissale “italica” ignoranza fa spavento.

Stefano Bottoni

Sentenza assurda e palesemente anticostituzionale. Ma sono sicuro che il giudice Tosti sia un uomo tosto (perdonatemi il gioco di parole) e che riuscirà a ribaltarla in appello o in cassazione.
E spero (ma non ci conto) che la notizia venga poi diffusa su tutti i media.

schock

@ Gianni
Ma ti ascolti quando parli? Ma perchè certi cattolici siete così ottusi? Mi viene il voltastomaco a pensare che esistano persone così scellerate. Quest’uomo, il Tosti, ha messo in gioco la sua carriera, la sua serenità e tutto se stesso anche per te… sì, hai capito bene, anche per te… per fare valere il diritto sacrosanto di essere tutti uguali di fronte alla legge, ma com’è che non ci arrivi. E’ grazie a persone come a lui se oggi godiamo dei diritti civili che ci sembrano oramai scontati quando invece non lo sono affatto. Tu sai in fondo al tuo cuore di sparare cafonate a ripetizione, non posso credere che tu sia in questa maniera …. che rabbia.. sii onesto con te stesso ammettilo, fatti un esame di coscienza. A quest’uomo dovresti e dovremmo fargli la statua d’oro tutti quanti, altro che statua di Padre pio a ogni angola delle nostre città.

Lucy Van Pelt

La motivazione assurda di questa sentenza mi ha indotto ad una riflessione forse un po’ strampalata sugli arredi scolastici.
Nella mensa di una scuola svedese ho visto appeso al muro un dispositivo elettronico a forma di orecchio che in condizioni normali è verde e si illumina di rosso quando i ragazzini producono troppo rumore: in questo modo imparano ad autocontrollarsi e pranzano in un ambiente tranquillo e sereno.
Quell’orecchio mi pare un oggetto con una funzione educativa molto più elevata dei crocifissi imposti alle pareti delle nostre aule che evidentemente non producono alcun effetto sulla mancanza di rispetto e collaborazione (valori civili) sempre più dilagante tra gli studenti.

Solidarietà a Luigi Tosti.

enrico

Se gesù fosse nato qualche secolo dopo potremmo avere “come simbolo idoneo ad esprimere il fondamento dei valori civili” con “funzione simbolica altamente educativa” una bella forca con tanto di impiccato o una ghigliottina con testa rotolante o una sedia elettrica con carbonella inclusa… Esteticamente forse è meglio la croce ma secondo me sicuramente è meglio niente.

Franco

Qualcuno si chiede se questa notizia “uscirà dall’Italia”.
Possiamo darci da fare noi, farla uscire noi. Chi ha un sito o un blog in inglese, o vi collabora, può diffonderla. Chi partecipa a forum dove si scrive in qualche lingua straniera, può diffonderla. Se esiste una entry su Wikipedia a proposito del giudice tosti, o sulla questione dell’esposizione di simboli religiosi in luoghi pubblici, possiamo aggiornare quella voce…e così via.

Diamoci da fare!

Paolo Pedrazzi

Esprimo tutta la mia solidarietà al giudice Tosti ringraziandolo per l’iniziativa che condivido pienamente.

Giovanni

la notizia è brutta, mi dispiace tantissimo mi rattrista sapere che in Italia si possa conndannare una persona per motivi religiosi. Ma che paese è questo?

Susanna

La storia del giudice Tosti non ha niente di eroico , nè tantomeno egli è un martire ateo per la nobile causa dell’ateismo. Il giudice Tosti non è stato condannato perchè ateo: è stato condannato perchè tenere le udienze è un servizio pubblico e non si può decidere di sospenderlo a piacimento. Egli sapeva benissimo fin dal principio che la sua era una battaglia persa, e ha cercato di far passare la cosa come una persecuzione e discriminazione religiosa contro di lui. Mi chiedo perchè dopo tanti anni passati a fare il giudice il problema del crocefisso l’ha tirato in ballo solo nel 2005?

Gino Pieri

Bene, e mentre il giudice Tosti soffre le consequenze del suo atto coraggioso noi ce ne stiamo qui a lamentare come vecchie zitelle amareggiate. Creiamo anche noi il coraggio civico per organizzare una bella manifestazione di protesto.
Non deve essere difficile se anche il Grillo c´é riuscito.
Salutiu
Gino

cotenzo

Sicuro che vincerá!!! Non puó restare cosi, é inaudito!! Tale sentenze dovrebbero avere riscontro come boomorang tornare a picchiare sulla stessa persona che ha emesso tale senteza.
Qualcuno ha scritto se la notizia esce fuori dell’Italia. Ebbene é uscita,(vivo in Germania) ed ha creato un pó di polverone e derisi . Questo schifo puó essere solo in Italia o in un altro paese del terzo mondo. Sono fiducioso. Il tempo e la paglia maturano le nespole. Tosti ce la fará non so come ma ce la fará

Asatan

@Sussanna: si chiama “resitenza non violenta”. Mai studiato storia in vita tua. E’ una forma di protesta CIVILE per attare l’attenzione su certi temi e cercare di ottenere un cambiamento. Uno può passare anni a cercare di cambiare le cose dall’interno senza ottenere nulla. Alla fine restano 2 alternativa la resistenza non violenta o le armi. Tosti ha secolto, da uno civile, la prima.

NOn come i bravi catto taliban che mettono bombe alle moschee e alla macellerie islamiche, massacrano di botte omosessuali e dissidenti, aprono blog con liste nera di gente da epurare, eccc…

Luigi Tosti

Carissimi soci dell’UAAR e carissimi (infiltrati? dissenzienti?) Gianni, Susanna, Daniele Gallesi ed Extra ecclesia,
intervengo nella discussione per far nuovamente presente che:
1°) io sono stato condannato, non per essermi rifiutato di tenere le udienze a causa della presenza del crocifisso (il che era di er sé un motivo giuridicamente valido), ma a causa dell’assenza dei miei simboli, che io avevo chiesto di appendere a fianco del crocifisso. In altre parole, pur potendomi legittimamente rifiutare di tenere le udienze a causa dell’imposizione di un simbolo religioso nell’ambiente di lavoro (io a casa mia non espongo crocifissi e non sono un prete o un frate che ha fatto la libera scelta di lavorare in Chiese e Conventi dove sono esposti i crocifissi e, dunque, nessuno mi può imporre di lavorare sotto l’incombenza di un simbolo come il crocifisso che, tra l’altro, è un insulto e un oltraggio alla memoria delle centinaia di milioni di esseri umani che sono stati massacrati, bruciati, torturati, ghettizzati, emarginati, perseguitati, discriminati, schiavizzati e via dicendo dalla Chiesa Cattolica, cioè da un’associazione che ho bollato, in pubblica udienza, come la più grande associazione per delinquere e come la più grande banda di falsari che sia esistita sul nostro Pianeta) io ho magnanimamente manifestato la mia disponibilità a tenere le udienze in presenza del crocifisso, purché però venissi autorizzato ad esporre il logo dell’UAAR e la menorà ebraica, rivendicando così la stessa dignità e gli stessi diritti che la dittatura cattolico-fascita, prima, e l’attuale Repubblica Pontificia, oggi, accordano alla “Superiore Razza” cattolica. All’obiezione che il crocifisso “non dava fastidio” ho replicato che anche il logo dell’UAAR e la menorà degli ebrei non davano fastidio e non mordevano. In altre parole ho fatto quello che fecero lo sporco negro e lo sporco ebreo quando arrivò l’autobus sul quale intendevano salire. L’autista negò loro il diritto di salire sull’autobus: essi obiettarono che vi erano posti liberi e che sull’autobus stava viaggiando una sola persona. Il controllore replicò che quella persona poteva salire sull’autobus perché appartenente alla razza-ariano-cattolica e, dunque, era un essere umano: l’ebreo ed il negro a loro volta replicavano dicendo che anche essi erano esseri umani. Il controllore se ne “sbatteva” e se ne andava lasciando a piedi i due esseri “inferiori”.
Questa favoletta l’ho raccontata per i “dissidenti”, per far capire loro che, se il Ministro di Giustizia della Repubblica Pontificia Cattolica non fosse stato quel razzista che ha dimostrato concretamente di essere -cioè se mi avesse autorizzato ad esporre i miei simboli a fianco del crocifisso- io non mi sarei rifiutato e, dunque, le udienze si sarebbero tenute sotto la mia direzione (e non, come comunque è avvenuto, sotto la direzione di altri magistrati). Dunque, chi doveva essere processato non era la vittima del razzismo del Ministro, ma il Ministro razzista che, compiendo atti di discriminazione religiosa, si è reso autore del delitto previsto dall’art. 3 della legge n. 654/1975.
Gli augusti “dissidenti” si chiederanno: perché mai è ciò non è avvenuto? Risposta: perché la “Giustizia” viene amministrata -come ho scritto nei mei atti giudiziari- con la scrupolosa osservanza del saggio adagio secondo cui “è meglio essere forti coi deboli e deboli con i forti”, se si vogliono evitare “grane”.
2°) Torno poi a ripetere, per l’ennesima volta, che io non posso minimamente essere considreato un “obiettore di coscienza”, al pari del farmacista, del medico e del soldato che si rifiutano di compiere atti dovuti perché “contrari ai propri convincimenti religiosi”: state ancora confondendo la cioccolata con un’altra cosa, che cioccolata non è, ad onta del suo colore. Il mio rifiuto integra un’ipotesi di “diritto di libertà di coscienza”, che si realizza ogni qual volta al pubblico ufficiale viene intimato di compiere un atto “fuorilegge”, che cioè viola norme costituzionali o di convenzioni internazionali.
Per rendere chiara la differenza tra i due istituti, faccio un esempio. Se un medico si rifiuta di fare le trasfusioni di sangue, perché il suo Dio Jeova gli ha confidato che le trasfusioni non si possono fare, il suo rifiuto integra un caso di “obiezione di coscienza”. Se lo stesso medico, però, si rifiuta di fare le trasfusioni, perché lo Stato italiano gli impone di fare le trasfusioni con sangue infetto da virus contagiosi, ricorre un’ipotesi di legititmo esercizio del “diritto di libertà di coscienza”, diritto garantito dall’art. 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. Perché? Il motivo è semplice e lo capisce anche un imbecille: “obbedire” alla legge dello Stato implica offendere i diritti alla salute e alla vita dei pazienti: dal momento che si tratta di due diritti inviolabili, il medico in questione non potrà essere condannato per “omissione d atti di ufficio”, cioè il reto che è stato contestato a me.
3°) Evidenzio ancora, poi, che in seguito al mio rifiuto non si è realizzata nessuna interruzione di servizio e nessun rifiuto di atti di ufficio, dal momento che io ho dato ampio preavviso del mio rifiuto e, dunque, le udienze sono sempre state tenute da altri magistrati (la stessa identica cosa si sarebbe verificata se io mi fossi dovuto assentare per malattia, congedo, aspettativa etc.): dunque, il comportamento ch io ho tenuto non integra neppure un’ipotesi di reato, tantomeno l’omissione di atti di ufficio, per la quale sono stato condannato per ben due volte. Sottolineo che questa non è un’opinione mia, del tutto personale, ma è quanto hanno sentenziato le Sezioni Unite della Cassazione.
E allora i “dissenzienti” si chiederanno: perché, allora, i giudici dell’Aquila l’hanno condannata, per ben due volte? Come hanno motivato il loro dissenso rispetto a quello che hanno stalito le Sezioni Unite? Risposta: non è stata spesa una sillaba di motivazione, perché bisognava condannare a tutti i costi il dr. Luigi Tosti che aveva osato sollevare una questione così spinosa, mettendo a repentaglio la presenza degli idoli del Dio biblico incarnato nella aule di giustizia.
4°) Faccio poi presente che questo processo è scatutito da mie esplicite autodenunce, cioè dal fatto che, dopo essere stato condannato la prima volta, ho seguitato, imperterrito, a rifiutarmi di tenere le udienze: non appartengo -forse ve ne sarete accorti- alla categoria dei molluscgi.
5°) Sono sostanzialmente conteno di questa ulteriore condanna, perché altri quattro magistrati si sono uniti alla già folta schiera di quelli che a vario titotlo mi avevano già condannato. La Cassazione deve ancora pronunciarsi e deve soprattutto ponunciarsi la Corte Europea, dinanzi alla quale non so che cavolo si inventerà il Governo dell’Augusta Colonia del Vaticano (i dissenzienti potrebbero fornire al proposito un valido aiuto giuridico).
6°) Se dovesse risultare che io ho ragione, risulterà che 8.999 dei 9.000 magistrati italiani hanno calpestato, a differenza di me, la Costituzione e la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo, senza nulla fare per chiederne il rispetto; risulterà anche che una quarantina di giudici mi hanno condannato e perseguitato, giudiziariamente, dimostrando nella migliore delle ipotesi di non conoscere la Costituzione e le convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia. Un quadro desolante che dimostrerebbe l’assoluta inaffidabilità della magistratura del CSM e della repubblica Pontificia.
Amen.
Luigi Tosti

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