Gli elettori cattolici? Più pragmatici dei loro vescovi

“Famiglia Cristiana” ha pubblicato un sondaggio riservato all’elettorato cattolico. Il risultato non è granché entusiasmante per i vescovi italiani, impegnatissimi a valutare le piattaforme politiche in base all’inserimento dei cosiddetti “valori non negoziabili”. Un eventuale documento della CEI affinché la politica faccia propri tali valori è respinto dal 42% del campione: solo il 7% è favorevole a una modifica della legge 194. Casini e la Rosa Bianca fanno un buco nell’acqua, e una coalizione comprendente i radicali è in linea di massima considerata “votabile”. L’opinione che la Chiesa non intervenga troppo nel dibattito politico è supportata solo da una minoranza (48%) del campione. Pare invece che l’elettore cattolico chieda un aumento dei salari, la riduzione delle tasse e del numero dei parlamentari, un freno all’aumento dei prezzi: non penso che l’elettore ateo risponderebbe troppo diversamente.

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3 commenti

Sailor-Sun

Definire minoranza il 48% è un po’ eufemistico… e un documento che chieda ai politici di adottare i valori non negoziabili è voluto da più della metà dei votanti.
Insomma, questo articolo mi sembra falsamente positivo, specialmente se si guarda il link.

Raffaele Carcano

@ Sailor-Sun
Il link è accessibile a tutti, dunque tutti possono formarsi la propria opinione.
Ricordiamoci che il sondaggio è riservato ai soli cattolici, i fedeli dei vescovi. Ora, se fossi un vescovo e scoprissi che meno del 50% dei miei fedeli pensa che non parlo troppo, forse mi dovrei preoccupare un attimo, non trovi?
L’assenza di interesse sui temi etici è peraltro ribadita anche dal sondaggio odierno pubblicato da Repubblica. Che i cattolici italiani siano più laici dei loro vescovi è confermato del resto dai tre referendum ‘etici’, e non rappresenta quindi una novità. Novità, semmai, è che emerga anche su Famiglia Cristiana.

Stefano Bottoni

La maggioranza dell’elettorato “cattolico” è composta da gente comune come noi tutti, con tutti i problemi di arrivare a fine mese, il mutuo, le bollette…
I vescovi vivono nella loro torre d’avorio, questi problemi non li hanno, neppure sanno che esistono, se non per sentito dire.
Mi sembra normale che alla gente comune non importi assolutamente niente delle diatribe sui “valori non negoziabili”. Gli unici “valori” che siano veramente importanti sono quelli dentro al portafogli, specie quando arriva la fine del mese. E quelli sì che non sono negoziabili.

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