ROMA – La lista pro-life di Giuliano Ferrara non convince la Cei. Dopo aver già raccolto un’accoglienza fredda da parte del quotidiano Avvenire, ieri è stata apertamente criticata in un editoriale firmato da Davide Rondoni. L’iniziativa non convince perché “al di là di nobili intenti finisce per portare in modo sbagliato in mezzo alla competizione elettorale un tema morale”, scrive Rondoni. Che nella lista vede “un grave rischio di estremizzazione, e di ghettizzazione, di una parte del mondo cattolico su un tema così delicato”.
Ferrara va avanti con il suo progetto elettorale e ha presentato ieri alla Tv della libertà di Maria Vittoria Brambilla il suo programma: lotta contro la Ru486, la pillola abortiva; appoggio ai neonatologi per la tutela sanitaria del neonato malato anche in assenza del consenso genitoriale; tutela della maternità e garanzie alle donne che lavorano”. Infine: “protezione degli embrioni, che sono già vita; difesa della legge 40, che la sinistra vuole abolire”.
Rispondendo a una domanda sull’iniziativa di Ferrara, il presidente della Pontificia accademia della vita Elio Sgreccia ha commentato: “Se tutti i partiti politici debbano mettere il tema dell’aborto in programma o solo uno debba farlo, sono i politici a doverlo decidere. Però l’aborto volontario è un problema non solo privato, ma un problema politico”. Per Gianfranco Fini la lista pro-life è “spregiudicata”. Il leader di An si è detto “contrario all’aborto, ma la 194 va fatta rispettare in toto”. Dello stesso avviso il candidato dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
Sul tema dell’aborto è intervenuto anche Fausto Bertinotti: “Non dobbiamo schivare la questione della vita che la destra ci butta addosso, dobbiamo dimostrare una superiorità civile e culturale sulla questione della vita”. Nel centro-sinistra il dialogo tra laici e cattolici è aperto: ieri i cattolici vicini al partito democratico hanno presentato “Italia solidarietà”, un laboratorio di formazione e cultura politica che ruota intorno a tre idee guida: laicità democratica, buona politica e riformismo solidale, come ha chiarito il coordinatore dei cristiano sociali, Mimmo Lucà.
Sulla mozione appena firmata da Anna Finocchiaro e Paola Binetti è intervenuta anche la senatrice teodem chiarendo che a trent’anni dalla 194 è arrivato il momento di fare il “tagliando” alla legge e verificare gli obiettivi mancati. L’obiettivo – ha aggiunto – è “mettere in primo piano tutto quello che può dire a favore della vita. Fare in modo che la legge assuma come obiettivo prioritario la tutela della vita nascente”. L’altra senatrice teodem del Pd, Emanuela Baio, ha offerto invece la sua interpretazione del documento: “si afferma che l’aborto non è un diritto, è una piaga”.
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L’articolo di Paola Coppola è disponibile sul sito di Repubblica
Il povero ferrara pensava di avere l’appoggio della chiesa cattolica e a dir la verità coso 16 gli aveva anche dato la sua benedizione però in politica oltretevere preferisce lavorare nell’oscurità trasversalmente e non in maniera così aperta come in una lista….poverino…
O povero Satollo incompreso. Con la sua inziativa voleva arrufianarsi sia le simpatie del Vaticano che quelle del nanetto ridente & co. e invece sta facendo un grosso pasticcio e rischia di rimanere con un pugno di mosche.
Mi sembra ovvio: ad ascoltare Ferrara viene immediatamente l’impulso a correre ad iscriversi al Partito Radicale, e certo i vescovi non possono permetterselo!
La Cei vuol fare abortire la lista di giuliano ferrara…
C’era comunque da prevederlo. Del resto i partiti, anche quelli più cattolici, mica vogliono correre il rischio di giocarsi soprattutto l’elettorato femminile. A parte qualche ipocrita rampante, qualche invasata che ha fatto voto di castità o qualche irresponsabile, nessuna donna sana di mente appoggerebbe l’iniziativa del satollo barbuto. Mi pare che le manifestazioni della settimana scorsa ne siano state la dimostrazione.
Spero che ora, il tronfio ferrara abbia capito che i feti hanno piu’ importanza finchè non nascono, appena nati molti di loro perdono i diritti acquisiti durante la gestazione…
Secondo una mia rapida lettura fra le righe la CEI si sta rendendo conto di correre il rischio di perdere pecorelle dal proprio ovile e dunque mette le mani avanti criticando una iniziativa che invece dovrebbe difendere a spada tratta. Ecco riemergere allora puntuale il proverbiale voltagabbanismo che le ha permesso di restare a galla da 2000 anni: mandare, e proprio il caso di dirlo, al diavolo i suoi tanto decantati valori NON negoziabili.
A me sembra piuttosto che vescovi non vogliono una microlista o un micropartito: è ovvio che per loro le loro idee devono essere condivise da tutto il parlamento, senza se e senza ma.
Ferrara è troppo “americano” per i gusti dei vescovi. Alla CEI ci tengono a rimanere “mainstream”. Non vogliono essere visti come degli eccentrici o dei marginali, per quanto influenti, come gli evangelici americani. In più per i cattolici l’individualismo è tutto fuorché una virtù, andare in ordine sparso semplicemente è l’ultima cosa che farebbero.
@ schock
Perfetto!!!
hehehe gli sta bene così impara a volersi ingraziare quelli lì senza saperlo fare ad arte…
Peccato…se la CEI avesse appoggiato Ferrara, l’UAAR avrebbe quadruplicato iscritti e simpatizzanti in 24 ore.
Come sempre tirano il sasso e nascondono la mano.
Hanno mandato avanti ferrara per vedere come andava, hanno colto le reazioni negative e fanno rapidamente marcia indietro. Tanto sono tranquilli di riuscire in ogni caso a governare il governo, di qualunque colore sarà.
Come sempre tirano il sasso e nascondono la mano.
Hanno mandato avanti ferrara per vedere come andava, hanno colto le reazioni negative e fanno rapidamente marcia indietro. Tanto sono tranquilli di riuscire in ogni caso a governare il governo, di qualunque colore sarà.
Mah, Ferrara… ma chi te l’ha fatto fare?
Il classico elefante in una cristalleria.
Ferrara l’appoggio ce l’ha eccome, dietro le quinte.
Loro sono contrari per un motivo pratico, il secco toglierà voti ad un udc che fatica dannatamente a raggiungere il quorum, gia’ indebolito dall cosa bianca, hanno paura di trovarsi
con un pugno di mosche in mano, visto che soprattutto anche il Walter Veltroni imbarcando i radicali assieme a Dipietro, rischia di essere molto nocivo per il nano batonzo.
Lo dico sempre…Mai allearsi con certa gente: prima o poi ti fanno le scarpe…Eh Eh
Molto bene. Se lo merita. Ciò non significa che prima non fossero tutti d’accordo. Come sempre non vanno mai in avanscoperta. Prima vada qualcuno. Poi vediamo come va e caso mai seguiamo. Questa volta è andata male e quindi : ma che dici ferrara? non va bene.
E’ chiaro che Ferrara interferisce con le strategie della chiesa. Anzi entra in concorrenza con la chiesa, arrogandosi il diritto, da laico, di gestite in proprio temi che appartengono alla strategia del vaticano. Anche Lutero era andato in vaticano cercando di dimostrare che egli era più cristiano del papa. Ma ovviamente anche il quel caso la chiesa non ha gradito.
Il teocratico Papa straniero non vuole conpetenze individuale.
E’ chiaro che alla cei mica sono scemi, ve l’immaginate una lista antiaborto che fatica
a raggiungere l’1 % dei voti, che figura di mxxxx avrebbe fatto fare?
Questi , i censimenti di tal genere li evitano come la peste, sanno perfettamente che sono minoritari e che il loro potere si regge sulla presunzione, dell'”identita’ cattolica” degli italiani.
Nel momento in cui tale “identita'” venisse effetivamente ad essere considerata come una
balla sesquipedale e qualora i politici cominciassero a rendersene conto sarebbe finita la festa.
Dopo aver tuonato contro l’aborto e per la difesa della vita fin dal concepimento, fanno i calcoli politici su quanti voti può far perdere l’esplicito appoggio ad una battaglia politica reazionaria. Questa è la CCAR. Meditate gente, meditate.
Secondo me cartman666 ha centrato il punto principale: il panzone Giuliano rischia di portare via voti a Pierferdinando, che era appena andato a farsi catechizzare (leggi: farsi dire cosa deve fare) da Don Camillo Ruini …
Ma anche claudio r. ha ragione: alla CEI stanno ancora festeggiando per l’apatia degli italiani che nel 2005 hanno disertato le urne al referendum e cercano di campare di rendita su quella dimostrazione di ignavia, spacciandola per adesione oceanica alla loro idea di “difesa della vita”.
Ma si guardano bene, per esempio, di indire loro un referendum per l’abolizione della 194!
“Se tutti i partiti politici debbano mettere il tema dell’aborto in programma o solo uno debba farlo, sono i politici a doverlo decidere. Però l’aborto volontario è un problema non solo privato, ma un problema politico”.
Ma così non ha già ammesso che i partiti devono accuparsene? Mah come al solito fingono di non esprimersi e poi dicono la loro o hanno qualcuno che li sostituisce(vedi tutti i politici cattolicheggianti)
L’appoggio esplicito a Giuliano Furore li (a quelli del Vat) sovraesporrebbe. Avrebbero poco da guadagnarci, a loro modo di vedere.
E non sono i soli a prendere una qualche distanza dal movimento “Pro Lass”. Fino a qualche giorno fa sembrava cosa certa la candidatura di Ferrara a sindaco de Roma.
Sul referendum sulla legge 40 Ruini & C. sono apparsi i vincitori perche’ hanno incamerato il mancato raggiungimento del “quorum” (invece, nei Paesi civili decide chi vota).